Pairing: Yato/Yukine
Avvertenze: Shounen-ai // Missing Moments
Prompt: #bacio
n/A: Buongiorno! Non so perché ultimamente sono piena di ispirazione sulla Yatone… beh, che ben venga XD Questa fic non ha un vero e proprio contesto in termini di capitoli/episodi, cioè è semplicemente ambientata nella ‘quotidianità’ di Yato e Yukine. Alla fine, anche se il prompt era ‘bacio’, il titolo si riferisce più che altro al particolare dell’odore (ho scelto ‘fragrance’ perché gli altri termini inglesi per dire ‘odore’ o ‘profumo’ non mi piacevano). Ho l’impressione che per questi due andare oltre il bacio sarà complicato, considerato che ogni pensiero perverso di Yukine causa dolori acuti a Yato… ahah.

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Fragrance
 
La prima volta non era stata improvvisa come le successive.
Stavano litigando, Yato leggermente piegato in avanti e lui con il mento sollevato perché i loro visi fossero alla stessa altezza. Yato non aveva nemmeno sfilato le mani dalle tasche della tuta. Si era semplicemente chinato sempre di più, finché i loro nasi non si erano sfiorati, e solo allora Yukine si era reso conto che non stavano più parlando. Nel silenzio, poteva concentrarsi solo sul respiro caldo che gli soffiava sulla fronte. Le labbra del dio erano ad un passo dalle sue e Yukine aveva un presentimento riguardo a ciò che sarebbe successo un paio di secondi dopo.
Ripensandoci, avrebbe potuto scansarsi in ogni momento, invece chiuse gli occhi di scatto. Non aveva mai baciato nessuno prima di allora –da vivo non ne aveva avuto il tempo, e in ogni caso non ricordava se ci fosse mai stato qualcuno con cui avrebbe potuto farlo- ed il pensiero di farlo con Yato era quantomeno bizzarro, se non assurdo. Però non lo evitò.
La prima volta era stata esitante, morbida, breve, non come le successive.
Quando Yato lo baciava, adesso, non solo Yukine non riusciva a prevederlo, ma il contatto era tutt’altro che lieve; ogni volta che accadeva, Yato sembrava diventare più audace, forse incoraggiato dal fatto di non essere respinto, e i baci duravano sempre più a lungo.
Quando Yato lo baciava, adesso, il suo stomaco andava sottosopra e dal petto sentiva salire un calore che strisciava lungo la gola e gli mandava a fuoco le guance, e la mente si svuotava di ogni connessione logica. Tutti i pensieri erano slegati, attorcigliati, confusi, come una matassa di fili che non aveva né fine né inizio. Era normale che un dio avesse le labbra così ruvide, screpolate? I baci non avrebbero dovuto avere il sapore del miele, del limone, o qualcosa del genere?
 

(E il suo odore, in particolare, lo mandava in subbuglio, quell’odore di pelle e sudore e terra- non era forse troppo umano?)
 

“Ouch,” le loro labbra si separarono con uno schiocco quando Yato si ritrasse di colpo, portandosi automaticamente una mano alla nuca.
“Yukine!” esclamò, con una voce lamentosa e scherzosa al tempo stesso, e in volto una stupidissima espressione a metà tra imbarazzo e dolore. Il biondo avvampò, strinse la felpa dell’altro tra le dita gelate e affondò il volto nel suo petto, l’odore di cui era impregnata la tuta gli pizzicava le narici, e di nuovo quello strano calore gli si accese nel petto… Yato sussultò di nuovo, attraversato da una nuova fitta di dolore.
“…ahia.”
“M-mi dispiace!”