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Autore: B l u e    14/05/2014    1 recensioni
Gerard non è un bambino come tutti gli altri. Non gli piace la compagnia, la sua massima ambizione è passare la giornata a disegnare e non crede in Babbo Natale. Frank è il suo esatto opposto: è sempre solare e disponibile, adora le verdure e sembra dare molta importanza al Natale. Quale può essere il loro punto di incontro?
Child!AU, Pre-Slash, accenni di Frerard. Enjoy!
(Negli avvertimenti c'è la coppia Frank/Gerard, ma nella storia ce n'è un minimo accenno. Mi è solo scivolato il dito ^^ )
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa breve fic a tutti coloro che hanno recensito le mie storie precedenti, scusandomi per la prolungata-molto prolunagata assenza.
Spero che qualcuno di voi ci sia ancora. La dedico inoltre ai My Chemical Romance, ma NON ai bastardi della Feltrinelli, che ti affibbiano bustine a tradimento approfittanto del tuo stato mentale precario durante il pagamento di May Death Never Stop You.




Gift


Gerard era sicuro di non essere quello che comunemente si definisce un bambino modello.                      
Educato lo era, ma non amava la compagnia degli altri bambini né tantomeno le verdure.
Aveva appena otto anni, ma riteneva di aver cosa nella sua vita aveva importanza e cosa no: le persone, ad esempio, erano totalmente inutili
–sua nonna Elena e il suo fratellino Mikey erano un’eccezione- e di conseguenza lo erano la maggior parte delle cose che con le persone
avevano a che fare (anche in questo caso, i pastelli colorati costituivano l’eccezione che conferma la regola).
Per finire, Gerard non credeva in Babbo Natale, ma era certo che in qualsiasi caso il suo nome non sarebbe finito sulla lista dei buoni.
Frank, invece, aveva tutte le carte in regola per finirci, su quella lista: era minuto, delicato, aveva due enormi occhioni da cucciolo e l’aria di mangiare tantissime verdure.
Sembrava trovarsi totalmente a suo agio a scuola, in quel periodo, quando si respirava un’aria allegra e natalizia -e ipocrita, secondo Gerard-
che lui non sopportava. Forse era per tutto quel verde, che ricordava a Frank le amate verdure?
(A dire il vero, Gerard non era certo che Frank vivesse di verdure, ma visto che a mensa scartava tutto il resto la sua gli sembrava una conclusione più che adeguata).
In qualsiasi caso, Gerard era più che convinto che lui e Frank fossero due elementi totalmente incompatibili.
Quindi, non riusciva a capire perché il suddetto elemento lo stesse fissando da cinque minuti buoni, sempre con il solito sorriso e gli occhioni sgranati. Quel giorno la maestra si era presentata –oltre che con quell’orribile vestito che la faceva sembrare un albero di natale, giusto per restare in tema- con un plico di fogli e diversi astucci pieni di colori (come se Gerard non possedesse già i propri, ordinati per tonalità in un astuccio che sembrava più una borsa). Aveva annunciato che quel giorno avrebbero saltato le solite lezione per dedicarsi al lavoretto di Natale, e Gerard aveva alzato la testa interessato. Se c’era una cosa che adorava, quella era l’arte.
Sua nonna Elena, per il suo quinto compleanno, gli aveva regalato un album con dei pesci da colorare; da allora Gerard non di staccava mai dai pastelli. Persino quando era fuori casa doveva avere con sé almeno una matita, a costo di  supplicare la madre per prenderla in una cartoleria,
nei rari casi un cui la dimenticava. Adorava disegnare personaggi sempre diversi e poi dare loro vita tramite il colore; aveva perciò intenzione di mostrare il meglio delle sue capacità con quel lavoretto e di stupire la maestra e i compagni con qualcosa di bellissimo ed originale.
Tuttavia, passato l’entusiasmo iniziale, Gerard si rese conto di essere troppo distratto per riuscire a combinare alcunché
– buona parte della sua distrazione era causata da Frank, che continuava a fissarlo incurante delle sue occhiate inteneritrici.
Gerard detestava essere osservato, soprattutto se non era al corrente della ragione degli sguard, e cercava di scoraggiare l’ incauto disturbatore
con l’ indifferenza. Tuttavia, questo non sembrava funzionare con Frank: infatti non smise di guardarlo per minuti che gli sembrarono ore,
e alla fine fu lui ad abbassare la testa, sconfitto.       
Quando la rialzò Frank era davanti al suo banco, e gli porgeva un pacchetto infiocchettato che somigliava in maniera preoccupante ad un regalo natalizio.
Gerard lo scartò, tra l’incuriosito e l’annoiato, trovandoci all’interno dei guanti senza dita, neri. Come faceva Frank a sapere del suo amore per quel particolare indumento? Era impossibile che l’avesse indovinato così, per puro caso. Mentre era immerso nelle sue riflessioni, sentì Frank mugugnare qualcosa.
Rizzò le orecchie, attento, mentre ancora studiava il regalo.                    
A quanto pareva Frank aveva preso il suo regalo totalmente a caso, basandosi solo sui suoi gusti personali; quantomeno aveva fatto la scelta giusta.
Questo non spiegava comunque perché un bambino con cui aveva scambiato a malapena un paio di saluti in tre anni di scuola elementare dovesse fargli un regalo. Insomma, poteva benissimo essere uno degli stupidi piani dei suoi compagni di classe, che si divertivano a fare questi scherzi a chiunque capitasse loro a tiro (Gerard, suo malgrado, era una delle vittime favorite).                                               
Ma Frank non sembrava essere cosme loro, la sua espressione era troppo sincera e gentile perché potesse ideare uno scherzo del genere.
Quindi quale era il suo scopo? A Gerard sembrava molto improbabile che volesse davvero essere suo amico.                  
Gli unici due che poteva considerare tali –escludendo suo fratello- erano più che sufficienti, se non di troppo nella sua vita.
Non gli piaceva essere circondato delle persone: risucchiavano la sua concentrazione in maniera fastidiosa, impedendogli di disegnare o anche solo di ideare un nuovo personaggio.
Decise quindi di esporre a Frank le sue ragioni, e convincerlo dell’impossibilità di un’amicizia tra loro due – sempre che quello fosse il suo scopo.Frank lo ascoltava senza mutare espressione, limitandosi a mangiucchiare l‘ unghia del pollice destro.
Quando finì di parlare fece per riabbassare la testa sul proprio lavoro, ma Frank lo fermò sorridendo lievemente.   
Con il tono di voce basso e l’espressione seria, gli si avvicinò all’orecchio. Gli disse che, in verità, neanche a lui la compagnia degli altri bambini piaceva troppo: erano meschini, spesso, quando lo prendevano in giro per la sua scarsa altezza o per la voce troppo acuta.
Da alcuni mesi si era reso conto che, quando gli organizzavano uno scherzo o quando lo prendevano in giro, Gerard  era l’unico a non incoraggiarli. Questo lo aveva spinto ad avvicinarsi a lui, ed a comprargli quei guanti come regalo di Natale e pegno di amicizia.
Quindi, se Gerard avesse voluto, avrebbero potuto creare un mondo loro, senza compagni di classe fastidiosi, facendosi compagnia a vicenda.
Gerard spianò la fronte e sorrise, per la prima volta in tutta la conversazione; prese i guanti e strinse brevemente la mano di Frank, annuendo. Sembrava proprio che dovesse ricredersi, sull’esistenza del fantomatico Babbo Natale, visto che questo gli aveva appena regalato un amico.                                                                                  
 
 
  
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