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Autore: Siranne    16/05/2014    1 recensioni
Tutto l’istituto sentì che Mello era appena entrato in camera.
Matt alzò istintivamente lo sguardo dal videogioco, più per paura che il soffitto gli cadesse addosso che non per altro. Si sarebbe stupito quando il compagno di stanza sarebbe entrato come un normale essere umano, ma ormai si era abituato, il biondo e la delicatezza erano due concetti inconciliabili.
La cosa che invece attirò la sua attenzione fu la vecchia valigia in pelle nera che Mello aveva cacciato da sotto il letto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sbatté violentemente la porta alle sue spalle. Percorse a grandi falcate il corridoio che separava la sua stanza dalla presidenza.
Ecco, un’altra porta pronta ad essere buttata giù dalla sua furia.
 
Tutto l’istituto sentì che Mello era appena entrato in camera.
Matt alzò istintivamente lo sguardo dal videogioco, più per paura che il soffitto gli cadesse addosso che non per altro. Si sarebbe stupito quando il compagno di stanza sarebbe entrato come un normale essere umano, ma ormai si era abituato, il biondo e la delicatezza erano due concetti inconciliabili.
La cosa che invece attirò la sua attenzione fu la vecchia valigia in pelle nera che Mello aveva cacciato da sotto il letto.
Uno ad uno inserì i pochi indumenti e le poche cose che possedeva.
“Matt, me ne vado” si decise finalmente a dire.
Non che Mello si aspettasse che il rosso ne facesse una tragedia, ma nemmeno che rimanesse impalato sul letto a fissarlo. Il rosso stava cercando un senso a quelle parole lapidarie, in un secondo gli passarono per la mente decine di domande, ma rimase semplicemente con la bocca socchiusa senza emettere suono.
“Game over” ci aveva pensato il videogioco a rompere il silenzio. L’eroe era rimasto troppo tempo fermo e i cattivi impietosamente lo avevano ucciso.
“Vado a catturare Kira” continuò Mello, rispondendo alla una domanda implicita che Matt non era riuscito a pronunciare.
“Vai a superare Near” rispose Matt quasi a voler correggere le parole appena pronunciate da Mello.
Un brivido percorse la schiena del biondo, solo sentirlo nominare lo mandava in bestia.
“Sì, questa volta sarò io ad essere il primo” chiuse la cerniera della valigia con un gesto deciso.
“Mello” il biondo si voltò per guardarlo in volto. Lui intanto era sceso dal letto.
 
Matt era visibilmente più basso di Mello, così come i tratti tradivano che lui non era ancora stato travolto dalla tempesta dell’adolescenza all’età di 14 anni.
Il loro sguardo però era lo stesso. Non era quello di due ragazzetti, ma di due uomini che già conoscevano fin troppo bene quanto possa essere acido vivere.
“Grazie”
Mello rimase perplesso all’insolito comportamento ‘’umano’’ di Matt. Puntò i suoi occhi celesti in quelli verdi dell’altro.
Nessuno dei due poteva essere definito come logorroico. Soprattutto tra di loro non stavano a perdere tempo con le parole, semplicemente perché non ne avevano bisogno. Capivano sempre dove volesse andare a parare l’altro solo con uno sguardo.
“No, sono io che devo ringraziarti” disse accennando un sorriso.
 
Grazie per essere stato mio amico
 
Matt si tolse la collana, o meglio, il rosario che aveva al collo e lo porse all’amico.
“Tieni. In questo modo quando ci rivedremo avremo un modo per riconoscerci”
Mello allungò la mano, osservando i vari grani in vetro soffiato e la grossa croce. Aveva sempre avuto una certa curiosità per quell’oggetto, ma non si azzardò mai a chiedere dove l’avesse presa o quale significato avesse per lui. Adesso però era diventata importante per il biondo. La indossò, prese la valigia e si avvicinò alla porta.
“Stammi bene”
Stavolta, per la prima volta, la chiuse senza sbattere.
Nessuno sentì che Mello stava lasciando la Wammy’s House.
Matt ritornò sul letto e si mise a fissare il game over che troneggiava sul display.
Chi sta fermo ad aspettare viene schiacciato dai nemici, invece chi si muove e va incontro al cattivo almeno ha qualche possibilità di vincere.
“Vai a superare Near, Mello”
 
6 anni dopo.
Non che non l’avesse riconosciuto, anzi aveva mantenuto quell’assurdo taglio di capelli a caschetto che qualsiasi uomo non avrebbe il coraggio di portare. Ma rivedere il rosario era una conferma in più: quello era Mello e, a dispetto della sua crescita fisica, poteva essere sicuro che il suo animo non era cambiato: era sempre lui lo scorbutico cioccolatomane.
Prese il foglietto illustrativo e lo lesse per qualche secondo. Si era davvero cotto a puntino, nemmeno la più potente pomata serviva a qualcosa. Poteva anche portarlo in ospedale, ma questo significava che lo avrebbero sbattuto in carcere.
Spalmare creme ogni due ore su quella pelle lacerata non era piacevole, ma ancora più spiacevole era il fatto che il biondo non si era ancora risvegliato. Erano ormai passate 24 ore da quando si era fatto saltare in aria. Forse se ne  doveva infischiare delle conseguenze e doveva portarlo in ospedale.
Lasciò il foglio illustrativo e aprì il tubetto del medicinale, si voltò per applicare la crema ma rimase con la mano ricoperta di medicinale a mezz’aria.
 
“Finalmente ti sei svegliato, ora te la puoi mettere da solo”
Due occhi azzurri lo fissavano con aria interrogativa. Quando notò i googles, capì.
“Matt?”
“Vedi di ritornare in forma velocemente e da quasi un giorno che non gioco e non fumo” Si allungò per prendere la tavoletta di cioccolato sul comodino e gliela porse.
Mello si sollevò sui gomiti e si mise a sedere, con  una certa fatica. Scartò la cioccolata e le diede un morso vigoroso. Anche con mezza faccia bruciata aveva ancora un morso letale.
“Suppongo che tu non abbia catturato Kira e quindi non hai nemmeno superato Near”
La velocità con cui divorava la cioccolata era sconvolgente già in condizioni normali, figuriamoci quando passavano 24 ore senza aver assaggiato nemmeno un cioccolatino.
In quel momento Mello era poco incline a parlare, sicuramente non avrebbe avuto la forza di opporsi.
“Ti darò una mano io”
Si infilò in bocca l’ultimo quadratino di cioccolato, senza staccare nemmeno per un secondo gli occhi da Matt.
“Ti stavo aspettando” gli rispose a mezza voce.
Era stato più facile di quanto avesse immaginato, Matt forse aveva sopravvalutato la sua impulsività e la sua testardaggine, pensava rifiutasse il suo aiuto. Anni fa non l’avrebbe fatto, avrebbe affrontato la cosa da solo come infondo aveva già fatto quando se ne era andato.
Ma ora Mello aveva più che mai bisogno di un aiutante e il migliore a cui potesse immaginare era il suo amico.
“Vado a vedere se trovo qualcos’altro contro le ustioni” fece per alzarsi, ma la voce di Mello lo bloccò.
“Grazie, ti devo la vita”
Matt incurvò le labbra in un sorriso.
Chi restava fermo veniva senza dubbio sconfitto, chi si muoveva aveva qualche possibilità di vincere, ma se erano in due a muoversi allora la vittoria sarebbe stata certa.

Note dell'autrice:
Eccomi qui con un altra storia^^ Matt e Mello mi ispirano particolarmente, questa volta ho voluto dare una mia versione dell'allontanamento di Mello dalla Wammy's House e poi mi è venuto naturale continuare la fan fiction con il loro incontro 6 anni dopo.
Non so quale kami mi abbia suggerito l'idea del rosario come un regalo di Matt e non so nemmeno se considerarla una genialata o una scempiaggine XD (a voi il giudizio :P).
Mi raccomando lasciatemi un recensioncina, giusto per dirmi cosa ne pensate :)
Un bacio :*

 

 
   
 
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