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Autore: oneisnone    13/05/2014    1 recensioni
Kurt, la sua mamma e una dedica da scrivere.
Questa fanfiction è collegata alla one shot La storia della Mangusta che incontrò il Pinguino | baby!Kurt | kurtbastian | fluff
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction è collegata alla one shot La storia della Mangusta che incontrò il Pinguino (penso sia meglio leggerla prima di iniziare questa)

Il Pinguino che non sapeva volare

 

Elizabeth Hummel è seduta al tavolo della cucina, la testa appoggiata al palmo della mano mentre sfoglia annoiata una rivista. Guarda l’orologio appeso al muro e poi la cena che aspetta di essere cotta. Avranno ospiti a cena e mancano ancora un paio di ore prima dell’arrivo degli Smythe a casa Hummel. Elizabeth tamburella le dita sul tavolo e sospira, prende un biscotto dalla teglia appena sfornata e lo mangiucchia pensierosa.
«Mamma!» urla Kurt dall’altra stanza. Elizabeth tende le orecchie per ascoltare lo scalpitare del figlio, lo sente correre per il corridoio e poi lo vede fare capolino con la testa dalla porta della cucina. Alza lo sguardo e sorride al figlio.
«Tesoro,» sorride dolcemente e accarezza la sedia al suo fianco, invitando il figlio a sedersi insieme a lei. «Cosa succede?»
Kurt alza le spalle e scuote la testa, «Niente, mami» sussurra, cammina lentamente verso la madre, le mani ancora nascoste dietro la schiena. Quando finalmente arriva davanti alla donna, abbassa lo sguardo e le porge un piccolo libro, quello che nascondeva poco fa dietro la schiena.
Elizabeth se lo rigira fra le mani per un po’, lo riconosce dalla copertina di un verde brillante e la scritta dorata; La storia della Mangusta che incontrò il Pinguino. È il libro che hanno comprato un paio di giorni prima in libreria. Kurt aveva insistito tanto per averlo e lei non aveva fatto troppe domande, sapendo che il figlio sarebbe andato da lei quando avrebbe avuto voglia di parlare.
«Sebastian viene a cena, vero?» domanda improvvisamente Kurt mentre prende posto sulla sedia, le braccia intrecciate sul tavolo e il mento appoggiato sopra. Ha la fronte corrugata e un tenero broncio sulle labbra.
Elizabeth annuisce lentamente e appoggia il libro sul tavolo, tra lei e il figlio. «Hai finito di leggerlo?» domanda.
Kurt si siede composto, annuisce e poi sorride dolcemente, le guance paffute si colorano di un tenue rosa mentre gli occhi azzurri – uguali a quelli della madre – s’illuminano. «Voglio regalarlo a Seb.»
«Okay,» risponde, «È successo qualcosa?» domanda curiosa.
«Abbiamo litigato,» sbuffa Kurt, «Ha detto che somiglio ad un pinguino!»
«I pinguini sono carini.» allunga una mano e accarezza la guancia chiazzata di rosso del figlio. «Non voleva essere cattivo con te, ne sono sicura.»
«Ma mamma,» Kurt alza gli occhi al cielo, come se fosse ovvio per quale motivo le parole di Sebastian l’hanno offeso così tanto, «I pinguino non sanno volare. Che razza di uccello non sa volare?!» si prende il labbro inferiore fra i denti e allaccia le braccia al petto, offeso e ferito.
Elizabeth sorride teneramente e prende per mano il figlio, accarezzando con l’indice l’interno del polso. «Non sapranno volare, Kurt, ma sono ottimi nuotatori. Sono buffi e anche molto coraggiosi, disposti a tutto per proteggere i loro amici.»
Kurt alza improvvisamente lo sguardo, gli occhioni azzurri spalancati per la sorpresa. «Davvero?» domanda mentre un piccolo sorriso inizia a farsi spazio sulle sue labbra.
«Davvero.»
«Quindi Seb non voleva… offendermi?» domanda incerto.
Lei scuote la testa, «Sono sicura che non fosse quella la sua intenzione. Ti vuole bene, Kurt, non farebbe nulla per ferirti.»
Kurt s’illumina di colpo, «Grazie!» si allunga oltre il tavolo e abbraccia forte la madre, stringendola e respirando il suo profumo delicato.
Elizabeth ride e bacia la guancia di Kurt. «Quindi,» inizia una volta che sono entrambi tornati al proprio posto, «Vuoi regalare questo libro a Sebastian per chiedergli scusa?»
Lui annuisce, le piccole dita che corrono ad afferrare nervosamente il libro.
«Sono sicura che gli piacerà.»
Kurt annuisce ancora, silenzioso e improvvisamente nervoso.
«I-io,» balbetta, la voce che trema un poco, «Voglio che sia speciale.» dice dopo un momento.
Elizabeth assottiglia lo sguardo, pensierosa. «Che ne dici di una dedica?»
Kurt batte le mani felice e salta sulla sedia.
La madre si alza e inizia a frugare in uno dei tanti cassetti della cucina, torna dopo qualche secondo con in una mano una penna. L’appoggia davanti a Kurt e sorride incoraggiante. «Allora,» si posiziona alle spalle del figlio, le mani sullo schienale della sedia mentre si piega in avanti per sbirciare oltre la spalla del figlio, «Cosa vuoi scrivere?»
Kurt si porta l’indice al mento e alza gli occhi al soffitto, pensieroso. Passa qualche minuto così, in silenzio, mentre cerca nella propria mente – e nel proprio cuore – le parole giuste.
«Io-» si ferma mentre un sorriso si allarga prepotentemente sulle sue labbra, «Voglio essere il suo pinguino. Come nella storia, quando la Mangusta non riesce a tornare a casa è il Pinguino ad aiutarlo.»
Elizabeth sorride, porge la penna al figlio e apre il libro, fermandosi alla prima pagina.
«Voglio essere il pinguino di Sebastian.» ripete Kurt.
Il cuore gli batte forte nel petto e non riesce a smettere di sorridere mentre scrive quelle poche righe, l’inchiostro nero che macchia la pagina bianca.

 
La sua mamma aveva ragione, Sebastian lo avrebbe amato.

 
Al mio migliore amico.
Per quando perderai la strada di casa e non
saprai come tornare, io sarò il tuo Pinguino.
Ti voglio bene.
Con affetto
Kurt

 

 

   
 
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