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Autore: Deb    15/05/2014    6 recensioni
Si parla di tutto e di niente, sicuramente non si parla del passato. Lei lo vorrebbe soltanto dimenticare, ma non può e non se lo concede. Deve imparare dal passato, così le avevano detto e lei lo ha fatto. Ha imparato a parlare con Peeta. Solo con lui. Perché soltanto con lui può essere se stessa, può essere debole. [...]
«E ora ci aiutiamo a vicenda», dice, stiracchiandosi, «perché dovrei aiutare te?»
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Feelings After-war ~ Katniss/Peeta'
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Precario equilibrio



Il tempo non aspetta, non si ferma e le persone non possono fare altro se non andargli dietro, muoversi con lui. Rincorrerlo, quasi.
Non si riposa nemmeno per un minuto, i secondi continuano a susseguirsi ed è proprio come trovarsi dentro un orologio. C'è la sveglia, la colazione, il pranzo, la cena e poi il sonno. Le persone seguono la routine che si sono prefissate per non lasciare che il tempo possa divorarli.
E lentamente si riesce a trovare l'equilibrio. È precario, ma è un equilibrio.
Ci sono le coccole mattutine; quando ancora sono nel dormiveglia, ma le carezza non mancano mai. Poi c'è il pane appena sfornato e si consuma la colazione, lentamente, senza parlare perché le parole di prima mattina non sono il suo forte, come non lo sono nel resto dell'intera giornata, ma ha imparato a parlare di più.
Il tempo è tiranno ed ha dovuto cominciare a chiacchierare, a raccontare qualcosa. In questo modo non pensa e sa che con lui può parlare di tutto, persino di quanti passi ha fatto Ranuncolo prima di uscire dalla finestra.
Si parla di tutto e di niente, sicuramente non si parla del passato. Lei lo vorrebbe soltanto dimenticare, ma non può e non se lo concede. Deve imparare dal passato, così le avevano detto e lei lo ha fatto. Ha imparato a parlare con Peeta. Solo con lui. Perché soltanto con lui può essere se stessa, può essere debole. Ha imparato a non nascondergli ciò che prova. Piange davanti a lui, a volte, quando non riesce proprio a trattenersi.
E Peeta è lì, a stringerla in un abbraccio confortante che ferma il tempo. O ferma lei, la immobilizza, la rincuora. Il tempo continua invece a passare, ma non per lei. No. Lei rimarrà sempre salda nel passato. Il suo cuore è lì. Nei ricordi che la tormentano. Allora parla. Chiacchiera con Ranuncolo quando Peeta non c'è, perché il gatto non giudica, non risponde e sicuramente non ascolta, anche se alcune volte muove le orecchie, come se fosse effettivamente in ascolto.
Parla delle primule che hanno germogliato, crea monologhi su come il cielo sia azzurro e le ricordano gli occhi di Peeta, ma alla fine il ricordo torna prepotente e lei non può fare altro se non arrendersi e ricadere nel medesimo vortice di angoscia che le attanaglia l'anima.
L'equilibrio si spezza, ma ritorna, sempre. Ogni volta che Peeta l'abbraccia, che la consola. E si ripete tutto da capo, come in un circolo vizioso, come in un orologio dove le lancette non fanno altro che girare in tondo. Continuamente.
A volte chiacchiera persino con Effie, non tanto quanto parla con Peeta, e non le dà fastidio come un tempo, anzi riesce pure a farla ridere di tanto in tanto.
«Katniss cara, vedrai il tempo sana tutte le ferite. Vedrai che starai meglio, vedrai che riuscirai ad andare avanti».
Le ha chiuso il telefono in faccia quando Effie le ha riversato quelle parole. Non le vuole sentire. Perché lei vuole dimenticare, ma allo stesso ha paura di farlo davvero.
Se dimenticasse, Prim non esisterebbe più.
La parte della giornata che Katniss preferisce è quando vanno a letto, quando si mette sotto le coperte e si rannicchia tra le braccia di Peeta.
«Oggi ho provato a scrivere qualcosa, sai, l'idea del libro. Va avanti molto lentamente, ma riuscirò a finirlo. Ho cominciato a scrivere della Mietitura, ma non mi convince molto. Non sono poi così brava a descrivere».
Peeta le sorride e le accarezza i capelli ormai sciolti, «hai tutto il tempo del mondo».
Katniss fa spallucce, «lo so, ma ho paura che con il tempo potrei dimenticarmi alcune cose importanti. Cosa ho pensato quando Effie ha pescato il tuo nome, ad esempio».
«E cos'hai pensato?» È una delle poche volte che parlano del passato, ma ormai il discorso è in ballo e l'ha tirato fuori lei. Sta scrivendo quel libro per poter ricordare, per sempre e se ne voleva parlare con lui, del libro, allora dovevano necessariamente parlare di ciò che è accaduto in passato.
«Ho pensato: Oh no! Peeta Mellark, no! Non lui!» Rispondo sinceramente scrollando le spalle. Lui sgrana gli occhi un attimo, poi nasconde il suo stupore.
«Perché non volevi uccidermi o perché mi odiavi?»
«Perché ero in debito con te, quindi sarebbe stato più difficile ucciderti», accarezzo il suo braccio e comincio a disegnare dei cerchi immaginari.
«Sarebbe stato meglio se ci fosse stato Gale al mio posto, l'avresti salvato e non avresti dovuto fingere di amarlo visto che l'amavi davvero».
I suoi occhi l'osservano e si allontana da lui. L'equilibrio è spezzato e Katniss decide che non avrebbe più parlato del passato. Non ne parlano per un motivo in fondo, e quando lo fanno è perché Peeta vuole sapere se i ricordi che gli sono tornati alla mente siano veri o falsi.
Katniss si alza e fa finta di cercare qualcosa dentro il cassetto, per fargli ritrovare la calma. Quando lei stava male, aveva bisogno dei suoi abbracci, del suo calore, ma quando l'equilibrio lo spezza lui – involontariamente – sa di doversi allontanare.
È capitato spesso, soprattutto agli inizi, che Peeta cercasse di strozzarla o di farle del male. Lei però non si è allontanata più di tanto; quando ha gli episodi, gli lascia il suo spazio, ma non demorde e sa che Peeta non le farebbe mai davvero del male.
Una volta, l'aveva attaccata. Ma quando ha notato che stava per superare il limite, Peeta si è fermato ed anche se non era in sé, invece di continuare a farle male, era scappato fuori di casa, lontano.
Quello, per Katniss, non è stato un periodo propriamente sereno. Peeta è tornato soltanto tre giorni dopo, e ha cominciato a comportarsi come se niente fosse successo, ma lei è rimasta da sola ed i ricordi dolorosi sono tornati prepotentemente nella sua testa.
«Non ho mai amato Gale», afferma apatica. Ancora ce l'ha con lui per ciò che è successo, anche se sa che non è effettivamente colpa sua. Gale, con le sue trappole, voleva soltanto aiutare, non poteva certo sapere che la Coin le avrebbe utilizzate per uccidere Primrose.
«Però l'hai baciato, non credi che sia contraddittorio?»
Lei si volta, «sai, ero mentalmente confusa. Non sapevo nemmeno io quello che provavo o che sentivo. E non sono brava coi sentimenti, lo sai. Avevo sedici anni e due ragazzi dicevano di amarmi, quando io non avevo mai pensato a nessuno dei due in quei termini. Non avevo proprio mai pensato ai ragazzi. Non mi interessavano, quindi non sapevo come comportarmi o cosa sentissi. O, detta come la dice sempre Haymitch, sono una rustica tardona».
Queste parole lo fanno ridere divertito, non è ancora tornato in sé, lo si nota dalle pupille dilatate, ma non vuole ucciderla. Vuole soltanto parlarle e forse ferirla in qualche modo, ma ormai Katniss è abituata. Sa che il suo Peeta non penserebbe mai quelle cose.
Con il tempo, ha notato che se parlava, senza scappare per rintanarsi in qualche anfratto, Peeta lentamente tornava in sé. Certo, manteneva sempre le distanze, pronta a correre se fosse stato necessario.
«E ora ci aiutiamo a vicenda», dice, stiracchiandosi, «perché dovrei aiutare te?»
Katniss inarca un sopracciglio, «non lo so. Io ho te e tu hai me. Ormai ci è rimasto soltanto questo, credo», sorride, poi, quando trova la perla che lui le ha regalato. È riuscita a non perderla mai, è stata il suo scoglio quando Peeta era lontano.
«Te la ricordi?» domanda, avvicinandogliela con cautela, cercando di fargliela guardare.
«Sì. Te l'ho regalata io, no?!» Cerca di ripensare a quel giorno e Katniss non sa se ci riesce davvero del tutto.
Annuisce, «E ci siamo baciati. Era diverso, sai?».
«In che senso?» Chiede, confuso.
Lei fa spallucce, «non so come spiegartelo, Peeta, ma era diverso. Mi sono sentiva diversa, strana, accaldata».
«Eccitata?» La interrompe, cercando di capire, senza alcuna malizia.
«Non lo so. Non avrei voluto che ci fermassimo, però. Sentivo un gran calore, ecco», la sua faccia era in fiamme, non glielo aveva mai rivelato. Katniss si porta la perla sulle labbra, come faceva spesso quando era nel 13.
«Allora ti piacevo? Non fingevi? Non cercavi di trovare una tattica per uccidermi?» Peeta la guarda confuso, non riuscendo probabilmente a mettere in ordine i pensieri, o i ricordi.
«Non so perché pensi che io ti volessi uccidere», sì, lo sa bene, invece, ma non capisce come lui non riuscisse a comprendere davvero che non sarebbe mai riuscita a farlo. «Io volevo soltanto proteggerti, Peeta».
Allunga lentamente una mano, fino a potergli accarezzare i riccioli biondi. Lui si irrigidisce per una frazione di secondo, poi sembra rilassarsi.
«Mi spiace di non esserci riuscita», ammette poi, con gli occhi lucidi.
Le sue pupille tornano ad essere normali ed accenna un sorriso. E l'equilibrio torna ad essere integro. Ancora una volta.


Premetto che questa fanfiction era finita nel dimenticatoio, fortuna che le note le preparavo una volta terminata la stesura :'D Scritta sicuramente nell'estate 2013. Da allora ne ho fatta di strada in questo fandom. Ma spero che vi piaccia. Io non so cosa pensarne, l'idea di base c'è, ma probabilmente, se l'avessi scritta ieri, l'avrei sviluppata in modo diverso.
Rileggendola mi sono accorta di aver usato una frase che ho utilizzato in modo diverso pure in Red. Si vede che era destino xD
Spero siate riusciti a notare tutti i piccoli sottotesti della OS.
Ed ora vi lascio alle note che scrissi l'anno scorso al termine della stesura della fic xD
Questa fanfiction è uscita da sola, dal nulla. Katniss parla più del solito, ma perché deve, perché se no si perde nei ricordi, quindi ha imparato a parlare.
E mi è piaciuto il fatto che sia Katniss ad aiutare Peeta ad uscire da una crisi. ♥ Quant’è amoroso quel ragazzo. Un unicorno perfetto! ♥
Spero che la fic vi sia piaciuta! :3
Baci
Deb

   
 
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