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Autore: Fraye95    21/05/2014    2 recensioni
La solitudine cos'é?
Secondo Michael é una fuga da qualcosa che non si riesce a gestire.
Secondo lui il modo migliore per affrontarla e iniziare a parlare con qualcuno, facendo dei piccoli passi.
E Sophie Bennet é rimasta affascinata da lui, che ha intenzione di conoscerlo.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA SOLITUDINE TROPPO RUMOROSA.



Hermann esse diceva: "la solitudine é dipendenza. L'avevo desiderata e me l'euro conquistata. In tanti anni era fredda, questo si, ma era anche terribilmente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri".
E, leggendo quelle parole si rese conto che non era la sola a pensarlo.
La solitudine non era altro che un'atteggiamento istintivo legato a vicende personali o meno, che portava le persone ad isolarsi.
Le scappò un sorriso amaro non appena Jordan Brent, che frequentava quasi tutte le sue lezioni, intervenì dicendo che anche lei si poteva considerare una tipa "solitaria" quando era ovvio il contrario.
Non c'é solitudine se hai un'intera scuola ai tuoi piedi e degli amici.
La professoressa non le diede ascolto e continuo a spiegare, facendo interagire la classe, al pronunciare della domanda:

- Esiste una solitudine diversa per ognuno di noi? - In quel momento alcuni dei suoi compagni di classe alzarono la mano, E questa volta ad intervenire non erano i soliti secchioni.
Voltò lo sguardo, notando Michael Clifford che teneva la mano alzata e si grattava il mento, pensieroso.
Non aveva mai frequentato una lezione Di psicologia, si ricordava che arrivava sempre in ritardo, la bionda.
Evidentemente anche la professoressa se ne accorse, dato che, stupita, esclamò:

- Clifford! Quale onore! Avanti! - lo incitò. Il ragazzo si toccò i capelli scuri prima di rispondere:
- ve ne sono diversi tipi. Solitudini volute e ricercate...ad esempio per quelle persone che sentono il bisogno di avere un momento per loro, per gli imprevisti capitati nella loro vita... - da quando Michael Clifford faceva il saggio?
- e lei che cosa ne pensa? -
- be...non é altro che una fuga da qualcosa che non si riesce a gestire -
- Secondo lei cosa sarebbe meglio fare in questi casi? - la professoressa non gli voleva dare tregua, forse voleva scoprir anche lei cosa avesse davvero Michael Clifford, il ragazzo più associale di tutta la Sydney's School.
- iniziare a parlare con qualcuno, forse? - sorrise - piccoli passi -
- Molto bene Clifford - la professoressa era fiera.
Non era la solita lezione, era una lezione diversa.
La campanella suonò e, alzandosi per mettere a posto, la mora vide il suo compagno di classe uscire, e, senza rendersene conto, lo stava già seguendo.

Solitudine. Solitudine che tocca gli animi delle persone.
Si guardò attorno, le persone in giardino erano sparse qua e la, e poi c'era lui, appoggiato al muretto che aveva una faccia da disperato.
Forse gli mancava qualcosa.
Decise di avvicinarsi, scacciando via ogni dubbio, adesso ne era sicura, voleva conoscere Michael Clifford.
Lui la notò, ma non cambiò il suo sguardo.
Lei arrivò con il suo volto timido che la caratterizzava, facendola differenziare dagli altri.
"Ciao" le disse.
Ed in quel momento il moro la scrutò, notando solo in quell'istante quegli occhi verdognoli che racchiudevano chissà cosa.
Ma lui voleva stare solo.
Annuì con il capo.
- Mi é piaciuto tanto quello che hai detto a lezione... - Borbottò lei, facendosi più rossa in volto che mai.
- Di solito le persone non attaccano bottone parlando della lezione di psicologia - disse lui, prendendo un tiro dalla sigaretta che teneva fra le mani. Quando se l'era accesa?
- chi ti dice che voglia attaccare bottone? - l'aveva detto veramente, lei?
Lui la scrutò meglio, buttando la sigàretta ormai finita per terra.
- Sono Michael - le tese la mano.
- Sophie - lei gli e la strinse, e lui sorrise, e, avvicinandosi al suo orecchio sussurrò:
- vedi? Volevi attaccare bottone -
Lei divenne ancora più rossa, sentendo il suo fiato caldo.
- n-no.... - cercò di rimettersi, ma si bloccò.
Che figura di merda.
- Ti ci rispecchi? - disse lui - ti ci rispecchi in quello che ho detto? - notandola non capire.
- C-credo... - si ricompose, borbottando e - E tu? - chiese.
Lui voltò lo sguardo, per la prima volta confuso da una domanda del genere:
- Non lo so. É come se ci fosse un buco attorno a me. Come se iniziassi a fare un passo in avanti, ma al tempo stesso risucchiato in questo vortice che non mi lascia via d'uscita - sospirò, afflitto, pronunciando una delle cose che Sophie ricorderà per tutta la sua vita - é una solitudine rumorosa -






CIAO A TUTTI!

Questa OS nasce come Long, ma Vabbe, a tutti viene l'idea di cambiare.......
Ahahahah sicuramente mi troverete qua in giro dato che ho deciso di scriverla davvero una long, ma non su questa storia.....
Grazie a tutte quelle che leggono:)
  
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