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Autore: cin75    21/05/2014    13 recensioni
Non poteva finire così. Sam non poteva permetterlo. Non dopo aver trovato quella lettera.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo modo di vedere la vita!'
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Sam se ne stava, quasi ipnotizzato, sulla soglia della porta della camera di suo fratello.
Di quella che era stata la camera di suo fratello e che ora invece era il posto in cui il corpo di Dean, senza vita, riposava un ultima volta.
Dio!! Era così dannatamente difficile rendersene conto.
Dean. Morto. Suo fratello. La persona più importante della sua vita.
Come era successo?, perché non era riuscito ad impedirlo? Perché e perché e perché, ancora e ancora perché.
In quel maledetto edificio lo aveva stretto a sé con tutte le sue forze pregandolo di svegliarsi, di resistere. Di non lasciarlo. Ma senza riuscirci.
Anche questa volta aveva fallito.
Un ondata di rabbia lo invase e le lacrime che fino a qualche momento prima gli avevano rigato il viso disperato, cercavano di nuovo di farsi spazio e vincere la resistenza dei suoi occhi e del suo volere rimanere lucido.
Ma ora basta!, non c’è tempo per le lacrime.
Questa volta non avrebbe fallito. Non poteva fallire. Doveva salvare Dean.
Diede un'altra rapida occhiata al corpo sempre più pallido del suo amato fratello e poi si guardò in giro e prima di andare via in cerca di una soluzione vide un foglio di carta piegato e lasciato in modo ordinato sulla scrivania.

Si avvicinò piano e in silenzio al tavolo, quasi non volesse svegliare Dean.
Prese il foglio e riconobbe la scrittura. Un groppo alla gola gli rallentò per un attimo il respiro e con quella forza donata da ciò che sapeva essere solo amore per suo fratello, cominciò a leggere.

Sam   Sammy,
cavolo come è banale dire o scrivere una cosa del genere ma in effetti se stai leggendo questo pezzo di carta solo due sono le spiegazioni: 1) ti stai facendo gli affari miei. 2) io sono morto e tu sei qui dentro a farti gli affari miei!!
Ti scrivo queste scemenze alla “caro diario”, prima di uscire per  quella che potrebbe essere la nostra ultima missione insieme. La mia ultima caccia. Con te.
E anche perché voglio che tu sappia delle cose che in questi mesi non siamo, non sono riuscito più a dirti. I miei errori e le mie insensate giustificazioni a quegli errori; la tua rabbia e il tuo rancore per quello che ti avevo fatto, beh!, hanno fatto il resto.
So che in questo periodo non sono più io.
Lo so. Lo sento. Me ne rendo conto.
Il marchio e la Lama mi stanno cambiando e so che mi stanno mutando in qualcosa di cui ho una fottuta paura, che mi terrorizza, che non voglio essere, ma questo non posso dirtelo di persona perché so che troveresti il modo per fermarmi e fratellino!, non posso permettertelo. Metatron deve esser fermato. A qualsiasi costo. E se quel costo devo essere io. La mia vita. Così sia.
Ma di una cosa voglio che tu sia certo, che sia sicuro al 100%.
Sono fiero di te. Sono fiero di noi.
Di quello che abbiamo portato avanti. Delle persone che abbiamo aiutato. Del male che abbiamo sconfitto e del bene che abbiamo fatto. Di tutte le volte in cui, nonostante tutto, nonostante le nostre stronzate, tu eri lì. A coprirmi le spalle.
Credimi, Sammy!, nonostante quelle parole, di quella sera nella cucina, sapevo che ci saresti sempre stato. Non ne ho mai dubitato. Mai, una sola volta. E vorrei che mai ne dubitassi tu, fratellino!
Questa dannata storia ci ha fatti allontanare, ma forse un'altra ci permetterà di riavvicinarci. Che diavolo!!, siamo i fottuti Winchester. Ce ne vuole per metterci al tappeto.
Ma se così fosse, Sam, se dopo aver trovato Metatron io rimanessi a terra, se non avessi più scampo, non dartene una colpa, ok?, vuol dire che per questa volta sarai tu a fare la parte dell’eroe che salva il mondo.
Dopodiché, molla tutto, spegni tutto, stacca la corrente al bunker, chiudilo per sempre e getta la chiave dove nemmeno Dio possa trovarla.
Cambia vita. Cambia nome. Tagliati quei dannati capelli e ricomincia a vivere, Sammy.
Sali sull’Impala e riprenditi quella vita che ti ho tolto il giorno in cui sono venuto a prenderti a Stanford.

Ovunque io sia, nel momento stesso in cui stai leggendo queste parole, a quel posto o a colui che lo governa dovrò rendere conto anche e soprattutto di quella decisione.
Ma te lo ripeto, Sam, sono sempre stato fiero di essere stato il tuo fratello maggiore. Sono sempre stato fiero che tu sia stato il mio piccolo Sammy. Sono e sarò sempre fiero di noi e vorrei tanto trovare il coraggio di potertelo dire, prima che sia troppo tardi.
Non odiarmi per come mi sono comportato in quest’ultimo periodo e perdonami se  adesso ti ho lasciato solo. Ti giuro, che avrei dannato l’anima per vederti felice.
L’ho già fatto una volta e forse, visto che ti stai facendo gli affari miei, l’ho fatto ancora!!
Ti voglio bene Sam.
D.”
 
Sam non riusciva a staccare gli occhi da quell’ultimo “ti voglio bene”, continuava a leggerlo e a rileggerlo come se non ci fosse scritto altro su quel foglio.
Poi, una strana ma lucida consapevolezza prese il sopravvento su di lui.
Crowley!, lo avrebbe invocato, avrebbe richiesto un patto. L’ennesimo.
Non poteva chiamare Castiel. Lui doveva essere la sua arma nella manica se qualcosa con il demone fosse andata a finire male. Per salvare Dean o entrambi se ce ne fosse stato bisogno.
In quel preciso istante, capì ogni passo fatto da Dean quando decise di farlo possedere da un angelo e poi addirittura da Crowley in persona.
Tentare il tutto per tutto pur di salvarlo.
Potevano andare a farsi fottere i buoni propositi di chi deve scegliere cosa. Lui rivoleva suo fratello e in quell’ospedale fece quella scelta.
Ora, in quella stanza del bunker, anche Sam, rivoleva suo fratello.
Scese nel seminterrato ed evocò il Re dell’Inferno.
Poco dopo il demone parlava al corpo senza vita del cacciatore.
Non mantenne il patto. Non ne aveva motivo. La storia era già scritta. Ma in che modo nessuno dei Winchester poteva saperlo.
Dean ancora non ne era cosciente.
Sam non volle saperlo, non fin quando non avesse rivisto suo fratello in piedi.
E noi?, Noi lo sappiamo?!
   
 
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