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Autore: shippersofinsanity    22/05/2014    1 recensioni
Scese gli ultimi gradini e imboccò il lungo corridoio che lo avrebbe portato alle cucine e, poi, al dormitorio dei Tassorosso. "Alle scale piace cambiare" Erano 5 anni che Sebastian era ad Hogwarts e ancora si arrabbiava perché si perdeva quando le scale su cui si trovava si spostavano e lui finiva dalla parte opposta del castello. E così era successo anche quella sera, e lui non aveva fatto altro che maledire quelle stupide scale per tutto il tragitto. Per sua fortuna era un Prefetto quindi, anche se lo avessero trovato in giro, poteva sempre usare la scusa del turno di ronda.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Scese gli ultimi gradini e imboccò il lungo corridoio che lo avrebbe portato alle cucine e, poi, al dormitorio dei Tassorosso. "Alle scale piace cambiare" Erano 5 anni che Sebastian era ad Hogwarts e ancora si arrabbiava perché si perdeva quando le scale su cui si trovava si spostavano e lui finiva dalla parte opposta del castello. E così era successo anche quella sera, e lui non aveva fatto altro che maledire quelle stupide scale per tutto il tragitto. Per sua fortuna era un Prefetto quindi, anche se lo avessero trovato in giro, poteva sempre usare la scusa del turno di ronda.

Superato il quadro che lo avrebbe fatto entrare nelle cucine, accellerò il passo. Il dormitorio era lì vicino e, essendo sera tardi, sapeva non ci fosse nessuno in giro. Quindi non si preoccupò nemmeno di nascondersi o fare in modo che nessuno lo vedesse, a quell'ora, ormai, dormivano già tutti.
Sebastian era entrato così tante volte nei dormitori di Tassorosso che, ormai, non aveva più bisogno di aspettare che qualcuno uscisse per poter sgattaiolare dentro, entrava e basta. La strada che faceva era sempre quella: si dirigeva verso il dormitorio maschile senza farsi vedere e percorreva il lungo corridoio fino alla fine, dove si trovava l'entrata del dormitorio che cercava. E così fece anche quella volta.

Quel giorno c'era stata la partita di Quidditch tra Grifondoro e Tassorosso e, inutile da dire, Grifondoro aveva schiacciato Tassorosso 260 a 50. Era per quel motivo che nella Sala Comune dei giallo-neri c'era un silenzio tombale e, quelle poche persone ancora sveglie presenti, non notarono minimamente il Serpeverde sgattaiolare fino al dormitorio dei ragazzi del sesto anno.

Arrivato davanti alla porta si guardò intorno, giusto per confermare che non ci fosse nessuno dietro di lui che lo spiasse, ed aprì la porta cercando di non farla cigolare quel tanto che bastava per sgattaiolare dentro. Si richiuse subito la porta alle spalle, sempre nel più totale silenzio. Appena la porta fu chiusa ci si appoggiò contro con la schiena, fece un respiro profondo e alzò lo sguardo per controllare che tutti stessero dormendo. "Blay..?" Chiamò in un sussurro. Grazie alla luce della luna che entrava dalla finestra, vide che tutti i ragazzi giacevano profondamente addormentati. Ma Sebastian sapeva che lui era sveglio, non dopo una sconfitta del genere di cui sapeva il ragazzo si sentisse colpevole. Perché ormai Sebastian sapeva come il suo ragazzo reagisse, lo conosceva fin 
troppo bene.
Sì, il suo ragazzo. Perché Sebastian Edouard Smythe, Serpeverde fino al midollo e figlio dei soliti ricchi maghi Purosangue che disprezzavano i Babbani e tutto ciò che riguardava loro e il loro mondo, si era innamorato di Blaine Anderson, Tassorosso e figlio di maghi Purosangue che, però, in fondo amavano il mondo dei non-maghi. La loro, per volere del Serpeverde, era una relazione segreta che andava avanti da più di un anno. Ma questo non indicava che i due si vergognassero o quant'altro. Sebastian aveva preso questa decisione per vari motivi e, tra questi, inizialmente c'era di mezzo anche l'orgoglio. Ma quella storia nata per caso continuava, tra bisticci che duravano al massimo una settimana e baci rubati nei corridoi vuoti, e né Sebastian, né Blaine avevano intenzione di rinunciarci.
Fu per quello che non si sorprese di vedere un Blaine rigirarsi nel letto e alzarsi leggermente con una smorfia dalla sua posizione per vedere chi lo avesse chiamato, anche se in realtà sapeva perfettamente chi fosse.

"S-seb, cosa ci fai tu qui?" Disse con un tono diverso dal solito, era un miscuglio tra rabbia e tristezza.

Sebastian, cogliendo le emozioni celate dietro quel tono di voce, scivolò verso il letto da cui proveniva la voce, nonché il suo ragazzo. "Sono qui per te." 

Quest'unica frase arrivò con un sussurro all'orecchio di Blaine, che subito si scostò lasciandogli lo spazio di sdraiarsi al suo fianco, il quale non se lo fece ripetere due volte e si sdraiò vicino a lui. Ma Blaine, come se volesse nascondere tutte le sue sofferenze, si girò dall'altro lato, dandogli la schiena, con una smorfia di dolore causata da un livido sullo zigomo a contatto con il cuscino.

"Se sei venuto a prendermi in giro, puoi anche andare via."

"Blaine."

"Che c'è?"

"Non sono qui per prenderti in giro."

"E perché no? Tanto ho fatto pena."

"Sono qui per rimanerti vicino. E non hai fatto pena."

Sentendo le sue parole Blaine si rigirò subito verso di lui, un po' sorpreso da ciò che gli aveva appena detto. Sospirò appena, cercando di rimanere calmo, senza sciogliersi o scoppiare a piangere. "Sì, invece, Seb. Continuiamo a dire che ci rifaremo l'anno prossimo, ma ogni anno va sempre peggio. E l'anno prossimo sarà la mia ultima occasione, non ce la faremo mai."

Posò una mano sul suo fianco Sebastian, che venne subito raggiunta a stretta da quella di Blaine, e cercò il suo sguardo con gli occhi, per poterlo rassicurare almeno un po'. "Ti ho visto da fuori e non è affatto vero. Gli altri abbastanza, ma anche se fossi riuscito a prendere il boccino non sareste riusciti a vincere. E lì non è colpa tua. Va bene?"

Annuì piano, Blaine, intrecciando lo sguardo con il suo e farfugliando un fievole grazie e facendo sorridere teneramente Sebastian. "Mi fa male tutto, ora, sono distrutto.. Resti qui con me, vero? Mi faresti stare meglio."

"Secondo te, perché sono qui, trésor?" Il moretto, come ogni volta, si sciolse a quel nomignolo. Perché Blaine adorava sentire parlare il suo ragazzo in francese. Non sapeva perché gli piacesse tanto e lo facesse sciogliere sempre, eppure lo faceva. Ed era per questo che Sebastian spesso parlava francese con lui. Non lo avrebbe mai ammesso, ma vedere Blaine sciogliersi in quel modo, era una delle visioni più belle che avesse mai visto.

Ma, appena sentì Sebastian stringerlo maggiormente a lui, si risvegliò da quella specie di trance in cui era finito a causa del dolore per le botte prese il pomeriggio appena passato. Si allontanò appena, ricevendo in cambio uno sguardo confuso dal più alto. "Scusa, Seb, mi fa davvero male tutto. Mi fa male anche a parlare."

Sebastian, sentendo le lamentele, allentò la presa sul suo fianco sorridendogli appena. "Immagino dopo tutti quei bolidi." Fece scivolare con tocco leggero la mano lungo tutto il suo fianco, fino ad arrivare al suo viso, gli lasciò una lieve carezza sulla guancia e un bacio sullo zigomo, proprio come se quello potesse bastare a fargli passare il dolore. " E' un motivo in più per odiare i Grifondoro, no?" Sorrise cercando di alleggerire la situazione.

A quelle parole, Blaine posò la testa sul suo petto e sospirò piano. "Lo sai che io non odio nessuno," Quello che aveva detto era vero perché, non sapeva come, ma Blaine non riusciva ad odiare nessuno. Riusciva persino a dare una scusante a chi ci provava con il suo Sebastian. Forse era un fattore dovuto al suo carattere buono, perché Blaine non portava rancore a nessuno, lui cercava di aiutare tutti indistintamente, anche se a volte lo portava a preoccuparsi sempre troppo. Cosa che comportava a ore di consolazione da parte del ragazzo, essendo lui l'unico a riuscire a tranquillizzarlo. Non ci aveva mai pensato più di tanto, ma forse Tassorosso era proprio la casata adatta a lui. "sarei stato allo stesso modo dopo una partita così anche contro i Serpeverde o i Corvonero."

"Non coi Serpeverde, trésor, avrei fatto in modo che nessun bolide ti colpisse." Sebastian adorava passare le mani tra quei riccioli scuri, ogni volta che ne aveva l'occasione passava una mano tra i suoi capelli e cominciava a giocherellarci, senza un fine preciso. E così fece anche quella volta. Senza nessuna incertezza fece scivolare la mano tra le ciocche morbide e cominciò ad arrotolare un ricciolo intorno al dito, per poi poi tirarlo e riarrotolarlo.

"Ti ricordo che siamo in una relazione segreta," Mimò le virgolette alle ultime due parole, perché non era completamente vera la cosa. Erano entrambi riusciti a confidarsi con qualcuno, che poi fossero i familiari da parte di Blaine e la sorella da parte di Sebastian, era una cosa a parte. "non ci saresti riuscito lo stesso."

"Ehi, vorrei ricordarti che sono un battitore, e dobbiamo precisare il migliore che ci sia, e che so mirare perfettamente dove mandare i bolidi. Ti ha mai preso un bolide lanciato da me, per caso Blaine?"

"N-no, è vero. Ma non credo che gli altri far-"

"Jackson è un buono a nulla, Blaine, a momenti si tira la mazza in testa da solo!"

"Grazie." Disse in un sussurro flebile, cercando la mano libera del ragazzo per intrecciare le dita con le sue. Strinse piano la sua mano, quasi a darsi forza di sopportare il dolore, e si avvicinò lentamente a lui, lasciandogli un piccolo bacio a fior di labbra.

Ma Sebastian si accorse subito di quella stretta più salda e del viso che si contraeva piano per il dolore dovuto allo spostamento. Sapeva che Blaine aveva cercato di non mostrarlo, di farsi vedere forte ai suoi occhi, ma a Sebastian non piaceva vederlo stare male. Così storse il naso e si allontanò di poco da lui. "Aspetta un attimo." Poggiò entrambi i gomiti sul materasso, facendo leva per alzarsi quel tanto da sedersi, e poggiò la schiena contro la testiera del letto, allargando appena il braccio facendogli spazio tra le sue braccia. "Vieni qui, dai."

"Sono messo così tanto male?" Una risata fievole, smorzata da un gemito di dolore, uscì dalle sue labbra mentre si alzava piano per poggiare la testa sul suo stomaco e stringergli piano il braccio.

Lo strinse piano a sé, Sebastian, osservando ogni minima sfaccettatura sul suo viso per cercare anche solo un minimo segno di dolore. Quando vide che non ce n'erano, fece scivolare piano una mano nuovamente tra i suoi morbidi ricci, tornando a giocarci. "Ssh, ci sono qui io apposta, non ti preoccupare."

Quando sentì la sua mano posizionarsi sul suo petto, nascose un piccolo sorriso Blaine, facendo combaciare la propria mano con la sua. "Sono stanco, ma non riesco a dormire. Riesci a inventarti qualcosa per tenermi sveglio? Ti pregoo."

"Bhè, a dire il vero un qualcosina da fare ci sarebbe." Accennò un sorrisetto Sebastian. "Ma non credo che sia la cosa migliore da fare, al momento, vedendo le tue condizioni."

"No, non mi sembra proprio una buona idea, neppure volendo." Scosse appena la testa, sospirando leggermente. In fondo, Sebastian sarebbe sempre rimasto il solito Sebastian.

Dopo qualche attimo di silenzio, dove entrambi si godevano la sola presenza dell'altro e di quelle carezze accennate, Blaine decise di rompere il silenzio. Alzò lo sguardo su di lui con una strana idea che gli frullava per la testa. "Seb?"

Sebastian venne risvegliato da quella calma che era riuscito a crearsi intorno a loro dalla sua voce. "Je t'écoute, trésor." Distolse lo sguardo dal cielo notturno che si intravedeva dalla finestra, per focalizzare la sua attenzione su di lui.

Blaine tentennò inizialmente, ma poi, non si sa come, si prese di coraggio. "M-mi canti una canzone? La tua voce mi rilassa, lo sai.."

Alle sue parole Sebastian sorrise e fece scivolare le dita lungo la sua guancia, in una carezza leggera. Chiuse gli occhi ripensando a una delle sue canzoni preferite e cominciò a cantare. "Do you remember we were sitting there by the water, you put your arm around me for the first time, you made a rebel of a careless man's careful daughter, you are the best thing that's ever been mine."

Quando riaprì gli occhi vide Blaine, con il capo appoggiato sul suo stomaco e un sorriso stampato sul volto, cadere lentamente tra le braccia di Morfeo cullato dal suono della sua voce. Cercando di non muoversi troppo per non svegliarlo, si abbassò per lasciargli un bacio sulla fronte, per poi sistemarsi comodamente contro la testiera del letto, e addormentarsi a sua volta con un sorriso sulle labbra, senza preoccupazioni alcune e con la consapevolezza di entrambi che ognuno ci sarebbe stato per l'altro.
  
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