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Autore: sakura_kinomoto    29/07/2008    2 recensioni
Se sei un batterista per forza dovrai stare dietro; di consenguenza se sei un cantante dovrai stare davanti.
[Trick/Andy]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andrew Hurley, Patrick Stump
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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There's so much you have to know. Titolo: There's so much you have to know.
Fandom: Real - People / Fall Out Boy.
Autrice: sakura_kinomoto.
Beta-Reader: Blaise. *onorata*
Personaggi: Patrick Stump / Andrew Hurley.
Raiting: G
Conteggio parole: 1739 parole, one-shot.
Avvertimenti: slash.
Nota #1: i personaggi appartengono a loro stessi, bla bla bla, non li conosco, altrimenti non ci scriverei sopra, bla bla bla.
Nota #2: il titolo è preso da 'Father and Son', by Cat Steven.
Disclaimer: come sempre qualsiasi genere di commento/critica/suggerimento è ben accetto. ^^

There's so much you have to know.

- Ma non ti da fastidio stare sempre dietro senza poterti muovere per il palco? - Non che lui lo facesse spesso, era come cementato al microfono, ma comunque sapeva che, se lo avesse voluto, avrebbe potuto muoversi a suo piacimento.
- Cosa intendi? -
- Stare fermo, dietro i piatti, senza metterti in mostra, tipo Joe che sembra una trottola o Pete che ogni tre per due si arrampica sul primo addetto alla security che gli è sotto mano per avvicinarsi al pubblico. -
Patrick lo guardava come se per lui fosse vitale quella domanda.
- Beh, è quello che faccio, sono un batterista, non posso prendere, fermarmi e gettarmi sulla folla. -
Un sorriso ironico gli si formò sulle labbra. Trick era sempre stato timido, ed era la prima volta che gli parlava apertamente in quel modo, forse era in soggezione visto che era il più piccolo del gruppo oppure perché lui era appena entrato a far parte della band. 
- Ma non ti piacerebbe provare? -
- Cosa? -
- La libertà di muoverti come e quando vuoi. -
- Scusa, prima che arrivassi io, tu non dovevi stare alla batteria? -
Il ragazzo arrossì, come se fosse stato beccato dalla madre con le mani nel barattolo dei biscotti. Annuì.
- Quindi anche tu saresti dovuto stare dietro. -
- Lo so, ma non ho mai sperimentato veramente. Quindi non ti da fastidio? -
- No, mi piace stare dietro, posso vedere... tutto. -
Per Patrick mise troppa enfasi su quel tutto, come se non intendesse dire che vedeva tutte le persone lì per loro. Si girò verso Andy che stava andando a montare i piatti.
- Cosa intendi con tutto? -
La risata maliziosa di Pete lo fece arrossire, di nuovo. Andy, si girò e gli fece l'occhiolino. Trick iniziò a non capirci più nulla.

Stava odiando chiunque avesse avuto quell'idea. Certo, quando gli avevano proposto di fare una cover di Michael Jackson per i 25 anni da Thriller ne era stato più che entusiasta, poter ricantare un successo del genere. Poterlo fare live, sentendosi un po' come il Re del Pop. Ma ora si stava esagerando, lui quei passi davanti al microfono non li avrebbe mai - e poi mai - fatti; e non ci sarebbe stato Pete che tenga, neanche se gli si piazzava davanti con gli occhioni da cucciolo bastonato.
- Chiamerò il mio primo figlio come te! -
Aveva sentito bene?
- No, Pete. -
- Per favore, è un'idea geniale! -
Era un'idea geniale perché lui l'aveva pensata.
- No, Pete. -
- Dai, ti supplico, fallo per me, fallo per la bellezza del video, entreremo nella storia. -
Affermò saltellando e battendo le mani. Manie di grandezza, che lui non avrebbe aiutato ad aumentare.
- Senti Trick, hanno accettato tutti. Manchi solo tu, quindi accetta e basta, il video si farà come è stato deciso. -
Si aspettava di vederlo rotolarsi a terra battendo i pugni in preda ad un pianto isterico. Quando volte doveva dirgli di no? Mille? Lui non si sarebbe mai piegato a fare quella specie di balletto o aprirsi la camicia con la versione sfigata di Superman. Si girò verso Joe per cercare di avere un alleato, ma dal suo sguardo capì che era capitolato, ci sarebbe stato solo Andy. Lui lo avrebbe sostenuto, ne era certo. Peccato che non aveva calcolato come Pete lo avesse fatto vestire, perché ritrovarsi un Andy in camicia lacerata era un colpo davvero basso, che colpiva sotto la cintura.
Patrick era imbambolato a guardarlo, forse gli uscivano anche i cuoricini dagli occhi.
- Allora, lo farai? -
Aveva già detto del colpo basso? Pete non poteva fargli una domanda del genere quando lui stava ammirando - sbavando - sul corpo del loro batterista. Non poté fare altro che esalare un flebile sì. Sentì Pete abbracciarlo e saltellare da Shane per dirgli che finalmente potevano iniziare a girare, ma tutto giungeva da molto lontano. Doveva muoversi, smettere di cercare centimetri di pelle tra i brandelli di tessuto, altrimenti non avrebbero mai girato il video. Deviò lo sguardo sugli strumenti, concentrandosi il più possibile sulla sua chitarra, accordi, testo, quei maledettissimi passi. Non notò il lampo di malizia che passò negli occhi del batterista.
Odiava cantare in playback, certo era sempre la sua voce, però gli sembrava innaturale, quasi estranea; ma almeno doveva solo muovere le labbra, senza stare attento se stonava, almeno poteva pensare a ciò che voleva; Andy. Non sapeva più cosa pensare, o meglio, non sapeva più come comportarsi con lui, non erano molti i momenti in cui restavano soli, visto che Pete era perennemente tra i piedi ma anche Joe non era da meno. Forse doveva confessargli tutto? E se lo rifiutava? Avrebbe lasciato la band? Da quando pensava come una tredicenne alla sua prima cotta? Cercò di scacciare quella sensazione.

Si domandò perché tutti dovevano sottostare a Pete.
L'idea non era male, doveva ammetterlo, dividersi, due sul palco e due su un palchetto tra la folla. Era una bella idea, i fan avrebbero gradito. Ora sorgeva il problema, chi sarebbe andato nella calca? Un posto era di Pete, che lo aveva reclamato urlando a pieni polmoni 'l'idea è mia e ci vado io!'. Andy si era offerto, ma Joe aveva subito obiettato dicendo che la batteria era difficile da spostare, e se fosse già stata nel pubblico sarebbe svanita la sorpresa, in più non potevano stare i due chitarristi sul palco.
- Detto questo, ci vado io con Pete. -
Il campanello d'allarme di Patrick iniziò a suonare. Lui. Da. Solo. Con. Andy.
- No. -
- Perché no? E' perfetto. Ascolta. Andy lo mettiamo su un palchetto sopraelevato, da cui scendono due scivoli, ovvio. Tu davanti a lui e noi ai lati, classico. Poi quando dobbiamo dividerci tu vai al suo posto, la batteria viene spostata al centro, quasi sul bordo davanti alla folla. Per dar tempo di andare in mezzo alla folla a me e a Pete, farà un assolo di batteria come solo lui li sa fare, e poi parte con l'intero di Dance, Dance. Che ve ne pare? -
A Pete gli occhi brillavano talmente tanto, che sembrava volesse saltargli addosso per ringraziarlo, quest'ultimo iniziò ad indietreggiare, perché Pete era leggermente materiale quando ringraziava. Quindi mentre Pete rincorreva Joe per tutto la stanza, Patrick si rese conto di essere rimasto - quasi - da solo con Andy. Zona rossa.
- Penso che sia una buona idea, non trovi Trick? -
E come poteva dire di no a quegli occhi?
- Certo. -
Ora era nei guai, perché sapeva già come sarebbe andata a finire. Lui dietro Andy, che aveva questa impellente necessità di togliersi sempre la maglietta.

L'ora X era arrivata. Sul palco calò il buio. Una singola luce illuminò la batteria. Vide Andy avvicinarsi allo strumento, lanciare un paio di bacchette ai pubblico e iniziare il suo assolo. Si stava imponendo la calma, doveva rimanere al suo posto, davanti al microfono, cappello in testa e chitarra. Non doveva guardarlo.
Patrick stava iniziando a sudare freddo, non era da lui emozionarsi a quel modo! Quante volte aveva visto Andy suonare? La sua coscienza - che stranamente aveva la voce di Pete - gli disse che ora era consapevole. Ma consapevole di cosa?
- Che mi piace Andy. -
Prego che il microfono fosse ancora spento; che nessuno avesse sentito quella confessione. Si guardò intorno, nessuno sembrava dar segni di aver sentito. Si lasciò andare in un sospiro di sollievo prima che la verità lo colpì come uno schiaffo. A lui piaceva Andy.
Andy.
Alzò gli occhi e preferì non averlo fatto, ripiombò in quello stato catatonico nel quale cadeva ogni volta che il suddetto ragazzo entrava nel suo campo visivo. Iniziò l'attacco di Dance, Dance, per fortuna la parte del cervello che lo costringeva a muovere le dita sulla tastiera della chitarra e a cantare era dispensata dalla momentanea crisi da oddio-mi-piace-Andy.
Avevano deciso che prima dell'ultimo ritornello ci sarebbe stata una pausa in cui avrebbero illuminato ogni singolo componente, per poi riprendere con Trick che cantava e il batterista che dava il tempo. Fu un secondo, Andy si girò a guardare il cantante prima di iniziare a battere i colpi. Si stupì quando si accorse che lo stava fissando - sembrava che volesse mangiarlo con gli occhi - non lo aveva mai fatto così sfacciatamente. Ma lo stupore aumentò quando, nel momento in cui doveva iniziare a cantare, Trick rimase zitto. Ripeté la sequenza nella speranza che attaccasse, ma niente. Lo rifece per la terza volta e finalmente si riprese.
Patrick era sconvolto, non riusciva a cantare. Sentiva Andy che gli ridava per la seconda volta l'attacco ma nulla. Aveva gli occhi fissi sulla sua schiena, su quei colori e la certezza - voglia - di voler sentire sotto le sue dita quel disegno. Ora i pantaloni iniziarono a stargli stretti.
Il terzo attacco.
- Dance, dance, we're falling apart to half time. -
Non riusciva ad andare avanti.
- Now, sing it loud! -
Fece cantare per due volte il ritornello al pubblico e a Joe.

- Trick! Che diavolo ti è successo? -
Joe lo stava scuotendo per le spalle incredulo. Patrick adorava cantare live, non faceva cantare spesso il pubblico, e di sicuro non per due ritornelli di seguito. Pete salvò il proprio cantante e allontanò Joe.
- A lui piace fa cantare il pubblico con lui, non per lui! -
- Joe, andiamo. -
- Non è che sta male, Pete? -
Il bassista scosse la testa, non stava male. Finalmente aveva capito.

Andy arrivò in camerino con un asciugamano sulle spalle. Chiuse la porta e si ritrovò davanti il cantante. Si stava torcendo le mani.
- Tutto bene? -
Non aveva mai visto Trick così agitato.
- Hey! - Gli sventolò la mano davanti agli occhi.
Niente, il silenzio restava.
- Patrick, stai bene? -
Lo prese per le spalle e tentò di guardarlo negli occhi. Il cantante alzò lo sguardo.
- Non voglio che tu te ne vada, e non voglio andarmene neanche io. Ma sta diventando stressante. Io non so più cosa fare, come comportarmi con te. -
Stava iniziando a preoccuparsi sul serio. Andarsene?
- Trick, cosa vuoi dirmi? -
- Tu... tu mi piaci. -
Lo disse tutto d'un fiato, distogliendo lo sguardo. Andy era indeciso se ridere per la paura che stava passando o se tirargli una leggera sberla sulla nuca per farlo riprendere. Gli sembrava di essere ritornato all'inizio, quando il cantante non riusciva a parlargli.
- E quando lo hai scoperto? -
Non era stato il massimo della gentilezza, doveva ammetterlo, ma non sapeva che altro dire.
- Questa sera, o meglio. Me ne sono reso conto. -
- Come mai? -
Trick iniziò a sorridere. Ora aveva capito cosa intendeva Andy.
- Perché da dietro si vede... tutto. -

***
Ormai sono malata, non riesco a vedere nulla senza che mi venga in mente il classico 'pensiero slash'.
Quindi, incolpate amabilmente loro per questo, visto che è stato guardando il loro concerto live in Phoenix (con annesso assolo di Andy, Pete & Joe nel pubblico e Trick in postazione più alta) che è nato tutto ciò. ù_ù
  
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