Era un caldo pomeriggio di primavera.
Gli EXO erano occupati nel promuovere in Corea del Sud il loro più recente lavoro, presentando le tracce dell'ultimo mini-album nell'attesissimo showcase che si sarebbe tenuto la sera stessa di quel giorno. Per quanto potessero essere abituati alle esibizioni live, la tensione prescindeva da ogni talento assorbendoli completamente, gettandoli in un vacillante stato d'ansia che si altalenava con un nervoso umorismo.
Ognuno dei membri reagiva in modo diverso, c'era chi continuava ad esercitarsi, chi improvvisava acuti irraggiungibili, chi faceva allungamenti con gli arti, chi semplicemente si gingillava errando senza meta o giocando ai videogame, chi trovava sollazzo in piacevoli intrugli chimici.
I ragazzi cercavano sempre un modo per scaricarsi, di incanalare il proprio scontento in attività distraenti, tutto per non reprimersi fino al fallimento.
Il peso della celebrità si era insediato anche in Sehun, il più giovane dei membri della band ma non per questo il più inesperto. Lo stress si instaurava in lui tanto quanto succedeva negli altri, sebbene - si sa - ciascuno sviluppi i propri personalissimi metodi nel deviare la fatica; anche Oh Sehun si conosceva abbastanza da sapere cos'è che lo avrebbe rilassato.
L'imminente concerto era come il rintocco costante di una campana nella testa del fanciullo. Sapeva di avere tutte le potenzialità necessarie per il successo, ma non abbastanza risorse per non pensare alla pressione della possibile catastrofe. Non avrebbe messo a rischio la propria carriera o la propria reputazione per dei cattivi pensieri. Sehun sapeva cosa fare.
«Yixing hyung, io esco a comprare qualcosa al supermercato per tutti!» avvisò Sehun al compagno steso sul divano della lobby.
«...Eh...? Ah... sì... mh... bamba... portami... portami solo altra bamba...» ribattè lui mormorando verso un'area imprecisa.
Sehun non capì cos'è che l'amico stesse cercando di dirgli, ma non gli diede troppo peso. Saricare la tensione era un bisogno decisamente più imperante del tergiversare nel vano tentativo di comprendere l'amico.
Mano mano che Sehun si avvicinava al negozio i suoi lineamenti riprendevano vita, il suo volto trovava un nuovo colorito, le sue espressioni non trasmettevano più angoscia.
Prese tutto ciò che pensava necessitassero gli EXO, ad ognuno un articolo scelto appositamente: il ragazzo conosceva bene i gusti dei suoi compagni e più volte aveva soddisfatto le loro richieste, fossero anche state le più astruse. Ma, Sehun conosceva anche i propri di gusti.
Il viso dell'idol ora non comunicava che gaudio, già in vista di un placebo che potesse alleviargli i nervi della prossima prestazione sul palco.
Il ragazzo fu finalmente di ritorno ed elargì i prodotti acquistati con un sorriso confortante che calmò in un colpo gli spiriti di tutti. L'allegria di Sehun era contagiosa tanto quanto l'omosessualità della risata di Tao, sicché il maknae si potè ritirare, appagato dagli animi risollevati degli amici, nella propria stanza con ciò che rimaneva nella busta della spesa, ciò che aveva tenuto per sé e per sé solo.
Ebbe cura di chiudere la porta lasciatasi alle spalle con ben due mandate di chiave, tanto meticolosamente da posizionare la chiave verticalmente nella serratura, in modo che nessuno avrebbe potuto scorgere all'interno della camera neppure attraverso un'occhiata nella fessura.
Era finalmente arrivato il momento tanto atteso. Mancava poco al live, Sehun doveva sbrigarsi.
Cacciò il barattolo di Nutella e lo posizionò accanto a sé, sul letto. Senza indugiare, il giovane incominciò a togliersi gli indumenti lanciandoli all'aria per la stanza, come se qualcuno di tremendamente rude glieli avesse strappati via con forza da dosso.
Prese in mano il barattolo di Nutella. Lo fissò intensamente. Gli parve che il barattolo di Nutella fissò lui. E allora la passione fu suggellata, gli occhi di Sehun infuocati, il vasetto caldo ripieno di deliziosa crema di cioccolato. L'arousal del ragazzo rese incandescente il suo corpo, i suoi polpastrelli erano tanto caldi che l'induzione fece vibrare di calore il vetro del barattolo. Con rapidi gesti, il coreano tolse via il coperchio con ferocia sessuale e strappò coi denti l'alluminio che ne ricopriva il succulento contenuto.
«Ora sei tutto mio... » Sehun interloquì col vuoto.
La flebile voce del coreano si modulò in una bassa e seduttiva frequenza tale che lo spazio circostante sembrò rimbombare di quelle parole confinandole nelle sole mura della suite. L'eco si rinchiuse in un'atmosfera a sé stante, un'ambiente che pareva essere stato creato apposta per quell'intimo momento.
Il cantante infilò subito la lingua nel pieno della densità della Nutella, a tratti esitando per la durezza della sostanza, tuttavia perseverando senza mai fermarsi ed astenersi dal leccare e rileccare l'amante dolce.
«Non resisto più» disse, «ho bisogno che tu mi faccia sentire un vero uomo».
La fretta spinse l'indice di Sehun ad infiltrarsi nella crema, cogliendo quanto più materiale possibile per una falange o due.
«Fottimi, Nutella. Voglio che tu entri dentro di me» ancora il ragazzo conversò col vuoto.
Piegato sulle lenzuola, il coreano avvicinò lentamente il dito al suo didietro. La penetrazione fu invece veloce, tanto da causare un sonoro gemito al giovane.
«Ahn! Sì, è così che ti voglio! Continua così,  ti prego» esclamò con voce strozzata.
Spinse una, due, tre dita fino in fondo, con furore sempre crescente, a stimolarsi la prostata fino all'orgasmo.
L'erezione del ragazzo era tanto forte che più volte ebbe la sensazione di essere sul punto di eiaculare. Ma non voleva. Quel leggiadro intreccio non poteva concludersi in così poco tempo.
Le urla di Sehun attirarono l'attenzione di qualcuno.
Dei bisbigli al di là della soglia recitavano «ragazzi, Sehun è in pericolo, l'abbiamo sentito strillare dalla sua stanza! Andate a chiamare aiuto!»
Eppure, il giovane era troppo concentrato sul godimento che si stava procurando per dare la dovuta attenzione alla preoccupazione dei compagni.
Luhan sfondò la porta con una spallata che fece in pezzi il cartonato del varco, e lo scenario quasi surreale di Sehun intento indisturbato nell'atto sessuale gli balzò innanzi.
«Sehun... cosa... cosa stai facendo...?» domandò l'amico incredulo.«Vattene via, Luhan. Mi sto solo divertendo. Ed è quello che dovresti star facendo anche tu, ti avevo portato degli Oreo e un molleggino colorato», ma Sehun non fece in tempo a rispondere che Luhan lo interruppe ignorando ciò che aveva detto: «pulisci tutto questo casino e corri a prepararti, ci penseremo dopo».
«Bene. Arrivo subito» concluse con severa fermezza il più giovane. L'altro si allontanò con aria ancora sorpresa dalla camera. Fu allora che Sehun prese in mano il barattolo e lo guardò come si guarda un amante che si sta per abbandonare.
«Non ti scorderò mai. È stato bellissimo» affermò il ragazzo. «Voglio immortalare quest'ultimo istante insieme.»
Sehun prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni e, dopo aver lanciato un paio di occhiate a destra e a sinistra per assicurarsi che non vi fossero occhi indiscreti, scattò una foto al vasetto.
Instagram, quella volta, si fece testimone della passione, portavoce di una magia che scalda il cuore. Non bastò un hashtag "aftersex" per definire ciò che successe in quel tardo pomeriggio, non lo si potè delineare in semplici parole o immagini. Ma Sehun non voleva dimenticare.
E non lo fece. Mai.