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Autore: Haley_V    25/05/2014    2 recensioni
Ma adesso dov’è finita la palla?
Credo sia andata tra i cespugli! – esclamò Finn
Bene, vacci tu a riprenderla!
Cosa? Perché io?
Perché quattrocchi è così imbranato che sarebbe capace di mandarla fuori orbita, e io sono il capo, quindi vai!
Uff …
Finn corse verso i cespugli lontani dal campetto. Si guardò un po’ attorno, finchè non vide la palla che faceva capolino da dietro le foglie.
Eccola! – esclamò.
Si chinò per raccoglierla, quando si fermò; c’era uno strano suono che proveniva dall’altra parte, dal lato delle giostre. Prestò più attenzione, e si accorse che si trattava di singhiozzi. Senza pensarci più su attraversò i cespugli; si ritrovò nell’area delle altalene; su una di queste era seduta una bambina: aveva lunghi capelli castani tenuti da una fascia per capelli, un vestitino blu e delle scarpette coordinate. Pensò che era strano vestirsi così eleganti per andare al parco giochi.
Kids!Finchel **
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Rachel Berry | Coppie: Finn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  • Finn! Vai a prendere la palla!
Quel giorno la scuola era rimasta chiusa per dei lavori alle tubature. Un vero colpo di fortuna, si era detto Finn, che quella mattina avrebbe potuto dormire un altro po’. Il pomeriggio Puck, il suo migliore amico, era corso a bussare alla porta di casa sua per chiamarlo a giocare.
 
  • Ciao Noah, Finn è in camera sua!
  • Signora Hudson, io sono capitan Puck! Non deve dimenticarlo!
  • Oh, scusatemi Capitan Puck, Finn la attende di sopra!
Il piccolo Puckerman sorrise e senza esitare corsa al piano di sopra.
 
 
  • Vai! Più forte!
Finn diede un forte calcio al pallone, e questo volò dritto verso Artie, che chiuse forte gli occhi e si scansò.
  • Diavoli quattrocchi, non riesci nemmeno a calciare un pallone!
  • Non è colpa mia …
  • Sta zitto, che è meglio! Ma adesso dov’è finita la palla?
  • Credo sia andata tra i cespugli! – esclamò Finn
  • Bene, vacci tu a riprenderla!
  • Cosa? Perché io?
  • Perché quattrocchi è così imbranato che sarebbe capace di mandarla fuori orbita, e io sono il capo, quindi vai!
  • Uff …
Finn corse verso i cespugli lontani dal campetto. Si guardò un po’ attorno, finchè non vide la palla che faceva capolino da dietro le foglie.
  • Eccola! – esclamò.
Si chinò per raccoglierla, quando si fermò; c’era uno strano suono che proveniva dall’altra parte, dal lato delle giostre. Prestò più attenzione, e si accorse che si trattava di singhiozzi. Senza pensarci più su attraversò i cespugli; si ritrovò nell’area delle altalene; su una di queste era seduta una bambina: aveva lunghi capelli castani tenuti da una fascia per capelli, un vestitino blu e delle scarpette coordinate. Pensò che era strano vestirsi così eleganti per andare al parco giochi.
  • Mi piace il tuo cierchetto!
  • C-cosa? – la bambina sussultò; girò lo sguardo e trovò Finn, che teneva il pallone tra le mani. – si dice cerchietto. – puntualizzò decisa.
  • Lo so – rispose semplicemente il bambino.
  • E allora perché lo hai detto in quel modo?
  • Perché così ti ho fatta sorridere.
La piccola bambina arrossì tutta; cercò di nascondere un piccolo sorriso e tornò a guardare i piedi che dondolavano penzoloni dall’altalena. – sei buffo.
Finn posò il pallone per terra, e si andò a sedere sull’altalena rimasta libera; tenne la mani ben salde alle corde e cominciò a muovere piano i piedi avanti e indietro.
  • Perché stavi piangendo prima? - chiese
  • Nessuno vuole giocare con me.
  • E perché?
  • Perché dicono che sono strana.
  • Forse è perché ti metti un vestitino per  venire al parco giochi.
La bimba lo guardò di nuovo; adesso l’aveva davvero incuriosita.
  • Al parco giochi ci si sporca, e un vestito elegante si potrebbe rovinare! Forse gli altri pensano che vestirsi elegante al parco giochi sia strano…
  • Non è per quello.
  • E allora perché?
La bambina tirò su col naso. – perché ho due papà.
  • Cosa?
  • Hai capito … io non ho due genitori normali, una mamma e un papà, ma ho due papà. Che si danno i baci e si sorridono come una mamma ed un papà normali, solo che loro sono due maschi …
 
  • Uao! Che forza!
  • Cosa?
  • Sei fortunatissima!
  • Davvero pensi questo?
  • Certo! Io non ho nemmeno un papà, ho soltanto la mia mamma, e tu ne hai addirittura due! Sai quante cose che puoi fare!
  • Io la mamma non ce l’ho …
  • Come? È impossibile! Come hai fatto a nascere se non hai una mamma?
  • I miei papà mi hanno spiegato che a volte una persona diventa mamma, e decide di regalare il proprio bimbo!
  • È possibile fare una cosa del genere?
  • Si! Si chiama utero in prestito credo …
  • Che cos’è l’utero?
  • Non lo so … so solo che si chiama così …
  • Ah … e, non l’hai mai vista la tua mamma?
  • No … mi hanno detto che vive lontano lontano. Ma secondo me è una persona super importante che viaggia sempre in tutto il mondo, per questo non può stare con me! Magari è una famosa attrice di Brodway!
  • Cos’è Brodway?
  • È un posto supergrandissimo dove le persone recitano e hanno un sacco di pubblico che batte le mani!
  • Deve essere fico …. Anche il mio papà viaggiava molto, sai?
  • Davvero?
  • Si. Lui faceva il soldato e combatteva per difendere tutti quanti dai cattivi.
  • E dov’è adesso?
  • È diventato un angelo. È dovuto andare via prima che nascessi io.
I due bambini rimasero a lungo in silenzio.
  • Comunque io sono Finn. E tu come ti chiami?
  • Rachel. Rachel Barbra Berry.
  • Uao. Che nome lungo che hai.
  •  Me l’hanno dato i miei papà.
  • È forte.
Finn pensò che quella bambina parlasse davvero tanto. Però aveva un bel sorriso, era carina e Rachel era un nome fico. Forse non era tanto male.
  • Finn!! Ma dove diavolo sei finito??
 
  • Oh, scusami, i miei amici mi chiamano. Mi sa che devo tornare a giocare.
  • Okay …
Finn riprese il pallone, lo sistemò sotto il braccio e agitò la mano: - ciao Rachel!
La bimba sorrise, e agitò la mano in risposta: - ciao Finn!
E il bambino corse via.
 
 
*10 anni dopo*
 
 
  • Dai Finn, vieni! Devo farti sentire una cosa!
  • Suppongo di sapere di cosa si tratti …
  • Credo di averla trovata!
 
Le regionali erano vicine e per l’occasione (e anche a causa di un tiro mancino della Sylvester, uno dei soliti) il Glee Club del McKinley aveva preso la decisione di portare in gara delle canzoni originali. Facile a dirsi, ma come poteva Rachel Berry riuscire a creare un vero capolavoro degno del suo talento in poco tempo? Nonostante il suo ruolo rilevante nel coro era pur sempre una persona sola, e creare una canzone vincente non era facile. Così, lei e Finn si incontravano da giorni nell’aula canto prima e dopo le prove per trovare la canzone giusta. Solo che i risultati non sembravano promettenti.
 
  • “Il mio cerchietto”? Hai scritto una canzone su una fascia per capelli?
  • Beh, se vuoi metterla così …
  • Ma, Rachel … non prenderla sul personale, ma .. tu sei più profonda di così … e non credo che un cerchietto possa farci vincere le regionali …
Era vero, quella canzone era veramente stupida. Ma c’era una cosa che Finn non sapeva però. Pochi giorni prima, frugando in vecchi cassetti Rachel aveva ritrovato un vecchio diario; aveva soffiato via il sottile strato di polvere che lo ricopriva, scoprendo una sbiadita scritta a penna: “Diario super segreto di Rachel Berry. Non toccare!”
La prima pagina recitava “Il mio cerchietto”  scritto con i pastelli colorati; il diario recitava così:
Caro diario,
oggi al parco giochi ho incontrato un bambino di nome Finn. Era molto buffo, ed è rimasto con me alle altalene a parlare. Mi ha chiesto perché piangevo e mi ha detto che avere due papà è una cosa fortissima, perché lui non ne ha nemmeno uno. Era strano perché non mi ha preso in giro come Lucy Fabray. E ha detto che gli piaceva il mio cerchietto, anche se l’ha detto in modo sbagliato per farmi ridere. Spero di rincontrarlo un giorno, era davvero gentile. Anche se non sapeva cos’è Brodway! Assurdo!
 
Rilesse quella pagina più volte, ricordando, e le venne da ridere. Lima era davvero piccola. Girò la pagina, e trovò un foglio strappato. Questo recitava di nuovo “Il mio cerchietto”, ma stavolta era una specie di poesia. Ci aveva scritto una canzone. All’età di 6 anni aveva avuto la sua prima cotta e  ci aveva scritto una canzone. Era davvero precoce.
Non sapeva nemmeno lei perché l’avesse fatta sentire a Finn. Il fatto era che si erano lasciati da poco e lei ci era stata davvero male, un po’ perché era colpa sua, un po’ perché poco tempo dopo sembrava che  lui fosse tornato con Quinn, e questo la fece sentire ancora peggio. Insomma, con tutte le ragazze della scuola era tornato proprio con lei. La cosa era ingiusta.
Quando aveva riletto le pagine di quel diario le era balzata in mente l’idea che forse, cantando quella canzoncina infantile Finn avesse potuto ricordare di quell’incontro al parco giochi e che forse la sua mente gli avrebbe fatto capire che erano anime gemelle fin dall’infanzia, destinate a ritrovarsi sempre.
Ok, non si smentiva mai.
Tutto quello che ci aveva ricavato era stata una faccia stranita e un commento negativo. Che stupida, si disse. Era ovvio che non avrebbe ricordato nulla. Sai quanti incontri casuali si fanno al parco giochi? E poi, a dirla tutta, Finn non brillava per perspicacia,  a malapena ricordava le date di compleanno.
Ma non si sarebbe arresa.
Sarebbero tornati insieme, prima o poi. 














 

Saaalve a tutti! Sono riuscita a ripubblicare da pc, finalmente == Beh, spero che la os vi sia piaciuta, e che vi vada di farmi sapere cosa ne pensate con una bella recensione, magari :D
Alla prossima, bacioni :D

xx
Haley :))
  
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