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Autore: Fairy21    15/05/2014    2 recensioni
Trama
Come si può passare dalle stalle alle stelle?
E poi di nuovo dalle stelle alle stalle?
Be questo è quello che è successo a me. Forse nelle stalle non si sta poi così male. Qui si conoscono persone importanti come lui, Derek, il ragazzo misterioso che mi ha fatto innamorare al primo sguardo, l’amore vero e puro, quello che ti fa toccare il cielo con un dito.
Ma se fossi più attratta dall’amore delle stelle?
Quello che mi ha fatto conoscere Luck, il ragazzo più bello della scuola che si da tante arie ma in fin dei conti può permetterselo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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La punta di New York

<< Pronto? >> dico assonata mentre sono ancora letto.

<< Sveglia dormigliona, non puoi dormire anche oggi >> risponde Alice elettrizzata.

<< Ma sono le otto del mattino Alice, è ancora presto >> rispondo.

<< Dai alzati prima che vengo io a tirarti giù dal letto! >> dice scherzosa.

<< Va bene, adesso lo faccio >> rispondo.

<< Brava e quando l’avrai fatto affacciati alla finestra >> dice riattaccando.

<< Al… >> dico ma ha già attaccato.

Tanto non può vedermi, resto a dormire ancora cinque minuti.

Un’ora dopo.

Meglio che mi alzi e la prima cosa che farò sarà guardare fuori dalla finestra. Chissà perché mi ha detto di farlo. Apro le tende e….

Corro più veloce che posso per le scale e spalanco la porta d’ingresso.

<< Derek >> urlo correndo verso di lui.

Sono ancora in pigiama e non mi sono nemmeno guardata allo specchio, non sarà una bella visione!

Mi butto tra le sue braccia, quanto mi è mancato poterlo fare.

<< Ce ne hai messo di tempo >> dice lui scherzoso.

Se avessi saputo che era qui non avrei nemmeno dormito questa notte!

<< Che ci fai qui? >> chiedo sorpresa.

<< Buon compleanno >> risponde.

<< Grazie, è il regalo più bello che potessi farmi >> dico.

<< Se tu non vieni da me, sarò io a venire da te >> risponde.

<< Mio padre mi ha impedito di venire a New York prima dell’inizio del college >> dico.

<< Ormai non importa, siamo insieme e non ci separeranno più >> risponde.

<< Magari fosse così >> dico.

<< Dai, va a fare le valige, il nostro volo parte tra un paio d’ore >> risponde.

<< Volo? Che cosa stai dicendo? >> chiedo sorpresa.

<< Che torniamo a New York, quindi sbrigati >> risponde.

<< Sai che non posso, mio padre… >> dico.

<< Oggi è il tuo compleanno, non t’impedirà di trascorrere ventiquattro ore a New York e poi, lui è qui? >> chiede.

<< No, è in viaggio per lavoro >> rispondo.

<< Allora cosa aspetti, non lo saprà nemmeno >> dice.

<< Ma… >> rispondo.

<< Cos’è, non vuoi venire a New York con me? >> chiede sarcastico.

<< No, certo che no, non vedo l’ora di tornarci, solo che… >> rispondo.

<< Tranquilla, ci sono io con te >> dice rassicurandomi.

<< Va bene, dammi il tempo di prepararmi >> rispondo.

<< Ecco, questo è quello che volevo sentirti dire >> dice.

Corro dentro e preparo lo zaino, giusto qualcosa per un paio di giorni.

 

<< Pronta? >> chiede.

<< Sì, aspetta, scrivo un biglietto a mamma e Sam >> rispondo.

Lo attacco sul frigo e ne vedo un altro.

“Sam ed io siamo andate a fare compere, non aspettarci. Baci mamma. P.S. Auguri tesoro”.

Bene, hanno fatto loro la sorpresa a me. Con la fretta non l’avevo nemmeno visto. Meglio così, almeno non dovrò spiegargli che torno a New York. Starò facendo la cosa giusta? Insomma, non ho mai disubbidito a papà e non vorrei farlo neanche adesso, ma mi ha costretta. Non può separarmi da Derek, niente può.

<< Perfetto, adesso possiamo andare >> dico.

<< Preso tutto? >> chiede.

<< Sì, ah, passiamo da Alice un attimo, voglio salutarla, sai è stata lei a dirmi di guardare fuori dalla finestra >> rispondo.

<< Non c’è tempo amore o perderemo l’aereo >> dice.

<< Ma… va bene, vorrà dire che la ringrazierò quando tornerò >> rispondo.

 

 

E in men di quanto mi aspettassi eccoci nella splendida New York. La mia New York, la mia casa. Mi sei davvero mancata. E anche Derek, Cloe, i nonni, insomma tutto di New York. L’aria che si respira, i suoni, le luci, la gente frenetica. New York.

<< Passo a prenderti più tardi >> dice Der lasciandomi a casa dei nonni.

<< Ma non ho nulla da fare >> rispondo.

<< Preparati, dobbiamo festeggiare il tuo compleanno più tardi >> dice.

<< Ma sono già pronta così >> rispondo.

<< Quanto la fai lunga, ci vediamo tra un po’, ok? >> dice scherzoso.

<< Va bene, come vuoi >> rispondo entrando in casa.

Spero che i nonni siano in casa, così potrò salutarli, è da un po’ che non li vedo.

<< Nonni… nonna, nonno, siete in casa? >> urlo girovagando per le stanze.

Niente, nessuno mi risponde.

<< Buongiorno >> dice di un tratto la domestica.

<< Ah buongiorno, sa per caso se i miei nonni sono in casa? >> chiedo.

<< No mi dispiace, sono usciti presto stamane >> risponde.

<< Ah capisco, vorrà dire che li aspetterò >> dico.

<< Posso fare qualcosa per lei? >> chiede.

<< No grazie, va bene così >> rispondo.

Mi siedo sul divano e aspetto, aspetto e ancora niente. Neanche l’ombra dei nonni. È ora di pranzo, strano che non tornino a casa, cosa sarà successo?

Forse è meglio cominciare a prepararmi, cioè sono già pronta ma meglio sistemarmi un po’. Non so cosa abbia in programma Der per oggi, ma sono certa che mi piacerà. Apro la porta della mia stanza e trovo un pacco sul letto. Cos’è?

C’è un biglietto sopra: “Tanti auguri! Se da me vorrai arrivare un percorso dovrai affrontare! Comincia dal nostro angolo di mondo speciale, lì troverai il tuo primo indizio per raggiungermi. Ah quasi dimenticavo, sbrigati, il tempo stringe”.

Che scherzo è mai questo, una caccia al tesoro per i miei diciannove anni? Wow, non smette mai di stupirmi. Apro la scatola e trovo uno splendido abito a fantasia, tutto colorato e… allegro. Non indosso mai colori molto accesi, ma se Der ha scelto questo per me, va bene, vorrà dire che lo indosserò.

Non mi sta poi così male, pensavo peggio. Mi piace il contrasto con la mia carnagione. Ha davvero fatto centro.

Scendo all’ingresso e ad aspettarmi c’è l’autista del nonno. Strano che non sia con lui.

<< Salve signorina >> dice vedendomi arrivare.

<< Buongiorno >> rispondo.

<< Sono a sua completa disposizione per l’intera giornata, dove vuole che la porti? >> chiede.

Non voglio che scopra il nostro posto speciale, così, come la volta precedente mi faccio lasciare pochi isolati prima.

Eccomi finalmente, sono un po’ agitata, non so cosa mi aspetta. Mi guardo intorno in cerca di un indizio.

Eccolo. Sulla panchina c’è un biglietto.

“Se da me vorrai arrivare un percorso dovrai affrontare! Eccoti, sei alla prima tappa del percorso. Vai nel posto in cui ci siamo conosciuti, lì troverai il secondo indizio per raggiungermi”.

Comincia sempre così le frasi? Il posto dove ci siamo conosciuti… a teatro. Prendo il biglietto e scivola giù qualcosa. La mia collana. L’ultima volta che l’ho vista era per terra, rotta dalla furia di Luck. Adesso è come nuova. La raccolgo e la indosso, avevo dimenticato quanto fosse bella.

Raggiungo l’autista e mi dirigo verso il Metropolitan, non vedo l’ora di arrivare.

Entro e sul palco c’è un enorme mazzo di rose rosse che dominano la scena. E anche uno striscione, quasi non l’avevo visto. “La punta di New York”. Che cosa vorrà dire?

La punta di New York. Prendo le rose e mi siedo su una poltrona a fissare lo striscione. La punta di New York. Non capisco, cosa centra con il percorso? Odio questi indovinelli, non sono mai stata brava in questo genere di cose. Resto lì almeno dieci minuti a pensare, a pensare, ma niente. Poi… la lampadina si è accesa. L’illuminazione.

L’Empire State Building.

Come ho fatto a non pensarci prima. Corro verso l’auto e ci dirigiamo verso l’Empire. Salgo sull’ascensore in cui il tempo sembra fermarsi. Ma non ho paura. Non oggi, l’ansia e la voglia di scoprire cosa mi aspetta sono più forti di tutto.

Finalmente arrivo in cima. Faccio il giro della vetta per trovare Der, ma niente, non è neanche qui. Poi, nel punto preciso dove tutto è cominciato, trovo un biglietto. Un altro.

“Finalmente sei arrivata, mi hai trovato”.

No, non è così, lui non c’è. Mi guardo di nuovo intorno ma niente. Il mio sguardo si posa su New York, la vista è stupenda da qui. Tanta la voglia di vedere Der che non gli ho rivolto nemmeno uno sguardo. Ma i miei occhi si oscurano. Delle mani m’impediscono di vedere.

<< Bello vero >> dice una voce che conosco bene.

<< Era meglio prima! >> rispondo scherzosa.

Mi gira verso di lui e mi bacia.

<< Mi hai trovato finalmente >> dice.

<< Non è stato facile, soprattutto l’ultimo indizio, era molto vago >> rispondo.

<< Sapevo che avresti capito >> dice.

<< Non ne ero sicura >> rispondo scherzosa.

<< È per questo che ho scelto te >> dice.

Tira fuori qualcosa dal taschino della giacca. Una scatola, come quando mi ha regalato la collana. Lo apre lentamente e dentro c’è… un anello. Wow.

<< Possiamo sostituire la collana con questo? >> dice.

Resto senza fiato. Non ho parole.

<< Credo sia un sì >> continua.

 Prende l’anello e me lo infila al dito. Come brilla. Gli salto al collo e lo stringo a me. Mi ha lasciato senza parole, come al solito.

<< Grazie >> gli sussurro vicino all’orecchio.

Mi bacia e tra le sue braccia il tempo sembra fermarsi. Il mondo sembra fermarsi. Io con un anello al dito, chi l’avrebbe mai detto. Non mi ha chiesto di sposarlo, ma so che quel giorno arriverà, ne sono sicura.

<< Comunque la collana la terrò lo stesso >> dico sarcastica.

<< Furba… manca solo l’ultima tappa alla meta >> risponde.

<< Io pensavo fosse questa la meta >> dico.

<< Vuol dire che ti sbagliavi >> risponde.

Mi prende per mano e mi conduce verso non so nemmeno io dove. Mi ha bendata, mi sembra ovvio.

 

<< Eccoci, siamo arrivati >> dice di un tratto.

Mi aiuta a scendere dall’auto e mi guida passo dopo passo.

<< Attenta, uno scalino, poi un altro e… fermati qui >> continua.

Sento il suono di chiavi e lo scricchiolio di una porta. Dove mi avrà portata stavolta?

Una mano mi tira dentro, credo sia Derek. Tutto è buio, ho la benda, questo è ovvio, ma anche dopo che Der me la sfila dagli occhi.

Dove sono?

<< Sorpresa! >> urlano un gruppo di persone accendendo le luci e saltando fuori.

Oh cavolo, questa è… questa è la mia casa d’infanzia!

Sono proprio tutti qui. Mamma, papà, Sam, i nonni, Alice e Cathy e anche Cloe. Sono stupita, è davvero una sorpresa.

<< Auguri tesoro >>

<< Buon compleanno >>

<< Auguri >>

Tutti si avvicinano a me e mi fanno gli auguri. È davvero il compleanno più bello della mia vita. E poi, perché siamo qui? Perché loro sono qui? L’ultimo a farmi gli auguri è papà. Mi prende per mano e mi conduce fuori, nel giardino sul retro.

<< Avevo dimenticato quanto fosse bello questo posto >> dice guardandosi intorno.

<< Io no, è esattamente come lo ricordavo >> rispondo.

<< Mi dispiace tesoro per quello che è successo, per la mamma, per te e per tutto il resto >> dice.

<< Lo so papà >> rispondo.

<< È per questo che ho deciso di cambiare >> dice.

<< In che senso? >> chiedo.

<< Questa è la nostra nuova e vecchia casa >> risponde contento.

<< Cosa? Vuoi dire che… >> dico senza fiato.

<< Torniamo a New York >> m’interrompe.

Gli salto al collo e lo abbraccio più forte che posso.

<< Ho capito che era la cosa giusta da fare >> continua.

<< Chi stabilisce cosa è giusto o no papà >> dico.

<< Tu mi hai aperto gli occhi su tua madre, su te e Sam, sul lavoro, insomma su tutto >> risponde.

<< E così hai comprato la nostra vecchia casa? >> dico.

<< Sì, tutto ricomincerà da qui >> risponde.

Lo abbraccio, sono felice mentre gli altri ci raggiungono.

<< Allora newyorkese, contenta di questa notizia? >> mi chiede Sam scherzosa.

Corro ad abbracciarla.

<< Ma come farai con la scuola? >> chiedo scendendo dalle nuvole.

<< New York è piena di scuole, mi adatterò >> risponde.

<< Ne sono contenta >> dico.

Una lacrima mi riga il viso. Di gioia ovviamente.

<< Che fai, piangi adesso? >> mi chiede mamma.

<< È che… non me lo aspettavo, sono finite le sorprese per oggi, perché non so se ne reggerò ancora >> rispondo.

<< Allora ce n’è ancora una >> dice il nonno.

<< Dai tesoro, dille la novità >> dice la nonna verso la mamma.

<< E va bene, io… torno a teatro >> risponde mamma contenta.

<< Davvero? Quindi tornerai alla tua vecchia carriera? >> chiedo stupita.

<< Esatto, tornerò a fare quello che amo >> risponde contenta.

Cosa posso chiedere di più adesso? Le persone che mi stanno intorno torneranno ad essere felici.

<< E per finire abbiamo preso un appartamento in affitto per noi quattro >> dice Alice.

Aspetta. Che cosa ha detto?

<< Dato che andremo in college diversi, abbiamo pensato di affittare un appartamento per tutte >> dice Cathy.

<< Esatto tutte e quattro, io, tu, Alice e Cathy >> continua Cloe.

Non so cosa dire, cominciamo a urlare e saltellare tutte dalla felicità.

Questo non è il compleanno più bello della mia vita, è il giorno più bello della mia vita! Mamma, papà e Sam torneranno qui a New York nella nostra vecchia casa, mamma tornerà al suo vecchio lavoro, io e le ragazze andremo a vivere insieme, Derek ha ritrovato sua madre e vive con lei, cosa può accadermi ancora? È passato un anno, ma quante cose sono cambiate, tutta la mia vita è cambiata. Mi ritrovo qui, nella città più bella al mondo, circondata dalle persone che amo e che mi vogliono bene, cosa posso chiedere di più?

Grazie New York.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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