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Autore: gattinanera5    19/05/2014    0 recensioni
Ary e Silvy sono due sorelle che un giorno vengono lasciate davanti a una casa che ben presto scopriranno l'antico segreto che porta con sè.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando riaprii gli occhi sentivo la testa che mi girava e le ossa a pezzi. Mi avevano messa legata ad un palo all'interno di una tenda che assomigliava molto a quelle indiane e fuori si sentivano voci gridare e cavalli nitrire. La tenda era un pò aperta quindi riuscii a vedere all'esterno. Gente che correva di qua e di là, che urlava, che rideva. Sembrava un villaggio e riuscii a scorgere altre tende. Ma dov'ero finita? Perchè ero qui? Da quanto tempo? Era giorno quindi dedussi che mi avevano portato qui durante la notte. Mi guardai attorno e mi accorsi che John non c'era. Cercai di non farmi prendere dal panico....da qualche parte sarà, ma come facevo a liberarmi ora?
La corda era troppo stretta sui miei polsi, quindi inutile fare tentativi di fuga.
Sentii dei passi avvicinarsi alla tenda e un uomo entrò facendomi il segno di stare in silenzio. Lo riconobbi, era Jamir.
"So che ti starai chiedendo mille cose, ma per il momento dovrai stare qui." disse lui appoggiando delle ciottole di ceramica vicino a me. "Ti ho portato del cibo."
Io lo guardai e davvero avevo voglia di fargli mille domande, anche perchè ormai non ci capivo più nulla.
"Perchè mi avete rapita? Anzi no, ci avete rapito! Cos'è tutta questa storia, e cosa centriamo noi?" gli urlai più frustrata che mai.
"Il tuo amico è fuggito quindi non so dove sia. Tu al momento sei un'ostaggio."
Spalancai gli occhi. "Coosaa?? E perchè mai?"
Jamir si alzò e rise. Ma una risata da mettere paura. "Ragazza, qui niente può soppravvivere, il male combatte contro il bene, e questa volta noi vinceremo!"
"V-vincere contro chi?!" chiesi quasi spaventata e confusa.
Lui mi guardò alzando un soppracciglio divertito. "Presto te ne accorgerai!" disse uscendo dalla tenda lasciandomi lì ancora più confusa.
"Aspetta! Come faccio a mangiare se sono legata!" strillai, ma lui era già lontano.
Perfetto. Non poteva andare meglio, ora ero pure un'ostaggio! E John? Dov'era? Come aveva fatto a liberarsi e perchè non aveva liberato anche me?
Ero stanca di tutta questa storia avrei tanto voluto piangere e scappare di qui. 
Il tempo sembrava non passare mai, guardavo fuori dalla tenda vedendo gambe correre a destra e a sinistra. 
"Porta qui la ragazza, tra poco la gara inizierà!" 
I miei occhi studiavano attentamente fuori per vedere chi sarebbe venuto a prendermi ora. Volevo uscire di lì.
Un uomo alto e robusto venne dentro e mi slegò dal palo ma mi teneva bene ferme le mani in modo che io non potevo scappare. Accidenti!
"Forza andiamo!" disse e mi strattonò fuori.
Una volta usciti vidi che c'erano altre tende, come pensavo, ed erano di varie misure. Era proprio un villaggio.
L'uomo camminava veloce, non riuscivo a stargli al passo, inciampavo sui miei stessi passi e mi facevano male i polsi.
Mi condusse in una struttura di legno molto grande, dove c'era una specie di campo e sopra una specie di palco stavano alcune persone tra le quali c'era anche Jamir e il suo Signore. Mi guardarono molto freddamente e io ricambiai disprezzante i loro sguardi. 
"Metti la ragazza lì." ordinò l'uomo che era seduto al centro.
L'uomo che mi teneva mi sbattè su una pietra e mi rilegò le mani. 
"Stai ferma e non azzardarti a fuggire." mi disse crudelmente e si spostò u npò in disparte ma era lì vigile su di me.
Delle trombe suonarono come se stesse per iniziare qualcosa. Guardai Jamir ma lui aveva lo sguardo fisso in avanti su non so che cosa.
"Si può sapere cosa volete da me?!" urlai ormai avendo perso la pazienza. 
"Silenzio ragazza!" tuonò l'uomo alzandosi a venendo verso di me.
Mi fulminò con lo sguardo ma io non abbassai il mio.
"Mi spiegate cosa sta succedendo?" dissi stringendo i denti.
"Presto lo scoprirai!" mi rispose portando le mani sui fianchi. "E vedrai che bel spettacolo!" ridacchiò.
Si voltò e fece alcuni passi avanti alzando le mani al cielo. "Terra e cielo, aria e fuoco che il destino decida sulla nostra sorte!"
Il cielo si rannuvolò all'improvviso  e dei cavalli cominciarono ad agitarsi.
"Ora conoscerai la Dea dei cieli." disse Jamir rivolto a me.
"Dea? E chi sarebbe questa Dea?" gli chiesi a raffica io.
Lui scosse la testa liberandosi di un ciuffo di capelli che gli era caduto sulla fronte. "Presto, ma molto presto lo saprai." mi rispose con un ghigno sul viso.
Guardai verso quel campo e l'uomo che aveva gridato al cielo era ora in mezzo e dei cavalli gli trotterellavano attorno.
"Che significa tutto questo? E' un rito?" domandai.
"Specie." si limitò a dire lui per poi concentrarsi su quello he stava accadendo.
I cavalli giravano sempre più veloce e una nuvola di polvere si alzò nel cielo mentre un lampò squarciò il cielo sopra di noi.
"Bentornata tra noi, Dea." 
Quando la polvere, si dissolse l'uomo era in ginocchio e i cavalli erano fermi un pò sparpagliati in giro.
Una donna dai lunghi capelli neri e gli occhi color ghiaccio era al centro del campo davanti all'uomo. Il suo vestito era di un'azzurro-bianco, sembrava un'angelo da quanto era bella.
"Ho portato la mia Reeh" disse con una voce melodiosa.
"Cos'è una Reeh'?" chiesi a Jamir.
"E' una ragazza al servizio della sua Dea. Le Reeh sono importanti per loro perchè così quelle donne possono diventare Dee."
"Cosa?? Diventano Dee grazie a una Reeh?" dissi incredula.
"Già!" disse lui serio. "Ma sono anche molto pericolose, per questo dobbiamo batterle."
Ero stupita da quelle parole, non riuscivo a crederci.
I miei occhi puntarono su quella "Reeh" che venne allo scoperto e mi mancò il fiato quando la vidi.


 
  
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