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Autore: mjstakes    16/05/2014    1 recensioni
'Forse sono io troppo grande per un mondo che a me sta stretto.' - lesse ad alta voce, per poi sorridere con aria soddisfatta.
Calum: Spero di non essere troppo piccolo per te, allora.
Kaylinn: Non credo tu lo sia.
-
Calum: E non c'è cosa più bella che sentirsi apprezzati, credimi.
-
E se fosse lei a rendere forte e sicuro lui?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1°.

In fondo poteva capitarmi di peggio, dovevo considerarmi fortunata, molto fortunata.

I miei genitori avevano già pensato da qualche mese di lasciarmi trascorrere l’ultimo anno di liceo all’estero, una delle poche opportunità che la mia scuola offriva agli studenti, ma non si poteva sapere mai dove i professori, o il preside, ti avrebbero spedito.

Nonostante i miei appena compiuti diciotto anni, avevo viaggiato tantissimo, tra scuola, famiglia, e amici.
Soprattutto a causa dei trasferimenti, dato che mio padre era nato in Florida, dove aveva appunto conosciuto mia madre per lavoro. Insieme decisero di andare a vivere in Italia, paese originario di mia mamma.

Dopo essere stata in Inghilterra, Africa, e America, ciò a cui puntavo era proprio l’Australia.
Ebbene sì, come città mi era stata assegnata Sidney.

Ero sempre stata una ragazza con una certa voglia di scoprire e sperimentare, e il liceo linguistico ne era la prova. Grazie alle lingue potevo viaggiare in tranquillità, una delle cose che amavo più fare.

Si poteva dire che avevo seguito le tracce di mia sorella, cinque anni più grande di me, l’onore della famiglia.
Ora lei abitava a Los Angeles, lavorando nel campo di ingegneria elettronica, esatto, un vero genio.
Il nostro rapporto era decisamente uno dei migliori che si potesse trovare in giro, era il mio maestro, e le dovevo tanto.

Ma come tutte le sorelle e tutti i fratelli, eravamo uguali per certi aspetti, e molto diverse per altri.
Essendo la cocca di famiglia, era la ragazza con la voglia di fare, seria nei momenti giusti, che si impegnava per raggiungere i massimi risultati, ma che sapeva quando divertirsi.

Ecco, io mi divertivo e basta.

A scuola non avevo mai voglia di fare niente, sebbene prendessi alti voti, soprattutto nelle lingue, dote naturale in famiglia.
Non che fossi una ragazza trasgressiva, intendiamoci, ma a molti parevo passiva e pigra, e in effetti era così, come negarlo?

Beh, l’unica cosa che non avrei smesso di seguire, era la musica. Tutto in quel campo mi affascinava, ed era forse lì, che riuscivo stranamente ad impegnarmi, e la mia parte attiva molto nascosta saltava fuori. Ballavo da quando ero piccola, e suonavo chitarra e batteria, esattamente, come mia sorella.

I miei genitori erano sempre stati protettivi nei nostri confronti, forse troppo, fin troppo. Ma maggior parte delle volte mia sorella, essendo più intelligente di loro, riusciva a convincerli, su tutto, e di conseguenza, io potevo considerarmi libera quanto lei. Si fidavano di lei, quindi ero come sotto la sua protezione, anche se dall’altra parte del mondo.

Proprio così, i miei ovviamente avrebbero continuato i propri lavori in Italia, Milano per la precisione, mentre io, essendo ormai maggiorenne, avevo affittato una casa nel centro di Sidney, con l’aiuto di un'agente immobiliare, amica di mia madre.

Ah, dimenticavo, piccolo dettaglio, il mio nome è Kaylinn, Kaylinn Simpson.

-

Era la mattina del 13 settembre, mi trovavo ormai sull’aereo, seduta al mio posto, il viaggio sarebbe stato lungo.

Il giorno prima avevo salutato tutti, a parte mia sorella, con cui però mi tenevo sempre in contatto tramite webcam o cellulare.

Erano le sette di mattina, sarei dovuta arrivare a Sidney per l’ora di pranzo, così tirai fuori I-phone e cuffie, e le mie inseparabili bacchette.
Tra la playlist che avevo già preparato, capitò ‘ I miss you ‘ dei Blink 182, perfetta.

Era una delle mie canzoni preferite di quel gruppo, e facendomi prendere dalla musica, iniziai come era mio solito fare ad andare a ritmo con le bacchette che tenevo quasi sempre in mano, ma non mi resi conto che stavo ripetutamente colpendo il sedile del passeggero di fronte a me.

Fu l’hostess bionda e dal sorrisino forzato ad attirare la mia attenzione.

Hostess: Pss, scusi signorina, potrebbe smetterla? Sta disturbando.

Tolsi una cuffia per sentire meglio.

Kaylinn: Come scusi?
X: Ha detto che devi piantarla. – disse con tono superiore il ragazzo seduto al mio fianco.
Kaylinn: Calmino, eh.

Abbassai il volume della musica, e mi calmai. Il mio sguardo si concentrò subito sul finestrino, che mi mostrava le ultime immagini del mio paese, il paese che stavo lasciando. Già, per un intero anno, o forse più. Infatti, non potevo saperlo, ma i miei genitori mi avevano lasciato una scelta, ovvero, che se mi fossi trovata bene a Sidney, sarei potuta rimanere lì, e comprare la casa che per quel momento avevo solamente affittato, non potendone essere ancora sicura.

Per il resto del viaggio cercai di dormire, evitando le continue rimprovere del ragazzo vicino.

Fui svegliata dal brusco atterraggio dell’aereo a terra, bene, almeno ero arrivata.

Avevo una certa fretta di scendere da lì, così presi il mio zaino, e mi diressi direttamente verso il nastro trasportatore che mi avrebbe restituito le valigie.

Mi trovavo a Sidney, e non potevo crederci. Nonostante fossi abituata a viaggiare, quella per me era una situazione nuova, dato che avrei passato tantissimo tempo lì, da sola, indipendente.

' Quello che volevi KayKay, no? Essere indipendente ' – pensai.

Mi sbloccai, e dopo aver comprato un frullato alla vaniglia, chiamai un taxi.
Mi era stato consegnato un foglio, con tutte le informazioni possibili e immaginabili.
La scuola si chiamava ' Norwest Christian College ', e da quanto avevo capito, non era poi così lontana da casa mia.
Approposito, casa mia. Avevo già ricevuto le chiavi, conoscevo indirizzo e numero civico, così mi feci portare subito lì.

Pagai il tassista, e presi le valigie con me.

Il quartiere non mi dispiaceva, era abbastanza popolato, e vi erano bambini che giocavano a basket nel vialetto.

' Wo, proprio niente male. ' – pensai nuovamente tra me e me.

In effetti era stupenda già da fuori, non vedevo l’ora di scoprirne l’interno.
Mia mamma aveva visto delle foto online, ma non credevo fosse così bella.
Il salotto era gigante, per non parlare della cucina nuovissima. Una porta di vetro dava sul giardino, mentre di fronte a me si ergevano delle scale. Non esitai e salii subito al piano superiore, vi erano tre stanze, un bagno, e due camere da letto.

Iniziai subito a disfare le valigie, scelsi la camera sulla sinistra.

Le pareti sembravano essere state appena imbiancate, il letto matrimoniale era perfetto, e l’armadio gigante, azzeccato per i miei vestiti.

Dopo aver dato un mio tocco alla stanza, scesi di sotto, ma ovviamente il frigo era vuoto, così decisi di uscire a comprare qualcosa, approfittandone per visitare un po’ la città.

Altro che Londra, Sidney era magnifica, e non era nemmeno tanto difficile orientarsi.

In un’oretta mi ritrovai a casa, pronta per mangiare e rilassarmi sul divano, quando ricevetti una chiamata su FaceTime.

Kaylinn: Chaaz. – urlai prima di addentare un panino.
Charlize: Oh sorellina, come va la?
Kaylinn: Sono arrivata da poco, non puoi capire che casa anomala.
Charlize: Ahahah, allora la mamma aveva ragione, ma il viaggio? Stancante?
Kaylinn: Abbastanza, più che altro domani ho scuola.
Charlize: Eh beh dai, non sarà il primo giorno solo per te.
Kaylinn: Come va a L.A.? – cambiai argomento.
Charlize: Solito.
Kaylinn: Nick? - Nick era il fidanzato di mia sorella, stavano insieme ormai da due anni.
Charlize: Sìsì tutto bene, mi ha detto di salutarti, te invece non fare troppo colpo in Australia eh, i figaccioni non mancano che io sappia.
Kaylinn: Ahahah, lascia perdere.
Charlize: Dai oh, solo perché hai chiuso con Andrea non vuol dire niente.
Kaylinn: Sono appena arrivata Chaz, nessuna fretta. – dissi provocando una sua risata.

Giusto, prima di partire, avevo deciso di chiudere con un ragazzo, o meglio, la decisione fu più sua che mia. Ma sapete dai, quelle solite cose da ragazzini, se si parla di relazione a distanza, allora non se ne parla proprio.

Charlize: Dai adesso vado, che ho una cena.
Kaylinn: Okay donna d’affari, domani ti faccio sapere.
Charlize: Hai capito tutto, a domani.

Passai il resto della giornata ad esplorare posti della casa ancora a me sconosciuti, poi mi dedicai un po’ alla musica, e alle mie coreografie.
 
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Here I am, ecco il primo capitolo. E' la prima ff che scrivo sui 5sos, dato che l'unica storia che ho scritto fin'ora parla dei One Direction ( si chiama ' No Way ', in caso vogliate dare un'occhiata ). In ogni caso, questa sera dovrei riuscire a continuare con uno o due capitoli, ma ho internet lento, quindi non vi prometto niente. Spero che questo primo capitolo vi abbia interessato, alla prossima, baci baci, xx.

Mjstakes
 
  
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