Eternal Glory

 

 

 

 

 

 

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Prologue

 

Quanto odiava quelle rose.

No, sul serio, le odiava.

Ragionevolmente, non poteva certo pretendere che la gloriosa tradizione…floreale della dodicesima casa s’interrompesse con lei (chi era per pretendere simili cose?Dio?) ma magari, non sapeva, un bello sprazzo di tulipani, di margherite, di “pisciacani”..

Insomma, qualunque altro fiore, bastava che non fosse rosso.

Dondolando le gambe, aspettava in silenzio che il suo avversario si facesse avanti.

Si sentiva vagamente irritata: perché tardava così tanto? Si era già imbattuto nei cespugli di rose bianche che aveva piantato in giro?

Non amava combattere, per quanto fosse stata addestrata ad essere una “Sadica Ammazzatutto” (o almeno così l’aveva definita Kiki) e usare duemila piccoli trucchetti per non far arrivare gli avversari vivi alla dodicesima casa era il suo classico.

Ma lei ci aveva provato a spiegarlo!

Solo Seiya (il cefalo del Sagittario, ex di Pegaso) era arrivato fino al grande tempio partendo dalla prima casa! Tutti gli altri essere viventi dotati di cervello tagliavano corto e arrivano direttamente lì!

Ma Seiya… bhe, non per offendere le triglie, ma aveva il cervelluccio di una triglia in guazzetto.

Quando nel suo cervello spuntava la sua faccia da giustiziere mascherato (non bastava Zorro?!) le veniva il nervoso e le veniva voglia di strappare una per una tutte le rose del campo.

Tanto non era lui il primo a lasciarci le penne, no?! Ed era impensabile mettere qualcun altro alla Dodicesima Casa, per carità, non sia mai che lei non fosse in grado di proteggere la strada per il Tempio da sola!

Si strappò la maschera dorata dal volto, scagliandola lontano. Cominciò persino ad inveire contro il soffice mantello che le pendeva alle spalle, giudicandolo scomodo e sporco.

Era troppo arrabbiata.

Passare dalla Lieve Irritazione all’Ira Funesta in meno di cinque secondi era parte del suo carattere…

O no?

Oh, cielo, le stavano forze venendo ANCHE problemi di personalità multipla? Almeno quella se la sarebbe risparmiata volentieri.

Giocherellò un po’ con l’elmo (che tanto non avrebbe mai messo, pensa la morte, quindi, perché non usarlo per fini più pratici, come allenarsi al palleggio?) e poi si decise ad alzarsi per cercare la sua maschera.

Si era spesso chiesta se con quell’armatura che copriva giusto il prettamente indispensabile qualcuno avrebbe mai badato alla sua faccia.

Ma le tradizioni erano tradizioni e bla e bla e bla e bla e bla…

Sbuffando, frugò qua e là, alla ricerca dell’oggetto dorato.

 

- cerchi questa?

 

Domandò una voce.

Voce alla quale apparteneva un piede  bardato con un’armatura nera.

Armatura nera a cui appartenevano grandi ali del medesimo colore.

Armatura nera che conteneva un giovane dagli occhi  grigi e il sorriso vagamente (ma solo vagamente!) sadico.

 

- ummm…direi di sì.

- Sacerdotessa?

- Custode di questa casa. Spectre?

- Ro del Grifone.

- Bellatrix dei Pesci.

- fantastico, la mia avversaria è una donna!

- fantastico, il mio avversario ha i capelli lunghi come i miei!

- che fai sfotti?

- sì.

- bhe, almeno sei onesta.

- onestà, lealtà e un altro paio di vaccate sono i principi inculcatami dall’infanzia.

- ma perché non passi dalla mia parte? Ti ci vedo bene.

- na, poi Royo si irrita.

- e chi è?

- il toro.

- hai un toro?!
- e una faina.

- un furetto, vorrai dire.

- no, una faina.

- e fammi indovinare, quel fiume che scorre in mezzo alle rose l’hai fatto riempire di piranha, vero?

- vero.

 

Ro cadde a terra dallo stupore.

 

- assurdo!

- bene. Ora che mi hai visto a faccia scoperta: o ti uccido o ti amo. Ma mi sembra di doverti uccidere.

- provaci bambolina.

- ecco. Ora ho una ragione valida per ammazzarti.

 

Ro sospirò, mentre Bellatrix si rimetteva la maschera. L’occhio destro era solcato dal disegno di un sottile ramo di rosa con le sue spine. Due petali rossi cadevano sul volto, ed erano (o almeno, così diceva Kiki) simili a due lacrime.

 

- dai, sbrighiamoci. Così ti ammazzo, assolvo ogni mio dovere, mollo la Casa e me ne vado in Italia a coltivare pomodori!

- pomodori?

- sai, sono stufa di litigare con la Narcotici sulla natura delle mie coltivazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Star 01

“ Say Goodmorning”

 

il cielo era perfettamente azzurro.

Piacevole, lucente, davvero bello.

Azzurro, turchino quasi.

Probabilmente, anni dopo sarebbe stata in grado d’apprezzare meglio quel cielo.

Ma “anni dopo” sembrava un traguardo infinitamente lontano, lontanissimo.

La bambina mosse i pugni, osservando le dita flettersi.

Cercò di gridare, ma la voce non uscì dalla gola, rimanendo lì bloccata.

Piccole lacrime scivolavano dagli occhi irritati.

Petali di rose andavano poggiandosi sul lenzuolo che la copriva, appiccicandosi al miscuglio di sangue e liquido amniotico che impregnava la stoffa leggera.

La mente era troppo infantile, troppo priva d’informazioni per formulare pensieri del tipo “se qualcuno mi trovasse, mi salverei” oppure “ se non mi trovano, muoio.” l’unico pensiero che riuscì a formulare fu “morirò.”

Ovunque non vedeva che quelle benedette rose. Davvero, non ne poteva quasi più.

L’odore le riempiva le narici.

Sarebbe morta.

Sicuramente.

Almeno,sarebbe morta sotto quel cielo.

Un bel cielo turchese.

 

 

- e tu che ci fai qui?-

 

Spalancò gli occhi.

Li aveva chiusi, tanto per preparasi ad una fine tranquilla e serena.

Ma davanti a lei vedeva solo il turchese del cielo.

…Cielo?

No, erano occhi.

Occhi turchesi.

Che bel colore.

Aprì la bocca, lasciandosi uscire un mezzo gemito.

 

- ti hanno abbandonata?-

 

Domandò, osservandola più da vicino.

La prese tra le braccia, costatando che era comunque così piccola da poter stare nel palmo di una delle sue mani.

Era  però abbastanza schifato dai liquidi che sporcano il corpicino. Non la stringe a se bene, la tenne un po’ distante.

 

- chissà da quanto sei qui. –

 

Il sangue su di lei era  secco.

 

- da un’ora? Due?-

 

La piccola rimaneva immobile a fissarlo, incuriosita da quella presenza estranea.

Aveva addosso lo stesso odore che aleggiava in tutto il giardino: rose.

L’uomo quasi rise.

 

- mi chiedo come tu sia riuscita sopravvivere. Devi avere del vero talento.. o la sinusite. –

 

 

 

 

A.Corner__

 

Ebbene sì *_*

Ho creato anch’io un pg orignal per saint seiya XD

Ora, non linviatemi…*__*;;;

questo pg ha una storia travagliata @_@

volevo inserirla nella storia originale in tranquillità e beatitudine, quindi non vi aspettate grandi stravolgimenti nella trama.

Per inserirla ho dovuto allungare la vita dei Saint d’una decina d’anni buoni XD

Sta a voi dire se sia un bene o un male ù_ù

Il prologo e il primo capitolo sono postati assieme per vari motivi….

Primo: mia pigrizia.

Secondo: mia pigrizia.

Terzo: mia pigrizia.

Quarto:….oh, l’andazzo l’avete capito, no?<_<

Eh, bhe, con questa saluto, vado a dormire =O=/

Anzi , un’ultima nota: Ro è Ro. XD

Potete immaginarlo simile al Minosse di Lost Caravans XD anzi, l’idea per questo nemico è venuta leggendo quel manga *ç* lo volevo simile a Minosse per una cosa in stile “la storia che si ripete” XDXD

Però ha delle differenze sostanziali da lui…ummm..

Credo che ci sia da aspettare qualche decina di capitoli per vederlo all’opera *_*

Se c’è una cosa che mi diverte scrivere ultimamente però, sono le peripezie di DeathMask e la piccola dolce bimba *_* diciamo solo che gli ho dato un motivo per odiare i bambini XD