Non me ne
capitava una giusta. Passeggiavo per strada con gli occhi gonfi e
arrossati, chiedendomi in continuazione come si possa essere
così sfigati a diciassette anni. Dimenticavo, non ho detto
che il mio nome è Sarah e vivo a Magdeburg con i miei
genitori e il mio fratellino di otto anni.
Sono alta e
snella, coi capelli lunghi, lisci e castano chiaro e gli occhi azzurri.
In quella calda
e afosa giornata di giugno, ciò che stava intorno a me non
poteva sembrarmi più freddo e desolato.
Ero appena
uscita da scuola con la “splendida” notizia che
avrei avuto il debito in matematica e quindi mi sarei dovuta fare dieci
giorni in classe con quel caldo a studiarmi quell’ odiata
materia.
Come se non
bastasse avevo appena saputo che mio zio si era infortunato al lavoro
ed era a casa in poltrona con una gamba ingessata.
Ma la cosa
peggiore mi è capitata ieri sera, quando il mio ragazzo, la
persona più importante della mia vita, mi aveva chiuso il
telefono in faccia.
Ma come dargli
torto, nonostante lo amassi con tutta la mia anima da ormai quattro
anni, avevo tradito la sua fiducia, con un ragazzo con cui avevo avuto
un flirt, poco tempo prima di mettermi ufficialmente con lui.
Mi sentivo un
schifo, mi facevo ribrezzo da sola; avevo fatto un male indescrivibile
ad un fidanzato dolcissimo, che ogni giorno mi ripeteva in
continuazione che per me si sarebbe anche buttato nelle fiamme.
Ma per darvi
una maggiore idea di lui ve ne parlerò un po’.
Si chiama Bill
Kaulitz, è in classe con me dai tempi delle medie e vive con
sua madre, il suo patrigno e il suo gemello Tom.
E un ragazzo dal carattere dolce e sensibile e fisicamente è
bellissimo.
E alto un 1,83 ed è magrissimo, poiché nonostante
la sua notevole altezza, pesa solo 50 chili.
Ha i capelli lunghi e neri, che tiene quasi tutti giorni
“sparati” in aria, due favolosi occhi castani, che
ha l’abitudine di truccare
di nero e delle labbra sottili, che ti fanno sognare con i suoi baci.
Un'altra a
abitudine che ha è di laccarsi le unghie di nero e il suo
abbigliamento è molto particolare, costituito da teschi e
bracciali, jeans e giacche di pelle, abbinate a magliette originali,
che ricordano molto uno stile gotico-androgino.
Questo lo aiuta
a distinguersi dal suo gemello, che a sua differenza ha i capelli
rasta, non tinti di nero, ma lasciati del biondo naturale, e uno stile
hip-hop.
Comunque,
tornando a parlare della nostra storia, tre giorni fa, ho fatto una
cosa imperdonabile, che lo ha fatto molto irrigidire nei miei confronti
ed è per questo che non mi parla.
Con lui, ho
passato i momenti più belli dell’amore…
il primo bacio, il primo San Valentino da fidanzata, il primo
appuntamento e cosa più importante, con lui l’anno
scorso ho vissuto la mia prima volta.
Mi volto e vedo un bel ragazzo, alto e magro, coi capelli neri e un
ciuffo perfettamente piastrato davanti all’occhio e due begli
occhi azzurro ghiaccio.
Ma quello è David, il ragazzo di cui avevo parlato poco
prima e con cui ho avuto qualche flirt.
Decido di rispondergli:
“Ehi David, ciao!! Come va?” gli domando con un
sorriso.
L’avevo sempre trovato anche molto simpatico.
“Tutto bene… ormai è da praticamente un
anno che non ci vediamo, però devi sapere che mi sono dovuto
trasferire per un anno a Lipsia, per il lavoro di mio papà.
Mi sei mancata”, mi dice, ricambiando il mio sorriso. Eravamo
stati anche buoni amici, da quando
lui aveva smesso di venirmi dietro, notando il mio palese amore per
Bill.
“Senti” continuò poi. “Io
adesso abito proprio qui” mi disse.
“Cosa ne dici di salire, così beviamo qualcosa di
fresco insieme e ti mostro la nuova casa. Intanto ne approfitteremo per
raccontarci le novità dell’anno passato”
mi propose.
Accettai di buon grado e salimmo in casa sua.
Facemmo il giro
della nuova abitazione.
Entrando si poteva notare subito l’atrio, circondato da ampie
arcate, decorate in stile moderno.
Superate queste ultime si poteva notare il salotto, dove vi erano due
grandi divani bianchi e abbinati ad essi due poltroncine imbottite ai
lati.
Intorno al tutto due grandi piantane bianche e un grande mobile, dove
vi erano due librerie e un grande televisore.
Anche le stanze degli ospiti erano arredate in modo molto simile.
I bagni erano spaziosi e avevano muri dai colori chiari, ma nonostante
fossero tali, l’arredamento riusciva a mantenere loro
un’aria piuttosto confortevole.
Era davvero enorme; ancor più della precedente.
Facemmo una
breve sosta nell’elegante, ma moderna cucina dove bevemmo un
po’ di Coca Cola.
La cucina era
costituita da grandi banconi indipendenti e
al centro stava un grande tavolo rettangolare, che riprendeva molto
bene i colori dell’ambiente.
Poi lui riprese a parlare:”Allora, ti piace?”
Subito risposi affermativamente:” Sì, è
bellissima. Ancor meglio dell’altra”.
“Vieni con me, ancora non hai visto la mia camera,
però”.
Mi condusse
nella sua stanza, dove c’era davvero un gran disordine.
Inutile dire le dimensioni della camera.
Da un lato c’era il grande armadio a muro e precisamente
all’opposto c’era un letto a una piazza e mezza,
affiancato da due comodini.
Dietro ad esso si poteva notare la scrivania in vetro, ricoperta da
quaderni, libri, CD e scartoffie varie.
Stavo ancora ammirando la bellezza di quella casa, quando sentii, dai
suoi passi, che lui si stava avvicinando a me.
Sentii le sue
braccia prendermi da dietro e baciarmi il collo.
Mi girai di scatto incontrai i suoi
abissi azzurri.
Iniziai a sentirmi strana, non avevo inteso immediatamente le sue
intenzioni.
“D-David... che fai?”... “Shh...lasciati
guidare da me” mi rispose.
Cercai di parlare, ma lui continuò a fissarmi, cingendomi la
vita e accarezzandomi le labbra con un dito.
Non sapevo cosa fare, mi sentivo stordita ed ero chiusa con lui, nella
sua camera da letto, con le sue braccia,che non avevano intenzione di
sciogliersi.
Amavo Bill e mi accorgevo che stavo per fare l’errore
più grave, che avessi potuto compiere nei suoi confronti.
Ma quelle circostanze mi impedirono di mantenere la mia
lucidità e risposi al suo abbraccio.
“David ti prego... io sto ancora con Bill te l’ho
detto prima...”
“E allora? Si vede che non ti dispiace affatto stare qui con
me”.
Poi
continuò... “Lasciati andare e stai con me... vivi
appieno questo nostro momento”.
Non resistetti alle sue parole, alla sua voce sensuale e sospirando gli
cinsi il collo con le mie braccia sottili.
Lui mi
abbracciò di nuovo e cominciando a camminare,
mi condusse verso il suo letto.
Io lo seguii, camminando all’indietro, mentre le sue labbra
esploravano le mie in un tenero e profondo bacio.
Ci sdraiammo sul letto avvinghiati l’uno all’altra.
Cominciammo a
spogliarci, io ero in estasi nel sentire le sue mani sul mio ventre e
le sue labbra sul mio seno.
Sospiravo in continuazione... ogni suo minimo gesto mi faceva impazzire
in quel momento.
Quando le sue carezze si fecero più insistenti decisi di
lasciarmi andare, pregandolo di farmi sua.
Poco dopo lui mi prese e dopo essere venuti (per fortuna prendevo la
pillola!) si staccò da me, sdraiandosi al mio fianco e
carezzandomi lievemente un seno.
Mi resi conto
di quello che avevo fatto e proprio in quel momento mi apparve davanti
il delicato viso di Bill, che mi sorrideva dolcemente, dopo che avevamo
fatto l’amore.
Mi vennero le
lacrime agli occhi e così, cercando di non farmi notare, mi
rivestii e andai via, salutandolo velocemente, mentre lui si rivestiva
con aria soddisfatta.
Sentivo che quello era stato solo sesso e non amore come con Bill.
Lui mi donava
tutto sé stesso, mentre ora David aveva solo ottenuto
l’unica cosa che aveva sempre cercato da me... ormai avevo
anche inteso che la sua amicizia era falsa.
Gli sarebbe
servita in futuro solo per avvicinarsi a me, come era appena riuscito a
fare e mi sentii una stupida per quello che avevo fatto al ragazzo che
veramente mi amava e non mi usava solo per divertimento.
Strinsi gli
occhi forte, facendo cadere tutte le lacrime e continuai a pensare ai
suoi grandi occhi scuri e truccati. Avrei dovuto confessarglielo prima
o poi.
Temevo la sua reazione.
Mi ha detto che ha bisogno di tempo per riflettere.
Nel frattempo io continuo a soffrire per la sua mancanza, ma dopotutto è questo il prezzo da pagare, quando si fanno questi errori, che rischiano di cambiare i miei sogni che ho sempre avuto con lui.
Spero tanto nel
suo perdono, non sopporterei di perdere il dono più bello
che mi ha concesso la vita.
Nota
dell’autore:
Ecco una nuova fanfic... non ho molto da dire....solo... commentate!!!! bacioni