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Autore: thedgeofbreakingdown    15/05/2014    14 recensioni
Cercò di alleggerire il peso che aveva al petto e che sembrava quasi opprimente mentre si spogliava rimanendo in boxer e infilandosi sotto le coperte.
Grover non era nella sua stanza ma a lui andava bene così. Voleva stare da solo anche se non sapeva bene il perché.
Voleva stare da solo, il cuore impregnato del sorriso che lui considerava il più bello del mondo, la testa carica di una risata che avrebbe ascoltato ventiquattro ore su ventiquattro.
Non pensare a lei -si diceva- non è la cosa giusta, non ci pensare.
Ma come non puoi pensare a una persona che ti è entrata sotto la pelle?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Talia Grace
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Beating Heart'
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Find me in the shadows in order that the cold never bother me anyway
 

Era il trentuno di Dicembre.

Erano passati sei giorni da quel Natale mozzafiato e che si era concluso con quattro ragazzi scalmati che si erano seduti a mangiare con abiti e capelli completamente sporchi per il cibo lanciatosi.

Si erano scambiati i regali dopo che Annabeth e Talia avevano fatto un bel po' di biscotti dato che l'impasto per la torta era finito sulle magliette di tutti e quattro i ragazzi. Erano però rimasti talmente felici di quel Natale che per una delle poche volte in vita loro, avevano desiderato non finisse mai.

I regali erano stati perfetti e alla fine, ogni ragazzo si era impegnato per scegliere il più adatto.

Talia aveva ricevuto un completino intimo in pizzo da Luke (“sei un grandissimo pervertito stronzo”), un golfo nero e corto assieme a un paio di jeans strappati da Annabeth, e da Percy uno di quei cd di band metallare che ascoltava solo lei e una felpa degli acdc che stava sognando da secoli.

Per Luke i regali erano deicisamente stati più semplici date le poche pretese che aveva il ragazzo: due golfi e un cardigan da Percy e Annabeth e delle mutande rosse con la renna sul sedere da parte di Talia. Era stata una scena a dir poco esilarante e dire che i ragazzi avevano riso, era dire davvero poco.

A Percy erano toccate una camicia e una felpa da parte di Luke e Talia e un golfo blu scuro da parte di Annabeth che lui aveva adorato e subito messo.

Annabeth aveva ricevuto da Talia un vestito bianco e talmente corto e aderente che Percy aveva tentato di lanciarglielo nel caminetto accesso appena la mora si era distratta ma poi, dopo essersi beccato un pugno dalla dolcissima migliore amica, aveva cercato di accettare l'idea che Annabeth se lo sarebbe messo a capodanno. Da parte di Luke erano arrivate delle scarpe col tacco abbinate a quel vestito, segno che c'era sotto lo zampino di Talia e da Percy invece, uno di quei golfi enormi che lei amava alla follia e un anello, un anello semplice e argento con scritto “save” in un bel corsivo, al suo interno.

Era stato un Natale perfetto, all'insegna del divertito e ai film che mettevano ogni anno e che avevano sempre la stessa fine, ma che comunque sarebbero sempre piaciuti.

 

- Bionda, fatti vedere! – le urlò Talia dalla sua camera mentre si infilava le decolleté nere abbinate al vestito scuro e aperto sulla schiena che avrebbe indossato per quella sera.

Si sistemò l'orlo dell'abito e agitò un po' le spalle lasciando che i capelli scuri le sfiorassero la schiena fino al gancetto del reggiseno a fascia di Annabeth.

- Come sto? – domandò la bionda avvampando leggermente appena gli occhi blu elettrico di Talia si posarono sulla sua figura stretta in un abito bianco eleborato dalla linea semplice e aderente che le fasciava il fisico magro fino alle cosce e le metteva in risalto le gambe magre e toniche.

- Sei bellissima! – esclamò Talia battendo le mani e guardandola ancora, apprezzandosi sempre di più per il suo formidabile gusto estetico.

- Non è un po'.. troppo? – chiese Annabeth leggermente insicura e un po' a disagio in quel vestito che era decisamente fuori dal suo stile.

Talia sollevò gli occhi al cielo battendo le mani un paio di volte e avanzando verso l'amica.

- Annabeth sei bellissima. Evita di rompe i coglioni ancora, d'accordo? – disse facendola ridere e superandola per poi fermarsi sulla soglia della porta.

- Anche tu sei bellissima, comunque – ammise Annabeth voltandosi verso di lei e muovendo un paio di passi sui tacchi alti.

Talia si spazzolò la gonna corta e aderente del vestito girando lentamente e mostrando la schiena scoperta, – Luke non sarà felice ma chi se ne frega.

- Lo farai impazzire – rise Annabeth seguendola lungo il corridoio e poi giù per le scale.

Si chiese come facesse Talia ad andare così spedita su quei trampoli ma poi lasciò stare e si concentrò su come evitare di spezzarsi l'osso del collo e arrivare al pub sana e salva.

 

Affiancò Talia appena mise anche lei piede nel salotto e a giudicare dalla voci e dalla luce accesa della cucina, Luke e Percy dovevano essere proprio lì dentro.

- Muovitevi! – sbraitò Talia muovendo passi sicuri verso l'appendi-abiti e afferrando il cappotto scuro. Fece per infilarselo ma la voce di Luke la precedette.

- Vai. Immediatemente. a. cambiarti – disse scandendo bene le parole una a una e cercando il sostegno negli occhi verdi di Percy che però era troppo impegnato a trovare un modo per coprire di più la figura snella di Annabeth.

Talia si voltò verso di lui lentamente tenendo il cappotto nero stretto in una mano, – non esiste, tesoro bello. Amo questo vestito.

Luke sbarrò gli occhi prendendo un profondo respiro, – anche io lo amo, ma non quando stiamo andando in un pub con almeno una cinquantina di ragazzi arrapati.

Talia si passò una mano tra i capelli e Annabeth rise, un po' per l'amica e un po' per lo sguardo di supplica che Percy le stava rivolgendo nel tentativo di farle cambiare d'abito e mettere qualcosa di più comodo e che non le segnasse le tette in quel modo.

- Luke lo sai che potrei rompere il polso a tutti quei ragazzi con un colpo, vero?

- Si, ma..

- E lo sai che sarà facilissimo togliermi questo vestito appena arriveremo a casa?

- Si, ma.. – sbarrò gli occhi alle parole della sua ragazza che gli rivolse un sorriso furbo. Luke alzò un pugno al cielo afferrando il cappotto che aveva lasciato sulla spalliera del divano, – forza gente! Tutti al pub!

 

Erano in un pub dal nome improponibile da almeno qualche ora. Si stavano divertendo però: erano al terzo giro di birra, la musica era una bomba e il tutto davvero molto caratteristico e intimo; le pareti, le sedie, il bancone e le tavole in legno, le mensole ricche di alcool e la musica che usciva alta dalle casse. La pista gremita di persone e Percy, Luke, Talia e Annabeth che ci stavano dando dentro a risate e birre senza preoccuparsi del resto.

Avevano fatto amicizia con un paio di ragazzi del posto e si erano offerti bibite vicendevolmente prima che continuassero a chicchierare e ridere, forse un po' lontani dall'essere sobri.

- Annabeth, devo andare a pisciare! – urlò Talia ridendo due secondi dopo e attirando l'attenzione di Percy e Luke che risero a loro volta senza un motivo ben preciso.

- Vuoi una birra? – domandò Luke dando poi una pacca al ragazzo castano che aveva accanto e che non aveva mai visto in vita sua. Anche quello rise, le gote rosse e gli occhi scuri un po' lucidi per l'alcool e mise qualche dollaro sul bancone offrendo da bere a lui e Percy.

- Andiamo a pisciare – disse Annabeth prendendo il polso di Talia e ridendo pochi attimi dopo. Cercò di stabilizzarsi sui tacchi ma barcollarono assieme sbattendosi a un paio di persone e salutando ragazze che non avevano mai visto.

Trovarono il corridoio del bagno, anche quello in legno, un po' a tentoni e risero mentre varcavano la soglia ed entravano in un anti-camera fredda, rispetto al resto della sala.

Talia entrò in bagno senza smettere di ridere ed Annabeth la imitò, puntando le mani ai lati del lavandino e guardandosi allo specchio. I capelli le ricaddero per un po' davanti al viso e si osservò. Osservò i suoi occhi grigi un po' lucidi rispetto al normale, le gote arrossate e la fronte imperlata leggermente di sudore. Poi, osservò il suo sorriso, un sorriso un po' brillo a dirla tutta ma pur sempre un sorriso talmente ampio che la fece sorridere ancora di più.

Era felice.

Annabeth Chase era felice.

Niente più ombre nella sua vita, niente più ombre che l'avrebbero potuta rapire o incatenare. Niente più ombre perché adesso, le sembrava tutto stramaledettemente perfetto.

 

Talia uscì dal bagno pochi minuti dopo.

Il trucco un po' colato, le guance rosse tanto quanto quelle di Annabeth ma il sorriso ampio e le braccia già stirate verso l'alto in un'esplicita richiesta di ballare ancora.

Passò un braccio sulle spalle della bionda che invece le avvolse la vita e barcollarono assieme in equilibrio precario su quei trampoli, reso ancora più difficile dall'alcool che avevano in corpo.

Attraversarono il corridoio e poi, Annabeth lo vide.

Vide prima il suo sorriso calcolatore, gli occhi di ghiaccio che scrutavano Percy e la birra accanto sé.

Vide i capelli castani tirati indietro.

Vide il volto solcato da rughe, un volto che lei non era mai riuscita a farsi piacere.

Vide le spalle strette in una giacca scura.

Vide quelle mani grandi che non avevano mai avuto rispetto per lei e la testa iniziò a girarle vorticosamente ed era certa che non fosse per l'alcool.

Barcollò scusciando via dalla presa di Talia e incrociando i piedi prima di sbattersi violentemente al muro con la spalla destra.

Le gambe le cedettero mentre il cuore le batteva così tanto forte che sembrava volesse uscirle dal petto.

Il respiro divenne affannoso e l'aria iniziò a mancarle mentre scivolava verso terra prima di venir sorretta da Talia.

- è qui.. – mormorò, la lingua intrecciata e le mani che tremavano senza controllo.

- Chi è qui? – domandò Talia che sembrava avesse ripreso il controllo in pochi attimi e che aveva già un'idea di chi potesse essere la persona alla quale si riferiva Annabeth.

- È qui.. – ripetè Annabeth senza riuscire a controllare il respiro e i suoi battiti.

Talia la riportò dritta e lei barcollò ancora, le gambe che non volevano saperne di rispondere al suo volere, – andiamo via – decise Talia risoluta tentando di portarsela dietro.

Annabeth sembrava non fosse in grado di muoversi mentre il panico prendeva il sopravvento su di lei e le gambe cedevano di nuovo, rischiando che Talia crollasse a terra se non fosse riuscita a reggerla.

- Annabeth devi combattere, sono stata chiara? – disse Talia, gli occhi blu elettrico ridotti a due fessure, il viso a pochi centimetri da quello dell'amica e le mani sulle sue guance, quasi obbligandola a guardarla negli occhi, – tu sei più forte di così, devi lottare.

Lo sguardo di Annabeth era vacuo, spento. Le pupille dilatate e gli occhi grigi terrorizzati.

Scosse la testa senza più riuscire a controllare il pianto imminente e sgusciò via dalla presa di Talia, barcollando ancora, – non me lo merito – gemette, – non me lo merito.

- Cosa? Cosa non ti meriti? – domandò Talia cercando di non entrare nel panico e andando incontro all'amica che si era addossata al muro, schiava di quelle ombre che solo un attimo prima pensava di aver sconfitto.

- Voi – rispose soltanto e poi andò via nonostante le proteste di Talia.

Accelerò il passo appena capì che l'amica l'avrebbe seguita, il cervello che non riusciva più a distinguere la cosa giusta dalla cosa sbagliata.

Passò accanto a Percy che smise di chiacchierare con Mr. Morrison per bloccarla da un polso, – ehi, Annabeth. Lui è Robb e.. – e Annabeth incrociò quegli occhi di ghiaccio che ancora le facevano paura. Si asciugò le lacrime e poi strattonò il polso uscendo velocemente dal locale, dietro al ghigno di un bastardo che già pensava a come farla nuovamente sua.

- Annabeth! – non si voltò al richiamo di Percy e lasciò che l'aria fredda le potesse scompiglaire i capelli e schiarirle la mente.. nel modo sbagliato. – Annabeth, ma che ti prende? – domandò il moro indeciso se essere arrabbiato o preoccupato.

- Non mi prende niente! – urlò lei lottando contro le lacrime e il freddo dal quale il vestito bianco, nonostante le maniche lunghe, non riusciva a proteggerla, – mi devi lasciar stare.

Percy corrugò la fronte e sbarrò gli occhi verdi, – ok, siamo entrambi palesemente ubriachi, adesso torniamo a ca..

- Ci tornate voi a casa, io non vi merito! – disse, per Percy senza una logica ben precisa ma non per lei, con un freddo e delle ombre che la avvolgevano più fitta che mai. Un freddo e delle ombre che sembrava essersi lasciata alle spalle ma che in realtà non l'avevano mai abbandonata.

Ed era vero.

Mr. Morrison aveva sempre avuto ragione. Lei non meritava niente di bello.

Lei non meritava l'amore di Percy, i sorrisi di Luke e gli abbracci di Talia.

Lei era sbagliata.

Lei meritava solo ciò che Mr. Morrison era disposto a darle, solo ciò che lui poteva donarle.

Lei meritava violenza e odio, non abbracci e risate.

Lei non aveva mai meritato Percy o Talia o Luke perché non era mai stata degna di persone speciali come loro. Lei non era neanche lontanamente vicino a quei tre ragazzi in grado di spaccare il mondo.

Lei era sempre stata un peso, qualcosa per cui non valesse la pena combattere o cercare nelle ombre.

Lei non andava salvata perché era già morta.

- Annabeth.. – tentò Percy capendoci sempre meno, – torniamo a casa, per favore – e glielo disse quasi in un sussurro allungando una mano verso di lei che significava molto di più di un:”adesso ce ne andiamo”perché quella mano significava: “ti sto salvando”, significava: “tu non sei sola”.

Quella mano era come un'isola dopo giorni di mare, era come la luce infondo al tunnel, era come un appiglio mentre cadevi nel burrone.

Annabeth pianse, pianse ancora di più perché non si meritava niente del genere e perché non si meritava una persona come Percy disposto a darle tanto senza ricevere niente.

Annabeth pianse ancora di più, avvolta dalle ombre che non volevano lasciarla andare e gridando un “trovami” che forse Percy non aveva mai sentito realmente

Annabeth se ne andò, se ne andò perché alla fine, quell'isola è la tana del ciclope, la luce infondo al tunnel è un treno e quell'appiglio poi si spezza.

Corse via tenendosi i tacchi in mano, scappando da Percy, dalla sua voce e dal suo corpo.

Scappando dal suo amore e da tutto ciò che lui era disposto a darle.

Scappò perché non conosceva altre via di fuga, scappò entrando sempre di più in quelle ombre che le avevano fatto paura per tanti anni ma che erano la strada giusta e lo sarebbero sempre state.

Scappò lasciando che il freddo le intorpidisse il corpo e l'aria le bruciasse i polmoni.

Corse senza neanche guardare dove stesse andando tenendo i tacchi stretti nella mano destra e piangendo, piangendo forte come aveva fatto poche volte in vita sua perché adesso, ne era sicura, aveva perso ciò che di più importante aveva nella vita.

Corse senza pensare ma alla fine, a cosa mai avrebbe potuto pensare?

Corse prima di sbattersi contro qualcuno.

Le lacrime le offuscavano la vista e barcollò all'indietro se quel qualcuno non le avesse afferrato possessivamente i polsi.

Freddo.

Ombre.

- Annie bella – fece Robb con un ghigno e il respiro di Annabeth si mozzò appena la vista iniziò a rischiararsi e i suoi occhi incontrarono quelli di ghiaccio dell'uomo che più aveva odiato in vita sua.

Per un attimo pensò a Percy, a Talia che le diceva di combattere e a Luke che le insegnava come fare e tentò di liberare i polsi ma poi si arrese e capì, capì che andava bene perché lei si meritava tutto questo: lei si meritava di star male.

I muscoli smisero di contrarsi, le braccia di lottare, gli occhi di piangere perché andava bene così, perché quelle ombre e quel ghiaccio che erano sempre stati parte di lei e andavano benissimo.

E si lasciò portare in un vicolo buio, illuminato da un lampione solitario ma che nessuno avrebbe mai notato, non a Capodanno, non con chissà quanti litri d'alcool in corpo e la voglia di far festa.

Dio, quell'uomo era talmente squallido che preferiva portarla in un vicolo, talmente irrispettoso nei confronti di Annabeth da non avere neanche la decenza di portarla a casa sua. Talmente malato che dei suoi occhi e del suo corpo da diciannovenne ne faceva la sua eccitazione e la sbatté al muro con forza facendole cozzare la testa contro il cemento e facendola gemere.

- Mi sei mancata, Annie bella – le respirò forte sul collo e Annabeth rabbrividì per quelle labbra da cinquantenne così diverse da quelle morbide di Percy che sapevano sempre coccolarla al punto giusto. Così diverse e strane che il freddo aumentò mentre le mordeva forte la pelle preoccupandosi di farle male.

Ma ad Annabeth andava bene, andava bene perché se lo meritava, perché era giusto così.

Annabeth gemette di dolore appena quella mano ruvida le strinse troppo il fianco e gli occhi di ghiaccio di Robb si fissarono sulle sue iridi, – te lo meriti, puttana.

Ed Annabeth chiuse gli occhi lasciando che due lacrime le scorressero veloci sulle guance seguite poi da altre che non riuscì a controllare nonostante il suo volere fosse diverso.

La mano di Robb vagò per il suo corpo. Le strinse forte il seno facendola gemere per il dolore ancora una volta e poi le andò sull'intimità facendo arrivare un'altra ondata di gelo e tenebre.

Era così diverso dal tocco dolce di Percy e che era sempre capace di farla star bene, era un tocco rude, irrispettoso e che le fece male e la fece piangere ancora di più.

Trovami nelle ombre affinché il freddo non mi faccia più del male, Percy.

E pregò, pregò mentre la mano di Robb si divertiva sulla sua intimità e lui ghignava, pensando a quello che le avrebbe potuto fare dopo.

Trovami.

Trovami.

- Te lo meriti, puttana.

Trovami.

Trovami.

E pianse, pianse senza riuscire a vedere più un'uscita da quelle ombre.

Sfregò le dita della mano sinistra per resistere a un freddo che non passava e sentì il tocco gelato dell'anello di Percy.

Abbassò lo sguardo sull'anulare e osservò quel cerchietto argento.

“Save” diceva l'incisione. Lo aveva da sei giorni e per sei giorni aveva incessamente pensato a cosa volesse dire “Save”. Per sei giorni, il suo cervello aveva lavorato senza sosta, cercando una spiegazione a quell'incisione che non aveva mai visto da nessun'altra parte. Ma solo a quel punto, solo incollata contro a un muro freddo e avvolta dalla paura, Annabeth capì e si diede della stupida per non esserci arrivata prima.

Quel “Save” non era riferito a Percy, non era riferito a lui che l'avrebbe salvata.

Andiamo, cavolo! Percy l'aveva salvata talmente tante volte che aveva anche perso il conto. Percy l'aveva trovata nelle ombre e riscaldata dal freddo talmente tante volte che Annabeth non lo aveva neanche realizzato.

E Annabeth a quel punto capì. Capì che quel “Save” era sempre dipeso da lei, capì che l'essere salvata era sempre dipeso da lei.

Capì che Percy l'aveva trovata ma lei doveva lasciarsi portare in salvo.

Capì anche che si era sempre lasciata salvare permettendo che la sua vita fosse guidata da qualcun altro ma adesso, era il suo turno di manovrare la partita.

- Io non me lo merito – mormorò e Robb si fermò di scatto senza togliere quella mano fastidiosa dlal'intimità di Annabeth.

- Che cos.. – ma la gomitata che gli arrivò sulla bocca fu abbastanza forte e fulminea da fargli scattare la testa all'indietro. Barcollò per un paio di passi e Annabeth fletté i polsi, lo sguardo assottigliato e il corpo che tremava.

Non per il freddo.

Non per la paura.

Per la rabbia. Rabbia che aveva accumulato in sette anni e rabbia che nutriva nei confronti di quel verme che non aveva mai meritato neanche una sua lacrima.

Robb si portò una mano al labbro che sanguinava vistosamente e si mise dritto sputando sangue e osservando Annabeth con odio e scherno, – puttana – disse avventandosi su di lei.

Annabeth schivò lateralmente e lo colpì sulla schiena con un calcio talmente forte che lo fece finire a terra sbattendo la testa contro il cemento.

Gli si inginocchiò accanto sollevandolo per i capelli sulla nuca e inchiodando gli occhi grigi e freddi in quell'azzurro ghiaccio che non le era mai piaciuto.

- Io. merito. Di essere. Felice – disse scandendo le parole e lasciando poi ricadere la testa di Robb a terra.

Si rialzò sistemandosi il vestito salito un po' sulle cosce e si poggiò al muro per infilarsi le scarpe col tacco.

Si era lasciata trovare nelle tenebre, aveva permesso che venisse portata in salvo e adesso, quel freddo che inevitabilmente sentiva sempre attorno al cuore -ne era certa- non le avrebbe più dato fastidio.

E poi, aveva una festa di capodanno alla quale andare.



Angolo Autrice: 
Ehiiila<3
Oh Gesù.. l'ultimo capitolo prima dell'epilogo. Sto iniziando ad odiare la prossima settimana, lo giuro.
Quando ho letto l'ultima frase, mentre corregevo, mi sono salite le lacrime. Questo è uno dei miei capitoli preferiti perché Annabeth fa finalmente i conti col suo passato. Chiude per sempre con quel qualcosa che le aveva sempre fatto male. Riesce a riscattarsi, a ribellarsi quasi a sé stessa e sembrerà strano ma sono fiera di lei. Ero gasatissima mentre scrivevo questo capitolo e adesso, quasi quasi, non voglio più pubblicarlo perché questo vuol dire che con il prossimo metterò fine a questa storia..
In ogni caso, spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto nonostante sia un po'.. forte e che non vi abbia affatto deluso. Ci tengo molto quindi fatemi assolutamente sapere che ne pensate, anche se fa schifo ahaha
Per quanto riguarda l'anello di Annabeth, non vi preoccupate, tutto verrà raccontato a dovere nell'epilogo^.^
Sinceramente pensavo avrei detto molto di più su questo capitolo eppure le parole non riescono quasi ad uscire.. non lo so, forse vi aspettavate qualcosa di diverso, qualcosa del tipo Percy che eroicamente arriva e salva tutti ma io odio le storie dov'è sempre neccessario un uomo per sistemare la situazione. Annabeth era abbastanza forte per farlo da sola, almeno per me..
A si, per il titolo ho mischiato "Undercover" di Selena Gomez e "Let it go" di Demi Lovato che, by the way, trovo che come canzone rappresenti al meglio la situazione di Annabeth.
Grazie mille a tutti per le recensioni sempre dolcissime e positive e, ripeto, pero tanto che questo capitolo non vi abbia deluso:**
Alla prossima (purtroppo.. epilogo:'( )
Love yaa<3
x




   
  
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