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Autore: se solose    19/05/2014    2 recensioni
Eccomi con una nuova storia su Arrow!! Non voglio farla troppo lunga ma...ho cercato di immaginare una sorta di proseguo a questo finale di stagione, vedere un po' cosa capita, dopo, ai miei personaggi preferiti, Olicity.
Fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Solo una volta davanti la porta del mio appartamento mi rendo conto di cosa sta per accadere; Oliver Queen sta per entrare nel mio mondo. Quella parte di me, Felicity Smoak, che avrei voluto tenere gelosamente nascosta, gli sta per essere sbattuta in faccia senza il benché minimo preavviso. Sento già pendere la spada del giudizio sulla mia testa!
"Oliver sto bene, non è necessario che entri e mi fai da guardiano." Lo vedo sorridere. Un sorriso che crea quelle fossette sulle guance alle quali cedo così spesso. "Se non ti conoscessi, almeno un po', direi che mi stai cacciando." 
- Che imbarazzo! - 
Il mio tentativo di rimandarlo da dove è venuto era troppo evidente.
"No, è che... non fare caso al disordine,  non aspettavo visite!" dico tutta d'un fiato aprendo la porta. Poso le chiavi e la borsa sul mobile all'ingresso e gli faccio strada. "Bhé carino, qui." "Sicuramente piccolino rispetto al tuo castello!" "Ma accogliente", mi rimbecca. In effetti ho sempre pensato che casa di Oliver,  nella sua magnificenza,  fosse un po' fredda. "Posso offriti qualcosa? Non ho lo scotch ma un bello smoothie potrebbe interessarti?" Abbozzo un sorrido imbarazzato, perché vorrei sprofondare dalla vergogna per quello che ho appena detto! Sorride ancora, come se avessi detto qualcosa di divertente e non di tremendamente umiliante, muovendo la testa in una risposta negativa.
"Vorrei tanto avere dello scotch però,  adesso!" Lo dico ad alta voce, come sempre dato che credo di essere nata senza quei filtri che dovrebbero stare tra il cervello e la bocca. "Felicity,  tutto ok? Mi sembri strana...più del solito intendo", mi chiede interrompendo il flusso dei miei pensieri suicidi.  Ehm si, leggermente imbarazzata...ecco bene ancora senza filtri. Forse è il caso che  a farmi una doccia", Oliver annuisce e mi congendo ringraziando le docce e chi le ha inventate per essere la migliore scusa del mondo.
Accendo l'acqua, per farla scorrere un po', e inizio a spogliarmi accartocciando i vestiti in un angolo vicino il lavandino e legandomi i capello in una grossa cipolla malconcia; solo una volta sotto l'acqua corrente mi rendo conto di essere nuda in una stanza dove, al di là del muro, si trova Oliver Queen. Sussulto al solo pensiero e il ricordo delle sue parole, quella drammatica sera di due mesi fa, risuonano chiare e precise nella mia mente.
"Ha preso la donna sbagliata. Ti amo, Felicity, riesci a capire?" 
Ogni sera continuo a chiedermi come abbia fatto a credergli anche solo per un momento, come era possibile che così,  all'improvviso si fosse accorto di me. 
Mi bagno il viso con l'acqua per mandare lontano quei pensieri dalla mia mente. 
Una volta uscita, mi infilo i pantaloncini e una grossa felpa, che io chiamo 'la mia tenuta da casa', rimetto gli occhiali e dopo un grande respiro esco dal bagno.
Cerco Oliver che non è più nel corridoio e lo trovo in soggiorno, intento a guardare una fotografia. Mi avvicino a lui.
"Quelle siamo io e mia madre", gli dico con voce flebile e subito si volta a guardarmi.  "Vi somigliate molto" "Dio, spero proprio di no", quelle parole mi escono ancora prima che abbia il tempo di realizzarle veramente.  "Cattivi rapporti?" chiede. In effetti Oliver non mi conosce, o almeno non quanto il contrario, e credo che stia cercando si farlo ma....mia madre? Ha scelto l'argomento sbagliato.
"Una specie", resto evasiva pregando che non mi chieda altro. "Tutto qui? Non aggiungi altro? Mi preoccupa il tuo silenzio" "Ah, il sarcasmo non è proprio il tuo forte! Non so cos' altro vorresti sermi dire, la mia famiglia è stata un po' incasinata, ho avuto i miei alti e bassi con lei ma mi ha cresciuta da sola, non posso darle tutte le colpe" "Da sola?" "ehm si, mio padre ci ha abbandonate quando ero piccola" "Capisco". L'aria sembra essersi fatta triste e pesante ed essere compatita è l'ultima cosa che avrei voluto. Il suono del campanello ci fa rimettere entrambi sull'attenti. 
"Io, non aspettavo nessuno" dico mentre vado alla porta. Oliver fa segno di aprire. Con mani leggermente tremanti faccio scattare la serratura ed eccolo lì,  un fattorino cinese è davanti a me.
"Ah si, scusa ho ordinato la cena, sai memtre eri sotto la doccia" mi dice mentre paga il conto e prende la nostra consegna.
"Cinese? La pizza come fanno tutti gli altri non ti piaceva?" "Bhé, uno: potresti ringraziarmi per averci pensato e due: so quanto ti piaccia il cinese, la cucina intendo", resto sorpresa, piacevolmente sorpresa.
"In questo caso, grazie", gli faccio l'occhiolino facendogli segno di poggiare tutto sul tavolino in soggiorno per tornare poco dopo con piatti, tovaglioli e posate.
"Si mangia!" dico.
"Ne abbiamo fatti di progressi eh" mi lascio sfuggire tra un boccone e l'altro, ma vedo chiaramente,  dalla sua espressione,  che non capisce a cosa mi sto riferendo.
"Dal ti amo alle cene insieme, quale sarà il prossimo passo di Oliver e Felicity!" ovviamente sono ironica ma non credo che lui l'abbia colto.
"Felicity pensavo che..." "Stavo scherzando,  era solo una battuta, inopportunissima battuta", dico prima che lui finisca la frase perché non voglio ritrovarmi a parlare di cose che già so.
La cena passa silenziosa, nonostante le due chiamate di Laurel e quella di Diggle, dove ci informava di essere riuscito ad entrare in possesso del video delle telecamere di sorveglianza all'ingresso della QC.
"Almeno una buona notizia! Ma tu proprio non hai idea di chi fosse quel tipo?" Mi chiede mentre faccio zapping.
"Nope! Non ho neanche idea del perché mi abbia aggredita, magari era solo un ladro che voleva la mia borsa o qualcosa del genere" "qualsiasi sia il motivo lo scopriremo, in ogni caso è qualcuno da assicurare alla giustizia" mi spiega risoluto, tornando poi ad essere silenzioso.

*** Pov. Oliver***

Mentre Felicity continua a cambiare canale ogni due minuti,  io non riesco a smettere di pensare alla sua aggressione che sono sicuro non sia stata affatto casuale; cercavano il vigilante.
Ma chi? E perché attaccare lei?
Mentre continuo a farmi tutte queste domande mi rendo conto che Felicity si è appena accasciata sul mio petto. Allarmato mi volto a guardarla, sta solo dormendo. Un sorriso mi esce spontaneo mentre le accarezzo, delicatamente, i capelli. 
La prendo in braccio e la porto sul letto; dopo averla coperta resto al suo fianco a guardarla dormire, beatamente. Sembra una bambina, e nel guardarla mi rendo conto di quanto sia innocente e mi maledico per averle chiesto di fare parte di tutto ciò.
Se solo potessi dirle quello che realmente mi frulla nella testa, se solo potessi avvicinarmi a lei come vorrei non sarei più in grado di fare quello che faccio. Cerco di ritrarre quei pensieri tornando in me, quel me che non si può concedere nessuna distrazione, quel me che non ha il diritto di affezionarsi a nessuno, sono già troppe le persone a cui volevo bene che non mi hanno lasciato altroo che piangere sulle loro tombe.
Le accarezzo il viso con il dorso della mano; mugugna qualcosa a contatto con la mia pelle fredda e la ritraggo subito, uscendo dalla stanza.

   
 
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