L’unica vera consolazione
per Penny era sapere che la serata
sarebbe stata libera. Il sabato era il giorno del bucato, e quella, da
un po’
di tempo, era diventato l’unico momento piacevole del suo
fine settimana. Ma
non era sempre stato così.
All’inizio, appena si era
trasferita, trovarsi da sola con
Sheldon in lavanderia non era poi così piacevole. Lui la bacchettava per ogni
cosa e con il suo
tono saccente gli spiegava questo, quello. Era veramente irritante
ritrovarsi
da soli con lui soprattutto se di mezzo c’era pure una
bacinella di panni da
lavare. Poi venne il periodo in cui, invece, riusciva a trarre
beneficio da
quella situazione e dall’ossessione di Sheldon di rispettare
i programmi e
concludere le cose. Se Penny aveva un appuntamento o aveva in programma
un’uscita con le amiche, iniziava a fare il suo bucato, poi
aspettava Sheldon e
infine gli chiedeva di finire il suo bucato per lei.
All’inizio Sheldon era
stato tassativo. Quando mai si può ottenere qualcosa da
Sheldon con facilità e
senza scendere a compromessi? Ma dopo che Penny, astutamente, gli aveva
ricordato il loro status di amici e la convenzione sociale non opzionale di
farsi
favori a vicenda, Sheldon si era visto costretto a cedere.
Così, quando Penny
rientrava, a notte tarda con lo scemotto di turno o da sola, con le
scarpe coi
tacchi in mano e gli occhi appannati dall’alcool, poteva
scommettere quello che voleva che la sua
bacinella, coi panni puliti e piegati minuziosamente, era sempre
là, sopra il
tavolino da caffé.
Tuttavia
questa
prassi durò pochi mesi ,perché Penny si rese
presto conto di essere stata
ingiusta con lui. La rivelazione l’ebbe uno di quei sabato
sera quando Sheldon
si presentò alla sua porta alle 19.15, un’ora
prima di scendere in lavanderia.
Era venuto a domandarle se quella sera aveva in programma di partecipare alle sue
solite attività
sociali e quando gli ebbe confermato di sì, lui le aveva
proposto di
consegnargli subito i panni da lavare, così da permettergli
di fare prima un
giro dei panni bianchi e poi dei colorati. In quel momento Penny si era
sentita
molto in colpa e aveva rinunciato subito al privilegio di farsi fare il
bucato
da Sheldon. Perciò
la bionda ricominciò a
fare il proprio bucato da sola e ad incontrarsi con lui in lavanderia,
a meno
che non avesse un turno di straordinario o, più avanti nel tempo, un appuntamento con
Leonard. Ma poi la
relazione con il fisico occhialuto si era schiantata al suolo alla
velocità della
luce al quadrato sulla materia e perciò, ogni sabato alle
20.15, Penny era
tornata a sedersi sull’asciugatrice e ad ascoltare gli
irritanti sproloqui di
Sheldon.
Tuttavia, da quel periodo in poi, prese coscienza di essere stata
risucchiata in una routine che piano piano cominciava a piacerle. Si
sentiva
stranamente felice quando scopriva che era stata inserita nel turno del
sabato
mattina e se non era stata inserita, faceva richiesta esplicitamente
per
lavorare a quell’ora. Non era certo difficile cederle quel
turno. Chi mai vorrebbe lavorare di sabato? Tutti
sanno che gli appuntamenti migliori capitano il sabato sera. Ma il
sabato sera
era il giorno del bucato. E nonostante la catastrofe con Leonard fosse
recente,
il sabato divenne anche la sera del film a noleggio. Mentre Leonard,
Howard e
Raj uscivano per rimorchiare, Sheldon e Penny si
ritrovavano da soli al 4A, e anche se il
noleggio del film era una vera e propria gara a chi indisponeva di
più l’altro
con la propria scelta, alla fine, riuscivano sempre a trovare un
accordo.
Certo, Sheldon non poteva sopportare le commedie romantiche e Penny non
avrebbe
mai apprezzato la fantascienza, ma la cosa funzionava ed era diventata
un’altra
piacevole routine.
Da allora ogni sabato, finito il
turno del mattino, Penny
tornava a casa, si trascinava su per le scale fino al suo appartamento,
si
faceva una doccia e poi si buttava sul letto a ripensare alla settimana
che era
appena trascorsa. In effetti, quell’ultimo passo era qualcosa
che aveva sempre
fatto. Ripercorreva con la mente giorno per giorno per poi, nel
pomeriggio,
chiamare casa e raccontare alla sua famiglia cosa le era successo
durante la
settimana. Amava la sua famiglia, ma di
solito non si tratteneva troppo lungo al telefono, c’erano
cose che
semplicemente preferiva tenersi per sé, ma la sua ultima
telefonata a casa fu
un pochino diversa.
Ed è lì che
tutto ebbe inizio. L’unica cosa che stava
continuando a fare da circa due mesi era ripercorrere mentalmente le
settimane
e a crogiolarsi in quei pensieri.
Ripensava al film che aveva visto con Sheldon la settimana
prima, a come
l’aveva massacrato giocando ad Halo il
mercoledì sera, a quando il
“giovedì del tutto può
accadere” , Sheldon si era presentato alla sua porta
chiedendole di preparargli gli spaghetti con i wurstel tagliati a
pezzetti. E
ancora, si ricordava di quel giorno quando le aveva raccontato quella
complessa
barzelletta scientifica, e che la cosa che l’aveva scioccata
di più era il
fatto di averla capita e persino trovata divertente. In
quell’occasione era
scoppiata a ridere dopo il suo “bazinga” e aveva
cercato il suo sguardo.
Vederlo sorridere le aveva provocato una strana vibrazione allo
stomaco, una
sensazione che non aveva più provato da moltissimo tempo.
Quando dopo quell’episodio
era ritornata al suo
appartamento, si era seduta sul divano in uno stato febbrile,
incredula, con
gli occhi sbarrati e la bocca spalancata. Non poteva credere di aver
provato
una simile sensazione in quel determinato contesto.
Cazzo!
Provava davvero qualcosa per Sheldon?
Per Sheldon?? L’uomo
più irritante, arrogante, sociopatico, germofobico che
avesse mai conosciuto?
Sheldon che odiava il contatto fisico? Sheldon con tutte le sue
stramberie? Un
uomo con una personalità così ossessiva da
lasciare basito praticamente
chiunque? Se fosse esistita una versione “Sheldon
light”, probabilmente sarebbe
stato difficile interagire anche con quella.
Quando cavolo aveva iniziato a
provare dei sentimenti per
lui? Penny iniziò a rifletterci e alla fine dovette
ammettere con se stessa che
tutto era iniziato già dal primo giorno che
l’aveva conosciuto. L’aveva notato
subito. Lui così alto,( sì, aveva sempre avuto un
debole per gli uomini alti!),
gli occhi blu, i vestiti strambi. Poi aveva notato la sua lavagna con
tutti
quegli indecifrabili simboli scritti sopra e aveva arguito che fosse
uno di
quegli spaventosi/affascinanti ragazzi geniali. Poi Leonard
l’aveva distratta, cercando
di attirare tutta l’attenzione su di lui, ma Sheldon non
aveva fatto una piega.
Non si era comportato da tipico maschio alpha, era semplicemente
ritornato ai
suoi calcoli, indifferente. Con l’andare del tempo
però, Penny era venuta a
conoscenza di tutto il bagaglio di Sheldon, dalla sua
genialità al suo folle
modo di vivere e la
scintilla si era
spenta. Estinta, pensò.
Ed è così che
Penny aveva sempre pensato a Sheldon, come ad
un ragazzo geniale ma altrettanto impossibile. Almeno fino ad allora.
Ora si
rendeva conto di piccole cose che prima le erano sfuggite. Nonostante
le
facesse notare, quasi quotidianamente, che aveva un intelletto
inferiore, non
lo faceva mai con
l’intenzione di
ferirla. Penny si rese conto che si comportava così con
chiunque e che
riportava i fatti così com’erano. Senza cattiveria
o malizia.
Ripensò ai suoi occhi
azzurri, di un azzurro quasi
impossibile che le facevano tornare in mente gli ampi cieli tersi del
Nebraska.
Ripensò al suo accento del Texas e al suo modo di
pronunciare le frasi quando
si prendeva gioco di qualcuno o di qualcosa. Pensava alla sua voce che
le
faceva pensare a casa, anche se erano cresciuti a mille chilometri di
distanza.
Ma come poteva pensare di cambiare le
cose tra di loro? Lui
litigava con lei continuamente. Normalmente le sarebbe bastato sbattere
le
ciglia, arricciarsi i capelli con un dito, impostare la voce in un tono
civettuolo e sexy. Con gli altri uomini funzionava sempre. Ma non avrebbe funzionato
con Sheldon Cooper.
Sheldon la spingeva a fare di più, a dare il meglio di se
stessa. Lui non aveva
bisogno che lei fosse sexy, lei doveva essere solo Penny. Non la
cameriera, non
la ragazza facile in discoteca, non la ragazza figa della porta
accanto. Solo
Penny.
Cazzo al
quadrato!
Sì, aveva una cotta per
lui. Ma non c’era modo di potersi
avvicinare a lui in quel modo. Da quando l’aveva conosciuto,
Sheldon non aveva
mai espresso interesse nell’avere una relazione romantica con
qualcuno. Era
troppo coerente con se stesso, troppo socialmente fuori dal mondo ma al
contempo leale, premuroso e divertente, (a modo suo).
Tre settimane prima, dopo la serata
del bucato e del film a
noleggio, Penny si era buttata a letto ed era scoppiata a piangere,
consapevole
del fatto che era innamorata di un ragazzo che probabilmente non
l’avrebbe mai
corrisposta.
E così, dopo tre sabati e
dopo essersi tenuta dentro quei
sentimenti così lungo, decise di parlarne con sua madre. Non
contava di
ricavarne qualche consiglio utile per far cambiare le cose, aveva solo
bisogno
di sfogarsi con qualcuno. Quello che non sapeva era che Sheldon aveva,
senza
volerlo, ascoltato la conversazione e che le cose da lì a
poco sarebbero
rapidamente cambiate.