Cap 8
POV
Eric
Sdraiato
accanto a lei, al buio e nel silenzio più completo,
avvertì distintamente il cuore che batteva
all’impazzata. Per un attimo temette
che persino lei riuscisse a sentirlo, ma poi si disse che, sconvolta
com’era,
se anche lo avesse notato non gli avrebbe dato poi tutta
quest’importanza. La
osservò con circospezione, soffermandosi sui tratti
cesellati del volto, le
ciglia lunghe che disegnavano due mezzelune perfette e celavano il
più bel paio
d’occhi che avesse mai visto in tutta la sua vita.
Scosse
la testa, incredulo. Quando aveva cominciato
a fissarsi su quei dettagli da ragazzino in preda agli ormoni e,
soprattutto, perché
diavolo non riusciva a fare a meno di pensare a quanto gli sarebbe
piaciuto
passare in quel modo tutte le altre notti della sua vita? Storse il
naso,
disgustato dai suoi stessi pensieri. Si stava rapidamente trasformando
in un
idiota melenso; ci mancava solo che si mettesse a disegnare cuori
attorno alle
loro iniziali come facevano le ragazzine durante le lezioni, allora
sì che
avrebbe saputo con certezza di aver toccato il fondo. Certo era bella,
questo
non poteva negarlo, ma non poi così
bella
da giustificare un completo abbandono di tutte le sue
capacità intellettive;
probabilmente era quel suo essere irritante che, in un qualche assurdo
e
contorto modo, lo intrigava. O forse era il suo essere
all’apparenza forte, ma
in realtà fragile; gli faceva venire voglia di prendersi
cura di lei, ma allo
stesso tempo gli piaceva il fatto che sapesse essere anche
indipendente. Non
era debole, ma neppure tanto dura quanto si sforzava di dimostrare agli
altri.
Per certi versi era come lui, forte e imperscrutabile fuori, ma capace
di
provare sensazioni forti e spesso contrastanti dentro di sé.
Si chiese
distrattamente se lei sarebbe mai riuscita a vedere oltre la maschera
che
portava, se avrebbe mai conosciuto il ragazzo che sapeva essere
gentile, seppur
a modo suo, o se quello stesso ragazzo sarebbe sbiadito pian piano fino
a
scomparire.
-
Che accidenti mi hai fatto, mild? – borbottò
sottovoce,
scostandole un’onda corvina dal volto.
La
ragazza allungò una mano verso di lui, mormorando
sottovoce il suo nome. Per un terribile momento pensò che
l’avesse sentito e si
sforzò di elaborare alla svelta una giustificazione
credibile per quell’affermazione.
Quando però le prese la mano e la strinse con delicatezza,
Fiamma tornò a
rilassarsi e non disse più nulla.
Eric
tirò un sospiro di sollievo: stava solo
dormendo. Il fatto però che avesse mormorato il suo nome gli
era piaciuto, lo
aveva fatto sentire importante.
Non
dire idiozie, lo ha fatto solo perché aveva paura che
l’avessi lasciata da
sola. Lei non ti ha mai sopportato, fino a stasera si sarebbe fatta
sparare su
due piedi piuttosto che chiedere il tuo aiuto; non te lo sarai mica
dimenticato, vero?
La
voce nella sua testa aveva perfettamente ragione;
avrebbe fatto molto meglio a darle ascolto, diceva cose sensate.
Perché mai
sarebbe dovuto piacerle, cosa aveva fatto per catturare il suo
interesse?
Nulla. E, poi, era proprio sicuro che quell’insopportabile
ragazzina gli
piacesse davvero? No, affatto.
Non
mentire, Eric, non a te stesso.
D’accordo,
d’accordo. Lo irritava oltre ogni dire,
ma sarebbe stato ben contento di sopportarla purchè gli
rimanesse accanto.
Ma
non succederà, perché non sei come gli altri. Non
sei in grado di controllarti,
non sai gestire la rabbia, e quando perdi il controllo faresti o
diresti qualsiasi
cosa. Credi davvero che possa esistere una persona disposta a
sopportare una
cosa del genere?
No
che non esisteva, persino i suoi genitori non
erano stati in grado di accettarlo e amarlo al di sopra di ogni cosa.
Non
puoi averla, Eric, semplicemente perché finiresti con il
distruggerla. Perché questa
è l’unica cosa che sai fare: rovinare qualsiasi
cosa bella che ti sia mai
capitata nella vita.
Sospirò,
chiudendo gli occhi e rassegnandosi all’evidenza
dei fatti. Fiamma non sarebbe mai stata sua, ma questo non significava
che non
poteva fare qualcosa per farla sentire un po’ meglio. Le
cinse i fianchi con le
braccia, avvicinandola un po’ più a sé
e poggiando la testa accanto alla sua.
Inspirò l’aroma di cannella che proveniva dai suoi
capelli, godendosi la
sensazione di poterla avere vicino senza dover fornire spiegazioni che
giustificassero questo suo improvviso crollo sdolcinato.
Ancora
con queste bugie? Eppure mi era sembrato che avessimo deciso che potevi
essere
sincero almeno con te stesso. Non la stai stringendo per farla sentire
meglio,
ma solo perché quest’abbraccio fa tanto bene a lei
quanto a te. Sei un egoista.
Sì,
lo era, indubbiamente. Per quella notte però
andava bene così, perché un po’ di
egoismo avrebbe fatto bene a entrambi.
*
POV
Fiamma
Aprì
gli occhi qualche minuto prima dell’alba,
stiracchiandosi pigramente e sorprendendosi nel trovare Eric ancora al
suo
fianco. Aveva mantenuto la promessa, era rimasto a proteggerla. Si
districò
dolcemente dalla sua presa e si voltò su un fianco,
osservandolo con intensità.
Dopotutto si era sbagliata sul suo conto, in lui c’era
davvero qualcosa che
valeva la pena di conoscere e apprezzare. L’attenzione le
cadde sul modo in cui
la t shirt con lo scollo a V si apriva sul petto muscoloso. Strinse i
pugni,
soffocando l’impulso di allungare una mano e accarezzarlo.
Insomma, per quanto
fosse stato gentile e protettivo rimaneva pur sempre Eric, come avrebbe
potuto
giustificare il fatto di aver sentito il bisogno
di toccarlo?
Decise
che non le importava. Allungò timorosamente
la mano verso di lui, poggiandola sul torace e risalendo verso il collo
in una
lieve e quasi impercettibile lenta carezza. Ne spiò la
reazione, rassicurata
dal fatto che stesse ancora dormendo profondamente. Tornò a
sdraiarsi su un
fianco, lasciando la mano ferma lì.
Una
lieve contrazione delle palpebre le annunciò che
si era appena svegliato. Prima ancora che avesse il tempo di ritrarre
l’arto,
si ritrovò con due iridi d’acciaio che la
fissavano vagamente incuriosite.
-
‘Giorno. – mormorò, assonnato, per poi
soffermare
lo sguardo sulla mano di lei.
La
ritrasse in fretta, mentre le guance si
arrossavano leggermente.
-
Scusami, non me ne ero accorta. – mentì in fretta.
Sì,
certo, come no. Pessima bugiarda.
Eric
tuttavia non parve prestare troppa attenzione
alle sue parole, perso in chissà quali riflessioni personali.
-
Non fa niente. Vado a farmi una doccia prima che
gli altri si sveglino. – annunciò poi, alzandosi
in piedi e camminando a piedi
nudi in direzione del bagno in comune senza degnarla di
un’occhiata.
Perplessa
e anche lievemente ferita, Fiamma lo seguì
con lo sguardo. Era tutto inutile, ogni volta in cui credeva di essere
riuscita
a capire qualcosa di quel ragazzo lui si comportava in modo assurdo e
mandava
in briciole ogni sua certezza.
Decise
di lasciar perdere. Aveva appena subito una
bella batosta con la B maiuscola a causa di un ragazzo, che senso aveva
concentrare le sue attenzioni su qualcuno che era se possibile ancora
più
incasinato del precedente?
Si
pentì della sua considerazione non appena l’ebbe
formulata. Non era giusto paragonare Eric a Reaper, lui non era neanche
lontanamente simile a quel bastardo del suo ex
ragazzo. Era instabile, imprevedibile e decisamente
arrogante, ma non le
avrebbe mai fatto del male. Comunque era un vero rebus per lei, su
questo non c’era
alcun dubbio.
*
POV
Eric
Complimenti,
Eric, sei un perfetto imbecille. Perché sei scappato via
come se avessi il
diavolo alle calcagna, si può sapere?
La
verità era che non lo sapeva neanche lui, si era
semplicemente svegliato con le mani di lei sul suo corpo e non era
più riuscito
a pensare lucidamente. Le condizioni in cui si trovava ogni mattina
poi, come d’altronde
tutti i ragazzi appena svegli, non l’avevano certo aiutato a
gestire la cosa
con maggior raziocinio o freddezza. L’immagine
particolarmente vivida di come
sarebbero stati perfetti i loro corpi nudi allacciati l’uno
all’altra, la
stessa su cui aveva fantasticato quando l’aveva vista
schiacciarsi così
volontariamente contro di lui, tornò prepotentemente a
lampeggiare nella sua
mente.
Dannazione,
doveva pensare a qualcos’altro o quella
sarebbe passata alla storia come la doccia più lunga fatta
nel bagno dei trasfazione.
La
scena venne rimpiazzata dallo sguardo perplesso e
ferito con cui l’aveva guardato mentre scivolava fuori dal
letto e le voltava
le spalle.
Scappando
via come un coniglio, un vile codardo.
Sì,
bè, tante grazie. Comunque la voce aveva
ragione, quantomeno avrebbe potuto mostrarsi un po’
più delicato in una
situazione del genere. Probabilmente aveva pensato che fosse una specie
di
psicopatico bipolare che un attimo prima si comportava in modo gentile
e quello
dopo da sociopatico.
Non
che sia poi tanto lontana dalla verità.
Oh,
perché accidenti non stava un po’ zitto?
Ogni
volta che faceva qualcosa finiva per sbagliarla
completamente e dimostrare l’esatto opposto. Assestò un pugno
rabbioso alle mattonelle
della doccia, digrignando i denti quando l’ondata di dolore
s’irradiò dalle
nocche fino alla spalla.
-
Eric, va tutto bene? –
La
voce, incerta, di Fiamma gli giunse ovattata al
di sotto dello scrosciare dell’acqua. Doveva aver colpito
più forte di quanto
avesse immaginato se era riuscita a sentirlo persino
dall’altra stanza.
-
A meraviglia. – ringhiò per tutta risposta,
chiudendo il rubinetto dell’acqua e avvolgendosi in uno degli
ampi teli
bianchi.
La
trovò ad attenderlo appoggiata al muro davanti
all’ingresso dei bagni, intenta a giocherellare nervosamente
con una ciocca di
capelli.
Lo
sguardo della ragazza cadde sulla sua mano
destra, che stava cominciando a gonfiarsi a vista d’occhio e
aveva le nocche
spaccate e sanguinanti. Gli si avvicinò, prendendola tra le
sue ed esaminandola
con delicatezza.
Eric
chiuse gli occhi, sforzandosi di trattenere la
sensazione di calore che l’ aveva invaso. Non si trattava di
qualcosa di
fisico, non solo per lo meno, ma di più profondo.
C’era tenerezza nel suo sguardo
mentre esaminava le ferite, vicinanza, forse persino un barlume
d’affetto.
Non
t’illudere, lo fa solo perché ieri l’hai
aiutata e vuole ripagarti il favore.
Non prova nulla per te e da domani tornerete a rivolgervi la parola
solo per
punzecchiarvi.
-
Sto bene, non mi serve il tuo aiuto. – decretò,
sottraendosi alla sua presa con decisione e voltandole le spalle per la
seconda
volta nel giro di mezz’ora.
Spazio
autrice:
Eccoci
con il nuovo capitolo. Vorrei approfittarne
per ringraziare subito tutti coloro che seguono, recensiscono,
preferiscono,
ricordano o semplicemente fanno parte delle schiere dei lettori
silenziosi. Poi
urge fare una piccola precisazione visto che come avrete notato in
questo
capitolo i POV dei due personaggi vengono alternati. La fic
continuerà a essere
scritta dal punto di vista di Fiamma come nei 7 capitoli precedenti, ma
quando
capiteranno momenti in cui loro due si trovano da soli ho deciso di
analizzare
le scene sempre in terza persona ma dal punto di vista
dell’una e dell’altro
(credo che sia importante per delineare
meglio la psicologia dei personaggi). Fatemi sapere che ne pensate di
questa nuova
scelta che verrà adottata una tantum. Spero vogliate
commentare con la vostra
opinione sulla fic e vi rimando al prossimo capitolo.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt