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Autore: padme83    15/05/2014    12 recensioni
"Dopo una vita intera trascorsa a nascondere agli occhi del mondo la vera entità della tempesta che ti infuriava nel fondo dell'anima, era alla fine giunto il momento di lasciarla esplodere in tutta la sua devastante e gloriosa violenza, fino a permetterle di trasformarti totalmente in una creatura nuova, perfetta, completa – una cosa sola con il vento e con il cielo."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elsa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Reborn

 


 

– And I'll rise like the break of dawn –

 

 


 

Dicono alcuni che finirà nel fuoco
il mondo, altri nel ghiaccio.
Del desiderio ho gustato quel poco
che mi fa scegliere il fuoco.
Ma se dovesse due volte finire,
so pure cosa è odiare,
e per la distruzione posso dire
che anche il ghiaccio è terribile e può bastare.
(Robert Frost – Fuoco e Ghiaccio)

 


 



Il primo sguardo che rivolgi a questo nuovo mondo porta con sé fitte acute di dolore.
Dopo una prigionia infinita di tenebra e silenzio, anche un flebile raggio di luna può ferire occhi non più avvezzi alle dolci e morbide carezze della luce.
Socchiudi le palpebre per qualche minuto, e lasci che sia l'istinto ad informarti della presenza di eventuali pericoli, anche se nulla sembra essere in grado di minacciarti in questa notte tranquilla e all'apparenza immobile.
L'aria che ti circonda è satura di elettricità, e nei profondi solchi tracciati sul terreno da mani sapienti riconosci i segni rivelatori di una magia antica e assai pericolosa. Increspi le labbra in un sorriso appena percepibile, e lasci che il sangue corra sempre più impetuoso nelle vene, in risposta al richiamo imperioso della tormenta che sta cominciando a montarti dentro e che non puoi – non vuoi – cercare di trattenere.
Con un lento ed elegante gesto ti liberi dal giogo dei guanti nel quale a lungo le tue mani sono state costrette, e il potere che senti fluire attraverso di esse scalpita come una belva selvaggia tanta è l'ansia – l'eccitazione – che scaturisce dalla promessa dello scontro imminente.
Sono libera.
Ti basta l'accenno di un pensiero, il fulmineo formarsi di un'immagine nella mente, e la realtà si cristallizza immediatamente sotto ai tuoi occhi, piegata ai tuoi desideri dalla sola forza della tua volontà. Il vaso che per più di quarant'anni è stato il muto carceriere del tuo esilio si oppone senza alcuna speranza di resistere alla morsa purificatrice del gelo, fino a che la tensione – divenuta ormai insostenibile – lo porta a frantumarsi in migliaia di piccole e perfette schegge di ghiaccio.
Raggiungi con passo deciso la porta del fienile, e dài una rapida occhiata al paesaggio desolato che si presenta al tuo cospetto. Non c'è niente, qui, che ti riporti alla mente la bellezza serena del tuo Paese natio, Arendelle; tuttavia, la tua anima non trema dinnanzi alla consapevolezza di correre incontro ad un destino che non ti permetterà mai più di trovare pace tra le montagne innevate e i fiordi raccolti della terra che tanto hai amato, e che ti ha chiamata Regina.
Hai imparato a tue spese a non lasciarti tentare dalle lusinghe infide della nostalgia e del rimorso. Nessuna debolezza dovrà d'ora in poi ostacolare il tuo cammino.
Del resto, trovarti qui, adesso, piuttosto che in un qualsiasi altro luogo – o in un qualsiasi altro tempo – non fa per te alcuna differenza.
Quanto possono contare il dove e il quando, se è il perché ad essere fondamentale?
Il ricordo improvviso di due lampi azzurri incastonati in un volto benedetto dal sole ti paralizza il respiro, spezzandoti, ancora una volta, il cuore. D'un tratto il tuo orizzonte si colma dell'immagine di un fragile corpo privo di vita stretto fra le braccia di un giovane distrutto dal dolore – lo stesso dolore che da quel momento anche tu ti porti cucito addosso, e che è allo stesso tempo causa ed effetto di ogni tuo pensiero e di ogni tuo proposito.
Anna.
La neve comincia a cadere sempre più fitta ai tuoi piedi, mentre permetti all'odio di cui hai imbevuto la tua intera essenza di riaffiorare pienamente e in tutta la sua smania distruttrice.
Non temere. Non ho dimenticato.
Che quel sedicente principe non puntasse ad altro che a impadronirsi del trono – non facendosi a tale scopo alcuno scrupolo nel giocare con l'indole appassionata di tua sorella, e approfittando del suo disperato bisogno d'amore – lo avevi capito fin da subito, e per questo motivo ti eri opposta tanto fermamente a quel matrimonio così frettoloso e senza ombra di dubbio sconveniente. Ma che la sua ambizione e la sua brama di potere fossero talmente smisurate da spingerlo a tentare di ucciderti... Ebbene, questo proprio non eri riuscita a prevederlo. D'altronde, come avresti potuto? All'epoca non sapevi ancora come scovare il lerciume maleodorante che spesso si nasconde dietro alle belle parole e ai modi raffinati. Di certo, ora, non ripeteresti – non ripeterai – più lo stesso errore.
Naturalmente, Hans non aveva né il coraggio, né le capacità per affrontare a volto scoperto un'avversaria tanto temibile e potente. E non era certo nel suo stile rischiare di sporcarsi direttamente le mani con il sangue di un membro della famiglia reale. Così, aveva astutamente deciso di avvalersi dell'aiuto dell'unica creatura che, a voler dar retta alle voci che ne riportavano la fama, sarebbe stata davvero in grado di fronteggiarti e sconfiggerti, facendoti al contempo passare per la sfortunata vittima di un tanto tragico quanto imprevedibile incidente.
L'Oscuro Signore.
Rumplestiltskin.
Era proprio come lo descrivevano le storie dei menestrelli che ogni tanto giungevano ad allietare le serate della tua corte, spaventoso e folle come te lo eri sempre immaginato.
Che cosa Hans gli avesse offerto in cambio della tua morte non sei onestamente in grado di dirlo. Considerando però il pozzo d'infamia che quell'uomo aveva al posto della coscienza, non ti riesce difficile figurarti l'orrore che avrebbe finito con l'avvolgere tra le sue spire l'intera esistenza dei tuoi fedeli sudditi.
Eppure, non sei riuscita a provare alcuna paura davanti al viso di pietra del folletto, nemmeno quando ti ha scaricato addosso tutta la forza dirompente della sua magia.
Dopo una vita intera trascorsa a nascondere agli occhi del mondo la vera entità della tempesta che ti infuriava nel fondo dell'anima, era alla fine giunto il momento di lasciarla esplodere in tutta la sua devastante e gloriosa violenza, fino a permetterle di trasformarti totalmente in una creatura nuova, perfetta, completa – una cosa sola con il vento e con il cielo.
Persino Rumplestiltskin indietreggiava in preda allo stupore davanti al potere tremendo attraverso il quale ti opponevi al suo assalto.
Ma Anna non sapeva – non poteva sapere! Perché tu, proprio tu, illudendoti di proteggerla, non l'hai mai resa a pieno partecipe del tuo segreto! – quello che eri realmente capace di fare.
E' stato un attimo. Non hai neppure avuto il tempo di pregarla di andarsene, di fuggire il più lontano possibile da quel campo di battaglia in cui ti battevi, ad armi pari con l'Oscuro, per il tuo diritto di vivere.
Un istante prima la guardavi correre verso di te, invocando il tuo nome. Un istante dopo giaceva scomposta sul terreno ghiacciato, travolta in pieno dall'incantesimo mortale del tuo avversario, contro il quale aveva cercato di proteggerti facendoti scudo con il suo stesso corpo.
E' stato allora che l'universo è andato in pezzi, e tu con lui.
Anna.
Quel che è accaduto da lì in avanti è un miscuglio indefinito di incredulità e rabbia, un incubo vago ed indistinto in cui l’unica sensazione ancora percepibile era il dolore che, come acido, ti perforava lo stomaco e ti bruciava il cervello. Ricordi solo che la disperazione aveva preso con furia cieca il possesso della tua mente e del tuo cuore, e niente aveva più importanza per te al di fuori del terrore che vedevi emergere con sempre maggiore prepotenza dall'abisso limaccioso e senza fondo che era lo sguardo di Rumplestiltskin.
Eri più forte dell'Oscuro.
Ti ha vinta solo grazie all'esperienza.
Ti ha vinta, ma non ti ha uccisa.
Non ha potuto.
Perché nemmeno lui era – no, è – tanto potente da riuscire a fermarti una volta e per sempre. Con le poche energie che gli rimanevano ti ha rinchiusa all'interno di quel vaso magico, nella profonda oscurità del quale hai atteso con fredda pazienza l'arrivo del giorno che avrebbe salutato il compiersi della tua vendetta.
E ora quel giorno è arrivato.
Osservi l'alba tingere di rosa il profilo delle case di una piccola cittadina situata, così ti sembra, a pochi chilometri di distanza dall'edificio che è stato testimone della tua rinascita.
Una buona base da cui cominciare la mia caccia.
Troverai il folletto, e colui che lo ha evocato.
E questa volta nessuno dei due vivrà abbastanza a lungo da assistere ancora al sorgere del sole.

 

 

 

Nota:

Sorpresa! Dite la verità, non ve lo aspettavate, vero?
Sì, lo so che, avendo in sospeso l'ultima parte della mini-long interna alla raccolta Rumbelle avrei dovuto concentrarmi solo ed esclusivamente su quella, ma, cercate di capirmi, questa storia mi ronza in testa da lunedì mattina, e se non le avessi dato voce, probabilmente avrei finito con l'impazzire!
*si prepara al lancio di frutta e ortaggi vari*
Scherzi a parte, due parole su quanto avete appena letto. Come avrete di certo capito, è Elsa la protagonista di questa shot assolutamente senza pretese e scritta prevalentemente di getto, nella quale mi sono immaginata il possibile background di quella che sembra essere destinata a diventare a tutti gli effetti il nuovo villain della prossima stagione. Ho provato a dare una spiegazione plausibile delle motivazioni di Elsa, e, considerando che in OUAT hanno più o meno tutti una vera e propria fissa per il tema della vendetta, ho applicato anche a lei il medesimo criterio. Ovviamente, con chi poteva prendersela questa bella e glaciale fanciulla se non con il più bistrattato fra tutti i Signori Oscuri? #cosavelodicoafare
D'altra parte, visto il casino che ha appena combinato il nostro Rumple, se proprio deve prendersi una bella picconata sulle gengive (perché se la merita eh, mortacci suoi!), preferisco che sia Elsa a farlo. Non so perché, ma la vedo adatta allo scopo.
Non conoscendo molto la fiaba originale della Regina delle Nevi, mi sono attenuta a quanto narrato in Frozen, trasportandone gli avvenimenti più o meno a dieci anni prima del lancio della maledizione (quando l'Oscuro era ancora l'Oscuro e Belle se ne stava felice e contenta – e bambina – ad Avonlea) cosicché è verosimile che il caro Hans 'delle Isole del Sud' (che bella personcina!) sia ancora vivo e vegeto e nascosto sotto un'altra identità a Storybrooke. Sono comunque rimasta volutamente sul vago, per non delimitare la storia entro confini troppo stretti. Si, va beh, fatemi sapere come al solito se ho combinato un pasticcio colossale!
Ringrazio da subito chiunque mi lascerà la sua opinione, sapete bene che sarà cosa più che gradita.
Ci aggiorniamo al più presto (no, non so precisamente quando!) con la raccolta Rumbelle :)
Bacioni <3

padme

P.S: l'ho già detto che sono follemente innamorata di Elsa? Ah, l'avevate capito? ;-)
P.P.S: il sottotitolo è una strofa di Let It Go, a mio parere estremamente significativa.

 

 

   
 
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