Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Fiamma Erin Gaunt    23/05/2014    2 recensioni
Un Abnegante, un Erudito e una Candida. Tre ragazzi provenienti da fazioni diverse che si ritrovano a vivere a stretto contatto malgrado le rispettive differenze. Tre amici, tre rivali, tre compagni. Tra amori, litigi, rivalità e turbe adolescenziali, trovare il proprio posto nella fazione non è mai stato semplice, specie se si tratta di quella degli Intrepidi.
*
Dal Cap 17:
- Carino? – ripetè Eric, aggrottando le sopracciglia.
- Ci stavo insieme, è ovvio che lo ritenessi carino. Ma ho decisamente trovato di meglio. –
- Sì, ma stai dicendo che lo trovi carino. – insistè.
- Oh, buon Dio, ti sto dicendo che non m’interessa più perché ormai sono innamorata! – sbottò.
- Sei innamorata? E di chi? –
- Di te, stupido idiota! –
*
Dal capitolo 19:
Scese giù il più rapidamente possibile, inginocchiandosi accanto a lei e fissando inorridito la piccola pozza di sangue che si era formata sotto il suo cranio.
Fiamma ruotò il collo verso di lui, soffocando un gemito di dolore.
- Mi dispiace, Eric … -
- Ssssh, va tutto bene. Non me ne importa niente di quello che è successo. Adesso stai tranquilla, pensa solo a non chiudere gli occhi, okay? –
- Ci provo, ma ho così tanto sonno. –
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Zeke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Break the Ice - Genesi, vita e morte di una storia d'amore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap 8

 

 

 

 

 

 

 POV Eric

 

 

 

 

 

 

Sdraiato accanto a lei, al buio e nel silenzio più completo, avvertì distintamente il cuore che batteva all’impazzata. Per un attimo temette che persino lei riuscisse a sentirlo, ma poi si disse che, sconvolta com’era, se anche lo avesse notato non gli avrebbe dato poi tutta quest’importanza. La osservò con circospezione, soffermandosi sui tratti cesellati del volto, le ciglia lunghe che disegnavano due mezzelune perfette e celavano il più bel paio d’occhi che avesse mai visto in tutta la sua vita.

Scosse la testa, incredulo. Quando aveva cominciato a fissarsi su quei dettagli da ragazzino in preda agli ormoni e, soprattutto, perché diavolo non riusciva a fare a meno di pensare a quanto gli sarebbe piaciuto passare in quel modo tutte le altre notti della sua vita? Storse il naso, disgustato dai suoi stessi pensieri. Si stava rapidamente trasformando in un idiota melenso; ci mancava solo che si mettesse a disegnare cuori attorno alle loro iniziali come facevano le ragazzine durante le lezioni, allora sì che avrebbe saputo con certezza di aver toccato il fondo. Certo era bella, questo non poteva negarlo, ma non poi così bella da giustificare un completo abbandono di tutte le sue capacità intellettive; probabilmente era quel suo essere irritante che, in un qualche assurdo e contorto modo, lo intrigava. O forse era il suo essere all’apparenza forte, ma in realtà fragile; gli faceva venire voglia di prendersi cura di lei, ma allo stesso tempo gli piaceva il fatto che sapesse essere anche indipendente. Non era debole, ma neppure tanto dura quanto si sforzava di dimostrare agli altri. Per certi versi era come lui, forte e imperscrutabile fuori, ma capace di provare sensazioni forti e spesso contrastanti dentro di sé. Si chiese distrattamente se lei sarebbe mai riuscita a vedere oltre la maschera che portava, se avrebbe mai conosciuto il ragazzo che sapeva essere gentile, seppur a modo suo, o se quello stesso ragazzo sarebbe sbiadito pian piano fino a scomparire.

- Che accidenti mi hai fatto, mild? – borbottò sottovoce, scostandole un’onda corvina dal volto.

La ragazza allungò una mano verso di lui, mormorando sottovoce il suo nome. Per un terribile momento pensò che l’avesse sentito e si sforzò di elaborare alla svelta una giustificazione credibile per quell’affermazione. Quando però le prese la mano e la strinse con delicatezza, Fiamma tornò a rilassarsi e non disse più nulla.

Eric tirò un sospiro di sollievo: stava solo dormendo. Il fatto però che avesse mormorato il suo nome gli era piaciuto, lo aveva fatto sentire importante.

Non dire idiozie, lo ha fatto solo perché aveva paura che l’avessi lasciata da sola. Lei non ti ha mai sopportato, fino a stasera si sarebbe fatta sparare su due piedi piuttosto che chiedere il tuo aiuto; non te lo sarai mica dimenticato, vero?

La voce nella sua testa aveva perfettamente ragione; avrebbe fatto molto meglio a darle ascolto, diceva cose sensate. Perché mai sarebbe dovuto piacerle, cosa aveva fatto per catturare il suo interesse? Nulla. E, poi, era proprio sicuro che quell’insopportabile ragazzina gli piacesse davvero? No, affatto.

Non mentire, Eric, non a te stesso.

D’accordo, d’accordo. Lo irritava oltre ogni dire, ma sarebbe stato ben contento di sopportarla purchè gli rimanesse accanto.

Ma non succederà, perché non sei come gli altri. Non sei in grado di controllarti, non sai gestire la rabbia, e quando perdi il controllo faresti o diresti qualsiasi cosa. Credi davvero che possa esistere una persona disposta a sopportare una cosa del genere?

No che non esisteva, persino i suoi genitori non erano stati in grado di accettarlo e amarlo al di sopra di ogni cosa.

Non puoi averla, Eric, semplicemente perché finiresti con il distruggerla. Perché questa è l’unica cosa che sai fare: rovinare qualsiasi cosa bella che ti sia mai capitata nella vita.

Sospirò, chiudendo gli occhi e rassegnandosi all’evidenza dei fatti. Fiamma non sarebbe mai stata sua, ma questo non significava che non poteva fare qualcosa per farla sentire un po’ meglio. Le cinse i fianchi con le braccia, avvicinandola un po’ più a sé e poggiando la testa accanto alla sua. Inspirò l’aroma di cannella che proveniva dai suoi capelli, godendosi la sensazione di poterla avere vicino senza dover fornire spiegazioni che giustificassero questo suo improvviso crollo sdolcinato.

Ancora con queste bugie? Eppure mi era sembrato che avessimo deciso che potevi essere sincero almeno con te stesso. Non la stai stringendo per farla sentire meglio, ma solo perché quest’abbraccio fa tanto bene a lei quanto a te. Sei un egoista.

Sì, lo era, indubbiamente. Per quella notte però andava bene così, perché un po’ di egoismo avrebbe fatto bene a entrambi.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

POV Fiamma

 

 

 

 

 

 

Aprì gli occhi qualche minuto prima dell’alba, stiracchiandosi pigramente e sorprendendosi nel trovare Eric ancora al suo fianco. Aveva mantenuto la promessa, era rimasto a proteggerla. Si districò dolcemente dalla sua presa e si voltò su un fianco, osservandolo con intensità. Dopotutto si era sbagliata sul suo conto, in lui c’era davvero qualcosa che valeva la pena di conoscere e apprezzare. L’attenzione le cadde sul modo in cui la t shirt con lo scollo a V si apriva sul petto muscoloso. Strinse i pugni, soffocando l’impulso di allungare una mano e accarezzarlo. Insomma, per quanto fosse stato gentile e protettivo rimaneva pur sempre Eric, come avrebbe potuto giustificare il fatto di aver sentito il bisogno di toccarlo?

Decise che non le importava. Allungò timorosamente la mano verso di lui, poggiandola sul torace e risalendo verso il collo in una lieve e quasi impercettibile lenta carezza. Ne spiò la reazione, rassicurata dal fatto che stesse ancora dormendo profondamente. Tornò a sdraiarsi su un fianco, lasciando la mano ferma lì.

Una lieve contrazione delle palpebre le annunciò che si era appena svegliato. Prima ancora che avesse il tempo di ritrarre l’arto, si ritrovò con due iridi d’acciaio che la fissavano vagamente incuriosite.

- ‘Giorno. – mormorò, assonnato, per poi soffermare lo sguardo sulla mano di lei.

La ritrasse in fretta, mentre le guance si arrossavano leggermente.

- Scusami, non me ne ero accorta. – mentì in fretta.

Sì, certo, come no. Pessima bugiarda.

Eric tuttavia non parve prestare troppa attenzione alle sue parole, perso in chissà quali riflessioni personali.

- Non fa niente. Vado a farmi una doccia prima che gli altri si sveglino. – annunciò poi, alzandosi in piedi e camminando a piedi nudi in direzione del bagno in comune senza degnarla di un’occhiata.

Perplessa e anche lievemente ferita, Fiamma lo seguì con lo sguardo. Era tutto inutile, ogni volta in cui credeva di essere riuscita a capire qualcosa di quel ragazzo lui si comportava in modo assurdo e mandava in briciole ogni sua certezza.

Decise di lasciar perdere. Aveva appena subito una bella batosta con la B maiuscola a causa di un ragazzo, che senso aveva concentrare le sue attenzioni su qualcuno che era se possibile ancora più incasinato del precedente?

Si pentì della sua considerazione non appena l’ebbe formulata. Non era giusto paragonare Eric a Reaper, lui non era neanche lontanamente simile a quel bastardo del suo ex  ragazzo. Era instabile, imprevedibile e decisamente arrogante, ma non le avrebbe mai fatto del male. Comunque era un vero rebus per lei, su questo non c’era alcun dubbio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

POV Eric

 

 

 

 

 

Complimenti, Eric, sei un perfetto imbecille. Perché sei scappato via come se avessi il diavolo alle calcagna, si può sapere?

La verità era che non lo sapeva neanche lui, si era semplicemente svegliato con le mani di lei sul suo corpo e non era più riuscito a pensare lucidamente. Le condizioni in cui si trovava ogni mattina poi, come d’altronde tutti i ragazzi appena svegli, non l’avevano certo aiutato a gestire la cosa con maggior raziocinio o freddezza. L’immagine particolarmente vivida di come sarebbero stati perfetti i loro corpi nudi allacciati l’uno all’altra, la stessa su cui aveva fantasticato quando l’aveva vista schiacciarsi così volontariamente contro di lui, tornò prepotentemente a lampeggiare nella sua mente.

Dannazione, doveva pensare a qualcos’altro o quella sarebbe passata alla storia come la doccia più lunga fatta nel bagno dei trasfazione.

La scena venne rimpiazzata dallo sguardo perplesso e ferito con cui l’aveva guardato mentre scivolava fuori dal letto e le voltava le spalle.

Scappando via come un coniglio, un vile codardo.

Sì, bè, tante grazie. Comunque la voce aveva ragione, quantomeno avrebbe potuto mostrarsi un po’ più delicato in una situazione del genere. Probabilmente aveva pensato che fosse una specie di psicopatico bipolare che un attimo prima si comportava in modo gentile e quello dopo da sociopatico.

Non che sia poi tanto lontana dalla verità.

Oh, perché accidenti non stava un po’ zitto?

Ogni volta che faceva qualcosa finiva per sbagliarla completamente e dimostrare l’esatto opposto.  Assestò un pugno rabbioso alle mattonelle della doccia, digrignando i denti quando l’ondata di dolore s’irradiò dalle nocche fino alla spalla.

- Eric, va tutto bene? –

La voce, incerta, di Fiamma gli giunse ovattata al di sotto dello scrosciare dell’acqua. Doveva aver colpito più forte di quanto avesse immaginato se era riuscita a sentirlo persino dall’altra stanza.

- A meraviglia. – ringhiò per tutta risposta, chiudendo il rubinetto dell’acqua e avvolgendosi in uno degli ampi teli bianchi.

La trovò ad attenderlo appoggiata al muro davanti all’ingresso dei bagni, intenta a giocherellare nervosamente con una ciocca di capelli.

Lo sguardo della ragazza cadde sulla sua mano destra, che stava cominciando a gonfiarsi a vista d’occhio e aveva le nocche spaccate e sanguinanti. Gli si avvicinò, prendendola tra le sue ed esaminandola con delicatezza.

Eric chiuse gli occhi, sforzandosi di trattenere la sensazione di calore che l’ aveva invaso. Non si trattava di qualcosa di fisico, non solo per lo meno, ma di più profondo. C’era tenerezza nel suo sguardo mentre esaminava le ferite, vicinanza, forse persino un barlume d’affetto.

Non t’illudere, lo fa solo perché ieri l’hai aiutata e vuole ripagarti il favore. Non prova nulla per te e da domani tornerete a rivolgervi la parola solo per punzecchiarvi.

- Sto bene, non mi serve il tuo aiuto. – decretò, sottraendosi alla sua presa con decisione e voltandole le spalle per la seconda volta nel giro di mezz’ora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con il nuovo capitolo. Vorrei approfittarne per ringraziare subito tutti coloro che seguono, recensiscono, preferiscono, ricordano o semplicemente fanno parte delle schiere dei lettori silenziosi. Poi urge fare una piccola precisazione visto che come avrete notato in questo capitolo i POV dei due personaggi vengono alternati. La fic continuerà a essere scritta dal punto di vista di Fiamma come nei 7 capitoli precedenti, ma quando capiteranno momenti in cui loro due si trovano da soli ho deciso di analizzare le scene sempre in terza persona ma dal punto di vista dell’una e dell’altro  (credo che sia importante per delineare meglio la psicologia dei personaggi). Fatemi sapere che ne pensate di questa nuova scelta che verrà adottata una tantum. Spero vogliate commentare con la vostra opinione sulla fic e vi rimando al prossimo capitolo.

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt