Sui
tuoi nei
Kurt sospira mentre chiude gli occhi e
inala profondamente il profumo del corpo steso accanto a lui.
È caldo, solido ed
emana un odore forte che impregna ogni parte di sé. Striscia
lentamente sul
letto, premendosi contro quello dell’altro ragazzo
addormentato.
È tardo pomeriggio e un raggio di sole
supera la tenda ed illumina i loro corpi, riscaldandoli piacevolmente.
Il
lenzuolo bianco è attorcigliato attorno alle caviglie di
Kurt, stropicciato e
ormai da lavare. Sorride felice e appoggia la testa sul petto nudo di
Sebastian, lo abbraccia e lo avvicina a sé con delicatezza.
I loro corpi nudi si
fondono insieme, armoniosi. Come un’esplosione di colori.
«Sebastian» sussurra Kurt lentamente,
con la punta delle dita accarezza l’addome del ragazzo e
bacia la sua pelle
calda. Sorride quando lo sente rabbrividire sotto le proprie mani e
sospirare
nel sonno. Kurt scivola lentamente via da Sebastian, appoggia il gomito
sul
materasso e sostiene il peso della propria testa con il palmo della
mano. E rimane
lì, in silenzio, a fissare quello splendido e magnifico
ragazzo che dorme
placidamente nel suo letto. Le ciglia che accarezzano le guance, il
naso fino,
le labbra socchiuse e i lineamenti più dolci di quanto si
aspettasse.
Vulnerabile, forse. Il lenzuolo lo copre per metà, fin sotto
l’ombelico e
lascia scoperta la gamba sinistra, piegata all’infuori. Kurt
sorride, come se
non fosse capace di fare altro, si lecca le labbra e si perde nei
ricordi e le
immagini di ciò che hanno fatto poco fa. La
curiosità di scoprirsi, la voglia
ti toccarsi, il desiderio di baciarsi. L’unione perfetta dei
loro corpi, il
sesso, l’amore.
Quando riapre gli occhi, un leggero
rossore imporpora le sue guance mentre abbassa leggermente lo sguardo e
si
perde ancora una volta nella sua mente, nel suo cuore.
Disegna piccoli ghirigori sulla pancia
piatta di Sebastian, accarezzando quei piccoli nei che sembrano
riempire ogni
singolo centimetro del suo corpo. Li sfiora dolcemente, con la punta
dell’indice, e prova inutilmente ad unirli insieme, creando
un’immagine
astratta.
Il petto di Sebastian si alza e abbassa
ad un ritmo regolare, ed è quasi ipnotico. Lascia scivolare
le dita sulla
pelle, lente e dolci, fermandosi a tracciare le linee perfette delle
costole.
Le accarezza una ad una, come se volesse imprimervi qualcosa sopra,
come se
volesse ricordare ogni piccolo dettaglio.
«Kurt» mormora Sebastian, la bocca
impastata dal sonno e la stanchezza.
Kurt ferma ogni movimento del proprio
corpo, trattiene il respiro e lascia le dita della mano destra sospese
a
mezz’aria, pochi centimetri a divederle dalla pelle ambrata
che tanto bramano.
Non vuole che Sebastian si svegli, non
ancora. Vuole godersi quella meravigliosa vista solo un altro paio di
minuti,
solo un altro istante.
Quando Sebastian torna silenzioso, Kurt
riprende a respirare ed esita prima di riprendere da dove aveva
lasciato.
Questa volta, però, si dirige verso il
basso, e disegna con estrema lentezza le linee nette che formano una
“V” sui
fianchi snelli. Trattiene il respiro quando finisce per scontrarsi con
il
lenzuolo che lo copre, che nasconde Sebastian ai propri occhi.
Improvvisamente
sente un calore espandersi all’interno della pancia e le dita
iniziare a
formicolare. Vorrebbe solo infilare la mano sotto il lenzuolo e
accarezzarlo,
prenderlo in mano e sentirlo vicino.
E vorrebbe vederlo ancora e ancora e ancora mentre quei due magnifici
occhi
verdi si aprono al soffitto, mentre la bocca si apre alla ricerca di
aria,
mentre geme e il piacere si perde in ogni angolo del suo corpo. E
quando viene,
Dio!, Kurt non crede di aver mai visto nulla di più bello.
Scuote la testa e lascia dietro di sé
quei pensieri tentatori. Tira via la mano e decide di lasciarla sul suo
petto,
vicino al cuore mentre sente il battito pulsare contro il proprio
palmo. Lo
fissa, Kurt, fissa le palpebre abbassate e le sopracciglia definite. Lo
fissa
perché non è in grado di guardare altrove quando
Sebastian è lì con lui.
«Kurt, è difficile dormire se continui
a fissarmi,» dice Sebastian, questa volta molto
più sveglio rispetto a prima,
«Sei inquietante.»
Kurt sorride e appoggia il mento sulla sua
clavicola, il volto a pochi centimetri da quello di Sebastian. I suoi
occhi ora
sono aperti, attenti ma ancora gonfi per il sonno. E sono belli, belli
da far
male. Sorride.
«Scusa» sussurra dolcemente, anche se non
lo intende veramente. Lo accarezza con lo sguardo un altro
po’, i piccoli nei che
macchiano la sua pelle come i colori su di una tela bianca, come un
cielo
stellato. Sono lì, decine e decine di puntini più
o meno simili, e Kurt
vorrebbe baciarli tutti. Riamane incantato dall’armonia dei
suoi tratti, dai
colori, e dalle particolarità che lo rendono speciale.
Perché Sebastian è
bellissimo, e non può far nulla per impedire al proprio
cuore di perdere un
battito ogni volta che lo guarda.
«Sei bellissimo.»
Sebastian alza un sopracciglio nella
sua direzione e lo guarda curioso. Lo guarda negli occhi per lunghi
istanti, in
quelle magnifiche pozze azzurre, e tutto ciò che riesce a
vedere è amore. E fa
quasi paura, quel sentimento
tanto grande e forte. Perché l’amore è
fiducia e coraggio, è forza. Ma a volte
è anche dolore, e Sebastian ha paura. Ha paura ogni giorno,
paura di non
riuscire a gestire tutti questi sentimenti, paura degli errori che
l’adolescenza
porta con sé. Ma niente di tutto ciò gli ha
impedito di donare il proprio cuore
a Kurt, che si fidasse di lui ciecamente, che il suo amore per lui
crescesse
istante dopo istante. Che gli dicesse: “Questo
è il mio cuore, ed è tuo.”
È una corsa contro il tempo, piena di ostacoli,
Sebastian lo sa, ma è disposto a tutto, anche a combattere
ogni giorno della
propria vita.
Sorride, le labbra si piegano all’insù
e i suoi occhi s’illuminano. Avvolge il braccio destro
attorno alle spalle di
Kurt, mentre la mano libera si posa fermamente sulla sua guancia. E lo
bacia,
caldo e lento. Lo bacia e spera che Kurt capisca ogni singola parola
nascosta
in quel gesto. Respirano lenti, gli occhi chiusi e le labbra che si
muovono
lente, trasformando il bacio in carezze. E il mondo potrebbe anche
capovolgersi, potrebbe iniziare la guerra proprio accanto a loro, e non
se ne
accorgerebbero comunque.
Kurt appoggia la testa sul suo petto,
la guancia premuta contro la pelle calda. Sebastian lo tiene stretto,
il
braccio ancora avvolto attorno alle sue spalle e le dita che
accarezzano quasi
inconsciamente il bicipite di Kurt.
«Chiudi gli occhi.» sussurra improvvisamente
Sebastian, vicino al suo orecchio.
«Cosa?» domanda confuso.
Sebastian stringe un po’ la presa sulle
sue spalle e sorride, «Kurt, chiudi gli occhi e
basta.»
Kurt lo fa, chiude gli occhi e si
lascia andare contro la sua pelle, sospira rilassato. Poi Sebastian
riprende a
parlare e tutto sembra più vivo;
«Immagina
la scena: sono, non so, due o dieci anni nel futuro, non importa. E io,
il Sebastian
del futuro, me ne sto tornando a casa da quella cosa fichissima che
avrò deciso
di fare. Non so, magari sono un famoso e importante avvocato. Forse un
giornalista
pluripremiato.» sorride alle proprie parole.
«Mi piace.» sussurra Kurt, un sorriso
tenero gli increspa le labbra piene e morbide. «E io dove
sono?»
Sebastian appoggia il mento sulla sua
testa, respirando profondamente il profumo dei capelli. Quando
risponde, le sue
labbra accarezzano la pelle di Kurt. «Tu sei in
casa.»
«Viviamo insieme?» domanda sorpreso.
Sebastian ridacchia, «Certo che viviamo
insieme.»
«È una casa grande?»
Annuisce lentamente, «Io vado a
prendere la posta ogni mattina, e c’è un casino di
roba da pagare.» infila le
dita fra le ciocche dei capelli di Kurt, lo accarezza mentre sente il
suo
respiro caldo infrangersi sulla propria pelle. «E tu sei in
casa, mi vedi. Vedi
il mio viso.»
Kurt annuisce, alza leggermente la
testa e strofina la punta del naso vicino al collo di Sebastian.
«Ti sembro spaventato?» domanda lui, la
voce ridotta ad un sussurro.
Kurt si ferma un’istante soltanto,
guarda il muro davanti a sé e sorride, «No, sembri
felice.»
«E sai perché?»
Kurt scuote la testa e aspetta che
Sebastian continui.
«Perché posso pagare quei conti. Posso
tenerti per mano, posso baciarti in pubblico, posso amarti e non avere
paura. Non
ho più paura di niente, Kurt.» dice direttamente
nel suo orecchio. Kurt
trattiene il respiro e sente il cuore esplodergli nel petto, qualcosa
di caldo
ribollirgli nello stomaco. E si sente amato, amato e felice.
«Avanti, tocca a te.»
Kurt alza la testa, «Tocca a me cosa?»
domanda.
«Il futuro.» risponde con ovvietà.
«Chiudi
gli occhi, cosa vedi?»
Kurt fa come dice, la guancia di nuovo premuta
contro il petto di Sebastian. Ascolta il suo cuore battergli nelle
orecchie e
tutto ciò che vede, una volta chiusi gli occhi, è
il buio. Ha paura di guardare
oltre, ha paura di immaginare il futuro. Li riapre velocemente e
sospira, «Niente.»
dice dopo alcuni secondi.
Sebastian gli bacia la testa e lo
stringe più forte. «Guarda ancora.» lo
incoraggia.
«Okay.» sussurra. Questa volta, quando abbassa
le palpebre, le immagini prendono vita davanti ai propri occhi senza
neanche
aver ricevuto un vero ordine. Sorride felice. Inizia a parlare e
Sebastian lo
ascolta in un silenzio quasi religioso, anche lui con gli occhi chiusi.
«Siamo
in casa, fuori è buio e mi stringi la mano mentre
camminiamo. Ci fermiamo
davanti ad una porta chiusa. Mi avvicino per aprirla lentamente, senza
fare
rumore.»
«Cosa c’è dentro?» domanda
curioso, Sebastian.
Kurt sembra pensarci un po’, «Due
bambini, dormono sereni nei loro letti.»
«Bambini?» sorride.
Kurt nasconde velocemente il volto nell’incavo
del collo di Sebastian, per impedirgli di vedere il rossore sulle
proprie
guance. «Sì, sono i nostri figli.»
«E come sono?»
«Sono perfetti.»
Sebastian sembra farsi un po’ insicuro
mentre domanda: «Sei felice?»
Kurt lo guarda dritto negli occhi, senza
esitazioni o insicurezze. «Siamo
felici,
e non abbiamo paura di niente.»
Sebastian lo invita gentilmente ad
alzare la testa, l’indice e il pollice che lo tengono fermo
per il mento. Avvicina
le labbra a quelle di Kurt e vi posa un bacio leggero, innocente. Un
muto ringraziamento
che solo Kurt può comprendere.
«Non ho paura.» sussurra sulle sue
labbra, i respiri che si mescolano e si fondono insieme. «Se
sono con te, Kurt,
non ho paura di niente.»