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Autore: Cyan97    24/05/2014    2 recensioni
Anna è una ragazza grassa, con poca autostima, depressa, che ha tentato il suicidio. Non è brava in nessun ambito particolare ma ama leggere e segue tante serie tv. Non ha molti amici. Non ha mai avuto un ragazzo. Ma tutto sta per cambiare. Il cambiamento lo descrive nel suo diario, giorno dopo giorno, annotando riflessioni, paure, azioni. La storia di Anna è la storia di un po' tutte le ragazze. Riuscirà ad emanciparsi e riuscire ad essere felice?
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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24 Maggio 2014

Oggi era il mio compleanno. In teoria lo sarà ancora per i prossimi 14 minuti ma ormai se ne sono andati tutti. Quando dico tutti non intendo “tutti gli amici” ma tutti nel senso degli amici di mamma o qualche parente. Io non ho amici. Probabilmente prima di quella cosa ne avevo qualcuno ma ormai nessuno mi pensa più. Sono tuttavia grata a Susan per avermi regalato questo quaderno bianco. Ha la copertina bianca e le pagine tutte bianche e anche il retro è bianco. Non c’è niente di niente. Ed è esattamente come mi sento io al momento. Ho deciso che avrei utilizzato questo quaderno come un diario, come un amico, al quale avrei raccontato tutte le cose così potevo illudermi che qualcuno mi ascoltasse e mi capisse. Ma poi mi sono accorta che A) dato che è un quaderno non può né ascoltarmi né capirmi e B) non posso certo andare in pizzeria con un quaderno come unico compagno. Quindi non so neanche perché sto scrivendo ma in teoria dovrebbe farmi sentire meglio. Quindi facciamo le cose per bene e mi presento.

Mi chiamo Anna. Sono nata il 24 maggio 1997, ho diciassette anni. Sono alta un metro e settantadue e peso centododici kili. Non ho mai avuto un ragazzo. Non ho mai baciato qualcuno. Non ho mai conosciuto mio padre. L’anno scorso ho tentato di uccidermi buttandomi dalla finestra del bagno della scuola. Al terzo piano. Tuttavia mi hanno “salvata” e non ho potuto farla finita. Nel frattempo tutta la scuola l’ha saputo e ora si dividono tra quelli che hanno paura di me, quelli a cui faccio pena e quelli che mi sfottono. Mamma da allora ha cominciato ad assumere pillole per lo stress mentre ha raddoppiato le mie razioni di cibo. Io non vorrei mangiare così tanto ma sembra che sia l’unica cosa in cui sono brava. Non so disegnare. Scrivo in un modo elementare. Non so suonare nessuno strumento. Le mie uniche passioni sono la musica e i libri. Amo gli Smiths e amo tutti i libri. Se scriveste un racconto basato sulla vostra ultima volta in bagno e lo rilegaste a mo’ di libro probabilmente amerei anche quello. E’ più forte di me.

Arrivata a questo punto non so cos’altro dire. Beh, in realtà, non c’è nient’altro da dire. Ed è una cosa così triste. Tra una settimana la scuola sarà finita e tutti i miei compagni parlano di andare al mare, delle giornate intere a farsi le canne e delle feste in discoteca. Io penso solo che avrò più tempo per dormire, mangiare e leggere. La scuola non mi da’ fastidio in modo particolare. Non vado benissimo in nessuna materia ma riesco ad arrivare al sei più o meno in tutte. Anche in educazione fisica che mi mette sempre sei nonostante non sia mai entrata nella palestra. So solo che c’è il pavimento verde perché una volta vidi la porta aperta e diedi un’occhiata all’interno.

Comunque stasera è stato deprimente al massimo e avrei quasi preferito mangiare verdure. Tutti i presenti cercavano di non fare nessun tipo di riferimento al mio fisico o al fatto che avevo provato ad uccidermi e io cercavo di non ridere quando dicevano “Ti trovo bene”. Alle undici se n’erano già andati tutti e ho avuto il tempo di aprire i regali. Ho avuto: un paio di cuffie beats da zia Mary e zio Stef, tipo cinque magliette diverse da persone diverse e nessuno ha azzeccato la taglia, un cd degli Smiths “Hatful of Hollow”, due libri di cui non ricordo il nome ma non credo che leggerò perché se è vero che amo tutti i libri è pur vero che devo essere io a scegliere cosa leggere. E infine il quaderno. Susan è una cara amica di mia madre sin da quando ne ho memoria. Era sempre a casa nostra e non è sposata. Mi vuole bene e dopo quella cosa ho voluto parlare solo con lei. Mi capisce e sa sempre cosa dire. A volte vorrei che fosse lei mia madre.

Si sta facendo tardi perciò probabilmente guarderò solo un episodio di Doctor Who e andrò a letto.




25 Maggio 2014

Mi sono svegliata alle nove nonostante sia domenica. Andando in bagno non ho potuto fare a meno di guardarmi nello specchio. E mi sono odiata per questo. Non funziona fare finta di essere bella. Fare finta di piacermi. Sono grassa. Sono obesa. Ho i brufoli. Non prendo in giro nessuno. Ho colpito forte lo specchio e mi sarebbe piaciuto che si fosse rotto come accade nei film. Invece ha solo traballato. Ho fatto un bagno veloce e mi sono vestita. Mamma è in chiesa. Ha questa strana fissazione che andando in chiesa Gesù ci salverà e ci aiuterà e cose così. Per me è solo una buona occasione per stare a casa da sola e mangiare in camera mia. Faccio colazione con sei fette biscottate e un po’ (tanta) marmellata di albicocche. Oggi non sono particolarmente incazzata e potrei andare a fare un giro.

Vivo in un piccolo paese vicino Napoli e ho appena descritto le due condizioni di esistenza peggiori per una come me. Quando vivi in un paese piccolo tutti si conoscono e tutti conoscono te, quindi tutti sanno cosa ho fatto. Se volessi andare a fare un giro a Napoli probabilmente troverei almeno quarantasette persone che mi sfottono. Di solito mi chiamano Majin Bu, Godzilla, Peppa Pig e solo una volta un tipo che indossava dei leggings rosa mi ha chiamata Hagrid credendo di offendermi. In realtà ho abbastanza gradito essere paragonata ad Hagrid. A parte l’aspetto fisico Hagrid, custode di Hogwarts, è coraggioso e leale verso gli amici. Possiede tante qualità e altrettanti segreti. E io sono una Hagrid, dopotutto. Ci sono tante cose che la gente non sa di me. Tutti si fermano solo al mio aspetto fisico. Se soltanto qualcuno provasse a vedere così poco sotto la mia corazza, capirebbe chi sono in realtà. Tutti abbiamo bisogno di essere scoperti. Solo che le ragazze come me – ammesso che ce ne siano – hanno qualche problema a togliersi l’armatura. L’ho portata addosso per così tanto tempo che ormai mi risulta difficile capire dove comincia il mio corpo e dove l’armatura. Siamo una sola cosa ormai e ho paura che togliendola potrei soffrire.

Decido di fare un giro in paese, passo per luoghi poco frequentati. Il boschetto, il parco abbandonato e torno a casa passando davanti la pasticceria. Vorrei comprare quella sfogliatella ma so che mi farebbe solo male. So che mangiare non mi fa bene ma non capisco perché dovrei cercare di essere migliore se nessuno lo è con me. Quando rientro mamma sta preparando il pranzo. Mi chiede dove sono stata e rispondo in giro. Le sta bene e non chiede altro. Mentre mangiamo cerca di mettere in mezzo l’argomento del viaggio lungo. Le ho già detto che non volevo andarci. Che odio la mia classe. Che non c’è nessuno che mi vuole in stanza. Ma lei insiste e crede che da adulta me ne pentirò se non vado. Alla fine sono stanca di discutere e dico che andrò a quella cazzo di gita. Tanto sarà la stessa cosa di qui.

La scuola ha scelto come itinerario la Toscana. Firenze, Lucca, Siena, San Gimignano, Arezzo. Cinque giorni. Non so con chi sarò in camera. In classe ci sono due o tre ragazze che mi stanno simpatiche ma non credo che sia un sentimento ricambiato. Non mi interessa più di tanto però. Qualcuno dovrà tenermi per forza. Sarà la professoressa a decidere.

La giornata trascorre lenta tra me che leggo Colpa delle Stelle per la nona volta e mamma che guarda le sue stupide fiction. In serata Susan viene a farci un po’ di compagnia e porta la pizza. Quando se ne va vado a letto.




26 maggio 2014

Questa cosa di scrivere tutto quello che mi succede mi sta già sulle palle. Stamattina ho portato i soldi e l’autorizzazione per la gita. La professoressa mi ha messo in camera con Giusy e Martina. Giusy mi sta simpatica e le piace leggere, anche se poi tra un libro e la discoteca sceglie sempre quest’ultima. Martina invece è una troia e non distinguerebbe Dean Winchester da suo fratello Sam nemmeno se portassero una targhetta appesa al collo. E spero che tu, caro amico quaderno, sappia chi sono i fratelli Winchester altrimenti non andiamo d’accordo. Comunque le due ragazze non hanno mostrato particolari segni di schifo quando hanno saputo di avermi in camera e anzi hanno accennato un sorriso falso. Partiremo il 31 Maggio.

Tornata a casa non pranzo. Non ne ho voglia. Vado in camera, mi getto sul letto. La faccia nel cuscino. Urlo. Urlo fortissimo e piango. Non voglio vivere così. Voglio avere amici e voglio avere un ragazzo e voglio divertirmi. Decido che la gita sarà la mia grande occasione. Dimagrirò grazie ai pasti da schifo e le escursioni a piedi. Mi farò degli amici. La gita sarà la mia seconda possibilità. Il mio tasto di reset.

Il pomeriggio vado a correre e al parco incontro Martina con i suoi amici. La saluto e lei ricambia. Mentre la sorpasso sento gli amici che ridono e so che stanno ridendo di me. Faccio come se non me ne importi. Non me ne deve importare.

Mamma è contenta che abbia preso di buon grado la decisione di andare in Toscana e mi porta a fare shopping. Tutte le mie maglie si assomigliano perché sono poche le marche femminili che arrivano alla XXXL e quindi ho quasi tutte maglie maschili. Mamma insiste per comprarmi un vestitino che non indosserò mai e io la faccio contenta.

Vado a letto felice. Mi sforzo di esserlo.
  
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