Ti rincontrerò In ogni ora
passata a macinare la vita, Ricordi com’è stata la prima volta che ci siamo incontrati, Silvia? Io e Baron avevamo appena commesso un furto per procuraci del cibo, per noi e per i bambini di cui ci prendevamo cura, orfani come noi. Tu ci consideravi dei miseri senza tetto ed in un qualche modo ci disprezzavi. In realtà eravamo persone che cercavano di sopravvivere in una città che non ci degnava di uno sguardo o di un aiuto, troppo preoccupata a pensare a non essere distrutta dagli Angeli delle Tenebre. Hai cambiato idea, adesso... vero, Silvia? Perché credimi: alla sensazione di essere detestato dal mondo ti ci abitui... alla sensazione di essere odiato dalle persone che ami no! Perciò tiravamo avanti così, pur sapendo che agli occhi del mondo non era giusto. Non volevamo essere disprezzati dai nostri compagni e tanto meno perdere la loro fiducia. È così incredibilmente bello quando qualcuno crede in te! Ma tu lo sai bene. Perché tu sei stata l’unica a credere in me fino alla fine nella lotta contro gli Angeli delle Tenebre. I miei vecchi compagni. “Mangia quando hai fame!” Può sembrare stupida come frase, ma ci dava forza. Solo che adesso la “fame” che sento non la posso placare. Non solo perché ora sono uno spirito immerso in un mare oscuro dal quale non so come uscire, ma perché non è una fame di cibo... è fame di te! Anche tu provi lo stesso, Silvia?
Ci sono state strappate le ali. A me accadde già una volta, 12.000 anni fa. Ed ora che sono lontano da te è successo di nuovo. Mi sono state sottratte le ali che avevo trovato per sognare, per volare in alto: quelle che possedevi tu. Ma non sto parlando di quelle che sono il marchio della tua discendenza dagli Angeli delle Tenebre. No! Parlo di quelle del tuo cuore. Quelle che ci avevano fatto incontrare di nuovo e che speravo ci avrebbero unito per sempre. E invece no! Perché adesso io sono qui solo, nelle tenebre e mi sento fragile, come se potessi frantumarmi da un momento all’altro. Troppo lontano da te. Nonostante il mio desiderio di sfiorarti e di toccarti. Di vedere il mio riflesso in quei due laghi che sono i tuoi occhi. Sai qual è l’unica cosa che mi fa resistere ancora in questo non modo dove vedo solo nero? Un solo pensiero: Sai che un giorno io So che prima o poi ti ritroverò e quella volta sarà per sempre. Te l’ho giurato quel giorno, ricordi? Se ci andrà bene tra altri 12.000 anni! Ma per me sono troppi, davvero. Io voglio vederti di nuovo, adesso! Voglio stringerti e portarti via con me in un luogo dove potremo stare assieme per l’eternità. Se te lo dicessi mi seguiresti, Silvia? Anche se mi rispondessi di no non importerebbe, perché ti rapirei e ti porterei comunque via con me. Perché stare da soli è straziante. Lo sai anche tu. Ed ecco che uno spiraglio di luce si apre davanti a me, fendendo le tenebre di cui ero schiavo. Che sia l’uscita? Che le mie preghiere siano state ascoltate e mi si sia presentata una strada per raggiungerti? Mi sembra di volare mentre la
raggiungo ed esco all’aperto, ma le mie illusioni si spengono come il
fuoco di una candela. Quando viene la notte, alla luce della
luna E’ notte, in città. Salto sui tetti, ma non ne sento la consistenza sotto le suole delle scarpe. Dannazione! Allora sono solo un misero fantasma che si muove per una città altrettanto spettrale. C’è la luna piena, proprio da racconto dell’orrore, quelli che non ti facevano dormire la notte e che mi divertivo a raccontarti cosicché tu mi rincorressi per picchiarmi. La osservo e mi sembra che sia l’unica cosa che possa riflettere la mia essenza. Perché è come me, malinconica e triste, in tutto il suo splendore. Sono modesto, vero, Silvia? E mi sembra quasi che quell’astro stia compiendo una magia, perché per un istante mi pare di aver ripreso consistenza: di avere di nuovo un corpo.
Sai cos’ho pensato la prima volta che sono entrato alla DEVA? Che non mi sarei mai adattato a quella vita. Questo era anche il pensiero di tutti. Nessuno avrebbe mai pensato che Apollo sarebbe diventato un bravo element. Nessuno avrebbe mai pensato che io e Sirius saremmo potuti andare d’accordo o per lo meno unirci per una causa comune. Nessuno avrebbe mai pensato che io fossi veramente Apollonius. ...nessuno avrebbe mai pensato che ti avrei amata, Silvia! Eppure tutte queste cose sono successe e ho scoperto la bellezza della vita da un altro punto di vista. Per un attimo ho pensato che fosse bellissimo vivere tutti assieme. Che i momenti passati a divertirci, a ridere, ad allenarci o semplicemente a non fare nulla, solamente stando assieme, fossero un qualcosa di prezioso da proteggere. Ho scoperto che non c’ero solo io, ma che c’erano altre persone accanto e attorno a me e sono diventato un po’ meno egoista. E ho imparato a conoscermi e a capire dove sbagliavo. A capire che una parola o un semplice gesto possono procurare gioie immense e dolori altrettanto grandi. Avrei dovuto proteggere Baron, che invece è morto davanti ai miei occhi... per colpa mia! Non me lo perdonerò mai. Avrei dovuto proteggere i bambini che il mio migliore amico, il mio fratello adottivo, la persona a me più cara, mi aveva affidato. Eppure, andandomene ho abbandonato anche loro, affidandoli a te. Ma soprattutto eri tu quella da proteggere. Avrei dovuto farlo, eppure più volte ti ho ferita. Avrei voluto farlo, ma temevo di ferirti ancora e non volevo vederti piangere. Non volevo rischiare di perderti. Ed, invece, eccoci qua. Più lontani di
prima, divisi da qualcosa a cui non si può far cambiare idea: la Morte. Ti
ho persa, non so per quanto, ma ti ho persa. Sarebbe bello toccarci sì, Sono arrivato ai dormitori della DEVA seguendo il vento che portava un profumo a me ben noto: il tuo. Non c’è più nessuno. Dove siete andati tutti? Giro un po’ per la stanza che dividevi con le altre ragazze e vedo sul tuo letto un groviglio di coperte che si muove. Mi avvicino piano e scosto il lenzuolo. Scopro il tuo viso solcato da lacrime. Per chi piangi, Silvia? Per me? Non sai quanto ho pianto io per te. Ogni volta che pensavo ai tuoi sorrisi, alle tue smorfie, ai tuoi bronci. Un sorriso incurvava le mie labbra e poi le lacrime cominciavano a venire giù. Proprio così, come ora che sento una lacrima rigare la mia guancia. E io l’asciugo subito, con l’assurda paura che qualcuno possa vedermi. E vorrei fare lo stesso con le tue. L’unica cosa che posso fare, invece, è sussurrarti ciò che mi preme. Non piangere più,
Silvia! Sai che un giorno io ti rincontrerò, Te l’ho già detto che un giorno ci ritroveremo e che allora sarà per sempre. Non so chi saremo o come saremo, ma saremo sempre noi. Sai che un giorno io una danza che non finisce... L’importante sarà rincontrarsi. Adesso che ti ho rivista posso crederci veramente. Perché se è successo una volta, succederà ancora e ancora e ancora. Ci rincorreremo all’infinito fina a
che non riusciremo a prenderci. Ti rincontrerò _Ti rincontrerò e allora sarà per sempre!_ Ti sussurro piano, per paura di svegliarti. E le tue lacrime smettono di scendere. Come per magia i tuoi occhi si schiudono come i “non ti scordar di me” di cui era pieno il bosco in primavera. Azzurri e limpidi come il cielo d'estate. Ma non riflettono la mia immagine. Perché io sono ritornato alla mia
oscurità, in attesa che arrivi la nostra
eternità.
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