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Autore: Puolukka Sorbet    13/05/2014    1 recensioni
Anni '70 del secolo scorso, i Sex Pistols si allontanano dal rock'n'roll per diventare il gruppo che sarà poi ricordato come il fondatore del punk britannico. Nel bene e nel male, attirano l'attenzione di molti; anche della Regina, anche di Inghilterra.
Come dire a Sua Maestà che quella musica che tanto detesta a lui invece piace?
E se durante l'esibizione sul Tamigi (10/7 giugno 1977 - stesso giorno del Giubileo), tra i partecipanti ci fosse stato proprio Inghilterra? E se fosse stato tra le persone arrestate al termine del concerto?
[Prompt per l'inziativa "Logorrompt indetta da piscinadiprompt su livejournal]
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: England's Dreaming
Rating: T
Personaggi: Arthur Kirkland/Inghilterra, OC!Sex Pistols;
Fandom: Axis Powers Hetalia
A/N: Purtroppo ho allungato il brodo poiché durante la raccolta di informazioni per la stesura mi sono appassionata alla band.
Se notate errori di battitura/ortografici o di sintassi vi pregherei di farmelo sapere. La storia non è completa a causa di una mia profonda crisi linguistica, spero però di completarla al più presto. 
Riassunto: Prompt richiesto per l'iniziativa "Logorrompt" indetta da piscinadiprompt su livejournal:

Anni '70 del secolo scorso, i Sex Pistols si allontanano dal rock 'n' roll per diventare il gruppo che sarà poi ricordato come il fondatore del punk britannico. Nel bene e nel male, attirano l'attenzione di molti; anche della Regina, anche di Inghilterra.
Come dire a Sua Maestà che quella musica che tanto detesta a lui invece piace?
E se durante l'esibizione sul Tamigi (10/7 giugno 1977 - stesso giorno del Giubileo), tra i partecipanti ci fosse stato proprio Inghilterra? E se fosse stato tra le persone arrestate al termine del concerto?



(England's Dreaming)



Prologo:

Anno 1976: il fior degli anni del Punk Rock. Sviluppatosi negli Stati Uniti D'America verso la fine degli anni sessanta, distaccandosi dal comune “rock” per avvicinarsi ad un genere di un impatto più sonoro. Tra i più noti precursori del punk rock (definito “proto-punk”) troviamo i The Stooges con Iggy Pop, New York Dolls, The Who e gli MC5 e molti altri che assunsero uno stile più grezzo e immediato, tipico del garage rock. Il termine Punk Rock nacque intorno alla metà degli anni settanta, con cui vennero identificati i Ramones, gruppo statunitense formatosi nel 1974. Successivamente il Punk Rock migrò nel Regno Unito, dove assunse il sui connotati stilistici e ebbe il suo periodo di massimo splendore.



West End of London, Soho 12 febbraio 1976

Quando avevo un po' di tempo libero mi recavo in qualche pub o music club ad ascoltare aspiranti gruppi formatisi tra i banchi di scuola o per i sobborghi della città.

E quella sera non era eccezione: al Marquee Club si sarebbero esibiti gli Eddie and The Hot Rods, una band di cui avevo già sentito abbastanza parlare.

Non avevo ancora toccato bicchiere, pensavo fosse inutile ubriacarsi da soli in una piatta serata come questa. Ero davvero esausto da tutto il lavoro che mi avevano rifilato, normalmente avrei ben volentieri svolto il mio compito di rappresentante della Gran Bretagna e accettato di buon grado le mansioni assegnatemi, ma davvero non era semplice essere una Nazione e dover ascoltare ogni santa volta quello che avevano da dire ai piani alti.

Mentre Salirono sul palco quattro ragazzi, molto giovani a prima vista, non più di vent'anni sicuramente; vestiti in modo trasandato con T-shirt stracciate e con slogan alquanto discutibili; capelli corti e scompigliati. Sembravano lo stereotipo del tipico ragazzo adolescente nella sua fase più ribelle.

Uno di loro, un tipo dai capelli verdi e con un look a dir poco cencioso, prese il mano il microfono e presentò il gruppo urlando "Don't look over your shoulder, but the Sex Pistols are coming". Partirono poi una serie di insulti e da lì in poi il caos più totale.

Ricordo soltanto che quando la musica si diffuse per il locale, gli strumenti vennero suonati al massimo della loro potenza e si poteva anche udire il rumore delle casse crac-chiare di tanto in tanto, il tipo cencioso iniziò a cantare a squarciagola senza far caso a ciò che lo circondava. Scese persino dal palco e si mischiò nella folla che si era creata lì sotto e non solo, prese alcune sedie e cominciò a distruggere l'intera attrezzatura.

Non potevo credere ai miei occhi. Sapevo che molti giovani amavano creare casino dovunque andassero, ma questi tizi erano completamente fuori di testa! Senza accorgermene finii immischiato anch'io in quel pandemonio che continuò per tutta la serata finché non vennero i Rods e alcuni impiegati a calmare le acque.

Tornai stremato a casa con un grandissimo mal di testa e ubriaco perso -nonostante non ebbi toccato un goccio di alcool, ma forse fu solo uno scherzo della mia mente perché ero più che sicuro di aver visto una tipa con una gonna da ballerina e stivali da campeggiatore passarmi un bicchiere contenente chissà cosa- e mi lasciai cadere direttamente sul letto a peso morto. Non avrei mai più frequentato un music club in vita mia.



Soho, Oxford Street 30 marzo 1976

Fu la seconda volta che assistetti a un'esibizione dei Sex Pistols.

Dopo la prima esperienza iniziai a frequentare più spesso il Marquee Club e altri pub in cui si esibivano varie band e venni anche a sapere che nell'occasione del 12 febbraio i Sex Pistols dovevano solo partecipare come gruppo spalla dei Rods, ma presero poi il sopravvento distruggendo persino la loro attrezzatura.

Giunsero voci che il gruppo si sarebbe esibito ad Oxford Street, all'Hundred (100) Club e nuovamente ebbero grande successo tra il pubblico.

Era l'ascesa del Punk Rock, dicevano. I Sex Pistols non solo promuovevano questo movimento, ma contagiavano anche la mentalità dei giovani che iniziarono a vestire quegli indumenti trasandati venduti da un particolare negozio d'abbigliamento dove la stessa band era nata, la SEX boutique del quartiere di Chelsea nella lussuosa King's Road.

La mia curiosità mi spinse a visitare il rinomato negozio, i cui proprietari erano McLaren e sua moglie Westwood, ovvero i manager che promuovere la band ai vari locali in cui si sarebbero poi esibiti.
I vestiti in esposizione davano proprio l'idea dell'ideale del Punk Rock: una controcorrente di tutto ciò che a quei tempi era “in voga”, ovvero gruppi come i Pink Floyd, The Beatles e molti altri.

Lì conobbi i membri dei Sex Pistols: Matlock, il bassista, che lavorava occasionalmente nel negozio; Jones e Cook, rispettivamente chitarrista e batterista, fondatori della band ufficiale -inizialmente si facevano chiamare The Strand, cambiarono poi nome in The Swankers- quando erano ancora compagni di scuola e infine Lydon soprannominato “Johnny Rotten”, cantante, nonché la vera sagoma di quel gruppo di scalmanati.

Quest'ultimo commentò pesantemente il mio look dandomi del “Bloody old poof” (maledetto vecchio frocio) cosa che mi fece davvero infuriare, ma mi tratteni dal rispondere e andai via con l'amaro in bocca.

Poco dopo il gruppo si esibì per la prima volta al Nashville, sempre come supporto ad un'altra band e ancora nello stesso locale il 23 aprile dove il gruppo iniziò a riscuotere gran successo in tutta la zona e che portò a una nuova rissa sul palco con un membro del pubblico in cui vennero invischiati il manager e quel Rotten.

Dopo quel trambusto la band venne bannata sia dal Marquee che dal Nashville.


Manchester, St. Peter's Fields 4 giugno 1976

Come al solito venni informato che il gruppo si esibì in alcune città del nord Inghilterra e ogni martedì al 100 Club per quattro settimane.

Nel frattempo il mio lavoro diventava sempre più stressante e faticoso a causa dei vari problemi creatisi, in particolare sul piano sociale ed economico. Il guadagno dei lavoratori era scarso e sempre più impiegati scioperavano causando problemi a tutta la comunità.
Il prezzo del petrolio era aumentato e questo aveva causato non pochi danni alla già scarsa situazione sociale: molti abitanti erano disoccupati e i giovani non avevano futuro.

È in questo ambiente che i Sex Pistols “agivano”. Non c'era quindi da stupirsi se ebbero tanto successo in un'Inghilterra distrutta come quella, dove le persone non avevano futuro e ai ragazzi veniva palesemente garantito che se non avessero avuto i soldi non avrebbero mai fatto carriera e non ci sarebbe stata speranza per loro.

Purtroppo non tutti erano d'accordo con questo pensiero, molti dei miei colleghi guardavano con disgusto questi “mocciosi schizzati” che ascoltavano musica spacca timpani e indossavano capi degradanti. Tuttavia erano d'accordo sul fatto che sarebbe durata poco questa fase “adolescenziale”.

Ma non fu così.

Il 4 giugno, a St. Peter's Fields, nel Lesser Free Trade Hall -sede di incontri pubblici e politici e talvolta anche usata come sala da concerto- si riunirono all'incirca una quarantina di persone, molti dei quali giovani mancuniani appassionati della musica di quei tempi e accaniti lettori del NME.

Non tutti potevano permettersi abbastanza soldi in quel periodo, e quei pochi partecipanti erano lì per assistere a quel concerto o meglio a quello che venne poi riconosciuto come evento storico musicale. Ma a quei tempi chi poteva immaginare che un gruppo di ragazzi anarchici avrebbe cambiato la storia della musica e influenzato un'intera generazione?

Nemmeno io, che ero nel Trade assieme a loro, potevo immaginarlo.

I Sex Pistols divennero una vera icona della musica Punk Rock dopo quell'esibizione, non solo, venne organizzato nuovamente un concerto nel Free Trade Hall, il 20 giugno 1976 e quella volta vi fu davvero il pienone.

Gli organizzatori delle due esibizioni erano Devoto e Shelley, membri dei Buzzcocks, una band formatasi grazie all'influenza dei Sex Pistols, di cui i due erano grandi ammiratori. Lessero per la prima volta dei Pistols su un articolo del NME e ne rimasero letteralmente affascinati quando assistettero al loro esordio al Marquee. Decisero quindi di presentare il gruppo alla città di Manchester e prepararono per loro il Lesser Free Trade Hall.

Il 20 luglio venne nuovamente indetta un'esibizione al Trade, a cui parteciparono anche i Buzzcocks come gruppo di supporto dei Sex Pistols. Erano ormai sulla bocca di tutti, per le strade tutti parlavano di Johnny Rotten e del suo comportamento provocatorio: sfidava il pubblico incitandolo a fare del loro peggio. Non solo, Rotten amava confrontarsi anche con i suoi compagni di gruppo e con chiunque gli capitasse sotto mano.

In quell'occasione i Pistols si esibirono con una loro canzone, composta da Matlock -i testi erano però di Johnny- e con l'aiuto di Jones, “Anarchy in the U.K.” che racchiudeva la vera essenza del gruppo.

Vennero poi organizzate nuove esibizioni, una di queste si tenne all'estero, a Parigi, per l'inaugurazione di un locale. Parteciparono anche al programma “So It Goes”, il 4 settembre, con il loro singolo “Anarchy in the U.K.” che venne presentato con un “Get off your arse!” dalla band. Vederli in televisione fu davvero emozionante, dopotutto non erano un gruppo “normale”, sia per il loro stile di musica punk rock sia per il loro atteggiamento eccentrico e anticonformista.



100 Club, Oxford Street 20-21 settembre 1976

Il “Punk Festival”, così venne chiamato l'evento speciale organizzato al 100 Club per promuovere le nuove stelle nascenti del punk rock. Ovviamente era un evento imperdibile e in molti parteciparono, i cosidetti “Bromley Contingent” si accalcarono all'entrata del music club per assistere alla loro esibizione.

L'aria era ancora piuttosto afosa, l'estate del 1976 fu una delle più calde che ricordo, nonostante tutto molti degli spettatori indossavano vestiti piuttosto pesanti con molta non-calanche. Il Club era pieno di ragazzi attratti da i Pistols, ma non solo dalla loro musica, infatti sembrava che il più fosse interessato alla loro moda. Questo era causato dalla mancanza di gruppi punk rock, essendo una genere quasi del tutto sconosciuto.

Ero seduto sul bancone del bar e mi osservavo in giro con fare critico. Per non dare troppo nell'occhio indossai dei pantaloni scuri, che risaltavano fin troppo le mie gambe e una maglietta leggermente stracciata sulle maniche con lo slogan “Dirty SEX”, inutile dire dove la acquistai qualche giorno prima in prossimità di quel evento speciale.

Per quanto mi costasse ammetterlo... quel genere, per quanto chiassoso e disturbante fosse, mi attraeva.

C'era qualcosa di eccitante in quel modo di imporsi in un universo pragmatico come quello, come se vi fossero due forze contrastanti che non potevano né annullarsi, né sommarsi. Alcuni vedevano il punk rock come un qualcosa di profano e blasfemo, non era concepibile che qualcuno osasse sfidare la conformità che si era creata dopo la seconda guerra mondiale, altri invece lo vedevano come un qualcosa di innovativo, qualcosa che potesse cambiare e/o modificare quella società marcia che negava qualsiasi sbocco di possibilità.

Era l'eco della classe lavoratrice, era il loro modo di dire al mondo che anche loro esistevano e facevano parte della comunità britannica e mondiale.

Al centro del palco c'era un pianoforte, sicuramente utilizzato dalle band jazz e blues che si esibivano nel locale, e poco più vicino le attrezzature strumentali pronte per essere utilizzate dai quattro gruppi che si sarebbero susseguiti quella sera e che avrebbero inaugurato per la prima volta quell'evento.

Il concerto si aprì quel giorno, il 20 settembre 1976, con i Subway Sect seguiti dai the Banshees, che eseguirono un'improvvisazione del Padre Nostro, e poi dai The Clash. Infine si presentò sul palco il gruppo che tutti attendevano con trepidazione: i Sex Pistols.

La serata fu a dir poco emozionante; all'arrivo dei Pistols alcuni si buttarono letteralmente in ginocchio come se fosse sceso Dio in terra e loro avessero assistito ad un miracolo. Era incredibile come potessero essere tanto acclamati, nonostante il loro modo di fare...

Alla chiusura del primo giorno in molti tornarono a casa sapendo di aver assistito a qualcosa di innovativo che stava letteralmente cambiando il mondo, seppur non fosse ancora riconosciuto da tutti.

Il giorno seguente, ci fu nuovamente un accalcarsi di fan all'entrata, pronti ad assistere al famoso Punk Festival -anche se, a detta di molti, aveva una connotazione molto hippie- in cui si sarebbero esibiti gli altri quattro partecipanti: gli Stinky Toys, Chris Spedding & The Vibrators seguiti da i The Damned e infine, ma non per importanza, i Buzzcocks.

I gruppi che si succedettero sul quel palco erano per lo più artisti indipendenti che cercavano notorietà tra il pubblico esibendosi anche con pezzi del tutto improvvisati. La parola chiave di quella serata era “provare”: salire sul palco e eseguire un brano qualsiasi.

E così fecero.

Questo era un altro dei motivi per cui il Punk Rock mi affascinò così tanto: erano dei veri e propri spiriti liberi che non avevano rimorsi, perché facevano tutto ciò che gli passasse per la mente, anche partecipare ad un evento musicale senza saper suonare o cantare.

Ma poi vi fu quell'incidente.

Non ricordo bene quando avvenne o anche come, ero piuttosto brillo poiché un gruppo di tizi mi aveva offerto da bere per festeggiare. Però ricordo che fu un certo Sid -o almeno così lo avevano soprannominato- a lanciare quel bicchiere di vetro verso il palco che, invece, si frantumò contro una colonna. Poi ricordo un urlo e una piccola folla accerchiò un tavolo dove erano sedute due ragazze.

Non feci in tempo a registrare cosa accade che una delle due si voltò, una mano premuta sull'occhio e dei rivoli di sangue che si riversavano sulla stessa. Il viso della ragazza era corrugato in un espressione di dolore mentre lacrimava sangue dall'occhio offeso. La sua amica e alcuni della folla cercarono di aiutarla e nel mentre venne chiamata l'ambulanza che venne poco dopo.

Ovviamente Sid venne arrestato, ma pare venne rilasciato poco dopo poiché in molti si presentarono alla centrale a testimoniare a suo favore e la polizia dovette infine cedere.

Michelle, la compagna della ragazza ingiuriata, ci raccontò che Cherry -o almeno così mi pare si chiamasse- era un'aspirante artista e dopo l'incidente fu davvero addolorata tanto da non voler pubblicità di sé. Inoltre, aggiunse: «Seppur accetto il fatto che sia stato Sid a lanciare il bicchiere, anche se non lo ha fatto di proposito, l'aveva comunque lanciato con malizia e, non si sa mai, avrebbe anche potuto creare molti più danni. Indi per cui in un senso, è esonerato, ma sempre fino ad un certo punto e in un altro, è comunque uno stupido malizioso».

L'8 ottobre 1976, la EMI segnò un contratto biennale con i Sex Pistols e poco dopo, il 26 novembre, venne pubblicato il loro singolo “Anarchy in the U.K.” che molti definirono il manifesto di una nuova era e il richiamo di una generazione.
Il nuovo orientamento della band era nichilista, euforico e oltraggiato: Il brano riproponeva il rock verso una nuova attitudine politica e come arma ideologica. Il tutto simboleggiato da una Union Flag -anche detta “anarchy flag”- strappata e in parte appuntata all'indietro con delle graffette assieme al titolo della canzone e del gruppo.


London, Buckingham Palace 1 dicembre 1976

Ero stato invitato dalla Regina Elisabetta al Palace per passare un pomeriggio in tranquillità e prendere una tazza di tè assieme, non era di certo la prima volta che capitava, anche perché era ormai da molto che lei regnava e badava a questo Paese con la cura che sola una madre potrebbe avere con il suo adorato figlio. Perché era proprio quello ciò che ero per lei: un figlio. Mi trattava proprio come tale nonostante fossi di certo molto più vecchio di lei -il mio corpo era ancora giovane, ma il peso degli anni era ampiamente visibile nel mio comportamento-.

Decidemmo quindi di passeggiare per il giardino reale -imponente aggiungerei- tra le varie specie di fiori, alcuni anche rarissimi, che facevano parte della sua collezione personale. Mentre ci godevamo quella -sorprendente- giornata soleggiata, divagammo su vari argomenti e tematiche diverse, anche di tempi passati e ormai remoti.

Era molto raro che mi lasciassi andare a quel modo, ma la presenza di Elisabetta -a malincuore dovetti abbandonare ogni titolo formale su suo ordine impostomi già tempo addietro- e di questo paesaggio tranquillo ed elegante non faceva altro che influenzare il mio umore, rendendolo via via più sciolto e socievole. Finii anche per discutere di epoche così antecedenti che anch'io faticavo a ricordare a causa della mia giovane età e che avevo completamente rimosso dalle mie memorie perché veementi e angustianti.

«Oh Arthur, ti vedo troppo teso ultimamente... Scommetto che non ti fermi un attimo con il tuo lavoro, dovresti invece riposarti e recuperare le forze. Dopotutto dormire fa bene sia al corpo che alla mente, mio caro.» disse con aria risoluta, mentre con la coda dell'occhio ammirava il magnifico arcobaleno di colori che creavano i petali di fiori. «Tutto merito dei giardinieri» mi spiegò una volta, «Sono davvero degli artisti, trattano i fiori come fossero neonati e si occupano di loro quotidianamente, assicurandosi che siano in perfette condizioni».

Le risposi affabile: «Sua Ma- Elisabetta, ti sono davvero grato della tua premura, ma non serve sollecitarsi tanto per me. Svolgo il mio lavoro con onore e zelo, e questo implica la mia costante presenza in qualsiasi problema statale, amministrativo, politico ed economico. Inoltre è già sufficiente questo piccolo momento di svago...»

Sembrò leggermente allibita dalla mia affermazione, ma si ricompose immediatamente e mi osservò con quello sguardo sconsolato, ma al contempo divertito, che le madri son solite mostrare quando i bambini la fanno franca in modo astuto, casomai con una battuta spiritosa o sarcastica e un po' di quel fascino infantile da cucciolo bastonato -che sortiscono sempre l'effetto desiderato.

Facemmo ritorno nel Palazzo e ci dirigemmo al Piano nobile verso le stanze private della regina, la quale si dileguò nelle cucine per preparare il tè. Di norma soleva prenderlo da sola, ma per me vi era un'eccezione: essendo il suo cocco nonché figura presente in ogni aspetto della sua vita: ricordo ancora la prima volta che la precedente regina, Elizabeth, me la porse per prenderla in braccio, benché il suo viso fosse completamente rosso, era davvero bellissima.

Successivamente ci spostammo nella piccola stanza accanto per guardare un po' di televisione, scegliemmo il programma Today, presentato da Bill Grundy che quella sera avrebbe ospitato proprio i Sex Pistols -ammetto anche di aver chiesto io cortesemente questo favore.

Mai scelsi giorno peggiore: quella sera i Sex Pistols si fecero pubblicità gratuita imprecando come scaricatori di porto e provocando letteralmente uno scandalo nazionale. La trasmissione era visibile solo nei dintorni di Londra, ma ovviamente la stampa non perse tempo a divulgare una situazione tanto deplorevole che avrebbe sicuramente fruttato soldi.

Durante la trasmissione tutti i presenti, compreso il presentatore, erano ubriachi persi e i Pistols confermarono di aver completamente liquidato i soldi ricavati dal loro contratto con l'EMI in quella stessa serata. Grundy da parte sua non aiutò molto poiché ci provò spudoratamente con quella Siouxsie -una dei Bromley contingent-, cosa che fece scaturire il peggio di Jones che lo insultò gravemente con colorite volgarità. La serata passò tra gli imprechi di Jones e le incitazioni di Grundy sul suo linguaggio poco consono, cosa che lo portò in prima pagina su tutti i giornali britannici.

“The Filth and the Fury” fu il titolo d'apertura del famoso giornale londinese Daily Mirror, assieme a molti altri che non fecero che pubblicizzare quello scandalo, il quale costò la carriera del presentatore Bill Grundy, ma che promosse, invece, l'ascesa dei Sex Pistols.

L'espressione sconvolta della regina mi fece inoltre comprendere che quella band non sarebbe mai entrata a far parte delle sue grazie e che sarebbe stato meglio, per la mia persona, a non accennare alle mie scappatelle serali o come il punk rock, così come i Sex Pistols, stessero completamente traviando ogni mio pensiero e azione. Stavo perdendo il mio status di gentleman in un batter d'occhio e neanch'io ero in grado di fermare quel tifone che stava dilaniando gli animi dei londinesi e che ben presto avrebbe colpito tutta l'Inghilterra e confini.



South Wales, Caerphilly 14 dicembre 1976

Subito dopo l'incidente televisivo i Sex Pistols partirono per un Anarchy Tour nel Regno Unito -accompagnati da The Clash e Johnny Thunders and The Heartbreakers- che prevedeva la loro esibizione in venti locali, ma che a causa della stampa, delle autorità locali e anche dagli stessi organizzatori vennero quasi tutti cancellati: difatti parteciparono solo a sette di questi venti concerti.

Una di queste esibizioni si tenne a Caerphilly, nel sud del Galles, nel locale Castle Cinema -nonostante le ingenti proteste da parte degli abitanti gallesi riguardo alle loro tendenze immorali e indecenti- che ospitò il gruppo su richiesta della stessa proprietaria, una vecchia signora la quale non apprezzava il bullismo dei dignitari gallesi.

In molti temevano la venuta della band, difatti quando il loro gruppo arrivò, vennero accolti da una città fantasma: i pub avevano chiuso ogni accesso dall'entrata principale, così come le abitazioni e i negozi. Tutti rifuggivano dal pandemonio che sarebbe scaturito da lì a poco a causa di quel gruppo blasfemo.

Inoltre, il concerto fu orlato da molte obiezioni religiose: durante l'esecuzione dei Sex Pistol, alcuni coristi al seguito del consigliere Cllr Ray Davies e un predicatore pentecostale interferirono nel concerto denunciando le loro attitudini sataniche e minacciando eterna dannazione a coloro che avessero osato assistere ai figli di Satana.

Vi è però da aggiungere che furono in pochi ad assistere all'esibizione: le prime sette file erano occupate da punk del distretto e curiosi, mentre le altre file vuote si diramavano lungo tutto l'auditorium. Decisamente in contrasto con il pandemonio che tutti si aspettavano.

In definitiva il concerto fu caotico, ma potente. Provocò una vera e propria trasformazione nelle giovani generazioni gallesi che, com'era accaduto con i mancuniani, entrarono a far parte della nuova corrente punk rock.
Per gennaio 1977 erano previsti altri tre concerti in Olanda e la band, postuma da una sbornia, si imbarcò sull'aereo al London Heathrow Airport che li avrebbe condotti verso l'ultima parte del tour. Poche ore più tardi l'Evening News riportò la notizia che la band “si fece strada tra i rigurgiti” e benché i rappresentati EMI che erano con loro negarono la vicenda, la compagnia dovette rompere il contratto con il gruppo a causa delle pressioni politiche.



West End of England, Soho 28 febbraio 1977

Verso febbraio si vociava sull'abbandono da parte di Matlock della band, che venne confermata il 28 febbraio da un telegramma di McLaren alla NME, in cui dichiarava che il bassista era stato cacciato a causa della sua passione per Paul McCartney e i The Beatles, affermata anche da Jones: “Era un bravo compositore, ma non assomigliava a un Sex Pistols e stava sempre a lavarsi i piedi. La mamma non apprezzava le canzoni”.

Matlock, contrariamente, affermò che il suo abbandono del gruppo era stato fatto sotto “comune accordo”.

Mi rattristò molto questa improvvisa uscita di scena di Matlock. Tra i membri della band era quello con cui più si poteva comunicare, all'opposto di Rotten, e che effettivamente non dava l'idea di un punk rock o almeno di un Sex Pistols. Andai a far visita al gruppo poco prima del suo ritiro e notai un'aspra intesa tra Rotten e lui, soprattutto causata dal esuberante ego del primo.

Poco dopo venne “accolto” nella band Sid Vicious, cui vero nome era John Beverley, grande amico di Rotten con cui antecedemente erano conosciuti, insieme ad altri due amici, con il nome di “The Four Johns”. Il suo particolare soprannome gli fu dato da Rotten stesso dopo che il suo criceto, Sid, morse John il quale affermò: “Sid è davvero aggressivo!” (“Sid is really vicious!”).

Costui soleva frequentare molto la King's Road ed era una grandissimo ammiratore della band dell'amico che lo presentò a McLaren, quest'ultimo accettò di buon grado la persona di John per il suo modo di fare molto “punk rock” che si riscontrava perfettamente con il gruppo.

Durante la conversazione con Matlock venni a sapere dei diverbi creatisi fra i membri, sempre per cagione di Rotten, il quale vide in Sid un sostegno per il suo conflitto contro Jones e Cook e aggiunse: “Lui ha sempre ragionato su questo in termini di fazioni opposte”.

Per quanto se ne dicesse non mi sembrò affatto un ragazzo adatto ad una vita come la loro, o per meglio dire, non aveva nessuna competenza nel suo ruolo di bassista e l'unica qualità che lo caraterizzava era la sua innata follia che faceva da ciliegina su quella torta di scatenati.

Lo stesso manager affermò, nel telegramma in cui dichiarava l'entrata in scena di Vicious nel gruppo, che “la sua miglior credenziale fu di dare a Nick Kent ciò che si meritava molti mesi prima all'Hundred Club”, difatti la fedina penale di Sid non era di certo immacolata, viceversa. Si può ben affermare che la sua presenza nei concerti punk rock fu decisamente perniciosa. Più di una volta venne accusato di violenza civile, come ben si può rimembrare nell'occasione del Punk Festival, e contribuì al bando di tutti i gruppi di questo nuovo movimento dal 100 Club.

Tutti erano a conoscenza delle sue scarse capacità musicali, ma nessuno sembrò darci molto peso, poiché Sid Vicious era nato per essere un Sex Pistols, erano il connubio perfetto sotto ogni punto di vista e di certo McLaren non si sarebbe di certo fatto sfuggire un'occasione del genere. “Aveva il look” questo era il pensiero unanime, benché le sue prime prove furono infernali, si impegnò duramente per migliorare.

Ma anche i più “grandi” hanno i loro vizi e difetti: Sid non era eccezione. Prim'anche di entrare nel gruppo soleva prendere sostanze stupefacenti e questo suo improvviso successo non fece altro che incentivarlo: i riflettori puntati su di lui non facevano che accrescere il suo ego, la sua smania di ammirazione. Per lui si trattava soltanto di questo: adorazione e acclamazione.

E il suo essere uomo fu la sua rovina. Poiché si sa, gli uomini sono indomabili, esuberanti e ostinati e caparbi, però, loro tutti, hanno quell'unica debolezza che li accomuna e che sola può frenare il loro impetuoso percorso: la donna.

Nancy Spungen.

Lei, eroinomane americana trasferitasi in Gran Bretagna giacché gli occhi di tutto il mondo vi erano puntati e lui, figlio unico di una madre altrettanto drogata e non curante, sempre alla ricerca di attenzioni anche a costo di usare mezzi infimi.

Non so bene in che rapporti i due stessero, ma talvolta Rotten soleva lamentarsi di alcuni comportamenti dell'amico, in particolare delle sue oscillazioni di umore forse dovute alle sostanze di cui faceva uso. Seppur negandolo, Johnny era molto legato a Sid e ne parlava in un modo così affetuoso -per quanto ne fosse capace-, benché non approvasse affatto questo suo vizio che lo stava cambiando, mutando drasticamente, e la causa, a suo parere, era di Spungen.



England, Buckingham Palace 10 marzo 1977

Il 10 marzo, a ben dire fu il giorno precedente, il gruppo segnò un contratto con la casa A&M Records durante una cerimonia tenutasi fuori le mura del Buckingham Palace. Dopodiché si avviarono verso gli uffici della compagnia, completamente fatti: Vicious grondando sangue da un piede, Rotten inveendo contro lo staff e Jones eccitandosi nel bagno delle donne. Inutile dire che la casa discografica ruppe il contratto pochi giorni dopo: il 16 marzo.

Il 28 marzo ci fu il grande debutto di Vicious con i Sex Pistols al Notre Dame Hall di Londra e a maggio la Virgin Records firmò un contratto con la band, il loro terzo in poco più di mezz'anno. La compagnia si impegnò fin da subito nella pubblicazione del loro singolo “God Save The Queen”, il quale fu posticipato a causa di una protesta generale del impianto di pressurizziazione: gli impiegati bloccarono i lavori in segno di protesta per i contenuti della canzone. La cover dell'album dell'artista Jamie Reid -la quale rappresentava il volto della regina Elisabetta II oscurato dal titolo e dal nome della band, formate da lettere ritagliate- offese gli impigati addetti alla produzione delle copertine. Dopo una lunga chiacchierata, la produzione riprese e il singolo venne finalmente pubblicato il 27 maggio 1977.

L'uscita di “God Save The Queen” provocò molto scalpore tra la gente, in seguito ai suoi contenuti osceni riguardanti la sovrana: le grandi catene si rifiutarono di commerciare il singolo; la BBC ne vietò completamente la trasmissione, assieme ad alcune radio indipendenti. Venne bollata come “il disco più censurato nella storia britannica”.

Da parte loro, i Sex Pistols, non si curarono molto dell'opinione pubblica -e quando mai?- dichiarando semplicemente di non interessarsi alla vita politica del loro Paese e che il singolo non voleva essere una critica -nonostante ci fosse un risentimento- alla monarchia, e più specificatamente a sua maestà, ma semplicemente da monito per gli inglesi, la classe lavoratrice inglese. Rotten asserì: “Non si scrive 'God Save The Queen' perché si odia la razza inglese. Si scrive perché la si ama e si è stufi di vederla maltrattata”.

Il singolo raggiunse in poco più di una settimana le 150 mila copie vendute aggiudicandosi il secondo posto nella classifica ufficiale della “UK Singles Chart”. Benché non giunse mai in prima posizione nella classifica ufficiale, sbaragliò tutti e si aggiudicò l'ambito premio in quella -non ufficiale- della NME. Poiché era risaputo che il singolo fosse un vero successo che scombussolò l'intero Stato, si vociferò di un rimaneggiamento della classifica stessa: i dipendenti addetti alla compliazione delle classifiche della British Phonographic Istitute, sconvolti e offesi dal singolo, dichirarono nulle le vendite della settimana dei loro stessi dischi, con la conseguente imbernazione delle statistiche dei dischi della Virgin's Record.



Note e riferimenti:


- Il più delle informazioni provengono da wikipedia, nella sua versione inglese. Le situazioni descritte dal punto di vista di Arthur sono, in parte, inventate, anche per mancanza di fonti -e di voglia di fare.


- Esibizione del 12 febbraio al Marquee Club e del 30 marzo al 100 Club. Non so bene quale colore di capelli avesse in quel periodo Rotten, ma valutando le la descrizione di Jones, ho preferito lasciarglieli verdi.


- “SEX boutique”, agli albori conosciuta come “Let it Rock” poi cambiato in “Too Fast to Live, Too Young to Die”, Rotten definì McLaren e Westwood “degli imbroglioni. Avrebbero venduto qualsiasi cosa per guadagnare”.


- Sembra sia stata la stessa Westwood a istigare la rissa all'esibizione, poiché “a detta di tutti mancava di eccitazione”.


- Ho giusto accennato sulla situazione socio-politica dell'Inghilterra, per dare un'idea del perché abbia avuto tanto successo il Punk Rock et simila. Anche Johnny affermò la disastrosa situazione.


- Il concerto del Lesser Free Trade Hall -viene così chiamata la stanza del piano superiore del Free Trade Hall che può contenere massimo 400 persone- fu una delle più importanti esibizioni della storia della musica. Molte persone affermarono di essere presenti quella sera, ma sembra che in realtà fossero solo 40 o poco più.
A quei tempi Manchester era molto povera ed erano ancora visibili i segni lasciati della guerra, l'arrivo dei Sex Pistols portò un grande cambiamento nella città dove nacquero molte band mancuniane come i Buzzcocks.


- “Anarchy in the U.K.” fu pubblicata il 26 novembre 1976 dalla EMI, ma venne poi bloccata la pubblicazione a causa delle ingenti proteste da parte del pubblico per i suoi temi “anarchici”. La cover del brano, creata da Reid, un vecchio amico di McLaren, diventò ben presto il simbolo del Punk Rock assieme ad altri suoi lavori.

- Il loro primo concerto all'estero fu a Parigi, il 3 settembre 1976 per l'apertura del locale “Chalet du Lac“.


- Il 20 e 21 settembre 1974, venne organizzata da Ron Watts il 100 Club Punk Festival, un evento di due giorni in cui si esibirono 8 band del movimento punk rock, tra cui i Sex Pistols. Sembra però che gli spettatori furono comunque esigui, a parte i “Bromley Contingent” e altri pochi interessati.


- ”Bromley Contingent” è il modo in cui venivano chiamati i fan dei Sex Pistols, venne per la prima volta usato dalla giornalista Caroline Cool. Deriva da Bromley, ovvero un'area del sud-est di Londra, dove la maggior parte di loro risiedeva.


- Sid Vicious, allora batterista dei Siouxsie and The Banshees, durante il Punk Festival lanciò un bicchiere di vetro contro i Damned che in quel momento stavano eseguendo il loro pezzo. Il bicchiere colpì una colonna e si frantumò, ma una scheggia ferì gravemente una ragazza all'occhio rendendolo orbo. Il discorso che ho tradotto è di Michelle Brigandage, la quale era seduta vicino alla ragazza ferita e anche compagna della suddetta. Se vi interessa qui trovate il resoconto di una ragazza che ha partecipato in prima persona all'evento, seppur non molto dettagliato. Inoltre qui trovate l'articolo vero e proprio pubblicato dal Melody Maker (il quale non ho utilizzato poiché la mia vista e pazienza non me lo permettono).


- ”Piano nobile” è il nome utilizzato per indicare il primo piano di un edificio, ovvero la residenza vera e propria dei padroni di casa, proprio per questo gli interni erano decorati maggiormente rispetto agli altri piani.


- La regina è alquanto viziata, o almeno così dicono.


- Durante il live broadcasting “Today” della Thames Television, il presentatore Bill Grundy dichiarò di essere ubriaco tanto quanto il gruppo e fece avances spudorate a Siouxsie. I Sex Pistols nel frattempo affermarono di aver liquidato i soldi del loro contratto con la EMI e dopo il commento del presentatore a Siouxsie, Jones cominciò ad insultarlo pesantemente chiamandolo “Dirty old man” e via dicendo.


- Il concerto tenutosi a Caerphilly venne accompagnato da alcuni predicatori ecclesiastici che non erano favorevoli né alla presenza della band in città a causa del loro comportamento blasfemo durante il programma televisivo “Today”.


- L'abbandono di Matlock dal gruppo fu di “comune accordo” e di certo anche causata dal dissidio con Jhonny Rotten e il suo comportamento vanaglorioso. Jon Savage suggerì che Matlock fu scacciato da Rotten per dimostrare il suo potere e la sua autonomia da McLaren.


- Al posto di Matlock si unì alla band Sid Vicious, amico di Rotten e auto-proclamato “massimo fan dei Sex Pistols”. Nome anagrafico John Simon Ritchie poi conosciuto come John Beverley, con una carriera da batterista in due puck rock band. Si dice che fosse anche l'autore della pogo dance. Come sopracitato il suo nomignolo deriva dal criceto di Johnny Rotten, Sid.
Sembra inoltre che fu in realtà la “prima scelta” di Westwood, moglie di McLaren, la quale consigliò appunto al marito di “prendere quel tale John che è venuto al negozio un paio di volte” come cantante. Quando McLaren assunse Johnny Rotten, Woodville gli disse “di aver sbagliato John”. Era infatti John Beverley, ovvero Sid Vicious, colui che ella aveva suggerito.


- C'è un lungo dibattito sulla sua storia con Nancy Spungen e Vicious e per quanto mi piacerebbe approfondirla (nonostante i richiami all'autolesione che mi fanno non poco ribrezzo -senza offesa, per carita!-), divagherei inutilmente. Tuttavia consiglio di darle un'occhiata poiché credo ne valga davvero la pena.


- Il contratto con la A&M Records durò una settimana a causa dei loro modi poco ortodossi e degeneri. Durante la loro visita agli uffici, Vicious distrusse una tazza del gabinetto e si sfregiò un piede (vi sono divergenze fra quale delle due sia avvenuta prima) e grondò sangue per gli uffici, Johnny abusò verbalmente lo staff e nel frattempo Jones si eccitò nei bagni delle signore. Seguì, qualche giorno dopo, un dibattito tra i Sex Pistols e un'altra band in un club; un compagno di Rotten minacciò di morte un grand amico del direttore inglese della casa discografica. La sudetta ruppe il contratto con il gruppo punk rock il 16 marzo, sebbene fossero già stati stampati più di 25 mila copie, vennero praticamente tutti smantellati.


- La stampa dei dischi in vinile è piuttosto semplice (teoricamente parlando) e curata nei minimi particolari -the more you know.


- Con il rilascio di “God Save The Queen” vi fu una vera e propria protesta che portò alla censura totale del singolo da parte di programmi televisivi e radio, a cui si aggiunsero i negozianti che si rifiutarono di metterlo in vendita. Il testo della canzone fu visto come offesa alla monarchia e alla regina Elisabetta II. Il singolo vendette più di 150 mila compie in una settimana e mezzo e si pensava avrebbe occupato il primo posto della classifica ufficiale. Tuttavia si aggiudicò il secondo posto sotto "I Don't Want to Talk About it" di Rod Stewart, mentre giunse in prima posizione nella classifica non ufficiale della NME. Giravano voci su un possibile occultamento della classifica causata dallo scandaloso contenuto del singolo stesso che fu poi confermata dalla CBS Record, la quale dichiarò che “God Save The Queen” aveva “stravenduto”. (Per la traduzione della frase, Rotten dice letteralmente “English race”, giusto per puntualizzare che non vuole essere alcuna offesa nei confronti degli inglesi).

  
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