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Autore: Shin92    16/05/2014    3 recensioni
“Credo che non vedrò mai nulla di più bello dell’alba di questo mondo.”
“Io l’ho vista invece …”
{MERICCUP}
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo sembrò offuscarsi più del dovuto, non esitò a sfoggiare la sua oscurità impregnata di straziante preoccupazione. Gli rivolse un veloce sguardo distratto prima di tornare a fissare gli occhi sul corpo esanime, adagiato sulla riva del fiume Deltora del mondo sottile.
L’ambiente circostante divenne sempre più mistico, mentre i raggi del sole sembravano venir divorati dalle colline, le piante dalle forme più disparate della radura assumevano un aspetto del tutto nuovo rispetto a ciò che erano state di giorno. Alcune si tingevano di colori sgargianti, mentre altre s’illuminavano come lucciole.
Forse era una semplice illusione o forse era reale, eppure, la luna era più vicina del solito e la sua luce più accesa delle notti mai vissute fino a quel momento.
-Prova di nuovo! – Ripeté ancora una volta prima di sentire la rabbia crescergli dentro come un fuoco divampante. Strinse i pugni tanto forte che quasi le unghie gli si conficcarono nella carne. Udì ancora le sue parole riecheggiare nella radura rendendosi conto di aver alzato troppo la voce, quella dimensione così eterea pareva non ammettere alcun tipo di frastuono.
-Mi dispiace, non so che altro fare. Ci ho provato con tutte le mie forze, ma non riesco a svegliarla … –  I singhiozzi di Rapunzel raggiunsero Hiccup come un macigno in caduta libera diretto verso la sua testa.
Si sentì sprofondare nell’angoscia e nella disperazione. Mai la sua mente risolutiva e preparata ad affrontare nel modo più lucido ogni situazione l’aveva tradito eppure, in quel momento, non riusciva a far altro che stringersi in se stesso e cercare spasmodicamente un conforto, un qualcosa nella sua mente che potesse calmarlo dal suo stato d’ansia.
Quando Rapunzel rinunciò si sentì come se stesse annegando nel petrolio. Possibile che avesse abbandonato ogni speranza di salvare la loro amica?
Perché non esisteva un modo per riportarla indietro?
- Non è possibile! Dobbiamo tentare ancora! Ci deve essere una soluzione! Deve esserci, io non mi arrenderò così! – Urlò preso da un irrefrenabile voglia di scatenare tutta la sua rabbia come una dinamite pronta a devastare qualunque cosa intorno.
Si sentì afferrare per le spalle dalle braccia magre ma forti di Jack.
-Adesso calmati Hiccup! Abbiamo provato qualunque cosa! Ma non possiamo svegliarla! Devi fartene una ragione! –
-NO! FAI UN ULTIMO TENTATIVO, TI PREGO! DEVI FARLO RAPUNZEL! – Cercò di divincolarsi dalla morsa dell’amico che lo tratteneva dal compiere un qualsiasi gesto affrettato.
Lo sguardo affranto della bionda incontrò le sue iridi verdi, in una sorta di comunicazione muta e sofferta, una richiesta silenziosa e supplichevole.
Non riuscì a negargli quest’ultima prova.
Avvolse dolcemente un paio di ciocche dei suoi capelli dorati intorno al capo della guardiana, distesa inerme e indifesa, come se dormisse.
Intonò un canto soave, mesto e infelice. Se non l’avesse avuta sotto gli occhi avrebbe giurato che fosse il suono della morte stessa quello, e non la voce della sua amica.
 I capelli magici illuminarono l’ambiente circostante di riflessi ambrati, la luce emanava un piacevole tepore, ma si esaurì nel giro di pochi secondi, Rapunzel era stremata. Quando per l’ennesima volta la sua canzone non sortì alcun effetto capì che non c’era più nulla da fare. Nessuna speranza.
- … Mi dispiace Hiccup. Perdonami se non ci sono riuscita. – Sussurrò scoraggiata mentre abbassava la testa in direzione della sua coraggiosa amica e le sfiorava un ricciolo rosso, si piegò su di lei, mentre i lunghissimi capelli biondi s’immergevano nell’acqua scura e la sua mano le sfiorava la fronte in modo materno.
-No … –  Bisbigliò esasperato Hiccup lasciandosi andare fra le braccia di Jack che lo tenne in piedi mentre le sue gambe cedevano.
Si inginocchiò dinanzi al capo della rossa, mentre Rapunzel lasciava invece il suo capezzale proprio in quel momento. Jack allentò la presa su Hiccup, fino a che non divenne un abbraccio, che sciolse immediatamente quando Rapunzel poggiò la testa sulla sua spalla.
Hiccup sentì l’acqua fredda bagnargli gli abiti, penetrarli e raggiungere la pelle. Mentre stringeva le sue mani intorno al capo di colei che aveva considerato sempre qualcosa di più.
Fece scivolare le dita fra i capelli rossi e morbidi di lei. Ogni sensazione era amplificata nel mondo sottile, ogni emozione sembrava avere effetti maggiori.
Strinse gli occhi accarezzandole il capo e sussurrando.
- Merida … –  Implorò senza ormai più sapere cos’altro fare.
-Merida non c’è più, è soltanto il suo corpo quello che vedi, la sua essenza è stata risucchiato dal cristallo. – Sentenziò lo spirito dell’inverno alle sue spalle, stringendosi al suo bastone. Avrebbe voluto dirgli che si sbagliava, che in realtà lei era ancora lì e poteva sentirlo, ma sapeva benissimo che avrebbe mentito a se stesso e che sarebbe stato del tutto inutile.
Non sarebbe stata più lei, quella sua energia strabiliante e quell’intraprendenza non avrebbero più accompagnato le avventure dei guardiani.
Quell’eterna ribellione del suo spirito libero non avrebbe più riempito le loro giornate. Sarebbe stato tutto diverso.
Sarebbe stata sostituita.
 
L’unico conforto che gli restava era dirle, anche se invano, ciò che non era riuscito a confessarle quando qualche ora prima si trovavano insieme a passeggiare nella prateria sconfinata. Uno spettacolo di colori e sfumature mai visto nella dimensione concreto, creature incredibile che non avevano mai conosciuto prima di vivere la loro ennesima avventura in quel posto, eppure, con tutte le meravigliose realtà che lo circondavano riusciva a scorgere solamente il suo sorriso. E tutto il resto sembrava sfocato quando lei lo guardava negli occhi mozzandogli il fiato.
“Che c’è?”
Aveva chiesto col suo solito tono risoluto quando l’aveva scoperto a fissarla.
“Niente.”
Aveva risposto abbassando lo sguardo e portandosi una mano fra i capelli.
Ma lei non era sembrata tanto convinta e aveva fatto uno di quei sorrisi complici e maliziosi che era solita sfoggiare quando intuiva qualcosa di intangibile e non proprio evidente, ma essenziale.
“Se c’è qualcosa che devi dirmi ti conviene farlo adesso. E’ così bello qui che non potrei mai arrabbiarmi, qualunque cosa tu mi dica!”
Aveva affermato con convinzione scuotendo gli innumerevoli riccioli rossi.
Quasi come se avesse avuto la sensazione che perso quel momento non avrebbe più potuto sentirsi dire qualcosa di importante da parte di Hiccup. Ma lui era stato sempre troppo timido e riservato per poterle rivelare ciò che realmente sentiva. Perciò si era limitato a guardarla sorridere per poi tornare ad osservare le lucciole.
“Cosa vuoi che ti dica?”
Aveva chiesto dopo qualche secondo di silenzio.
“Quello che pensi.”
“Non posso farlo”
“Perché?”
“Perché mi crederesti pazzo.”
“Ma lo penso già! E mi piace.”

L’aveva guardata torvo mentre lei lo scherniva nel suo solito modo malizioso.
Si era poi disteso sull’erba azzurra e guardando le nuvole rosate le aveva risposto a tono, come per chiudere la conversazione lì.
“Quando torneremo a casa te lo dirò.”
“Perché pensi che sia meglio confessarmi qualcosa in una stalla piuttosto che qui? Io proprio non ti comprendo Hic …”

Aveva sospirato divertita  mentre si alzava il lembo della gonna per poter immergere una gamba nell’acqua color glicine. In fondo lo sapeva che aveva un debole per lei. Voleva solo sentirselo dire, come tutte le ragazze, perché per quanto si comportasse da maschiaccio in fondo anche a lei piaceva essere guardata nel modo in cui lo faceva lui.
“Credo che non vedrò mai nulla di più bello dell’alba di questo mondo.”
Aveva rivelato dopo qualche minuto, scostandosi i capelli dal viso e guardando in alto. Hiccup aveva sorriso divertito e lei non aveva proprio compreso il motivo.
“Io l’ho vista invece …”
 
 
Avrebbe dato qualunque cosa per poter tornare a quel pomeriggio e confessarle tutto ciò che sentiva per lei.
Avrebbe venduto la sua anima al demonio solo per poterle sfiorare i capelli e vederla voltarsi con aria stupita e chiedergli se fosse impazzito.
Mentre il fiume cullava fra le sue onde i loro corpi e il vento si alzava inesorabile a contornare la scena straziante.
Il lamento di alcuni uccelli sembrava intonare un canto che accompagnava i sussurri di Hiccup.
- Lo so che sei lontana. Ma io spero che il vento porti le mie parole fino a te. Scusami se non sono riuscito a proteggerti. – Strinse forte i suoi capelli morbidi immersi nell’acqua e si piegò in avanti per guardare meglio il suo viso perfetto.
- Torna da me, ti prego. –
Alle sue spalle Rapunzel osservò Jack preoccupata.
-Non sarà mai più lei. – Bisbigliò afflitta all’albino, che annuì lentamente.
Ma la mente di Hiccup sembrava troppo distante per poterli sentire.
- Non cancellare tutto ciò che abbiamo passato insieme … Non lasciare che tutto si perda nell’oblio. – Accarezzò la sua guancia morbida e un nodo gli si strinse in gola. La vista gli si offuscò a causa delle lacrime che stavano colmando i suoi occhi già gonfi.
- Dovevo dirtelo, finché ero ancora in tempo. Dovevo dirti che per me sei speciale, che ti voglio bene e che sei la cosa più bella che io abbia mai visto. Perfino più bella dell’alba sul fiume Deltora. –
Lo scorrere lento e inesorabile delle piccole onde sembrava portarsi via le lacrime di Hiccup e l’essenza di Merida. I salici viola scossi dal vento provocavano un frusciare malinconico, sembravano piangere anch’essi.
- Tornerò a prenderti, ti riporterò indietro. Che l’oscurità mi trafigga se non manterrò la promessa. – Si piegò sul corpo di Merida, fino a sfiorarle le labbra con le sue, giurò suggellando il patto con un bacio d’addio.
-Non dimenticarmi, ho ancora troppe cose da dirti, troppe cose da farti vedere, ho bisogno di altro tempo per stare con te. –  Sussurrò con la voce spezzata e sofferente.
Restò a guardarla finché il lamento degli uccelli cessò e il vento smise di tormentare le foglie dei salici.
Un nuovo respiro fece gonfiare il petto della ragazza, come se stesse nascendo per la seconda volta, aprì gli occhi lentamente. Si guardò intorno immobile, con aria smarrita.
Incontrò le iridi verde muschio di Hiccup e alzò un sopracciglio.
Mosse le labbra per dire qualcosa e dopo il primo tentativo ci riuscì.
Una domanda, una terribile e agghiacciante domanda che sorse sulle labbra soffici che aveva appena baciato, fredde come un mattino di primavera ancora legato al gelo dell’inverno.
Hiccup si strinse in se stesso e socchiuse gli occhi, mentre un brivido gli percorreva la schiena e quella domanda gli batteva nella mente come un martello.
 
 
– Tu … Chi sei? –
 
 
 
Note:
Eccomi ancora, con questa Mericcup fresca fesca.
Beh, stavolta l’ispirazione è partita da un disegno che ho fatto e volevo assolutamente scrivere di questa scena.
So che può sembrare senza senso, in realtà ce l’ha XD, ho immaginato che una delle tante avventure dei big four, in qualità di guardiani, fosse quella di viaggiare attraverso altri mondi, altre realtà, e ho descritto quindi il mondo sottile come una dimensione in cui tutti i sensi sono sviluppati maggiormente rispetto al mondo terreno, dove i colori sono invertiti – Tipo l’erba azzurra e il cielo verde. – Merida è stata attaccata dai demoni che infestano questo mondo e che i guardiani stanno appunto combattendo, è stata colpita da un cristallo che ha risucchiato la sua essenza e l’ha in un certo senso svuotata, lasciandone solamente un corpo senza ricordi e personalità.
Al suo risveglio è come ‘resettata’, è quindi una persona nuova, senza alcuna rimembranza della sua vita passata e dei suoi legami.
Forse ci sarà un seguito. FORSE. XD
Babè. Grazie per le eventuali letture!
Vi metto qui il link dell'immagine direttamente da tumblr :)

https://24.media.tumblr.com/55eb44c8afb1e6ea502bc8fef4e86ccb/tumblr_n5n0b1zwLU1scn6npo1_1280.jpg

Shin.

 
  
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