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Autore: M o o n    16/05/2014    2 recensioni
Lui si accigliò per il nomignolo, ma rispose. “Io ti racconto la mia di storia, ma tu devi raccontarmi la tua.”
“Ci sto” disse, porgendoli una mano che lui strinse suggellando il patto. “Ti farà bene. Potrei far sparire le ombre della tua vita con una torcia”
💀 💀 💀
-Togliti il vizio di interrompere sempre le persone, come prima cosa. Secondo, io non ho paura di te! Piantala, ok? Non ti abbandonerei mai, Nico, dico sul serio!- Nico si fermò, e si voltò verso di lei. –Basta scappare, Nico. Non risolvi i tuoi problemi, li rimandi soltanto ad un’altra data. So che può essere difficile essere la fobia di molte persone – la guardò inarcando un sopracciglio – ma scappando non è che improvvisamente non lo sei più.- disse.
💀 💀 💀
Sorrise e gettò le braccia al collo del ragazzo davanti a lei. Lo strinse forte, e una piccola lacrima le cadde sulla guancia. Lui, un po’ titubante, la strinse a sua volta.
💀 💀 💀
Spero di avervi incuriositi e che la storia vi piaccia!
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Potrei far sparire le tue ombre con una torcia
 
 

 
-Hei tu, ragazzo Zombie, dove credi di andare?- la voce della ragazza era ferma e decisa mentre chiamava il figlio di Ade, che stava lasciando il Campo Mezzosangue senza farsi vedere da nessuno, diceva lui, che stava scappando, diceva lei.
Quel ragazzo spariva spesso. Compariva un giorno, e l’altro era già sparito.
Ma come poteva, lei, biasimarlo?
Quel ragazzo si sentiva continuamente fuori posto. Era l’unico figlio di Ade al Campo, probabilmente al mondo, e non aveva molti amici. Avevano tutti paura di lui. Lei no. Lei non aveva mai avuto paura di lui. Era un ragazzo normale –ok, togliendo l’essere un semidio, la capacità di controllare e resuscitare i morti – con una storia pesante sulle sue spalle. Lei lo capiva.
Aveva avuto voglia di conoscerlo sin dal primo giorno che lo aveva visto. Era stato difficile, lui era freddo e diffidente, ma lei era una piccola figlia di Hermes rompiscatole e determinata.
Una volta aveva accidentalmente visto Nico parlare con una figura che sembrava tanto un ologramma nel bosco. Con la sua delicatezza e discrezione, si fece scoprire subito, ovviamente. Quando l’ologramma si voltò a guardarla, le sorrise. Era bella. Aveva capelli scuri, gli occhi castani ed un sorriso dolce. Come Nico, insomma, tranne la parte del sorriso. Non lo aveva mai visto sorridere.
“Ciao” disse con voce dolce la ragazza.
Lei fece per rispondere, ma Nico si affrettò e borbottò un ciao Bianca prima di passare la mano nell’ologramma, facendolo sparire.
“Era tua sorella, vero?” aveva chiesto dopo un po’, avvicinandosi a lui e guardandolo in quegli occhi scuri che le piacevano tanto.
Percy le aveva detto che Nico aveva perso una sorella, qualche anno prima. Bianca, appunto. La ragazza somigliava davvero tanto a lui. Era quella Bianca. Nico annuì lentamente, con gli occhi velati di tristezza.
“So che non sono affari miei” iniziò lei, sospirando.
“Come se questo potesse fermarti.” Borbottò lui in risposta, roteando gli occhi.
“Esatto” disse, accennando un sorrisetto. “Se vuoi, puoi parlarne con me. Non fa bene tenersi tutto dentro. Credimi, so come ti senti. Non farai altro che peggiorare la situazione.”
Lui la guardò, e lei non sapeva decifrare lo sguardo profondo di Nico. Era irritato? Stava pensando? Stava escogitando di evocare qualche morto e ucciderla?
Strinse i pugni. I morti, pensò lei. Ma poi aprì i palmi, e guardò negli occhi azzurri della ragazza.
“Crystal” disse “Non ho bisogno di lezioni di psicologia. Né tanto meno della tua compassione. Quindi…”
“Nico, io non lo faccio per compassione. Lo faccio perché ci tengo. Perché ci sono passata.”
“Ci tieni… a me?”
“No, a questo meraviglioso cespuglio” replicò sarcasticamente Crystal, dando dei colpetti affettuosi al cespuglio accanto a lei.
“Ma…”
“Lo so”
Nico si sedette a terra, e la ragazza lo imitò.
Nico la guardò inarcando un sopracciglio, e scosse il capo. Dopo un più o meno lungo periodo di silenzio, Nico parlò.
 “Hai detto di esserci passata” la interruppe lui.. Ne hai parlato con qualcuno?”
“Non proprio” disse staccando un filo d’erba, e rigirandoselo fra le dita. Poi fece un sorrisetto.
“Che c’è?” domandò lui.
“è la conversazione più lunga che abbiamo mai avuto” rise.
Lui sorrise leggermente.
“Oh, cielo! Stai sorridendo o sto avendo le allucinazioni?” lo prese in giro lei.
Lui le diede un colpo sul braccio, e lei finse un dolore atroce.
“Senti, Crystal.” disse lui dopo un po’. “Facciamo un accordo.”
“Spara, ragazzo zombie”
Lui si accigliò per il nomignolo, ma rispose. “Io ti racconto la mia di storia, ma tu devi raccontarmi la tua.”
“Ci sto”  disse, porgendoli una mano che lui strinse suggellando il patto. “Ti farà bene. Potrei far sparire le ombre della tua vita con una torcia”
 
La loro amicizia iniziò così, raccontandosi le loro storie che nessuno conosceva. Più nello specifico, la loro amicizia era iniziata con un fantasma. Da brividi, eh?
Ma a loro stava bene così.
-Crystal- disse in tono grave. –smettila di seguirmi.-
-Nico- rispose lei in tono altezzoso. -Smettila di scappare.-
Lui si voltò, pronto a riprendere la sua fuga, ma rimase immobile, come una statua. Lei si avvicinò lentamente e gli sfiorò la mano. Lui si girò a guardarla. Probabilmente si aspettava un discorso sdolcinato e importanti sermoni sull’affrontare le difficoltà.
-Secondo te se metto dei ragni nella cabina di Atena, mi guadagno un viaggio di sola andata nel Tartaro?- chiese.
Nico si chiese cosa diamine si stava aspettando da lei. Si limitò a scuotere il capo.
-Benedetto Ade, cosa diamine c’entra questo ora?- rispose il ragazzo.
-Non lo so- si strinse nelle spalle e sorrise allegramente.
-Tu sei fuori.- sentenziò il figlio di Ade, scuotendo il capo rassegnato.
-Lo so- disse sorridendo. –Tornando a noi… perché stai scappando, Nico?- chiese, facendosi seria e guardandolo negli occhi.
-Nessuno vuole la morte a casa sua.- lo disse con tale freddezza e con una voce così tagliente che a Crystal  mozzò il fiato.
-Nico…- sussurrò.
-Cosa, Crystal? Cosa? Ora vuoi dirmi che non è vero? Che sto simpatico a tutti? Che senza di me tutti cadrebbero in una depressione suicida? Andiamo, Crystal, sai che ho ragione.- la sua voce era dura come la roccia.
Lei lo sapeva che a molti semidei faceva paura per quell’aura oscura da Re degli Spettri che aveva. Ma si chiedeva costantemente perché dovevano darlo a vedere così tanto. Alcuni erano anche abbastanza stronzi con lui.
Non riusciva ad aprire bocca, né tantomeno a sopportare ulteriormente lo sguardo duro del figlio di Ade. Cavolo, lei voleva bene a quel ragazzo, ma così la spaventava. Infatti, senza rendersene conto, si allontano di qualche passo. Si maledisse mentalmente.
-Ottimo.- disse amaramente Nico. –Faccio paura anche a te, grandioso! Se avevo qualche possibilità di avere qualcuno, ora è svanita.-
Lei alzò la testa velocemente. –Nico, cavolo, non so che mi è preso. Te lo giuro, io…-
-Non giurare niente. Addio, Crystal.- e iniziò a muoversi.
-Togliti il vizio di interrompere sempre le persone, come prima cosa. Secondo, io non ho paura di te! Piantala, ok? Non ti abbandonerei mai, Nico, dico sul serio!- Nico si fermò, e si voltò verso di lei. –Basta scappare, Nico. Non risolvi i tuoi problemi, li rimandi soltanto ad un’altra data. So che può essere difficile essere la fobia di molte persone – la guardò inarcando un sopracciglio – ma scappando non è che improvvisamente non lo sei più.- disse.
Il discorso sulla fuga lo ha fatto, almeno pensò Nico. –Intanto, vivono tranquille e serene.- rispose.
-E tu? Vivi da solo, in balia dei mostri, senza nessuno al tuo fianco? Non ci pensi ad essere un po’ sereno tu?- replicò.
-So cavarmela da solo. E poi, non potrò mai vivere con serenità! Qui o non qui, sono solo.- disse freddo.
-Ti ringrazio vivamente per l’alta posizione che mi hai assegnato nella tua vita, davvero.- disse Crystal, incrociando le braccia al petto.
Nico si diede uno schiaffo sulla fronte, come se si fosse accorto solo ora il fatto di avere Crystal come amica. Poi socchiuse gli occhi, dandosi dello stupido.
-Scusami.- sussurrò.
-Resta.- disse lei, in tono deciso ma allo stesso tempo incrinato, come se stesse per scoppiare a piangere. –Io ho bisogno di te. – aggiunse, mordendosi il labbro inferiore.
Lui abbassò il capo. Stette in silenzio. Fissò il terreno.
Il silenzio era insopportabile. Crystal avrebbe voluto ucciderlo. Le stava montando l’ansia.
-Sì.- disse.
-Sì…resti?- disse lei, illuminandosi. Lui annuì.
Sorrise e  gettò le braccia al collo del ragazzo davanti a lei. Lo strinse forte, e una piccola lacrima le cadde sulla guancia. Lui, un po’ titubante, la strinse a sua volta.
-Anche io ho bisogno di te.- disse, nascondendo il suo viso nell’incavo del collo della ragazza.



∆ Angolo dell'autrice psicopatica e morente di sonno ∆
Buonasera/pomeriggio/giorno dipende da che ora è ora che siete giunti a questo angoletto. Che cosa è quella cosa che avete letto - si spera - per arrivare qui? Non lo so! :D
Ero a scuola, ora di latino, pura noia, voglia di buttarmi giù dalla finestra... e BOOM! Ho concepito questa OS.
Dei, spero di non aver fatto Nico OOC, ew.
Mi sembrava carina l'idea di un'amica per il figlio di Ade più amato del mondo! Non c'è concorrenza con lui lol
Che squallore che sono cwc
Coooooooooooooooooooomunque, mi dite quel che pensate con un recensioncinuccia?
Ho intenzione di continuarla per spiegare meglio la storia di Crystal. Magari una OS, magari una long. Chi lo sa.
Io no di certo.
Ok, basta. Ho rotto abbastanza le palle gnew.
Au revoir, miei cari! <3
-Luna
🌙
  
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