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Autore: yllel    14/05/2014    5 recensioni
Sherlock l'ha combinata veramente grossa, ma non riesce a ricordarsi di che si tratta.
E John e Mary devono aiutarlo.
One shot sherlolly, a modo suo... di nuovo!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Visto che l’esperimento di “Era solo un caffe’!!!” e’ stato divertente e che il seguito di “Broken” stenta ad arrivare... un’altra fanfic leggera, giusto per tenersi in allenamento.
Rating giallo per qualche velata (ma spero simpatica) allusione.
E come sempre, nessun personaggio mi appartiene.
 
 
***
 
 
“Dorme?”
John sorrise a Mary e si mise a sedere sul letto.
“Si... Finalmente.
Sai? Comincio ad avere nostalgia di quando per farla addormentare bastava cullarla camminando in tondo per il salotto. Cresce cosi in fretta...”
Si sfilo’ le ciabatte e si adagio’ vicino a lei, che gli lancio’ uno sguardo scettico.
“Anche quando strillava per ore a causa delle coliche?”
Il Dottor Watson finse di pensarci per un attimo.
“Mmm... no. Quello no” esclamo’.
Mary richiuse il libro che aveva in grembo e si volto’ su un fianco per guardarlo meglio.
“Di’ la verita’... quante storie le hai letto?”
“Due... forse tre” rispose lui in tono evasivo, ma negli occhi di sua moglie passo’ un lampo divertito.
“John...”
Lui la guardo’ per un attimo e poi sorrise di nuovo.
“E va bene, quattro! Lo so, lo so. E’ che le chiedeva con quei suoi occhioni uguali ai tuoi, lo sai che non riesco a resisterle”
Mary si mise a ridere piano.
“Capitano John Watson, soldato di Sua Maesta’... messo al tappeto da una bambina di neanche due anni”
Anche lui si uni’ alla risata.
“Ohi, un po’ di rispetto! Il mio nemico era armato di un sorriso con dei magnifici dentini e due fossette straordinarie, oltre che dello sguardo luminoso e bellissimo della sua mamma. Era impossibile avere la meglio!”
Le loro risate si fecero piu’ forti, ma poi entrambi si fecero segno l’un l’altro di abbassare la voce e rimasero a guardarsi con tenerezza.
Mary si appoggio’ su un gomito.
“Beh, comunque devo dire che hai raggiunto l’obiettivo” disse ammiccando “Ora... mi chiedo... Come possiamo impiegare questo tempo che abbiamo a disposizione solo per noi? Qualche idea?”
John si avvicino’ e le accarezzo’ piano una guancia.
“Una o due. E tu?”
Lei sorrise e gli allaccio’ una mano dietro al collo, avvicinando ulteriormente i loro visi.
“Qualcuna anche io. Vediamo se possiamo venirci incontro” gli disse in tono dolce.
Con un sospiro di contentezza,  John si chino’ verso di lei per baciarla.
“Potreste dover ritenere necessario che io esca dalla stanza prima di continuare con le vostre effusioni”
La coppia si separo’ di scatto con un sussulto spaventato, a cui segui’ una forte imprecazione.
Il Dottor Watson non aveva mai avuto dubbi sul fatto che il linguaggio di sua moglie potesse essere colorito, all’occasione... bastava solo la giusta circostanza.
E la presenza improvvisa e non richiesta dell’unico consulente investigativo al mondo nella loro camera da letto poteva senz’altro rappresentarne una.
“Sherlock!”
“Buonasera”
Il suo migliore amico se ne stava sulla soglia della stanza, cappotto e sciarpa perfettamente in ordine, come se irrompere a casa loro nel bel mezzo della sera  fosse la cosa piu’ naturale di questo mondo.
“Si puo’ sapere che cosa ci fai qui? Come sei entrato?” gli chiese John con un tono a meta’ fra lo stupore e la rabbia.
“Dalla porta, naturalmente. L’ultima volta che ho usato il balcone tu ti sei alquanto risentito”
“Questo perche’ la gente normale che va a trovare gli amici bussa o suona il campanello!”
Sherlock sbuffo’ sonoramente.
“Dopo di che ti saresti lamentato perche’ ho svegliato la bambina. Sul serio, John, a volte proprio non ti capisco. Pensavo che nei primi anni di eta’  fosse particolarmente importante mantenere dei ritmi di sonno regolari.”
John chiuse gli occhi e conto’ mentalmente fino a dieci. Poteva essere sicuro che sua moglie al suo fianco stesse facendo esattamente la stessa cosa.
Poi emise un sospiro di rassegnazione.
“Che cosa vuoi, Sherlock?”
“Una consulenza” fu la risposta laconica che ottenne dall’amico, il quale si tolse sciarpa e cappotto e si accomodo’ sulla sedia nell’angolo della stanza.
John aggrotto’ la fronte.
“Non capisco, perche’ non mi hai chiesto di raggiugerti sulla scena del crimine? O ti sei portato delle fotografie?” domando’.
Mary invece si raddrizzo’ a sedere meglio sul letto e getto’ un’occhiata storta al detective.
“Che cosa hai fatto a Molly?” chiese in tono inquisitorio.
Suo marito si giro’ sorpreso a guardarla, ma lei scosse le spalle con noncuranza.
“L’unico motivo che puo’ averlo spinto fino a qua per chiederti consiglio puo’ solo riguardare il fatto che in qualche modo ha combinato qualche casino con Molly”
“Ehi!” esclamo’ John punto sul vivo.
Mary gli sorrise.
“Senza offesa, tesoro. Lo so che tu sei comunque determinante per i casi che seguite insieme”
Suo marito non sembro’ molto convinto dell’affermazione.
“Hai appena insinuato il contrario...”
“Se voi due voleste smettere di questionare su cose inutili e concentrarvi sul mio problema potremmo evitare di sprecare tempo prezioso”
I coniugi Watson si voltarono a guardarlo.
“Per favore” aggiunse allora Sherlock.
Mary incrocio’ le braccia al petto.
“Allora? Cosa hai fatto?”
“La tua presunzione che sia totalmente colpa mia e’ abbastanza offensiva...” comincio’ l’uomo con supponenza.
“Sherlock...”
“... e visto che non abbiamo ancora appurato con esattezza cosa possa essere successo, non credo si possa  arrivare alla conclusione che solo io abbia delle responsabilita’ nel fatto che Molly Hooper non mi parla da dodici ore e quarantasette minuti” concluse il consulente investigativo con una smorfia.
E una punta, solo una leggera punta, di insicurezza.
John rimase ad osservarlo con la bocca aperta.
Mary fece un profondo sospiro e si alzo’ dal letto.
“Qui si fa lunga” annuncio’ “Vado a mettere il bollitore sul fuoco”


 
LA SCRUPOLOSA ANALISI DELLE ULTIME

VENTIQUATTRO ORE
 
 
La relazione tra Molly Hooper e Sherlock Holmes non era mai stata quello che si puo’ definire un rapporto convenzionale, tuttavia aveva le sue caratteristiche di normalita’ che dopo quasi due anni non avevano ancora cessato di stupire chi li conosceva.
Mary e John Watson li avevano osservati con iniziale preoccupazione e timore affrontare i primi passi per portare a un livello piu’ alto il loro rapporto, e nei primi mesi la loro presenza era stata fondamentale per rassicurare

(Si, Molly... lui tiene a te. E’ solo stato un terribile idiota fino a questo momento e gli ci e’ solo voluta un’oscena quantita’ di tempo prima di decidersi. E tra i due e’ lui quello fortunato)

e consigliare

(No, Sherlock. Le dimostrazioni di affetto in pubblico sono alquanto normali  e si, Sherlock... sarebbe utile che tu mandassi un sms ogni tanto mentre sei via per un caso e ti ricordassi del compleanno della tua ragazza. Si, Sherlock! La tua ragazza!)

Poi le cose si erano in qualche modo equilibrate e c’erano persino momenti che quei due riuscivano a passare insieme che andavano oltre le autopsie, gli esperimenti o i casi... e parliamo di normali cene al ristorante, serate al cinema o davanti alla televisione, appuntamenti per qualche evento sociale come feste o mostre.
Il divario tra i due modi di trascorrere del tempo in coppia era ancora notevolmente alto, naturalmente, ma entrambi sembravano essere contenti e soddisfatti, nonostante qualche occasionale problema.
Almeno fino a quella sera.
“Dodici ore e quarantasette minuti” riusci’ infine a commentare John.
“Quarantotto, ormai” corresse Sherlock, unendo le mani davanti a se’ e allungando le gambe.
John scosse il capo.
“Sul serio, Sherlock. Che cosa hai combinato?”
Questa volta, il suo amico non provo’ neanche a negare la sua responsabilita’, tuttavia strinse le labbra infastidito.
“Niente di cui io sia a conoscenza, o non sarei qui. Credo di avere imparato bene a gestire le situazioni di emergenza che una relazione comporta, ma in questo caso si tratta di qualcosa di assolutamente imprevisto, dato che non ho nessuna idea di cosa sia successo.
Tu e Mary avete spesso puntualizzato come io a volte manchi di capacita’ di cogliere alcuni aspetti  insiti in un rapporto di coppia, per cui mi ritrovo nel bisogno di chiedervi aiuto. La situazione sembra essere abbastanza seria”
“Quanto seria?”
Sherlock comincio’ a enumerare velocemente sulla punta delle dita.
“Evitamento di qualsiasi contatto visivo o fisico nel momento in cui mi sono recato all’obitorio con Lestrade per un caso (un misero cinque, per la cronaca) e rifiuto di congedarsi con un gesto di affetto, nonostante il mio approccio sia stato piu’ che esplicito.
Ignoramento di quattordici sms spediti di cui solo nove, bada bene, riguardavano la richiesta di parti di cadavere o elementi per i miei esperimenti .
Nessuna risposta a tre chiamate.
Nessun commento alle sette diverse faccine felici inviate su Whatsapp”
John fu assalito da un momento di panico.
“Sherlock, sei sicuro che non sia successo qualcosa e che Molly stia bene?”
L’amico sospiro’ rumorosamente.
“John, per favore, non farmi pentire di essere venuto qui e cerca di essere di qualche aiuto. E’ naturale che non e’ successo niente, gli uomini di Mycroft e la mia personale rete di senza tetto hanno monitorato Molly. Ha finito il suo turno tre ore fa ed e’ rientrata sana e salva al suo appartamento. Da dove continua ad ignorarmi”
“E perche’ non vai semplicemente da lei e non cerchi di chiarire le cose e ti fai dire cosa c’e’ che non va?”
Sherlock strinse di nuovo le labbra.
“Non faro’ nessuna ulteriore mossa fino a che non avro’ acquisito tutte le informazioni che mi servono e non potro’ pianificare una strategia per rimediare”
Prima che John potesse commentare quest’ultima affermazione, Mary rientro’ nella stanza con un vassoio in mano.
“Ho controllato. La piccola dorme, meglio restare di qui. Che mi sono persa?”
John prese la sua tazza e si appoggio’ al cuscino.
“Sherlock l’ha combinata veramente grossa, ma non riesce a ricordarsi di che si tratta” disse con un sorriso mentre soffiava sul liquido bollente.
“Non sei divertente” commento’ acido il consulente investigativo mentre ringraziava Mary per il tè con un cenno del capo.
Poi si mise a fissarla con uno sguardo indagatore e lei sbuffo’.
“No, Sherlock. Io non so nulla, non sento Molly da ieri pomeriggio e non mi ha detto niente di particolare... abbiamo solo parlato della possibilita’ di andare a fare shopping insieme la settimana prossima. Sembra che tu sia l’unico in grado di risolvere il mistero, dopo tutto”
Detto questo, anche lei si prese la sua tazza e si rimise a letto con uno sguardo eloquente che invitava al racconto.
“E non tralasciare nulla” intimo’ John, assumendo la stessa aria severa di sua moglie.
Sherlock fece un grosso sospiro e prese un sorso dalla sua tazza.
“Suppongo che l’unico modo per analizzare i fatti sia ripercorrere le ultime ore per valutare dove il mio comportamento abbia mancato di essere approppriato” disse infine.
I coniugi Watson annuirono in simultanea, poi pero’ il Dottore alzo’ una mano.
“Aspetta! Prima di cominciare... siamo sicuri che non e’ il compleanno di Molly, ma c’e’ qualche altra ricorrenza che potresti aver dimenticato?”
All’espressione perplessa dell’amico John scosse il capo.
“Anniversari, Sherlock. Qualcosa di importante da ricordare... tipo il vostro primo appuntamento, o il vostro primo bacio!”
L’espressione sul viso di Sherlock Holmes si fece disgustata.
“Non essere assurdo! Non siamo quel tipo di coppia che si perde a festeggiare cose simili! Ed e’ chiaro che non siamo a giugno, per cui il ricordo della nostra prima autopsia insieme non e’ da tenere in considerazione!”
“Perche’ quello invece e’ un anniversario che celebrate...” sospiro’ sconsolato John.
“Ovviamente. Fu un caso davvero interessante, un omicidio con un particolare veleno che provocava danni veramente affascinanti sugli organi interni, ricordo che in particolare il cuore”
“Sherlock!” lo richiamarono due voci all’unisono.
Il consulente investigativo fece una smorfia.
“Non rilevante?” chiese.
“No” esclamo’ Mary “non rilevante. Adesso per favore ripercorriamo le ultime ventiquattro ore e cerchiamo di capire cosa e’ successo”
L’uomo in poltrona appoggio’ la tazza e chiuse gli occhi alla ricerca di concentrazione, unendo di nuovo le mani davanti a se’.
“Dunque... sono tornato a Baker Street  ieri verso quest’ora, dopo aver passato la giornata ad occuparmi di quel caso di ladri di gioielli. Il turno di Molly era terminato verso le cinque, per cui aveva avuto tutto il tempo di farsi una doccia e cambiarsi. In effetti era sul divano in pigiama e stava guardando la televisione”
“Di che umore era?” chiese Mary.
Sherlock apri’ un occhio.
“Che intendi dire?”
La donna inspiro’ alla ricerca di pazienza.
“Era triste? Felice? Arrabbiata? Perche’ in quest’ultimo caso dobbiamo andare ancora piu’ a ritroso nel tempo, sempre che tu abbia prestato abbastanza attenzione al suo stato d’animo da poterlo valutare”
“Certo che si!” esclamo’ lui indignato “nel caso tu l’abbia dimenticato, e’ proprio grazie al fatto che so valutare l’umore di Molly che mi trovo qui in questo momento!”
“Sono solo le cause che ti sfuggono...” mormoro’ John, guadagnando un’occhiataccia da parte dell’amico, che subito dopo fece una smorfia di soddisfazione.
“E comunque” ricomincio’ guardando dritto il Dottore “visto come ha reagito alle mie attenzioni non appena sono entrato nell’appartamento e alle esclamazioni che ne sono seguite, devo dedurre che il suo umore fosse ottimo
Come aveva previsto, le sue allusioni provocarono un gemito da parte di John, che si copri’ la faccia.
“Anche questo non e’ rilevante!” dichiaro’, mentre Mary si limito’ a stringere le labbra per non scoppiare a ridere.
“Smettila! Lo sai che lo metti a disagio” disse infine a Sherlock, il quale sorrise.
“E’ stato lui a dirmi di non tralasciare nulla” commento’ innocentemente.
“Il fatto che tu sia cosi fortunato da non avere qualcuno che ti interrompe sul piu’ bello non ti autorizza a gongolare sulla tua vita sessuale” replico’ decisa lei, alzando un sopracciglio in segno di avvertimento.
Sherlock ebbe la decenza di tacere.
“Bene” riprese Mary dopo qualche secondo “che e’ successo poi? Suppongo tu fossi a digiuno da tutto il giorno. Molly ti ha chiesto se volevi cenare? Sai quanto ci resta male quando tu non mangi per troppo tempo e non le dai retta sull’importanza di una regolarita’ nei pasti”
Senza alcun stupore, la coppia osservo’ il loro amico riflettere, veramente riflettere, per ricordarsi se la sera prima avesse mangiato o no.
“Si” dichiaro’ infine soddisfatto Sherlock “le lasagne che Molly aveva preso da Angelo. E i biscotti che la Signora Hudson aveva portato di mattina”
“E durante la cena avete parlato di qualcosa in particolare? Potresti aver detto o fatto qualcosa che ha offeso Molly?”
Sherlock chiuse di nuovo gli occhi.
“Ho mostrato interesse per la sua giornata e per l’appuntamento che la aspettava  con il suo padrone di casa. Le ho raccontato del caso che avevo appena risolto. Ho dato una mano a sparecchiare”
“Tu??”
“Si, io. Non fare quella faccia stupita, John”
“Quando vivevamo insieme non muovevi un dito per aiutarmi!”
“E perche’ avrei dovuto?”
“Ragazzi! Vogliamo concentrarci per favore?” entrambi si zittirono e Mary annui’ soddisfatta “riprendiamo la ricostruzione. Poi cosa e’ successo?”
Sherlock si agito’ a disagio sulla poltrona.
“Poi... ehm... Molly si e’ preparata per andare a dormire e io ho cominciato un esperimento sul danneggiamento dei tessuti epiteliali”
“E  prima di andare a dormire il suo umore era buono? Questo e’ tutto?”
“... Si”
John aggrotto’ la fronte, sembrava che ci fosse qualcosa in piu’.
“Sherlock?” lo incalzo’ “non possiamo aiutarti se non ci dici come sono andate le cose”
Per un attimo nella stanza regno’ il silenzio, poi  il consulente investigativo fece un piccolo grido di frustrazione.
“Oh, insomma! Mi avete appena ripreso per aver condiviso particolari troppo intimi e adesso volete che li esponga ancora?”
Mary questa volta scoppio’ a ridere sul serio.
“Perche’,  voi due avete di nuovo...? Wow... ” commento’ scuotendo la testa.
Sherlock assunse un’espressione piu’ che soddisfatta.
“Sembra che avere il mio aiuto nelle faccende domestiche per Molly risulti alquanto...stimolante
“Io trovo che John sia molto sexi quanto cucina” esclamo’ Mary con aria maliziosa.
Suo marito gemette e alzo’ le mani in segno di resa.
“Basta. Ci rinuncio, continuate voi due” esclamo’ con tono sconfitto.
“No, no tesoro! Scusa!” sua moglie gli mise una mano sul braccio e si concentro’ per tornare seria.
“Dunque... passiamo a questa mattina. Colazione?”
“Tè, pane tostato e marmellata” rispose pronto Sherlock.
“Nooo! Intendo dire, come era il clima stamattina a colazione? Molly parlava, era silenziosa?”
“Oh. Vediamo... ci siamo divisi il giornale da leggere e abbiamo commentato qualche notizia, un articolo relativo al ritrovamento di un cadavere vicino al London Eye sembrava alquanto promettente. Poi ci sono state due telefonate in rapida successione”
“Chi ha chiamato?”
“Prima il padrone di casa di Molly, spostava il loro appuntamento di un’ora ma non era un problema, perche’ il suo turno cominciava a mezzogiorno. Poi Lestrade che mi chiedeva di recarmi su una scena del crimine... ero gia’ pronto, quindi sono uscito subito.”
“Ti sei ricordato di salutarla?”
Sherlock annui’ soddisfatto.
“Un bacio e un augurio di buona giornata”
“Ma quando l’hai rivista all’obitorio il suo umore era cambiato”
“Esatto”
“Non capisco...” commento’ pensosa Mary “sembra che tu non abbia fatto niente di sbagliato, eppure qualcosa ci deve essere! Devi per forza essere stato tu!”
Sherlock si irrigidi’ sulla poltrona.
“Forse qualcosa e’ andato storto sul lavoro...” disse John con poca convinzione. Non era da Molly scaricare il suo nervosismo sugli altri.
Poi gli venne un’idea.
“Hai detto che doveva vedere il suo padrone di casa. Ne avete parlato a cena e questa mattina lui l’ha chiamata. E’ possibile che ci fosse qualche problema che l’ha indisposta?”
Sherlock agito’ una mano per aria con noncuranza per liquidare la domanda.
“Irrilevante. Probabilmente le aumentera’ l’affitto, quell’uomo ha un’amante dai gusti costosi e il figlio maggiore passa la maggior parte del suo tempo a far finta di studiare,  mentre invece si ubriaca al pub con i soldi di suo padre”
John aggrotto’ la fronte.
“Beh, non direi irrilevante. Suppongo che per Molly sia un bel colpo”
Mary annui’.
“Gia’. E’ cosi difficile trovare degli appartamenti decenti con affitti ragionevoli al giorno d’oggi. Rammenti quando abbiamo cercato casa quanta fatica abbiamo fatto?”
“Abbiamo visto degli appartamenti orribili! Ricordi quello che aveva un buco nel tetto che il proprietario voleva far passare per un lucernario?”
“Oh si! E quell’altro che”
“Vogliamo concentrarci per favore!” li interruppe Sherlock “le vostre reminiscenze non sono di nessuna utilita’ in questo momento, come e’ chiaro che Molly non necessita affatto di cercare un altro appartamento. Baker Street e’ piu’ che adatto alle esigenze di entrambi!”
Mary e John si voltarono di scatto a guardarlo a bocca aperta, ma lui non sembro’ registrare la straordinarieta’ delle parole che aveva appena pronunciato.
“Ridicolo, come se fosse il caso di perdersi in una cosa tanto ovvia” continuo’ a borbottare “evidentemente invece necessitiamo di un’ulteriore analisi dei fatti, visto che non siamo giunti a una spiegazione accettabile. Che c’e’??” sbotto’, osservando i due amici che ancora lo stavano fissando stupiti.
“Hai appena detto che Molly dovrebbe venire a vivere con te” disse piano John.
Sherlock annui’.
“Ovvio. E’ inutille continuare a pagare un affitto, molto spesso trascorre le sue serate da me, a volte anche quando non ci sono. Inoltre sarebbe molto piu’ comodo risiedere negli stessi spazi, ridurrebbe i tempi tra un incontro e l’altro e mi eviterebbe di doverla aspettare quando ho bisogno di lei. Non vedo nessuna falla logica in tutto cio’ e ora se volessimo riprendere a”
“Sherlock?” lo interruppe Mary “hai per caso detto queste cose a Molly mentre parlavate del suo incontro con il padrone di casa?”
Il detective apri’ la bocca per replicare e poi la richiuse senza dire nulla.
Evidentemente stava ricostruendo meglio le conversazioni avute con la patologa.
“Non durante la cena” disse infine in tono sicuro.
“E a colazione?”
Le mani si congiunsero di nuovo all’altezza del mento e gli occhi si chiusero.
Trascorsero circa tre minuti.
Gli occhi si riaprirono di scatto.
“Oh”
L’esclamazione fece gemere i suoi amici.
“Non ci posso credere” esclamo’ Mary “hai proposto a Molly di venire a vivere con te perche’ e’ piu’ comodo??”
“Non proprio” fu la risposta sussurrata da Sherlock.
“Non proprio?!? E questo che significa?” gli domando’ John al colmo dell’incredulita’.
“Lei ha chiuso la telefonata con il suo padrone di casa e ha espresso la preoccupazione di un possibile aumento dell’affitto. In quel momento Lestrade ha chiamato”
“E...”
“E sono a questo punto fondamentalmente sicuro che le mie ultime parole prima di uscire abbiano riguardato la convenienza di contrarre matrimonio entro i prossimi tre mesi, coincidendo  i tempi con il preavviso per lasciare l’appartamento senza perdere la caparra iniziale”
John e Mary si guardarono.
Poi tornarono ad osservare Sherlock Holmes.
“Le hai proposto il matrimonio entro tre mesi per non sprecare soldi...” comincio’ piano Mary Morstan Watson.
“Sai quanto Molly sia orgogliosa, probabilmente ho pensato che cosi sarebbe stata piu’ tranquilla all’idea di poter contribuire alle spese a Baker Street!” si agito’ Sherlock, consapevole di quello che sarebbe arrivato dopo.
“... e poi te lo sei dimenticato perche’ dovevi uscire per seguire un caso. Hai dimenticato di averle chiesto di sposarti” concluse infatti John.
“Temporaneamente accantonato” lo corresse secco l’amico, prima di aggiungere petulante “E l’ho comunque salutata prima di andarmene”.
La stanza fu colmata da un silenzio carico di incredulita’.
“Non buono, vero?” chiese infine Sherlock con un sospiro.
“Direi di no” concluse Mary scuotendo il capo.
 

***

 
SMS
DA: SHERLOCK HOLMES
A: JOHN WATSON

I FIORI SI SONO DIMOSTRATI UNA SCELTA POCO AZZECCATA. ME LI HA LANCIATI IN TESTA.
 
SMS
DA: SHERLOCK HOLMES
A: JOHN WATSON

SEI PROPRIO SICURO CHE DEBBA ASPETTARE CHE MI APRA DI NUOVO LEI E CHE IO NON POSSA ACCELERARE LE COSE FORZANDO LA SERRATURA?
 
SMS
DA: SHERLOCK HOLMES
A: MARY MORSTAN WATSON

AVEVI RAGIONE. MOLLY CONOSCE UN’INFINITA’ DI MODI PER INSULTARE.
 
SMS
DA: JOHN WATSON
A: SHERLOCK HOLMES

SMETTI DI LAMENTARTI. TI MERITI OGNI INSULTO E OGNI FIORE CHE TI VENGONO GETTATI ADDOSSO.
 
SMS
DA: JOHN WATSON
A: SHERLOCK HOLMES

MA SONO SICURO CHE TI PERDONERA’.
COME VA?
 
SMS
DA: JOHN WATSON
A: SHERLOCK HOLMES

SHERLOCK??
 
SMS
DA: MOLLY HOOPER
A: MARY MORSTAN WATSON

QUESTA VOLTA L’HA CHIESTO NEL MODO GIUSTO.
TENETEVI LIBERI PER LA TERZA DOMENICA DI GIUGNO.
 
 
 
 
 
 
  
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