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Autore: GWUNCANKILLA    14/05/2014    2 recensioni
Antefatto: gli extraterrestri sbarcano sulla terra a Vancouver e non sono per nulla bene accolti; mentre infuria la battaglia tra umani e alieni, una ragazzina aliena, riesce a trovare un temporaneo rifugio nella casa dell terrestre Duncan Jonson: tuttavia non passerà molto tempo prima che venga scoperta, restando apparentemente vittima dello scontro che seguirà la sua cattura.Dopo che per anni gli alieni vengono tenuti in una struttura speciale; si decide alla fine di testare la loro capacità d’integrazione col resto del genere umano, permettendo a nove giovani extraterrestri di iscriversi ad una scuola superiore umana: sarà qui che Gwen e Duncan si ritroveranno, riallacciando il legame speciale dell’infanzia, non senza difficoltà, visto che gli occhi del mondo sono tutti puntati sull’esperimento, tra i giochi di potere della politica e i pregiudizi della gente comune.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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TU ED IO, DIVERSI MA UGUALI...

Capitolo 2: L'arrivo.
Mi sono addormentata, ma per fortuna mi sono svegliata prima che arrivassimo, sono passate le due ore tra poco dovremmo essere arrivati, mi guardavo in giro, in quell'immensa e sudicia navicella, vidi una donna accocolata con suo figlio in braccio, dormivano, mi brillarono gli occhi a quella sua vista, ogni volta che vedevo una famiglia insieme e unita mi rattristivo, forse, perche io non ho mai avuto una famiglia, quella donna, aveva un viso dolcemente tondo con quelle sue antennine fini e delicate i capelli ricci e arancioni, di un'arancione delicato lieve non troppo accentuato, rari nel nostro pianeta, ricorperti da un cappellino di lana verde, aveva all'altezza delle guancie delle bellissime lentiggini non troppo acennate, ma comunque molto dolci, la bocca dormiente che accennava un lieve sorriso, suo figlio la stringeva al collo molto delicatamente, avrá avuto la mia etá quindi 7 anni, ma io ormai non mi sentivo una bambina, ho vissuto molto da sola, ormai quattro anni, sempre cercando di crescere da sola, i miei pensieri non sembrano risalenti ad una bambina, si, io lo ero di aspetto ma dentro, ero molto diversa. 
Siamo arrivati me ne sono accorta dal tonfo dovuto all'atterraggio, allungai la mano verso la donna dormiente avvertendola dell'arrivo, avevo paura non mi sentisse cosi aumentai la presa al suo braccio e la strattonai, prima che arrivassero i soldati, si sveglió fortunatamente, mi rivolse un lieve sorriso e sveglió suo figlio, poi mi si avvicinó e mi chiese..."Hei, bella bimba, se da sola?" "si, lo sono sempre stata" risposi senza dire nulla riguardante il mio passato quello era il mio unico punto debole, l'unico ma il più amaro da sopportare.
Mi voltai aspettando aprissero la porta, e cosi fu, si aprì sollevando una polvere assieme ad un odore sgradevole di sangue, mi tappai il naso e strattonata da una guardia scesi velocemente, alzai il viso al cielo, era diverso dal nostro era azzurro che bello, ma comunque riconoscibile, pero c'erano delle chiazze ondulate sembrava lo zucchero filato, se mi ricordo bene come fosse ormai erano anni che non lo facevano più, si da quando era salito al governo quel Chris.
poi abbassai lo sguardo versa metà altezza vidi dei alberi uguali ai nostri, ma almeno non odoravano di sangue, l'aria aveva un odore così fresco odore che non sentivo ormai da anni inarcai le narici per sentire meglio quell'odore, cosi dolce cosi bello, quasi irreale, avanzai il passo verso la nostra meta, si aprì una porta, strana, si apriva tramite un specie di maniglia o almeno cosi l'aveva chiamata il sergente, ci spintonarono dentro una stanza bianca, c'erano dei tavoli, ormai nel mio mondo non esistevano più, solo nell'antichità, sentivo quell'odore di legno, bellissimo diverso. Ci sedemmo a terra incrociando le gambe, ma poi le mie antennine sentirono uno strano rumore, mi alzai di colpo, mi voltai e vidi un'umano, assomigliavano molto a noi solo avevano la pelle di colore diverso, non avevano le antenne, erano strani, accanto ad esso vidi un visino  piccolo,con dei occhi profondi  come quel cielo che avevo appena conosciuto...aveva i capelli neri, come i miei, era attaccato al pantalone del padre, stringendo cosi forte da avere le nocche bianche, era impaurito, ma suo padre lo spintonò dietro a se cosi che cadde a terra si rialzò senza piangere e se ne andó.

 

ANGOLO AUTRICE: COME SONO ANDATA?, SPERO BENE, RECENSITE.

  
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