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Autore: Sasotta    14/05/2014    4 recensioni
Stavo vivendo quel momento di totale ammirazione e frustrazione. Volevo qualcosa, ma c’era altro che mi impediva di prenderla. C’era qualcosa che mi impediva di prendere i miei dannatissimi pancakes…e quel qualcosa era il mio cervello. Mi frenava, mi diceva che non potevo averli. Che non potevo averlo. Il mio fottutissimo pancake. Daryl.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quello strano momento in cui, guardando una persona negli occhi, ti rendi conto che la stai fissando come se non ci fosse altro? Come se avessi davanti un enorme piatto di pancakes, messi in pila, strabordanti di buonissimo e denso sciroppo d’acero e avessi una voglia enorme di mangiarli? Poi però, arriva il momento peggiore: ti ricordi improvvisamente che sei a dieta.

Ecco, io mi sentivo esattamente così. Stavo vivendo quel momento di totale ammirazione e frustrazione. Volevo qualcosa, ma c’era altro che mi impediva di prenderla. C’era qualcosa che mi impediva di prendere i miei dannatissimi pancakes…e quel qualcosa era il mio cervello. Mi frenava, mi diceva che non potevo averli. Che non potevo averlo. Il mio fottutissimo pancake. Daryl.

< Beth, che diamine ti passa per la testa? > il profumo dello sciroppo mi passò sotto il naso.

< Beth. > ecco, ora stavo toccando la soffice superficie compatta della pasta, impiastricciandomi le mani.

< Beth, cazzo! > la mia bocca, la mia lingua stava assaporando quel magnifico dolce.

Ed ora, sì, ora sentivo tutto scivolarmi piacevolmente in gola, per poi lasciarmi quel gustoso sapore sul palato, come un’impronta.
Una botta sulla spalla destra riuscì a distrarmi dai miei pensieri. Sentii la mia pelle pulsare, dopo il velocissimo contatto.

< Che cavolo…!? > esclamai stupita, toccandomi la parte superiore del braccio e guardando Daryl in cagnesco. La pelle bruciava sotto le mie dita.

< Scusa. > disse, senza un filo di sentimento nella voce.

< Ti eri imbambolata come una stupida. > continuò poi, senza quasi degnarmi di uno sguardo e ricominciando a camminare. Non mi ero nemmeno accorta della nostra breve sosta.

< Non è un buon motivo per colpirmi. > gli lanciai un’altra occhiataccia, sapendo che sarebbe stato un gesto inutile. Difatti, lui non lo notò.

< Stavo pensando. Tu non pensi mai? > sospirai, massaggiandomi un’altra volta la parte colpita.

< Di certo non perdo conoscenza quando penso. Soprattutto in una situazione come questa. > alzò la mano, in direzione di un errante.

< Ci sei tu con quell’arnese. Non hai bisogno del mio aiuto. > risposi, totalmente consapevole della mia inutilità.

< Non eri tu quella che voleva imparare? > chiese, scoppiando a ridere qualche secondo dopo e attirando l’attenzione anche di un altro zombie, il quale, poco più avanti, stava lottando con un cespuglio che lo aveva intrappolato.

< Daryl. > lo ammonii a bassa voce, avvicinandomi e tirandogli una gomitata tra le costole.

< Smettila. > dissi nuovamente.

Sembrò non badare alle mie parole. Nemmeno si mosse dopo la gomitata. Continuava imperterrito a sghignazzare, fregandosene dei due non morti che stavano ad un passo da noi.

< Smettila! Così li attiri verso di noi. > ringhiai poi tra i denti, sperando che questa volta un minimo di buon senso gli attraversasse il cervello, facendo sì che la smettesse di ridere come un bambino.

E invece, continuò. Continuò anche mentre caricava la balestra, la puntava contro il primo e poi il secondo errante, uccidendoli definitivamente, e mentre la riabbassava.

< Sei uno stupido. > scossi la testa, guardandolo dritto negli occhi. < E riesci sempre a cogliere l’occasione per dimostrarmelo. >

Si bloccò, fissandomi. Scorsi un misto di incredulità e ancora di risa nei suoi occhi profondi, che sembravano poterti leggere dentro. Forse era sconcertato. Forse era divertito. Di sicuro, imprevedibile.

< Scusa, ero convinto che tu fossi solo brava a cantare. > si interruppe per qualche secondo, il tempo di andare a riprendere le frecce conficcate nei crani dei due zombie.

< Ora pensi, e mi dai anche dello stupido. Facciamo progressi, biondina. > ghignò, sfoderando un sorrisetto strafottente che in quel momento era proprio l’ultima cosa che mi andava di vedere.

< Fanculo, Daryl. > lo superai, sventolandogli davanti alla faccia il mio dito medio. Non volevo, in realtà, che vedesse il rossore evidente che stava andando presentandosi sulle mie guance pallide. Mi faceva impazzire, in tutti i sensi. Faceva impazzire la mia mente, il mio stomaco, il mio corpo. Totalmente.

Volevo quel pancake. Lo volevo subito.

Non potevo rimanere calma un secondo di più; ero consapevole che non sarei riuscita a resistere ancora a lungo…non se aveva intenzione di sfoggiare uno di quei suoi dannatissimi sorrisetti ogni minuto, almeno.

Quelli sì, erano il mio sciroppo d’acero.

 

 




Ciao a tutti! Premetto che è la mia prima storia in questa sezione, e prima di pubblicare questo prologo sono stata più di una settimana a mangiarmi le unghie per l’ansia. Non avevo proprio il coraggio. Poi però mi sono decisa, ed eccomi qui!
Come avrete già intuito, la storia si incentra soprattutto sulla coppia Daryl-Beth…so che molti di voi non saranno d’accordo con me, ma io li adoro. Davvero. Sono l’opposto, come due calamite. Vorrebbero allontanarsi l’uno dall’altro, ma si attraggono. No, seriamente, li adoro. Io poi sono una romanticona, e quindi mi faccio dei viaggi assurdi sulla loro storia AHAHAH :)
Niente, vi abbandono, non voglio annoiarvi di più!
Spero che la mia storia sia all’altezza di questo bellissimo telefilm, che mi ha appassionata ogni giorno di più, e che ora mi sta facendo uscire letteralmente di testa. Non posso aspettare fino ad ottobre. Non posso!!!
Vi mando un saluto e un abbraccio!!
Al prossimo capitolo.
Sara.

   
 
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