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Autore: rauhlshine    13/05/2014    0 recensioni
-"Quando aprii gli occhi rividi quel bianco e quel nero che odiavo profondamente. Nessun colore, solo nero e bianco."-
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Anche quella mattina, come al solito, avevo marinato la scuola. Era un periodo abbastanza strano o magari la strana ero io. Mi comportavo in modo diverso con tutti, ero sempre l’acida e l’asociale della situazione, non me ne ero mai resa conto fino a quando non me l’ho sentito dire. Faceva male il fatto che la gente mi squadrava dalla testa ai piedi mormorando parole disgustose nei miei confronti. E così facevo la persona acida, quella che finge di stare bene, quella che durante la giornata sorride ma appena arriva a casa crolla. Per me non c’era mai nessuno, a parte la mia migliore amica a distanza, la mia piccola Jennifer.
Per più di un mese marinavo la scuola e me ne andavo al mare, in pieno inverno. Il mare mi faceva dimenticare ogni cosa, bella o brutta che sia. È sempre stato uno dei miei posti preferiti, è come il mio rifugio. Avete presente le braccia di un padre o una madre che vi stringono forte al petto? L’ abbraccio di una amica cara? O magari solo un sorriso che vi fa sentire a casa? Quella sensazione di protezione che sentite?  Ecco, io non l’ho mai provata. Ma le cose cambiarono quando finalmente decisi di andare a Londra, dalla mia migliore amica.
Era il 27 marzo quando arrivai a Londra e mi ricordo ancora il lieve venticello che mise in disordine i miei capelli, appena poggiai piede sul terreno londinese. Alzai di poco lo sguardo e da lontano intravidi la mia riccia preferita, i suoi occhi color nocciola mi stavano squadrando ma lei non stava mormorando parole disgustose come tutti gli altri, lei mi stava osservando per la prima volta e appena vidi i suoi occhi diventare rossi mollai la mia valigia e corsi più in fretta che potevo verso di lei, prendendola poi tra le mie braccia. In quel momento mi sentii al sicuro, come mi sentivo quando andavo al mare e immergevo i miei piedi nell’acqua congelata. Mi sentii bene e sorridevo. Ma non era quel sorriso che avevo come maschera ogni giorno, era un sorriso che comprendeva non solo le labbra ma anche e soprattutto gli occhi. Avevo desiderato tanto stringerla a me, per forse troppo tempo ed ora che finalmente avevo la mia unica ragione di vita tra le braccia, col cazzo che l’avrei mollata.

Avevo deciso di stare a Londra non più di due settimane, anche perché i miei genitori mi avrebbero murata viva se non sarei tornata prima. Tralasciando questo particolare, le cose con Jennifer andavano a gonfie vele. Mi aspettavo che dopo esserci incontrate lei avrebbe messo un muro tra di noi ma non è stato affatto così, anzi. Durante i primi giorni della mia permanenza lì, visitammo la città da capo a fondo. C’ero già stata a Londra e la conoscevo bene, ma con lei tutto aveva un altro valore e soprattutto un altro colore. Perché proprio con lei, con la mia Jennifer, ho iniziato a vedere la mia vita, non più in bianco e nero ma a colori. I colori più belli del mondo.

Il giorno della mia partenza non mi rivolse quasi parola, stava male, come me d'altronde. Da lì a poco avrei lasciato che la mia ancora di salvezza affondasse ma questa volta senza portarmi con se. Ci saremmo riviste, questo era certo, ma non avrei più dormito con lei tutte le sere, non mi sarei più svegliata con i suoi capelli ricci sul viso, non avrei più sorriso veramente e soprattutto avrei ripreso a stare di nuovo male.
Alle due del pomeriggio prendemmo la metropolitana e andammo alla stazione. Il mio treno per New York partiva alle tre e mezzo e avevamo poco tempo. Troppo poco tempo.
Arrivate alla stazione ci sedemmo su una piccola panchina verde sistemata lì appositamente per i passeggeri del treno. Eravamo entrambe silenziose e quel silenzio mi stava lacerando dentro come se una spada mi avesse appena trafitto il cuore. Continuavo a tamburellare con le dita delle mani sulle mie cosce quando ad un certo punto lei appoggia la sua mano destra sulla mia, facendomi smettere. Portai lo sguardo su di lei e mi accorsi che mi stava guardando con un piccolo sorriso che le incorniciava il volto. Dal sul sorriso passai ai suoi occhi, erano così tristi in quel momento ma dio, erano così belli. Aveva un oceano al posto degli occhi, erano color nocciola si, ma io mi ci sarei potuta perdere lo stesso. Quando si accorse che la stavo fissando senza battere ciglio, mi guardò stranita.
-“Ev, cosa c’è? Ho qualcosa in faccia?”- Feci una piccola smorfia accennando una lieve risata per la sua inconsapevolezza e continua ad osservarla. Era bella e in quel momento avrei solo voluto baciarla, sembrava strano dirlo, ma era ciò che sentivo. Mi avvicinai al suo viso prendendoglielo tra le mani e sospirai lievemente sulle sue labbra, senza distaccare i nostri occhi che in quel momento si stavano perdendo l’uni negli altri. Non dissi e non feci nulla, uno perché quel momento era troppo perfetto per rovinarlo e due, non potevo dirle che l’amavo. Avrei rovinato tutto come al solito e lei si sarebbe spaventata di me. Di quello che ero. Così le lasciai un piccolo e dolce bacio sul naso e mi allontanai controvoglia dal sul viso, notai il suo piccolo sorriso svanire sulle sue labbra e lasciai che anche il mio morisse.
Sentii il fischio il treno in arrivo e sospirai abbastanza rumorosamente, abbassai lo sguardo sulle nostre mani strette l’una nell’altra e mi portai la sua alle labbra, lasciandole un piccolo e casto bacio. Le lascia la mano e mi alzai dalla panchina.
-“Ci vediamo nei sogni piccola, a presto.”- Afferrai la mia valigia senza voltarmi nella sua direzione e con gli occhi pieni di lacrime mi affrettai a salire sul treno, nascondendomi dal suo sguardo che in quel momento stava carbonizzando la mia nuca. Mi sedetti nel mio posto e chiusi gli occhi. Mi sentivo di nuovo a pezzi come se avessero appena frantumato ogni mio organo, cuore compreso. Avevo appena lasciato al fuoco tutto il comando e mi stavo uccidendo, poco a poco. Quando aprii gli occhi rividi quel bianco e quel nero che odiavo profondamente.

Nessun colore, solo nero e bianco.
  
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