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Autore: imcecy    20/05/2014    3 recensioni
Cece è una ragazza simpatica e solare, con tanti amici e un sogno nel cassetto, fare l'artista. Ma la nostra protagonista ha un passato oscuro che continua a tormentarla, almeno fino a quando non conosce Ian - Sì, proprio il famoso attore e modello Ian Somerhalder - fra di loro nasce qualcosa, qualcosa di intenso, passionale e travolgente, ma...
***
Le citofono e finalmente scende; intorno a noi è tutto buio, le uniche luci in tutta la strada sono i lampioni, le lampade di poche case e i suoi occhi…
(...)
- ehi- mi saluta lei incerta –Cosa c’è?
- Ciao… volevo vederti- rispondo io fermo- devo parlarti.
- Bene allora…- mi incoraggia lei curiosa
- tu che propositi hai fatto per quest’anno?
Lei mi guarda interrogativa per rispondermi:
- Bé vorrei che quest’anno nuovo mi porti un nuovo lavoro… un lavoro per cui sono portata e che mi piaccia davvero- mentre parla i suoi occhi brillano di speranza –sai, un lavoro che abbia a che fare con l’arte…. Perché?
- Perché io quest’anno e tutti gli anni a venire voglio solo una cosa- inizio io deciso- voglio stare con te… solo con te!- dico io tutto d’un fiato convinto.
é la mia prima FF, siate clementi!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Joseph Morgan, Joseph Morgan, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CeCe’s POV.
 
Oggi era il gran giorno, fra poche ore un aereo diretto ad Atlanta mi porterà via da questa città di matti da cui provengo, Burlington, descritta come una “ridente cittadina non distante da Toronto, che affaccia sul lago Ontario, madre di una grande cultura, e bla bla bla…”insomma un bel posto in cui vivere non c’è dubbio, ma io non ce la faccio più: sono tornata qui per una vacanza, dopo aver passato due anni – uno dei quali a studiare - in America (a Chicago) e ora, dopo tre mesi qui, ho già bisogno di evadere!
Stop.
feel like *somebody save me*

Comunque stavamo dicendo… l’aereo sarebbe partito tra due ore e mezza, e io mi ritrovo qui ad urlare contro mio fratello:
- Stefanooo! Ti vuoi muovere?! Fammi perdere l’aereo e giuro che ti spedisco sulla Luna a calci nel sedere!
-Cazzo mi urli?! Sono pronto!- mi risponde “dolcemente”.
-Vorrei vedere, lo sai che devo imbarcare un mucchio di roba, e ci metterò anni!- mi lamento preoccupata.- fammi controllare: cellulare ce l’ho, chiavi ce l’ho, biglietto… eccolo!- faccio un resoconto delle cose essenziali per evitare di dimenticarle.
-Muoviti, muoviti, muoviti, ti vuoi muovere?!- mi fa il verso quel troglodita mentre si avvia alla macchina.

Qualche minuto dopo riusciamo finalmente a caricare tutte le valige in macchina, e partiamo.
Arrivo all’aeroporto  e Stefano mi da’ una mano con le valige, accuratamente poste su un carrello di metallo, e mi fa compagnia alla fila del check-in, poi arrivano i saluti strappalacrime, come quelli di mamma e papà di stamattina.
Non li sto lasciando per sempre, e poi esistono cose come telefono, skype, e cose varie, non mi sembra il caso di esagerare!
Ma tanto so che con Stef è diverso e, infatti, come saluto mi da’ una  dolce pacca sulla spalla e mi dice:
-Tanto ci sentiamo stasera, giusto? Cerca di restare viva il più possibile ok sorellina?-mi sorride e io faccio lo stesso , siamo sempre stati molto uniti ma non siamo i tipi da effusioni, così mi congeda con un “buon viaggio!” e se ne va.
Ed io rimango lì piccola, sola ed indifesa con un carrello gigante pieno di valige ancora da imbarcare…
Stop.
Feel like Harry Potter.
no, sul serio mi manca solo la civetta!


Dopo aver imbarcato le valige, e passato la frontiera vado a prendere posto nel mio easy-jet. Infondo il fatto che mi sto trasferendo in un’altra città un po’ mi spaventa…
“Ladies and gentleman”- la voce del pilota mi risveglia dai miei pensieri- We are afghfjagdfagkahajkaajgajak thank you!- minchia non si capisce niente quando parla!
Dato che sono un genio riesco a tradurre lo stesso l’incomprensibile linguaggio dell’idiota, leggermente ubriaco che manovra quest’aquila di latta: SI PARTE!


Passo una straziante ora sull’aereo a sentire musica e leggere, un buona mezz’ora a fare le linguacce al bambino americano seduto di fianco a me e poi mi appisolo un po’.
Mi sveglio di soprassalto perché il piccolo del sedile di fianco ha deciso di costruire una pista d’atterraggio per il suo aereo giocattolo sul bracciolo del mio sedile… occhio piccolo stai perdendo punti!
Bhè ormai dovrebbe mancare poco no? Ovviamente no! Mancano almeno tre quarti d’ora, ed io non riesco a stare ferma per più di cinque minuti… Album salvaci tu!
Amo disegnare, la trovo una cosa rilassante, sono una brava osservatrice, non nel senso che non mi faccio mai i fatti miei, solo mi piace cercare di capire le persone dal loro atteggiamento, i loro movimenti, e anche il loro stile e, a quanto mi dicono, sono anche brava!
Quando inizio a disegnare punto gli occhi sul foglio, ma in realtà la mia mente vaga per mondi sconosciuti, o forse solo dimenticati.
Cerco l’ispirazione dal paesaggio che vedo (sono riuscita ad accaparrarmi il posto vicino il finestrino! *si sfrega le mani con fare diabolico*) .
ad un tratto mi accorgo che il bambino del sedile affianco a smesso di giocare, e mi sta imitando, scarabocchiando qualcosa su un foglietto: che tenero!
Mi lascio trasportare, facendo scorrere delicatamente la matita sul foglio per tracciare delle linee apparentemente senza senso.
Da questo “attacco d’arte” esce fuori una donna seria e distinta, seduta su una montagna di valige, che guarda il mondo dall’alto in basso con la puzza sotto il naso e tanta, tanta malinconia negli occhi. Sì malinconia perché quella donna è riuscita ad ottenere tutto ciò che desiderava, perdendo tutto ciò di cui aveva bisogno, malinconia perché non è riuscita a far coincidere le due cose.
Vengo distratta dai miei pensieri dal bambino seduto di fianco a me (si chiama Tony se non sbaglio):
-Tieni- mi dice porgendomi il foglio su cui a scarabocchiato la figura di una ragazza bionda, con gli occhi azzurri- L’ho fatto per te- Che carinoooooooo!!
-Grazie Tony - rispondo io  lusingata- Mi chiamo Tommy!- mi corregge subito: e ti pareva se non sbagliavo!
- Si, si volevo dire quello. Comunque chi è questa la tua mamma?- chiedo rivolgendo lo sguardo verso la signora biondo platino, che mi guarda con aria riconoscente per aver giocato con suo figlio, concedendole un po’ di riposo.
-No, quella sei tu!- Coooosa! Io?! Io non sono bionda!!!! Bambino sappi che hai perso tutta la mia simpatia!
-Grazie.- rispondo freddamente poco prima che una hostess ci avverta dell’imminente atterraggio.


 
Ian’s POV
 
Sono appena tornato da Miami, dove ho passato l’estate, fra una settimana rincominciano le riprese per TVD, quindi sono dovuto tornare ad Atlanta.
*applausi, applausi*
Devo ritirare le mie valige dal rullo su cui vengono depositate dopo il viaggio, non sono molte: la maggior parte delle cose le ho già spedite qui.
Mi fermo davanti al rullo numero 4 (Miami - Atlanta), quando vedo davanti a me una ragazza molto in difficoltà con i bagagli.
È davvero bellissima, molto semplice: è mora, abbastanza snella, un po’ bassina, ha tutte le curve al posto giusto, insomma, apparentemente una ragazza normale – nonostante stia rincorrendo il tappeto del rullo, per prendere una valigia – ma in lei c’è un non so ché che mi attira.
Probabilmente è Canadese: il rullo dove cerca di prendere le sue valige è il numero 5 (Toronto - Atlanta).
Mi avvicino per aiutarla, quando un bambino di massimo 6 anni si avvicina a me e, rivolto ad una signora dietro di lui, si mette a urlare:
- Mamma, mamma, c’è Damon! Guarda! Quello del telefilm che guarda sempre Rosie!
Anche se un po’ in imbarazzo, capisco che quello deve essere un bambino dolcissimo; la madre si avvicina e mi chiede gentilmente un autografo per sua figlia Rosaly.
Solo dopo che se ne è andata, mi accorgo che la ragazza di prima aveva smesso di dare retta alle pesanti valigie, e si era girata di scatto verso di me.
I suoi occhi sono puntati su di me… ragazzi ma che occhi!
Dire che sono come le più splendenti stelle di un cielo estivo è molto riduttivo; direi più che sono come i faretti che si attaccano al soffitto quando spegni la luce (sono un romanticone, lo so!).
Non so più da quanto tempo ormai la sto fissando, ma mi sono perso nelle sue dolci iridi: azzurre come il più limpido dei cieli, con delle striature verde acqua, contornate da una linea molto scura, quasi nera.
Quelli non sono semplici occhi azzurri, non sono occhi di ghiaccio come i miei, credete a me, lì dentro si vede il mare… Uh, è passato un delfino!
Sono sicuro che non dimenticherò mai e poi mai quegli occhi, come sono sicuro che non mi perdonerò mai il fatto che non ho avuto il coraggio di conoscerla.

‘Avanti Ian, ti si sono paralizzate le chiappe? No! Quindi cammina ad aiutare quella ragazza o non te lo perdonerai mai più! E lo sai.’

Detesto la mia vocina interiore: è troppo saccente! Però ha ragione, acquisto un po’ di coraggio e mi avvio dalla ragazza, quando mi accorgo di un paio di flash provenienti da un angolo vicino all’uscita di emergenza – ormai i paparazzi non si preoccupano nemmeno di essere visti!
Probabilmente così mi metterò nei guai con i media ma decido di avvicinarmi ancora alla ragazza.
faccio a stento un passo che un tipo (Di sesso maschile capite?!) mi precede.
-Ehi, occhi blu!- lo sento salutarla, la abbraccia e le da’ una mano con le valigie.
Stanno raggiungendo l’uscita: ormai ho perso ogni speranza, ma poi noto che la ragazza mi sta lanciando un ultima occhiata, come un saluto.
il mio cuore sta esplodendo di gioia! Davvero riesco a sentirlo: “boom, boom!”
Mi avvio fuori con la mia valigia, lei è ancora lì…  con quello!
li sento parlare, standomene in disparte (cappello in testa e occhiali da sole):
- Uff! Quando arriva? Non ce la faccio più!- si lamenta lei rivolta più a se stessa che al tipo, che però le risponde ugualmente:
-Aveva detto che sarebbe arrivata qui con la macchina in cinque minuti. Ehi, guarda, eccola!- indica una macchinina  rossa: una malandata Toyota Yaris.
Dall’auto scende una bionda di più di 30 anni, che si getta di corsa tra le braccia della ragazza urlando:
- CeCe finalmente, mi sei mancata tantissimo!!
Alleluia! Un taxi libero! Salgo sulla macchina gialla giusto in tempo, perché sento dietro di me una ragazza urlare il mio nome.
per tutto il tragitto fino al mio appartamento non faccio che pensare a lei!
-Quindi si chiama CeCe!- mormoro io riflettendo.
Probabilmente ora sto sorridendo da solo come un cretino ma non mi importa, perché non riesco a capire come quella ragazza, CeCe, sia riuscita ad attirare tutta la mia attenzione nel giro di pochi istanti.



Buongiorno!
Eh sì, sono proprio io: la pazza che ha scritto questo capitolo!
Prego tutti i lettori di essere clementi, perchè questa è la mia prima Fan Fiction e anche perchè ho un'autostima piuttosto bassa...
Ho già scritto altri capitoli della storia, quindi li pubblicherò appena possibile, intanto...
Recensite, recensite, recensite!
Al prossimo capitolo.
  
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