PICCOLA FF SU MELLO E I SUOI PENSIERI…OOOOK, AMMETTO CHE I PENSIERI ERANO I MIEI, POI LI HO MODIFICATI UN POCHINO PER ADATTARLI AL PERSONAGGIO. BENE, HO FINITO. BUONA LETTURA

Sono stufo.

Stufo di questa vita coronata da continue tristezze, che mai regala gioie, ma solo dolori e laceranti fallimenti.

Sono stufo di una vita piatta e normale, fatta di oscurità e angosce.

Sono stanco di piangere da solo, di non poter gridare al mondo quanto odio questa vita, di quanto vorrei morire e di quanto vorrei uccidere.

Perché sono così?

Perché non posso essere normale?

Perché non sono diverso?

Perché Dio ha scelto di incatenarmi questa insulsa esistenza al mio corpo, perché non posso scegliere il mio destino?

Perché sento che la mia vita sarà così breve e vuota, fatta da innumerevoli traguardi mai raggiunti e da paura infantili e sconosciute?

Non posso dire veramente a nessuno ciò che sento, perché altrimenti avrebbero solo paura.

Ho paura di me stesso, a volte.

Di come potrei reagire di fronte alle situazioni, alla sua presenza…

Quella presenza invisibile e opprimente, che senza far nulla, mi svuota di ogni volontà.

E’ un insulto alla mia intelligenza.

Perché sono sempre, costantemente, in ogni attimo della mia vita, superato da lui?

Chi è lui, in confronto a me?

Nessuno, piccolo essere insignificante,

Quanto ti odio!

Se tu te ne andassi, chi se ne accorgerebbe? Tu e i tuoi stramaledetti puzzle che vorrei distruggere davanti ai tuoi occhi, come i tuoi peluche, solo per vedere se reagisci, se mostri un piccolo frammento di umanità.

Perché sei così freddo, perché hai quel pallore cadaverico, sempre?

Non mi sono mai domandato sul tuo passato, e ti dirò che non me ne frega un cazzo!

Pensi che sia crudele?

Oh, povero Near…mai come te!

E’ buffo, perché nonostante io cerchi di non pensarci, tu sei sempre nei miei pensieri.

Non lo sai, ma una volta ho giocato a freccette con una tua foto.

Si! Ho una tua foto, che poi ho bruciato e dopo averlo fatto, sono corso nella sala comune se eri ancora li.

E c’eri.

Ancora.

Ancora.

E ancora.

E sai una cosa? Ne ero felice, perché in fondo, sebbene non lo voglia ammettere, sei diventato mio amico.

Amico.

Il mio amico invisibile.

Lo so, anche se ogni volta che ti vedo, mi innervosisco e sento la testa esplodere.

Sei mio amico…

E sai una cosa?

Non sei tu a essere inutile, ma io.

Sono stufo di una vita piatta e normale.

Perché Dio ha scelto di incatenarmi questa insulsa esistenza al mio corpo, perché non posso scegliere il mio destino?

Ho deciso, mi levo di dosso questa vita piatta, normale e insulsa.

Cerco il mio destino.

Abbraccio la morte, per non essere più inutile.

FINITA! NON E’ IL MASSIMO, MA MI E’ SERVITA PER SFOGARMI. SAYONARA E ALLA PROSSIMA