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Autore: Hoshimi_    16/05/2014    2 recensioni
Clining to me
Like a last breath you would breathe
you were like home to me.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mickey si alzò presto quella mattina.
Non era nell'umore adatto per affrontare la donna che giaceva a qualche centimetro del suo corpo; ad occhi chiusi, poteva indovinare la sua posizione: rannicchiata su se stessa a voltargli le spalle, lasciando evidente solo la linea sinuosa della sua colonna vertebrale.
Gli sfuggì un piccolo sospiro.
Trattenne il fiato.
Occhi chiusi.
Sentì una mano scivolare lenta verso il suo fianco fino a sfiorarlo.
Non voleva aprirli.
Non su quello che lo aspettava.
Non sapendo che per qualche breve istante poteva ancora avere lui.
Il suo pensiero era insopportabile.
A volte era costretto a prendersi la testa tra le mani e a premere sulle tempie fino a farsi dolere le dita pur di scacciare quelle immagini dalla sua mente.
Erano ricordi sfocati, lasciati vagare e trasportati dal soffio di parole lontane ed impronunciabili.
Un tempo remoto.
Passato.
Non su un altro giorno.
Non un'altra cazzo di mattina.
Aprì gli occhi.
Trovò ad accoglierli un soffitto tetro quanto l'atmosfera che si scorgeva fuori dalla finestra di fianco al letto: non credeva che continuare a fissare quella superficie potesse in qualche modo giovare al suo umore, quindi decise di andare in bagno sperando che l'acqua gelata potesse risvegliarlo da quello stato di torpore soffuso.
Si alzò e si diresse verso il bagno, chiudendosi lentamente la porta alle spalle.
Gli occhi azzurri che lo fissavano dallo specchio sembravano voler indagare all'interno della sua anima; sentiva il freddo contatto del lavandino con le sue dita che lo stringevano ai bordi.
Abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi.
Lui.
Un solo istante di distrazione.
''don't ''
Un'eco remoto.
E ancora lui.
Alzò di nuovo il volto con occhi che chiedevano pietà.
Buio.
Buio nella sua mente.
Buio nell'iride dei suoi occhi.
Buio sui ricordi.
Con un gesto di rassegnazione si girò e si avviò verso la pila di giornalini porno e di armi che teneva vicino al cesso: prese il terzultimo della seconda colonna e lo sfogliò tornando allo specchio.
Si aprì subito su una pagina contrassegnata con quello che ad una prima occhiata poteva sembrare un pezzo di carta rettangolare, ma che in realtà era una foto.
Una sua foto.
La prese tra pollice ed indice in modo da incastrarla nello specchio di fronte a lui: occhi diversi gli rispondevano quasi a giudicarlo.
Quasi a parlare con la sua voce.
Cazzo.
Quegli occhi.
Quella faccia.
Quella voce.
Quella persona.

Ian.



Continuava a specchiarsi in quella parte della sua anima che se ne era andata per sempre: era strano pensare che se ne era staccato quasi inconsapevolmente; senza sapere che esistesse.
Lentamente fece scivolare la sua mano verso il suo ombelico, e ancora giù fino all'elastico delle suoi boxer per poi abbassarli.
Gli occhi fissi sul suo sorriso.
Prese il suo pene in mano e incominciò piano a far andare la mano avanti ed indietro..
Avanti ed indietro..
Avanti e...

Chiuse gli occhi.

Poteva quasi sentire il suo respiro dietro l'orecchio, a provocargli impercettibili brividi sul collo dove la sua lingua calda aveva tracciato un percorso che dal suo lobo destro attraversava la giugulare per arrivare alla clavicola, nella cui cavità si erano posate le sue labbra.
Allo stesso tempo tracciava una linea sinuosa con l'indice della mano sinistra carezzando prima una scapola, sfiorando poi la cassa toracica, costola dopo costola fino a scendere verso l'ombelico e infine prendere tra le dita il suo pene.
Lo sentì inspirare contro la sua nuca e lasciar andare il fiato con calma.
Tutto era bloccato in una stasi perfetta, interrotta solo dai respiri lenti di uno e trattenuti dell'altro.
Mickey percepì la fronte di Ian che si strofinava sulle sue spalle per poi risalire avvicinando i loro corpi e facendoli aderire.
Ora i denti di Ian mordicchiavano la pelle che rivestiva la sua mandibola: prima con dolcezza e poi con rabbia fino a tenere quel lembo pallido tanto saldo da provocargli dolore.
Mickey chiuse gli occhi.
Stava tremando.



Aprì gli occhi sulla realtà che lo vedeva chiuso nel suo bagno mentre si faceva una sega pensando ad Ian Gallagher, che vedeva più chiaramente nella sua mente che in quella stupida fotografia appesa allo specchio.
Non poteva sopportarlo.
Non riusciva nemmeno a ripensare al loro ultimo dialogo, o meglio a quello che non era stato detto in esso; lui non gli sarebbe mai bastato e lo sapeva bene.
Lo sapeva e non aveva fatto niente.
Lo sapeva e l'aveva lasciato andare.
Lo sapeva e..
Cazzo.
Ritirò le nocche sanguinanti dallo specchio che aveva appena colpito: i frammenti di quest'ultimo erano sparsi disordinatamente a terra.
Pezzi di anima.
Su quello che poco prima era il suo riflesso aleggiava un buco nero da cui si diramavano centinaia di spaccature profonde.
Il volto di Ian era rimasto intatto, unico a non essere nemmeno scalfito da un pezzo di vetro.




 

  
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