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Autore: Anetta    28/07/2008    0 recensioni
Cosa succede quando un semplice abbraccio di ringraziamento viene frainteso? Leggere x scoprire. Commenti, please.
Genere: Romantico, Drammatico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, sono sempre IO!! La unica ed inimitabile Anetta!!! Questa è la mia prima fanfiction sul Principe del Tennis (del quale ignoravo l'esistenza finché non sono andata in Messico il mese scorso...).
Siate buoni, vi preeeeeeeeegoooooooooooooo!

Istituto Seishun Gakuen. Campi da tennis.
La squadra è riunita come al solito per gli allenamenti quando, improvvisamente, qualcuno si avvicina a loro.
«Adesso posso entrare nella squadra?», domanda.
I ragazzi si voltano e vedono che a parlare è stato un ragazzo, piuttosto attraente, con i capelli biondi, corti, e gli occhi verde smeraldo, con indosso la divisa della scuola.
«Beh, può darsi», risponde freddamente Tezuka. «Sono ancora un po' indeciso... Ho bisogno di una conferma. Non facciamo certo entrare chiunque»
«Va bene, mettetemi pure alla prova se volete»
«C-capitano, p-posso sfidarlo i-io...?», domanda timidamente Kawamura a Tezuka.
«Veramente pensavo a Kaidoh...»
«Veramente?!», lo interroga quest'ultimo.
«Si», gli risponde.
«Posso giocare io?»
«Si»
«EVVAI!! Non vedevo l'ora!! Ti straccerò bel biondino!!»
Ma così non fu, perché il nuovo arrivato gli dà una sonora batosta come quella che si è preso quando giocò contro Ryoma. Gli altri membri rimasero a bocca aperta per la velocità con cui il giovane vinse (Ryoma compreso).
«Capitano, capitano! È dentro, vero? >O<», domanda eccitato Eiji.
«Direi di sì...», risponde tirandosi su gli occhiali al suo solito modo.«Tuttavia resterà tra le riserve anche se si potrà allenare con noi titolari»
Nel frattempo il giovane si era avvicinato a Tezuka e lo fissava, immobile, in attesa di una risposta.
Tezuka gli ricambia lo sguardo e inizia a parlare.
«Bene, ragazzo. Sei davvero portato per il tennis. Kaidoh è uno dei migliori , sono rimasto davvero sorpreso dalla velocità con cui l'hai battuto. Hai tutte le carte in regola per diventare un campione...»
«Perciò?», gli domanda impaziente.
«Perciò... benvenuto in squadra, ragazzo»
«Sììì!!! Ce l'ho fatta!!! Grazie capitano!!!», esclama, abbracciando Tezuka, mentre Fuji gli lancia uno sguardo maligno.
«A proposito», dice Eiji. «Come ti chiami, prodigio? >O<»
«Rei», risponde, staccandosi (finalmente) dal capitano. «Mi chiamo Rei Mitsuki»

Alcuni giorni dopo, nel cortile della scuola...
«Mitsuki»
«Dimmi capitano», risponde il giovane.
«Cosa ti ha spinto ad entrare nella squadra?»
«Beh, mi è sempre piaciuto il tennis...»
«Non intendevo questo...»
«...»
«Non mi sono spiegato bene... Volevo dire: cosa ha spinto una ragazza come te ad entrare nella squadra di tennis maschile?»
«Ahh...», dice imbarazzata.
«Come hai fatto ad accorgertene, capitano?»
«Non so perché, ma capisco subito se chi ho davanti è un ragazzo o una ragazza travestita...», spiega Tezuka. «... deve essere per il fatto che sono gay...»
«Naniii!! Veramente?», esclama Rei.
«Sì...», risponde il ragazzo abbassando lo sguardo.
«Ah, per fortuna non sono sola...»
«???»
«Già, io sono lesbica! Comunque, sono entrata nella squadra perché la mia ragazza aveva paura che ci provassi con le ragazze della squadra femminile... ma non ha più importanza il perché... sono fuori, vero?»
«Certo che no! Per tutti gli altri tu sei un ragazzo qualunque e membro della squadra di tennis. Non hanno il minimo sospetto che tu sia una ragazza e, naturalmente, non lo andrò a dire a nessuno, puoi stare tranquilla: il tuo segreto è al sicuro con me»
«Grazie di cuore, capitano!», esclama abbracciandolo.
«Di niente...»
I due, tuttavia, non si accorgono di essere spiati da Fuji, che li guarda da una finestra del corridoio.

Quello stesso giorno (come tutti gli altri, in realtà...) ci furono gli allenamenti.
Alla fine, quando quasi tutti se ne erano tornati a casa, Tezuka e Fuji erano rimasti da soli.
Fuji, a passo veloce, si dirige verso il cancello della scuola, chiamato a gran voce da Tezuka che, non ricevendo alcuna risposta dall'altro, con uno scatto gli pone davanti, costringendolo a fermarsi.
«Che cosa vuoi?», gli domanda Fuji, irritato.
«Come che cosa voglio? È da quando sono iniziati gli allenamenti che mi stai ignorando. Spiegami perché»
«Non ho niente da spiegarti»
«Non è vero. Dimmi perché. Ti ho forse fatto qualcosa?», domanda.
«Se... SE MI HAI FATTO QUALCOSA? CERTO CHE LO HAI FATTO!!», gli grida Fuji. «Non ti voglio parlare né vedere più, lasciami in pace!», esclama correndo via.
Tezuka, non soddisfatto della risposta dell'altro, lo rincorre, riuscendo ad afferrarlo per il braccio.
Fuji si gira di scatto, tirandogli uno schiaffo così forte da fargli cadere a terra gli occhiali che, fortunatamente, non si rompono.
«Lasciami in pace! Non voglio più vederti! LASCIAMI IN PACE!», grida Fuji con le lacrime agli occhi. «TI ODIO, TEZUKA! TI ODIO!!», e, detto questo, corre verso casa piangendo.
Una volta lì, Fuji si dirige in camera sua e, sempre piangendo, si butta sul letto.
«Sei un idiota. Tezuka, sei un vero idiota. Come hai potuto farmi questo? E con l'ultimo arrivato perfino», dice affondando il volto nel cuscino. «Ti odio, Tezuka. Ti odio...»

«Maledizione!», esclama Tezuka sbattendo la porta della sua camera da letto. «Che diavolo gli ha preso a Fuji? Perché mi ha trattato così?»
"TI ODIO, TEZUKA! TI ODIO!", pensa alle ultime parole che Fuji gli aveva rivolto. Appoggia gli occhiali sul materasso mentre con l'altra mano si copre gli occhi.
Una lacrima gli scende lungo la guancia.
"TI ODIO!"
«Perché mi odi, Fuji? Che ti ho fatto?»
  
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