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Autore: hemmingseyes    15/05/2014    1 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima One Shot, ho dovuto farmi un sacco di coraggio per pubblicarla, quindi se vi incuriosisce leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
Dal testo:
"[...] E odio profondamente la sua risata, o meglio, le sue risate. Ora, spiegatemi come diamine fa una persona ad avere almeno cinque modi di ridere diversi, perché non riesco davvero a spiegarmelo! Qualche volta sembra una ragazzina di dodici anni, qualche volta sembra un vecchio maniaco e qualche volta sembra avere l’asma."
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-What I Don't like about you.


 
Odio il mio vicino. Odio tutto di lui, a partire dal suo aspetto fisico, i suoi ricci capelli biondo cenere sempre ammaccati da un cappello, solitamente un beanie, o un Fedora, per non parlare di quando usa quelle ridicole bandane, ogni volta che lo vedo con quegli inutili pezzi di stoffa penso “Ma guardatelo, chi diamine crede di essere?! Lenny Kravitz? ”.
Odio i suoi enormi occhi verdi, che spesso sono cangianti. Mi trasmettono un sacco d’inquietudine, quegli occhi verdi che si guardano continuamente intorno come se qualcuno potesse improvvisamente spuntargli alle spalle e derubarlo, ed io odio quell’inquietudine che si posa come un’ombra su quegli occhi e glieli rende meno brillanti, cosa che però non accade quando è con i suoi tre amichetti, idioti tanto quanto lui. Odio il suo naso e i suoi zigomi che sembravano quasi uscire dalla sua pelle.
Odio le sue labbra. Quelle labbra rosee e piene che stanno sempre all’insù, concedendo sempre un sorriso un po’ compiaciuto, dovuto all’effetto che ha sulla gente, o meglio, che pensa di avere, ed odio fottutamente quelle sue fossette infernali che compaiono sempre per rendere il suo sorriso ancora più fastidioso. Odio il suo collo liscio e le sue spalle larghe, odio le sue braccia lunghe e muscolose e il suo fottuto petto ampio che sembra essere sempre pronto per accoglierti in un abbraccio da film, odio le sue mani mostruosamente grandi che potrebbero benissimo essere più grandi della mia faccia.
Odio quel terribile tic che ha, quando non porta i suoi soliti cappelli, di passarsi la mano nei capelli per aggiustarli, ma finisce quasi sempre per peggiorare la situazione, rendendoli ancora più incasinati di quanto già non lo siano.
Odio il suo profumo, che non è nemmeno un profumo preciso, ma è qualcosa di maledettamente suo, come se fosse sprigionato dalla sua pelle. Odio i suoi jeans stretti, scuri e qualche volta strappati che mettono in risalto le sue gambe lunghe e muscolose.
E odio profondamente la sua risata, o meglio, le sue risate. Ora, spiegatemi come diamine fa una persona ad avere almeno cinque modi di ridere diversi, perché non riesco davvero a spiegarmelo! Qualche volta sembra una ragazzina di dodici anni, qualche volta sembra un vecchio maniaco e qualche volta sembra avere l’asma.
Odio la sua voce calda e roca che quasi d’inverno non hai bisogno del fuoco quando sei con lui, perché quella voce sembra riscaldarti abbastanza. Odio incontrarlo ogni volta che mia madre mi fa portare fuori la spazzatura, io vestita con i miei soliti jeans stretti e maglioni larghi, con i capelli raccolti in una cipolla che farebbe impallidire anche la più grande sciattona dell’Universo, struccata e pallida da far paura, con qualche rimanenza del mascara che probabilmente non è andato via bene e gli occhi che urlano “LASCIATEMI IN PACE, VOGLIO DORMIRE!”, lui invece sempre perfetto, impeccabile, che mi saluta con la mano dall’altro lato della strada ed io rispondo con un cenno annoiato per poi girarmi come un automa e scappare letteralmente da lui.
Odio incontrarlo la mattina, appena sveglia quando esco di casa con l’aria di uno zombie per andare a scuola mentre lui con un sorriso che farebbe invidia anche a un Dio mi saluta e mi chiede se ho bisogno di un passaggio ed io come al solito rifiuto. Sembra quasi un rito ma col cazzo che vado in macchina con lui! Preferisco andare con i miei piedi, farei di tutto pur di evitarlo. Odio incontrarlo in generale comunque, se non si fosse capito, ma farlo è molto difficile dato che praticamente frequentiamo gli stessi posti. Cerco comunque di evitarlo in ogni modo, ogni volta che lo vedo.
Odio il suo suonare la batteria alle ore più disparate del pomeriggio, suona con talmente tanta forza, tanta passione che posso sentirlo anche dall’altro lato della strada! Nessuno si è mai lamentato. Chi andrebbe mai a lamentarsi con Sant’Ashton Irwin? Il ragazzo d’oro, ottimi voti, presidente del comitato studentesco e persino Re del ballo di Primavera. Odio il suo essere gentile con me, anche se ha palesemente capito che non è di certo nella lista delle persone che mi stanno simpatiche, che, se a qualcuno può interessare, comprende solo la mia migliore amica e il mio cane. Più di tutto, però, odio il fatto che per quanto io possa cercare di convincermi di odiarlo non riesco a fare a meno di pensare a lui, ogni giorno, quando meno me lo aspetto la sua immagine compare vivida nella mia mente, a torturarmi, a corrodermi l’anima. Vedo le sue mani, il suo sorriso, ascolto la sua risata, ogni notte. Nei miei sogni.
Sì, perché anche nei sogni mi tormenta. Mi abbraccia, mi bacia. È come il mio Inferno personale, ma non l’ho detto a nessuno, nemmeno alla mia migliore amica. Perché è il mio Inferno e deve rimanere tale, non ho intenzione di condividerlo con nessuno, e poi lei, la mia migliore amica, con aria trasognata inizierebbe a mettere insieme un sacco di stronzate su quanto io sia innamorata e pazza di lui. Ma per favore! Io? Una cotta? Ashton Irwin? Ma se non riesco nemmeno a metterlo insieme per formare una frase sensata! Ma forse, forse qualcosa sta cambiando.
Già, perché avreste dovuto vedere la sua faccia, questa mattina, quando come il solito mi ha chiesto se avessi bisogno di un passaggio verso la scuola, con la mano già ad armeggiare con le chiavi vicino la portiera dell’auto, pronto a salire e a salutarmi con una risata e una scrollata di spalle dopo il mio rifiuto ed io con un sorriso (sì, avete letto bene) ho accettato il suo passaggio.
  
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