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Autore: RaluRalu    14/05/2014    5 recensioni
Dalla storia: "Cercai di sembrare forte ma la realtà era che avevo abbandonato ogni speranza. Jace non si sarebbe mai liberato dal controllo di Jonathan. Il Marchio di Lilith era visibile sotto la t-shirt bianca di mio fratello." Questa storia fa parte della serie "Sorellina mia"
[Spoiler!] [Si svolge durante CoLS] [Incesto]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jonathan, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Sorellina mia'
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<< Non avere paura. >> Sussurrò accarezzandomi la guancia. Feci una smorfia di disgusto e repressi l'istinto di allontanarmi. Non che fossi potuta andare molto lontano
considerando che il muro non era molto dietro e lui mi sbarrava la strada davanti. Se fosse stato qualcun altro qui, lo avrei messo a terra immediatamente. Ma lui,
col suo sangue demoniaco, era più forte di me e non sarei mai riuscita a farlo spostare. Se avessi avuto il mio stilo avrei potuto creare una Runa. Me lo aveva tolto 
però, il bastardo. Mi aveva negato ogni accesso alle armi, e Jace non era qui. Ero sola col demone dall'aspetto angelico. Gli occhi erano neri, come il fondo di un pozzo profondo. I capelli biondi, quasi bianchi, erano stati ereditati da Valentine, nostro padre. Sul collo e sulle braccia nude si vedevano i Marchi degli Shadowhunters e, sbiadite, le cicatrici dei Marchi svaniti. Io sapevo che anche la schiena era coperta da cicatrici, cicatrici che dimostravano la crudeltà di Valentine, che lo picchiava.
<< Non ho paura. >> sibilai aggressiva. Cercai di sembrare forte ma la realtà era che avevo abbandonato ogni speranza. Jace non si sarebbe mai liberato dal controllo di Jonathan. Il Marchio di Lilith era visibile sotto la t-shirt bianca di mio fratello.
Sul suo viso apparve un sorriso sghembo e maligno. << La mia sorellina non ha paura, eh? >> chiese con malizia. Sbiancai. Avevo paura, ovvio, ma non glielo avrei mai detto. << No. Non ho paura di te. >>. Bugie. Per quanto avrei retto ancora? Ero spaventata e disgustata. Jonathan si avvicinò ancor di più. Feci un passo indietro sbattendo contro il muro. Con un ghigno si riavvicinò e spostò una ciocca dei miei capelli rossi mettendola dietro l'orecchio. Chiusi gli occhi e girai la testa. Non volevo vederlo, ma lui non era della mia stessa idea: mise due dita sotto il mio mento forzandomi a girare la testa. Tenni gli occhi chiusi, serrati. Non volevo vederlo. Mi urlò di aprirli ma io scossi la testa velocemente. 
<< Come vuoi. >> rispose calmo. Sentii uno spostamento d'aria e schiusi gli occhi. Non lo vedevo, però richiusi gli occhi e stetti a sentire: nulla. Se n'era andato. Riaprii gli occhi e mi guardai intorno. Se n'era andato veramente. Mi staccai dal muro lentamente e andai verso la porta, verso camera mia. Percorsi il corridoio di fretta, avendo paura che lui potesse tornare. Entrai in camera e chiusi velocemente la porta a chiave. Ero salva, ora. Tirai un sospiro di sollievo e poi mi accasciai contro la porta. Scoppiai a ridere.
<< Perchè ridi, sorellina? >> chiese sghignazzando Jonathan, nascosto nell'ombra. Mi paralizzai e trattenni il fiato. Mi alzai poi di botto e cercai di aprire la porta ma non ci riuscii. Girai la chiave diverse volte ma la porta rimase chiusa.
<< La casa obbedisce a me, Clarissa. >> spiegò avvicinandosi.
<< No... >> sussurrai debolmente. Una lacrima scese, calda sulla mia guancia fredda. Feci per asciugarla furiosamente ma mi bloccò il polso. Aprii gli occhi quando lui mi sfiorò la guancia per raccogliere la lacrima. Usò una delicatezza che mi lasciò senza fiato. Non lo sapevo capace di tanta gentilezza, non con il sangue di Lilith che scorreva nelle sue vene e gli bruciava l'umanità. Guardò la lacrima quasi con tristezza. La fece scivolare fino a farla cadere sul tappeto decorato con un'immagine di Raziel che usciva dal lago con gli Strumenti Mortali. Mi sembrò che la lacrima fosse entrata dentro il lago ma, subito dopo aver sbattuto le palpebre, tutto tornò come prima. Pensai quindi che fosse uno scherzo della mia immaginazione. Jonathan mi alzò il viso delicatamente e si avvicinò guardandomi negli occhi.
<< Clary, per secoli fratelli e sorelle si sono sposati tra di loro per mantenere il sangue della famiglia pulito. >> sussurrò dolcemente. La sua vicinana mi turbava ma non girai la testa. Avevo studiato degli incesti nella storia, sapevo. Ma noi non ne avevamo bisogno. Il nostro sangue non era puro. 
<< Jonathan, il nostro sangue non è pulito, lo sai. >> sussurrai con gentilezza. Non potevo non provare pena per lui. Era mio fratello e non era colpa sua se era... così.
<< Lo so. So che il mio amore verso di te è innaturale e diabolico. So che tu sei un angelo e io un demone ma.. C'è ancora del sangue angelico che scorre nelle mie vene. Il mio sangue non è del tutto corrotto, Clary. Io ti amo, e non perchè sono in parte figlio di Lilith. Ti amerei anche se non avessi questo maledetto sangue che distrugge il mio cuore. Ti amerei anche se tu non fossi una Shadowhunter. Ti amerei in qualsiasi caso. E ne sono spaventato. Non dovrei provare sentimenti, eppure eccomi qui, a dichiararmi a te, ad abbassare gli scudi e le difese, ad aprirmi a te che mi disprezzi come se fossi Lucifero in persona. Clary, amami. Ti prego. >> sussrrò sulle mie labbra. Chiusi gli occhi per elaborare ciò che aveva detto. Poteva essere benissimo una bugia ma qualcosa mi diceva che era stato sincero. E questo mi spaventava. << Jonathan... Io... >> Non posso, avrei voluto dire, ma i suoi occhi, neri come il carbone, si erano schiariti, quasi tendenti al verde scuro. Pensai a Jace, fuori da qualche parte. Amavo 
Jace con tutta me stessa e avevo paura che potesse succedergli qualcosa di male. Lo avrei saputo, dato che Jonathan avrebbe subito la stessa cosa, ma non sapevo dov'era. Fissai mio fratello con le labbra schiuse. Deglutii pensando a cosa fare. Lui mi attendeva, impaziende di sapere, ma in silenzio.
<< Sei mio fra... >>
<< Solo una volta. Ti prego. Amami per una sola volta. Chiudi gli occhi, se ti disgusto così tanto, e non pensare a Jace. Amami e basta. Dimentica che io sono tuo fratello. Ti prego. >> mi supplicò. Mi si spezzava il cuore sentendolo parlare. << Clary... >> sussurrò flebilmente.
Girai la testa di lato iniziando a piangere. << Non posso Jonathan, mi capisci? Non posso, e non devo. >> dissi tra i singhiozzi. 
<< Ma vuoi? >> chiese quasi speranzoso. Mi morsi l'interno del labbro ma questo non mi fece non scappare quella sillaba.
<< Si. >>
  
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