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Autore: _marty    17/05/2014    4 recensioni
Charlotte si porta dietro qualche cicatrice, tiene un paio di sogni tra le mani e prova ad amare, forse più forte degli altri, forse più intensamente. E' una di quelle ragazze che puoi trovare ovunque, per strada ad aspettare un treno, seduta in un bar a bere un caffè o forse in una panchina troppo intenta a leggere, troppo presa da ciò che sta facendo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bittersweet memories'
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Capitolo 27.








Charlotte era sempre di buon umore, Andrew la ricopriva di attenzioni e a lei piaceva tantissimo riceverle. C’erano momenti in cui si rabbuiava, in cui pensava alla notevole frattura che si stava via via delineando tra lei e Violet ma Andrew riusciva a distrarla. Era stato semplice per entrambi aprirsi perché sapevano di essere al sicuro, erano convinti che dopo tutto quello che avevano passato non avrebbero potuto cambiare l’opinione che avevano l’uno dell’altra perché la voglia di appartenersi era troppa. Giorno dopo giorno, erano andati in tutti quei posti che erano soliti frequentare e avevano condiviso ogni singola abitudine, giusto per conoscersi ancora di più. Andrew aveva portato Charlotte al molo, le aveva raccontato di quando aveva provato a dire al vento cosa provava per lei e lei lo aveva abbracciato forte, sapendo quanto gli era costato tutto quello. Avevano fumato insieme una sigaretta, era una delle poche volte in cui il ragazzo condivideva quel momento con qualcuno che non fosse Jacob, e avevano parlato ancora dei loro interessi. Andrew aveva un amore viscerale per i fumetti, adorava Batman e quanto fosse più umano e reale nonostante fosse un supereroe e si erano precipitati a casa del ragazzo per iniziare a vedere insieme la trilogia dei film perché Charlotte non ne capiva molto di fumetti e aveva percepito che per il suo ragazzo potesse essere importante. Entrati in camera del ragazzo, si sedettero sul letto, appoggiando le spalle al muro e avevano iniziato a vedere quei film; Charlotte aveva avuto modo di ricredersi e Andrew era entusiasta di aver condiviso un’altra parte di sé con lei. Ogni volta che guardava la ragazza sentiva di essere a casa, di essere arrivato alla fine di ciò che stava cercando, anche se non aveva mai iniziato una vera e propria ricerca, l’aveva trovato lei e non poteva che esserle riconoscente.

Nonostante Charlotte non lo avesse accennato, Andrew aveva insistito per andare a vedere dove la ragazza passasse le giornate universitarie. Era sempre stato curioso di vedere la struttura della facoltà di Psicologia ma non conoscendo nessuno non sapeva come entrare lì dentro, aveva paura che potessero capire che non fosse uno studente di quel corso di laurea e che potessero cacciarlo. Erano entrati e il ragazzo aveva spalancato la bocca.
“Ma siamo ad Hogwarts o cosa?”
Charlotte aveva sorriso ma subito era ritornata seria e gli aveva stretto la mano più forte: aveva paura di incontrare Violet. Andrew aveva notato subito quel cambiamento, aveva distolto lo sguardo dal palazzo e lo aveva diretto verso lei.
“Cosa c’è?”
La ragazza lo guardò di stucco, era impossibile che se ne fosse accorto.
“Sì, me ne sono accorto. Cosa succede?”
“Se dico niente non mi credi, vero?”
Andrew le sorrise e le sfiorò il naso con la punta del suo.
“No, non ti credo. Mi dispiace. Dovrai raccontarmi tutto.”
Charlotte si rassegnò e cominciò a spiegare la situazione, era inevitabile che dovesse parlare di lui, era Andrew il motivo per cui avevano litigato e non poteva che dire come stavano le cose, anche se non avevano più parlato di ciò che era successo tra di loro prima che stessero insieme.
“Devi sapere che ogni volta che ci vedevamo ancor prima di sapere chi fossi, rimanevo giornate a letto senza fare niente perché stavo male.”
Il ragazzo, che poco prima stava osservando Charlotte giocare con le mani per il nervosismo, scattò la testa all’insù rimanendo sorpreso.
“E poi, lo so che non dovrei dirtelo però è giusto che tu lo sappia. Andrebbe contro il codice deontologico ma credo io possa fare un’eccezione dato che ti riguarda.”
La guardò, ancora, non avendo idea di cosa aspettarsi.
“Noi non abbiamo parlato molto del prima, però io ho assistito al tuo primo colloquio con la psicologa. Ero dietro allo specchio.”
Rimase a bocca aperta, Andrew aveva sempre considerato l’idea che potesse esserci qualcuno aldilà di quella stanza ma non credeva fosse davvero possibile.
“Piangevi per quello allora, a casa mia, quando te ne ho parlato.”
Charlotte annuì e poco dopo aggiunse qualche parola, esprimendo i suoi sentimenti.
“Ho capito in quel momento chi fossi ma volevo solo morire quando ti ho sentito raccontare quelle cose. Volevo abbracciarti ma non potevo e mi sono sentita così impotente dopo, così inutile.”
Andrew provò a immaginare quell’emozione e si rese conto che era troppo difficile, immaginò Charlotte con quel peso e capì che doveva essere stato insopportabile. Le lasciò la mano e, nonostante il dispiacere momentaneo della ragazza, prese solo lo slancio per abbracciarla più forte e più a lungo.
“Non volevo arrecarti quel dolore.”
Sentendo il profumo del ragazzo dentro alle narici, Charlotte percepì gli occhi inumidirsi, non poteva permettersi di piangere, non adesso, non che adesso era suo. Alzò le mani e andò a cingere le braccia attorno ai suoi fianchi, abbandonandosi completamente sul petto del ragazzo. Andrew le accarezzò la testa e nel frattempo provò a stringerla più forte, con lo stesso intento utopico che Charlotte aveva ipotizzato durante quella seduta: portava via tutto il dolore, portare via tutta la sofferenza.

Ci era voluto un po’ per farla stare meglio, per evitare che riprendesse a piangere ma, poco dopo, Andrew l’aveva spinta a raccontare tutto. Tra Charlotte e Violet era complicato, non sapeva cosa rispondere perché con Jacob non aveva mai avuto quei problemi. Crearsi problemi dove non ce ne fossero era la differenza sostanziale tra le amicizie femminili e quelle maschili. Le ragazze tendono a farsene di più, i ragazzi molto di meno, così aveva consigliato a Charlotte di chiarire non appena ne avesse avuto l’occasione e soprattutto la voglia perché, in fondo, tutti quegli anni di amicizia non andavano sprecati.
“E’ stata solo un’incomprensione, riuscirete a risolvere tutto e poi anche io avrei fatto così con Jacob. Se arrivasse una ragazza che ha questi atteggiamenti un po’ ambivalenti e che non ha idea dell’amore, sarei abbastanza protettivo nei suoi confronti. Non vorrei che ci rimanesse male perché so già quanto lui ha sofferto per la sua ex ragazza.”
La ragazza era sdraiata su di lui e Andrew continuava ad accarezzarle i capelli per tranquillizzarla.
“Credi lo abbia fatto per proteggermi?”
“Sì. Nessuno vorrebbe vedere ferite le persone che ama.”
Charlotte sorrise e confermò a se stessa che con Andrew era al sicuro. Non l’avrebbe ferita così facilmente, ne era sicura.
“La prospettiva della protezione non l’avevo colta.”
“Ti vuole un gran bene per dirti così e poi tu ti allontani volentieri dalle persone.”
La ragazza annuì alle parole di Andrew, sapeva quanto potesse essere distruttiva a volte; si toccò il volto, in cerca di qualche lacrima che le era rimasta sul viso e realizzò che fosse il caso di andare a darsi una sistemata.
“Credo che andrò in bagno. Mi aspetti qui?”
“Certo, potrei perdermi qui dentro.”
Charlotte rise e riconobbe che Andrew avesse ragione, si era persa almeno quattro volte lì dentro prima di riconoscere ogni corridoio, ormai sapeva dove andare maggiormente per abitudine e non per altro. Si avviò verso il bagno con passo veloce, incontrò qualche collega nei corridoi e ricambiò il saluto con un semplice sorriso, entrò in bagno poco dopo e riconobbe subito la figura che aveva davanti: Violet.
Non sapeva se fosse il caso dire qualcosa, non sapeva in realtà come doversi comportare, leggeva solo imbarazzo negli occhi di entrambe e Violet sembrava seccata. Passò accanto a lei, facendo finta di niente, per poi guardarsi allo specchio, inumidire un pezzo di carta con l’acqua del rubinetto e tamponarsi le guance, dove poco prima c’erano le sue lacrime.
“Per quanto tempo ancora dobbiamo ignorarci, Charlotte?”
Aveva un tono sommesso ma allo stesso tempo sentiva che, se fosse stato il caso, Violet sarebbe stata pronta a controbattere.
“Dimmi quanto tempo passa così mi organizzo.”
Quella frase appena aggiunta sembrava più una provocazione che altro, Charlotte se prima sciacquava le mani con noncuranza adesso la guardava dal riflesso dello specchio; prima di risponderle controllò che ci fossero solo loro lì dentro.
“Le persone civili fanno in un modo, Violet. Se hai qualcosa da dirmi, dimmela, senza girarci intorno.”
Buttò il pezzo di carta dentro al cestino e poi si girò verso la ragazza, appoggiandosi al lavandino.
“Mi hai esclusa dalla tua vita senza chiedermi se a me stava bene.”
“Ma davvero? E quando lo avrei fatto?”
“Prima dell’esame di criminologia.”
“Sono rimasta a casa a studiare, sono rimasta a casa a riprendermi dal colloquio. Ovviamente tu parli e giudichi senza sapere, non posso dirti che cosa è successo perché va contro ogni morale ma fatteli due conti.”
Charlotte provò a riprendere fiato e a controllarsi, non voleva urlare ai quattro venti cosa stava succedendo tra loro due.
“Io, la tua amica Charlotte, frignerei per un ragazzo? Ma quanto poco mi conosci?”
Violet rimase basita a quelle parole e Charlotte riuscì a scorgere incertezza, probabilmente non aveva considerato che potesse essere una cosa importante.
“Non sei giustificata a scomparire e mandare solo messaggi per tre settimane.”
“E non è colpa mia se tu non mi hai chiamata per sapere come stavo quindi siamo pari.”
“Non ti ho chiamata per lasciarti il tuo spazio.”
“Violet e la cazzata dello spazio. Per caso sei il mio fidanzato che mi “lasci lo spazio”?”
Sapeva di averla presa in giro ma quella motivazione era alquanto ridicola, il concetto di lasciare spazio era una delle cose più inutili che i ragazzi si fossero inventati per lasciare una ragazza senza troppe spiegazioni e per non ricontattarla mai più. Violet riteneva che Charlotte avesse bisogno di spazio ma lei non le aveva mai chiesto nulla di ciò.
“Okay, hai ragione. Ho sbagliato, dovevo essere più presente. E’ solo che avevo paura che ti saresti fatta male, Andrew non lo conosci, non lo sai chi è e ho paura che possa ferirti come Kyle.”
Ecco il lato protettivo di cui parlava Andrew ma che non riusciva ad accettare.
“Allora secondo questo principio non dovrei conoscere nessuno e stare con nessuno perché potrei ferirmi. In effetti dovrei prendere esempio da te, che adesso sei tornata con il ragazzo che ti aveva ipoteticamente tradito.”
“Non dico questo.”
“E allora cosa dici?”
“E’ seguito da una psicoterapeuta, non sta bene.”
“Allora suggerisci che dalla prossima volta in poi, mi presento ad un ragazzo chiedendogli il nome e poi se va in terapia?”
Le labbra di Charlotte si piegarono in un sorriso, non sapeva davvero cosa dire e nemmeno come nascondere il nervosismo che le bolliva dentro.
“Non so se ti rendi conto di quello che stai dicendo, Violet. Andrew c’era da prima, era il ragazzo del tetto, era un ragazzo come tutti e io l’ho voluto da quando abbiamo parlato la prima volta.”
“Ma Eric? Mi sembra più adatto a te.”
Charlotte cominciò a ridere, non per divertimento ma per se stessa; adesso parlava di chi potesse stare meglio con lei e non di chi sentisse più vicino.
“Eric mi ha detto che tra noi due c’è sempre stata un’altra persona e che non era disposto a conoscermi ancora perché sapeva che ci sarebbe sempre stato un altro.”
Fece una breve pausa, per fare capire all’amica che anche un estraneo se ne era accorto.
“Non gli ho mai parlato di Andrew e lui l’ha capito dal primo istante.”
“Mi dispiace Charlotte ma non credo saremo mai d’accordo su questa cosa.”
La ragazza dai capelli ramati sospirò e guardò Violet un ultima volta prima di uscire dal bagno. Non sapeva se le sarebbe corsa dietro, a questo punto non sapeva più niente su di lei, e non le andava di indagare ulteriormente. Sentì gli occhi inumidirsi e le lacrime scendere a ogni passo che la allontanava da Violet. Si pentì per ogni volta che l’aveva appoggiata in qualcosa di sciocco e capì che niente di tutto ciò era tornato indietro, niente, nemmeno una briciola. Forse Charlotte non avrebbe mai potuto avere un’amica perché pretendeva troppo dagli altri, pretendeva troppo da Lucy che non l’aveva scelta, pretendeva troppo da Lauren che non la ascoltava e pretendeva troppo da Violet che non la appoggiava.
“Charlotte? Fermati.”
Sapeva di non avere la voglia di guardarla in faccia perché era in uno stato pietoso, sapeva che se non si fosse fermata il loro rapporto sarebbe finito lì e sapeva di doverle dire un’ultima cosa, per farle capire che avesse torto, per ferirla come stava facendo lei. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e si girò verso di lei.
“Stiamo insieme, Andrew ed io stiamo insieme.”
Il colpo era stato devastante per Violet. Riuscì a stento a risponderle.
“Quando è successo?”
“E’ successo e mi sto innamorando di lui e lui si sta innamorando di me ed è questo che conta. Non importa in quanti pezzi potrebbe rompersi il mio cuore, importa solo quello che sto provando e non voglio più tirarmi indietro.”
Aveva pronunciato quelle parole a fatica perché fino a quel momento erano dentro la sua testa, fluttuanti e senza avere una cognizione logica. Adesso che riusciva a pronunciarle tutto aveva più senso, stava abbandonando di nuovo la corazza che aveva rindossato, osservandone i colpi che l’avevano ferita e sentendosi più forte di prima, come non lo era mai stata.
“Io ti ringrazio, tu vuoi proteggermi ma non ti ho mai chiesto di farlo. Speravo solo mi appoggiassi ma non è così.”
Charlotte strinse le spalle, rassegnandosi con quelle parole e guardò Violet dritta negli occhi: non l’aveva mai sentita più lontana. Non sapeva cosa stesse pensando, non sapeva cosa avrebbe detto.
“Hai almeno considerato le cose?”
“Mi stai facendo sempre le stesse domande, facciamo così. Vieni con me un attimo?”
“D’accordo.”
Violet rispose subito, senza farsi pregare ulteriormente, la condusse verso il giardino, dove poco prima aveva lasciato Andrew; si girò verso di lei nel momento in cui capì che aveva visto il ragazzo.
“Vieni, te lo presento.”
Charlotte si interruppe, guardò in direzione verso Andrew e incrociò i suoi occhi, si annuirono silenziosamente e, anche se il ragazzo non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare, assecondò Charlotte.
“Lei è Violet e lui è Andrew.”
Li vide stringersi la mano e non dire niente, era evidente che stessero aspettando le sue istruzioni.
“Violet io non posso convincerti che lui non mi ferirà, può dirtelo lui. Solo lui sa cosa prova per me.”
Sorrise ad entrambi, diede un leggero bacio sulle labbra di Andrew e li lasciò lì, al centro di quel cortile a parlare tra loro. Sapeva che Andrew sarebbe stato convincente o, quantomeno, lo sperava con tutta se stessa; c’era una cosa che aveva imparato in tutti quegli anni, l’unico messaggio chiaro è quello che esce dalla profondità del tuo cuore.




spazio autrice.
Eccoci qui con l'ultimo capitolo della storia. Sapevo già che sarebbe andata così la lite tra Charlotte e Violet ma ne sono piuttosto soddisfatta. Alla fine non si capisce bene come vadano le cose, non si sa se loro due chiariranno e nemmeno cosa si diranno Andrew e Violet ma sono le due persone più importanti per Charlotte quindi troveranno un modo per fare funzionare le cose. La prima parte del capitolo sembra una sorta di telecronaca ma mi è sembrato più giusto far capire come si sono svolte le cose tra Andrew e Charlotte e come abbiano deciso di conoscersi a fondo. In fondo Charlotte, come ho scritto qualche capitolo fa, ha sempre voluto questo tipo di amore "era convinta che dovesse essere qualcuno che conosceva una parte di sè, un piccolo dettaglio che conoscevano solo loro due. Si dice che i più grandi amori nascono da un piccolo segreto, da una piccola sfaccettatura condivisa che li tiene silenziosamente legati tra loro e Charlotte ne era fermamente convinta. Ne aveva vista di coppie così, che nel mezzo di una chiacchierata si guardavano e sorridevano, credendo che quella sfumatura non potesse essere colta da nessuno, se non da loro." Con Andrew hanno condiviso un passato, hanno un segreto comune e sanno cogliersi come nessun'altro. 
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e ci vediamo al prossimo aggiornamento che conterrà l'epilogo, ambientato un anno e mezzo dopo. I ringraziamenti verranno fatti il prossimo capitolo ^^

Ricordo che c'è un gruppo su facebook di bittersweet memories e alla prossima!

   
 
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