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Autore: LoveEverlack    14/05/2014    3 recensioni
NON CI SONO SHADOWHUNTER, SOLO PERSONE CHE VIVONO VITE NORMALI.
Clary si è appena trasferita dal cugino Magnus e iniziando a frequentare la nuova scuola scoprirà l'amore, persone del suo passato e suo padre, di cui sua madre non ha mai parlato entrerà nella sua vita con il fratello.
[.....]
-Mi chiamo Clarissa Fray, ho sedici anni, mi sono trasferita qui con mia madre e viviamo da mio cugino finchè non troviamo un appartamento-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E siamo arrivati al trentesimo capitolo... non ci posso credere, ma sopratutto non posso credere di aver aggiornato dopo solo una settimana. Ultimamente faccio più tardi!
Comunque... ci siamo lasciati con una grossa bomba, ora andremo avanti nella storia sperando che vi piaccia. 
Vi lascio al capitolo. 




 
Clary correva, zigzagando per le strade senza avere in mente una meta precisa.
Non voleva tornare a casa, per sua madre quello sarebbe stato il primo posto dove cercarla, ma tornare indietro in casa Lightwood sarebbe stato ancora peggio per lei.
Quando fu sicura di non essere seguita si fermò, guardandosi intorno nella speranza di cogliere qualcosa di vagamente familiare nell’ambiente, come la casa di Magnus o di Simon dove avrebbe potuto soggiornare una notte inventandosi una scusa per la famiglia.
Il luogo che la circondava, però, non ricordava si trovasse vicino a nessuna delle case che conosceva.
Clary si morse il labbro tanto forte da sentirne delle gocce di sangue sgorgarvi, si era persa e per un momento fu quasi tentata di tornare indietro per ritrovare la strada di casa.
Eppure la vista di Isabelle e Alec che per sbaglio parlavano di lei e di Jonathan si fece sempre più forte nella sua mente, tutti sapevano che erano fratelli ma sua madre non aveva avuto il coraggio di dirle nulla.
In quel momento decise di entrare nel locale dalla grande insegna al neon difronte a lei: Pandemonium.
Doveva allontanarsi dalla strada ed inoltre era già stata altre volte in uno di quei locali con Simon, non vedeva cosa mai potesse esserci di diverso in quel momento.
Forse perché sei sola… quella vocina nella mente di Clary compariva sempre nei momenti meno opportuni, nonostante ciò era sempre lei a farle fare quelle scelte insensate.
Quindi, sperando di non incontrare nessuna losca figura, si avvicinò all’entrata aspettando di entrare.
 
Jace continuò a correre per le strade alla ricerca di Clary, si erano divisi in tre gruppi per trovare prima Clary.
Alec e Magnus perlustravano i dintorni di casa Bane, mentre Isabelle e Jonathan di casa Fray e Morgenster.
Simon era andato con la sua ragazza, che purtroppo era arrivata dai Lightwood nel momento meno opportuno e si era ritrovata con Jocelyn in lacrime, Valentine che non sapeva cosa fare e Maris e Robert che li guardavano confusi credendo che fosse il tutto una Candid camera.
C’erano fin troppi posti da esplorare e se conosceva Clary, era sicuro di non poterla trovare facilmente.
Un luccichio attirò la sua attenzione lungo la strada, una piccola catenina color argento con un ciondolo che Jace aveva visto solo su un’altra persona: Jocelyn. Il che voleva dire che Clary era passata di lì.
Guardandosi intorno vide delle luci infondo la strada, il Pandemonium Club era sommerso da file di persone che attendevano di entrare e Jace poté giurare che anche Clary fosse tra quelle.
-Per l’Angelo! Perché le donne sanno mettersi solo nei guai?- corse verso il locale con la collana di Clary ancora in mano nella speranza di trovarla realmente lì.
Ti prego, fa che non sia ancora entrata. Quel posto porta solo guai se non sai cosa fare.
Fermò accanto alle persone scrutava attentamente la fila cercando di scorgere dei riccioli rossi tra la folla.
Stava perdendo le speranze, poi una voce attirò la sua attenzione: -Allora rossa, vieni con noi?-
Rossa, quante altre persone in quel momento potevano essere circondate dai ragazzi in quel momento?
-No… grazie, troverò altro da fare. Voi divertitevi pure.- era la sua voce.
Jace corse sorpassando delle persone che gli urlavano dietro del teppista, poi vicino a un muretto vide un ragazzo e una coppia parlare con Clary che sembrava a disagio.
-Non ti conviene. Lasciala stare per favore, ha di meglio da fare.- il ragazzo sorprese Jace.
Era lo stesso che avevano incontrato quella volta che Clary era scappata dalla madre, di nuovo.
Questa volta però aveva aggiunto un nuovo tatuaggio al suo braccio e un piercing sul sopracciglio.
-Oh ma guarda. Il ragazzo dell’altra volta. Strano vederti qui eh? La tua fidanzata non si è stancata?-
Quel ragazzo era pericolosamente vicino a Clary, fin troppo per gli standard di Jace.
Lo allontanò con uno strattone e prese Clary per un braccio, mettendola dietro di lui per allontanarla.
-Sono sicuro che i bodyguard saranno contenti di vedere quelli come voi.-
Solitamente Jace non si sarebbe fatto intimorire da uno di loro, anzi sarebbe stato il primo a volere una sana e controproducente (almeno per loro) lotta. Purtroppo in quel momento con Clary e altre persone ad assistere alla scena non sembrava certamente una buona idea, tanto che iniziò a indietreggiare.
-Clary, perché mi metti sempre tu nei guai?- non lo disse con odio, eppure sembrò che quelle parole facessero rattristare la ragazza che ancora ricordava gli eventi di quella sera. -Scherzavo.-
 
Jocelyn tempestò il tavolo di pugni, la cucina di Maryse era diventata il luogo per sfogare la frustrazione.
-Ehm, Jocelyn… non per essere scortese… ma se vuoi, abbiamo una palestra.- Maryse tirò una gomitata a Robert per la frase che aveva detto, ingenuamente o solo perché era idiota di natura.
Lo sguardo che Jocelyn gli lanciò fu sufficiente a fargli capire che al momento un’arrabbiatura di Maryse o una di Isabelle, sarebbero state delle cose dolci al confronto.
-Dove sarà? Sono usciti da troppo.- Valentine le diede una tazza di camomilla cercando di calmarla.
Sapeva per esperienza che Jocelyn in quei momenti era capace di commettere un omicidio, ma quando aspettava Jonathan, aveva reso quei nove mesi un inferno e solo la camomilla la calmava.
-Torneranno presto. Odio ammetterlo ma dopo Jonathan, Jace e Magnus sarebbero i primi cui affiderei Clary.- Jocelyn si ritrovò ad ammettere che Valentine aveva ragione, nonostante l’antipatia che poteva provare per Jace quel ragazzo aveva dimostrato più volte di volerle bene.
-Jace è in gamba. Fidatevi se dice che la troverà, nulla lo potrà fermare. Soprattutto per lei.- Stephen cercò di usare uno dei suoi toni rassicuranti, o almeno il migliore che riusciva a fare in quel momento.
-Grazie a tutti. È incredibile come alla fine i nostri figli si sono comunque visti, no Stephen?- lui rise.
-Non mi fido molto della moglie di Hodge, ma mi aveva detto che ci saremmo imparentati… quindi.-
Entrambi avevano pensato che Dorothea fosse pazza, Valentine non sapeva della gravidanza di Jocelyn e sentir dire alla sua dipendente che i loro figli si sarebbero sposati, lo aveva turbato.
-Almeno, ora sappiamo cosa intendeva. Noi immaginavamo Jonathan e Jace, che vecchi matti.-
Jocelyn non si unì alla risata, cercavano tutti di smorzare la situazione ma sapeva benissimo che persino Valentine aveva una paura atroce che fosse successo qualcosa a Clary.
Celine emise un sospiro di sollievo: -Jace l’ha trovata. Ma non vuole ancora vedervi, starà da me stanotte.-
 
Jace aprì la porta di casa continuando a tenere per mano Clary.
Non avevano parlato per tutto il viaggio e sospettava non centrassero solo quei ragazzi al Pandemonium.
Aveva mandato un messaggio agli altri avvertendoli che avrebbe dormito lì e si preparò mentalmente alla sfilza di chiamate e messaggi che sicuramente lo avrebbero tenuto impegnato per tutta la notte.
-Vuoi qualcosa da bere. Acqua, thè, camomilla… e se vuoi, so dov’è la riserva di segreta del Rum di nonna.-
-Solo della camomilla, grazie. Credo sia l’unica cosa che può calmarmi al momento.- Jace annuì e dopo essersi assicurato che Clary fosse comoda sul divano, andò in cucina per prepararla.
Di nascosto la osservava, cercando di capire cosa potesse fare per aiutarla.
Clary però rimaneva immobile a fissare il paesaggio fuori dalla finestra muovendo ogni tanto la testa.
Jace sorrise immaginando che forse stava pensando a come poteva dipingerlo su tela. –
-Bello eh? Mamma e nonna Imogen hanno fatto tutto per il mio ritorno.- si sedette accanto a lei.
-Ritorno?- Jace annuì iniziando a raccontarle brevemente la storia.
Poco prima che lei arrivasse da loro era andato in una piccola città per studiare con un maestro privato che viveva lì e che sembrava avesse molto talento. Al suo ritorno Celine e Imogen avevano fatto una festa nel giardino e fatto tagliare tutte le siepi riarredando il tutto. Stephen non si era opposto, anche perché Imogen poche volte era così entusiasta per dei lavori, ma vederle poi ridere entrambe lo aveva fatto tacere.
-E cosa sei andato a studiare?- Jace stava per rispondere, poi una macchina e le voci dei suoi lo fermarono.
-Credo sia meglio se me ne parli domani. Grazie mille Jace.- Clary si alzò dal divano lasciando la tazza sul tavolino e salutando Jace con un fugace bacio sulla guancia prima di scappare nella camera che Jace le aveva mostrato all’inizio quando erano tornati.
Non era ancora pronta per vedere qualcuno, parlare con Stephen e Celine sarebbe stato ancora peggio.
Immaginava che i due avessero la sensibilità per non dire nulla, ma sapere che in ogni caso erano venuti come lei a conoscenza di quel segreto non era ancora facile per lei.
Aveva scoperto di essere la sorella di Jonathan Morgenster.
La figlia di Valentine, a cui si era subito affezionata e che, come lei, era stato imbrogliato dalla madre.
Non sapeva nemmeno lei perché lo avesse fatto, sapeva solo che le aveva nascosto una parte di lei.

 




 
  
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