"Signor Sesshomaru, Signor Sesshomaru!".

L'inu-youkai abbassò il suo sguardo, sino ad incontrare il piccolo visino della bambina dai capelli neri che gli tirava la veste.

"Dimmi".

"Signor Sesshomaru, cos'è quella?".

La piccola indicò con un ditino un qualcosa di svolazzante dai mille colori.

Seguì un po' i movimenti fluidi ed eleganti dell'essere, mentre lei ricominciava a tirare il kimono, in attesa di una risposta.

"Allora? Me lo dica, Signor Sesshomaru, la prego!", ripeté con foga, i grandi occhi nocciola inumiditi.

Si discostò dalla debole presa della bambina, e si avvicinò all'insetto.

Gli volava intorno, con le grandi ali multicolori che brillavano sotto al sole.

"Davvero non lo sai?", si decise allora a chiedere alla piccola. Non riusciva a capacitarsene. Anche lui, un grande e potente youkai, da bambino aveva inseguito quegli insetti colorati, divertendosi a cercare di afferrarli tra gli artigli - cercando di non togliergli la vita.

Sesshomaru, essere che non si faceva scrupolo ad uccidere un innocente, esitava a togliere la vita ad un essere fragile e grazioso come quello.

"No, Signor Sesshomaru", rispose in imbarazzo la piccola Rin, abbassando il capo.

"Non hai mai rincorso una di queste tra i campi?", domandò, indicando con una delle sue dita lunghe ed affusolate l'esserino.

"Beh... si, Signor Sesshomaru. Ma non ho mai chiesto a nessuno come si chiamassero".

Lo youkai annuì distratto, per poi sollevare una mano - l'insetto vi si posò, sbattendo lento le piccole ali.

Abbassò piano la mano, inginocchiandosi e portandola all'altezza degli occhi della ragazzina.

"E' una farfalla".

Rin alzò gli occhi gioiosa, asciugandosi le guance e osservando curiosa l'insetto.

"Una farfalla? Che bella, Signor Sesshomaru!", inclinò il capo di lato, osservando anche il volto dell'insetto - "Che buffa!" - e i vivaci colori della ali, ampie ed eleganti.

A un tratto, Sesshomaru scosse la mano, e l'insetto spiccò il volo.

"NO! Signor Sesshomaru, ve ne prego, riprendetela!", esclamò con aria delusa la bambina, facendo per inseguirla.

Lo youkai la fermò per un braccio.

"E' un essere libero, Rin. Non puoi bloccarlo", mormorò, gli occhi ambrati fissi sull'insetto.

"Anche voi siete libero, Signor Sesshomaru?".

Lo youkai non rispose.

No, lui non era libero. Aveva troppe responsabilità per dirsi libero.

"Signor Sesshomaru?".

"Dimmi", le rispose sbrigativo.

"Un giorno voi mi manderete via come avete fatto con quella farfalla?".

Sesshomaru non rispose ancora una volta.

Le labbra gli si incurvarono in un surrogato di sorriso, quando le sue iridi gelide si posarono sulla bambina al suo fianco, che lo guardava in cerca di una risposta.

"Vedremo...".

La piccola sbuffò, per poi sciogliersi in un radioso sorriso "Rin vi seguirà sempre, anche se voi la scaccerete!".

"Vedremo anche questo".

E ripresero il cammino, mentre la bambina salutava con la manina una farfalla adagiata su di un fiore...