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Autore: ParalyzedArtwork    24/05/2014    3 recensioni
Senti questi rumori? Se ascolti bene puoi sentire il dolore.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il vento soffiava come se il cielo volesse scatenare l’inferno sui nostri corpi.  I cipressi che correvano lungo la via erano scossi, ondeggiando quasi fino a spezzarsi; forse avrebbero voluto farlo. Il grande cancello di ferro nero, cigolava, mosso dal vento, invitandomi ad entrare. Ero fermo sulla soglia del vialetto, con i piedi infossati nei ciottoli, ed il vento, che soffiava nella mia direzione mi spingeva ad entrare. Il mio corpo si sbilanciava quasi ondeggiando con il vento.
Oltre il cancello, si estendeva un lungo viale, infondo, si poteva intravedere un casale abbandonato. Tutto era immerso in una leggera coltre di nebbia ed il vento, creando con le nuvole, una strana ombreggiatura, più scura di quella che potevano dare l’agente atmosferico.
Tra il fruscio del vento, tra quel silenzioso sibillino, si avvertiva, una risata leggera, che si mischiava perfettamente al soffio del vento, creando un suono stridulo; come il suono acuto delle lame di due coltelli affilati. Il cancello si spalancò.  Mossi i piedi quasi spinto dal vento. Ero all’interno della reggia e tutto sembrava sempre più buio, sempre più, soffocante.
Camminai e lì, proprio accanto a me, quel suono che aleggiava  nell’aria, aumentò. Assomigliava più ad un’interferenza radio, adesso, e poi vidi.
Erano figure sfocate, che si stagliavano su delle persone. Erano donne dai grandi cappelli, con lunghe vesti e capelli scuri; poste con il busto frontalmente verso di me, tenendo fermo con le braccia  un corpo immobile.
Improvvisamente ero così vicino, girandomi notai di essere di fronte ad una di loro.
Eppure non sembrava esistessi per loro. Ero volto a tre quarti, notai che quel corpo abbandonato tra le loro affusolate braccia, era stretto al collo con un falcetto. Si muoveva lento, ondeggiando, quasi a sfiorare la carne, di quel collo così tenero, da destra a sinistra, affondando lievemente e lentamente la lama nella sua gola. Teneramente la lama stava aprendo la carne, ondeggiando lentamente da destra a sinistra. La lama stava prendendo posto sul suo collo e la carne scalfita dolcemente, permetteva alla lama i unirsi a lei; in un macabro ritmo, cosparso di sangue.
Ero girato  verso di loro e fissavo questa così tenera unione, inorridendo e sfiorando lievemente il mio collo con le gelide dita. Era come toccare un cadavere, sentire su di me una profonda ferita, sentendo la lama tagliare teneramente la mia fola ed arrivando all’osso. La lama affilata, scalfiva l’osso lentamente, provocando un rumore stridulo, come di due lame affilate che collidono.
Senti il taglio? Nel silenzio puoi percepire il suo dolore.



                                  
   
 
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