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Autore: DuckTales    16/05/2014    0 recensioni
Il Dottore viene prelevato da una navicella sconosciuta e portato sul pianeta Isped.
Un dittatore minaccia il pianeta al congelamento eterno e il tempo sta per scadere, poi il processo sarà irreversibile.
Genere: Avventura, Commedia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Martha Jones, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doctor Who: Il pianeta di ghiaccio.

 

 

In uno stretto vicolo di una città terrestre nota come Boston l'aria si stava riempiendo di un suono anomalo, come di un cigolio ansimante, fortunatamente non c'era nessuno ad assistere a tale spettacolo.

Il suono si faceva sempre più forte fino a quando una figura blu apparve dal nulla prendendo sempre più la forma di una cabina telefonica della polizia.

Il rumore cessò e dopo qualche instante si aprì la porta della cabina e ne uscì un uomo che guardandosi intorno esclamò: “Ah Boston! E' proprio come me la ricordavo!”.

Subito dopo uscì una ragazza che chiese: “Boston? Quindi siamo sulla Terra, Dottore?”

“Esattamente, Martha!” rispose l'uomo “Ma sarà una sosta breve, il tempo di prend....” l'uomo non fece in tempo a finire la frase che fu investito da un cono di luce e scomparve sotto lo sguardo incredulo della ragazza.

 

L'uomo riapparve su quella che sembrava una cabina di pilotaggio di una nave spaziale, si guardò attorno con aria interrogativa finché una voce sconosciuta gli chiese: “Siete voi? Siete il Dottore?”

“Si, sono io! Ma chi vuole saperlo? Fatti vedere!” rispose il Dottore.

Da una porta apparve un uomo vestito con abiti spaziali “Salve Dottore! Mi presento, il mio nome è Cotal e vengo dal pianeta Isped, sono stato mandato in missione dal mio popolo con lo scopo di trovarvi per chiedervi aiuto!”

“Ci sono molti modi per chiedere il mio aiuto, ma rapirmi non mi sembra il modo migliore.”
“Lo sappiamo e ci scusiamo per questo ma ci sembrava il modo più sicuro per ottenere la vostra attenzione.” disse Cotal.
“Mi sembra alquanto strana come motivazione.. ma come avete fatto a trovarmi?”

“Teniamo monitorizzata la Terra da un paio di settimane, sappiamo bene come sei affezionato a questo pianeta ed eravamo sicuri che prima o poi avremmo rilevato il segnale del tuo TARDIS.”

Il Dottore lo guardò perplesso, poi cambiando completamente espressione del volto disse: “Beh, visto che si siamo, ditemi, di cosa avete bisogno?”

“Ve lo dirà il nostro presidente, Cabol, atterreremo fra pochi minuti” disse Cotal e invitò il Dottore a sedersi su una poltrona nella stanza accanto.

 

Il viaggio fu effettivamente molto breve e la nave atterrò in una stazione situata vicino a quella che doveva essere la piazza principale della città, tutto il paesaggio era completamente coperto di neve.

Cotal scese per primo seguito dal Dottore e ad attenderli c'erano una decina di persone tutte vestite in abiti pesanti ma allo stesso tempo eleganti e sfarzosi.

Una voce con tono aulico disse: “Diamo il benvenuto al Dottore, salvatore di mondi, spero possa salvare anche il nostro!”

Il Dottore fece il primo passo fuori dalla nave e subito si sentì colpito da un freddo pungente, cercò di tirarsi su il bavero della giacca ma la situazione non cambiò fu quindi subito scortato dentro quello che sembrava il palazzo presidenziale.

Salirono con l'ascensore fino all'ultimo piano dove li attendeva il presidente, il Dottore entrò nella stanza ed esordì: “Buongiorno! Fa freddino oggi, eh?”

“E' proprio quello il problema, mio caro Dottore! Dovremmo essere in piena estate e invece guardi... Ghiaccio e neve ricoprono la città. E non solo la città ma l'intero pianeta e in stato di glaciazione! Ah e comunque buongiorno a lei e grazie per essere venuto! Io sono il presidente Cabol.” rispose un uomo seduto ad una scrivania posta di fronte ad un enorme vetrata che dava una vista panoramica della città.

“E' per questo quindi che mi avete... ehm.. prelevato? Per un problema meteorologico?” chiese il Dottore.

“Non è proprio un problema meteorologico.” spiegò il presidente Cabol “Su una delle nostre lune si è innalzato un dittatore di nome Kubeto, ha realizzato una macchina in grado di controllare il clima del nostro pianeta e ci ha lanciato un ultimatum. Se entro 12 ore non giuriamo fedeltà alla sua bandiera ghiaccerà per sempre il nostro pianeta condannandoci a morte certa! Fra poche ore infatti il processo di ibernazione planetaria sarà irreversibile.”

“Capisco presidente! Per questo avete deciso di chiedere il mio aiuto, immagino voi non abbiate le forze militari per un contrattacco, giusto?” disse il Dottore.

“Esattamente! Il nostro è un pianeta pacifico, non abbiamo un esercito e nessuno è in grado di combattere.” rispose il presidente.

“Molto bene, mi piacciono i pianeti come il vostro! Non ci sarà bisogno della violenza per risolvere questa situazione! Sono pronto a partire subito!” aggiunse il Dottore.

“Cotal vi scorterà fino alla luna in cui risiede la base di Kubeto e sarà a vostra disposizione per tutta la missione.” spiegò Cabol.

“Ai vostri ordini, signore!” disse Cotal rivolto al Dottore.

“Bene primo ordine: non ci saranno ordini o signori in questa missione. Anzi soltanto una cosa: quando io dico corri, tu corri!” sorrise il Dottore e insieme a Cotal scese fino alla navetta che li condurrà alla luna di Isped.

 

“Ci stiamo avvicinando alla luna di Isped, Dottore, atterraggio previsto tra 3 minuti!” disse Cotal.

“Sei sicuro che non verremo individuati dei loro radar?” chiese il Dottore.

“Mi basta solamente inserire il disturbatore di frequenza e non ci...” in quel preciso momento la navetta fu colpita da una scarica di raggi che mandò in tilt il computer di bordo rendendola ingovernabile.

“Ci hanno colpiti!” esclamò il Dottore. “ Non avevi attivato il disturbatore?”

“Lo stavo per fare!! Non sapevo che eravamo già entrati nel campo dei loro radar, come ti abbiamo detto non abbiamo un addestramento militare.”

“Ahi.. dovevi inserirlo subito! Reggiti forte, l'impatto non sarà certo morbido!”

Infatti la navicella precipitò poco distante dalla base militare di Kubeto, fortunatamente gli alberi attutirono la caduta e il Dottore e Cotal ne uscirono illesi, subito però furono circondati da dei militari e fatti prigionieri.

Furono portati al cospetto del dittatore Kubeto che li interrogò: “Intrusi che venite dal pianeta Isped confessate i vostri piani!”

“Non puoi ghiacciare il nostro pianeta!” urlò subito Cotal ma il Dottore gli mise una mano sul petto e intervenne “Sommo Kubeto, parlo in nome del popolo di Isped e ti chiedo di cessare immediatamente ogni ostilità in nome della Proclamazione Ombra!”

Una fragorosa risata si sollevò e con un cenno della mano Kubeto diede ordine alle guardie di incarcerare i due intrusi. “Proclamazione Ombra.. pff!” disse Kubeto mentre il Dottore lasciava la stanza.

 

Vennero fatti entrare in una minuscola cella e subito Cotal iniziò a battere sulla porta gridando di farlo uscire e ancora una volta il Dottore dovette intervenire per calmarlo.

“Non c'è bisogno di fare tanto baccano, presto saremo fuori da qui, fortuna che non mi hanno perquisito!” disse il Dottore estraendo dal taschino il suo cacciavite sonico.

Lo punto verso la serratura la quale, investita da una luce azzurra, scattò immediatamente aprendo la porta.

Il Dottore si affacciò e non vide nessuno: “Devono proprio sottovalutarvi per non lasciare nessuno di guardia..” disse rivolto a Cotal che rimase in silenzio.

“Sai dirmi dove si trova questa macchina che controlla il clima?” aggiunse il Dottore.

“No, non abbiamo una mappa della base..” “E quindi voi mi avete chiamato senza pianificare nulla, è così? Pensavate di spedirmi qui e lasciarmi improvvisare?” lo interruppe il Dottore lasciando Cotal muto ancora una volta.

I due vagarono per i corridoi finché non giunsero a quella che sembra una sala di controllo sicurezza all'esterno della quale c'erano due soldati di guardia.

“Ok Cotal, ti ricordi qual'era l'unico ordine al quale avresti dovuto obbedire?” chiese il Dottore.

“Certo.. Corri!” rispose Cotal. “Esatto, Corri!”

Il Dottore e Cotal si misero a correre e vennero subito notati dalle guardie che si lanciarono all'inseguimento.

“E ora?” domandò Cotal. “Continua a correre! Qualcosa mi verrà in mente!” disse il Dottore schioccando un sorriso.

I due corsero fino a quello che sembrava un magazzino con i due militari appresso, il Dottore notò una rete che conteneva dei sacchi sospesa in aria con una carrucola e ci passarono sotto, non appena ci passarono sotto le guardie puntò il suo cacciavite verso i giunti allentandoli.

Il peso dei sacchi non poteva essere più sostenuto dalla carrucola che si ruppe riversando il carico sopra i due soldati.

“Per un po' dovrebbe fermarli. Calcolando il peso e l'altezza non dev'essere stato un colpo letale” disse il Dottore più che altro per tranquillizzare se stesso.

Cotal rubò un arma a raggi da una delle due guardie guadagnandosi uno sguardo di disapprovazione del Dottore che si era già incamminato verso la sala di controllo.

 

Una volta dentro il Dottore si mise al computer cercando dove fosse la macchina del controllo del clima e la individuò nell'ala ovest del complesso militare, ala in cui, fortunatamente, si trovavano anche loro.

“Ci basterà proseguire dritti per il secondo corridoio a destra e dovremmo trovare la sala in cui tengono questa macchina.” disse il Dottore e si alzò, Cotal lo seguì attraverso i corridoi.

Di fronte alla porta della sala macchine trovarono la stessa scena di poco prima, cioè due soldati armati di guardia.

Cotal non esitò un secondo e superando l'angolo all'improvviso sparò all'impazzata verso le guardie scatenando l'ira del Dottore: “Ma cosa hai fatto? Ti ha dato di volta il cervello? Ho detto che la faccenda si sarebbe risolta senza l'uso della violenza e tu dovresti prendere ordini da me!”

Cotal rispose: “Tu mi hai detto che non avresti dato ordini e ho improvvisato, come vedi ho risolto la situazione molto più velocemente di te!”

“Ascoltami Cotal e ascoltami bene, voi avete cercato il mio aiuto prelevandomi contro la mia volontà, vi dichiarate un popolo pacifico ma appena avete un arma in mano non esitate ad usarla, non siete diversi dal dittatore che cercate di fermare, non siete diversi dai dalek, dai cyberman, da nessun altra specie presente nell'universo, vivete unicamente per far sopravvivere e prosperare la vostra razza calpestando qualsiasi cosa si metta di fronte a voi! Ora metti giù quell'arma e da questo momento in poi darai ascolto solo ai miei ordini!”

Cotal rimase nuovamente ammutolito e lasciò cadere l'arma a raggi mentre il Dottore entrò nella sala macchine scavalcando i corpi inermi delle due guardie.

Vide la macchina del controllo del clima operativa con tutti i settaggi posizionati sulla voce “era glaciale”, puntò il suo cacciavite sonico in direzione della macchina che in un secondo cominciò ad emettere scintille fino a scoppiare.

In quel preciso istante entrò nella stanza Kubeto che alla vista della macchina distrutta scoppiò in lacrime urlando la sua rovina.

Il Dottore si avvicinò a lui con tono minaccioso e disse: “I tuoi piani sono stati vanificati, ora scioglierai il tuo esercito, lascerai questo sistema e non ti farai mai più vedere!”

Kubeto chinò il capo in segno di resa e si afflosciò a terra ma Cotal lo fece alzare e lo portò nella sala grande dove annunciò la sconfitta al suo esercito.

Il Dottore e Cotal presero una delle navette militari e fecero ritorno a Isped dove il sole stava già picchiando forte facendo sciogliere la neve che sovrastava l'intero pianeta.

“Ce l'avete fatta! Dottore! Ce l'avete fatta!!” lo accolse il presidente Cabol “Non sappiamo come ringraziarvi Dottore!”

“Voglio solamente essere riportato al mio TARDIS e di fretta!” rispose il Dottore.

“Sarà fatto! Prepariamo subito la nave per il viaggio!” disse il presidente.

E il Dottore si imbarcò per il breve viaggio interstellare che lo riportò sulla Terra.

 

Il cono di luce lasciò il Dottore esattamente dove l'aveva prelevato, di fronte alla porta del suo TARDIS.

Entrò e subito una ragazza gli corse incontro: “Dottore, cos'è successo? Dov'eri finito? Ho visto un cono di luce e sei sparito nel nulla..”
“Tutto ok Martha, tranquilla” il Dottore si avvicinò alla console del TARDIS senza nemmeno degnarla di una sguardo, impostò le coordinate.

“Ma cosa dovevi fare qui a Boston? C'entra qualcosa col cono di luce?” chiese ancora la ragazza.

“No, tutto ok, non importa” il Dottore finì di configurare gli ultimi parametri si girò verso Martha e sorridendole disse: “Pronta? ALLONS-Y!!!”

  
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