La paura prese il sopravvento, cominciai a urlare, battendo i pugni sulla porta di legno :- Peeta apri, Peeta!- Nessuno rispose, silenzio. Le lacrime cominciarono a scendermi sul viso :- Peeta...- Mi buttai a terra e piansi, portandomi le gambe al petto. Erano anni che facevo così, bussavo alla porta di casa sua e mi rispondeva solo il silezio,terribile e spaventoso. Lui non c'era più, nessuno mi avrebbe aperto, mai più. Gridai sbattendo i pugni contro il legno freddo e duro :- Peeta...- Mia madre arrivò e mi prese tra le braccia :- Tesoro andiamo a casa- mi prese per mano e mi trascinò via. Mi voltai e guardai la casa del mio panettiere farsi sempre più piccola, fredda e buia, la polvere unica padrona. Avrei dovuto fermarlo, ma era troppo tardi. Peeta aveva mangiato quelle maledette bacche un attimo prima che Seneca bloccò i giochi.