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Autore: Turr    17/05/2014    1 recensioni
'Vedi come sei? Potrebbero urlarti dietro che ti amano e tu.. tu risponderesti di non urlare!'
'Nessuno urla che mi ama.' Rispose Isaac, freddo.
'Magari lo sussurrano' disse Lydia, bisbigliando.
'Io non lo sento, non lo sento mai.'
'Impara ad ascoltare, allora'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isaac Lahey, Lydia Martin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lydia era seduta sulla scrivania, un foglio appoggiato al tavolo e la matita in mano. Stava disegnando un albero, sempre lo stesso da settimane. Sembrava che il cervello le imponesse di avere un’unica e sola immagine in testa. D'un tratto sentì un rumore, si girò di scatto. Era solo Isaac che, dopo essere entrato dalla finestra, si era buttato sul suo letto.
Lydia notò una sfumatura di tristezza nei suoi occhi. Certo quella l’aveva quasi sempre, ma stavolta era diversa, non era la solita tristezza, cicatrice di dolori passati, di ricordi struggenti, era una tristezza gelida, come di volersi addormentare desiderando di non svegliarsi mai più.
‘Va tutto bene?’ chiese lei, dolcemente.
‘Non proprio’ rispose Isaac.
‘Vieni qui’ e con la mano lo incitò ad avvicinarsi, lui obbedì
‘Vedi, Erika mi ha detto che hanno sentito degli ululati nel bosco, ululati nuovi, mai sentiti. In giro c’è un altro branco, Lydia’ Lei lo fissava. Si sentiva come stanca, senza forze, abbattuta.
‘Pensi di unirti a loro?’
‘Penso di si’ rispose Isaac ‘Dopotutto, io non ho nessuno, quindi..’
‘Zitto’ lo fermò Lydia ‘Questo non è vero, tu.. tu hai me’
Isaac la osservava con una luce nuova negli occhi, come di chi vede un tramonto per la prima volta, di chi immerge le mani nella sabbia accarezzando ogni granello o ancora, di chi assapora la pioggia e va incontro al vento. Una lacrima iniziò a bagnargli la guancia ma Lydia interruppe il suo percorso con la punta delle dita, Isaac allungò la mano e prese quella della ragazza. Se la tenne poggiata al viso per alcuni secondi. La lacrima, che prima era una sola, si tramutò in un piccolo torrente d’emozioni, pronte a scivolare giù
‘Ehi, ehi fermati’ lo incitò Lydia ‘Sono qui, stai tranquillo’ Isaac la fissò. I loro occhi iniziarono a dialogare, seguiti dalle parole, parole vere, fresche, reali.
Ad Isaac tremava la voce.
‘Smettila di prendermi in giro, ti prego.’ Lei non se l’aspettava.
‘Vedi come sei? Potrebbero urlarti dietro che ti amano e tu.. tu risponderesti di non urlare!’
‘Nessuno urla che mi ama.’ Rispose Isaac, freddo.
‘Magari lo sussurrano’ disse Lydia, bisbigliando.
‘Io non lo sento, non lo sento mai.’
‘Impara ad ascoltare, allora’
Isaac non sapeva più che dire, non riusciva a trovare le parole giuste. Così decise di non parlare. Al diavolo la logica, dopotutto, era un lupo. Perché non seguire i suoi istinti?
Così, la baciò.
E in quel bacio stava l’amore dei suoi diciassette anni. Tutto quello che non gli era stato dato e che non aveva potuto dare.
Isaac alzò gli occhi, Lydia lo abbracciò forte. Lui sentiva di non voler andare da nessuna parte senza quella ragazza, avrebbe voluto rimanere dentro quello stesso abbraccio, quello della persona che aveva capito che non era perfetto, eppure.. Eppure, lo desiderava lo stesso.
Si guardarono, di nuovo. I loro sguardi dicevano tutto, senza dover ricorrere alle parole. Ci facevano l’amore, con quegli occhi. Il clima che li circondava cominciava via via a farsi sempre più intimo; Isaac allungò la mano verso il viso di Lydia e le spostò i ricci rossi, accarezzandola delicatamente.. Poi si avvicinò con il viso e poggiò ancora le sue labbra su quelle di lei, quasi timidamente. Spostò la mano dai suoi capelli e con la punta delle dita cominciò ad accarezzarle la schiena e lei lo stringeva ogni secondo di più, per non lasciarlo andare. Lydia sentiva alcuni ciuffi dei suoi capelli ricciuti, biondo cenere solleticarle la fronte mentre le loro lingue si sfioravano e s'intrecciavano dolcemente. Isaac spostò nuovamente le mani e le mise sui fianchi di Lydia, attirandola a sé, per proteggerla, stringerla, comprenderla.
Il ragazzo sciolse la presa e la lasciò scivolare via, lentamente.
Lydia si tastò le labbra in cerca di un ultimo segno di quel bacio, e si rese conto, solo per un attimo, che era tutto finito, che tutto ciò che aveva sempre desiderato era lì, accanto a lei.
Lo aveva desiderato così ardentemente, una cosa che era sempre stata per lei, l’impossibile. Era quello, dolce, affettuoso, che le aveva dato; uno di quei baci che bramava da un’infinità.
E questo, le bastava.
  
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