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Autore: Verity84    01/08/2008    7 recensioni
Revy e Rock .... Rock e Revy, in una notte stellata tutto può succedere....
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Revy, Rock
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Perché no?




Perché ogni volta che Eda mi chiede se mi sono fatta Rock io non rispondo?
E' già la seconda volta che me lo chiede ed io sbuffo e cambio discorso... perché mi chiedo?

In fondo non sarebbe tanto difficile dirle che non me lo sono fatto, che non c'è mai stato niente fra noi.
Perché tutti pensano che ci sia qualcosa tra me e Rock?
E' vero, gli ho chiesto io di far parte del nostro gruppo, il perché non lo capirò mai.

Forse quando l'ho visto al porto con quel fottuto colletto bianco che lo comandava mi sono detta che doveva avere almeno una scelta tra quella vita di merda che aveva sempre avuto e un'altra vita, forse non migliore… ma era pur sempre una scelta.

All'inizio era così irritante con il suo codice morale, il suo modo di giudicare quello che era giusto e sbagliato, cazzo quanto mi faceva innervosire, talvolta mi faceva venire voglia di tirare fuori la pistola e fargli un buco in quella testa per vedere se usciva qualcosa di buono.

Fino a quel pomeriggio, quando ci siamo scontrati, è stato lui a iniziare, forse perché sapeva che io non gli avrei mai detto il vero problema... cosa mi ribolliva dentro?
Stupido, quando ti ho puntato la pistola in fronte, i tuoi occhi mi guardavano con un’aria di sfida, non di paura.
Io in quel momento ho premuto il grilletto e tu hai preso la pistola, l’hai spostata e me l’hai strappata di mano.

In quell'istante qualcosa è cambiato, è vero continuavo a dirti che non capivi niente e che sputavi sentenze senza sapere chi fossi, ma alla fine mi hai fatto capire che neanche io conoscevo molto di te, anzi quasi nulla… mi ero basata solo sulle apparenze, di solito capisco le persone al volo, con te non è mai stato così.

Alla fine ci eravamo chiariti, è andato tutto bene, fin quando Dutch non mi ha chiesto di farti da guardia del corpo, perché dovevi fare da traduttore alla “Sorellona”, quindi siamo partiti per il Giappone, la tua patria natale e anche lì ho scoperto un po’ di te, secondo di due fratelli, non l’avrei mai detto.

Lontano da Roanapur sembravamo due persone normali tra tante anche se quell'illusione è durata solo una frazione di secondo.

Poi hai incontrato lei, l’unica erede del Clan Washimine, una ragazzetta occhialuta dal sorriso dolce e con la vita che si stava frantumando come un pezzo di vetro.

E’ stato lì che il tuo assurdo senso di giustizia e di pseudo galanteria è tornato alla ribalta, ci hai fatto quasi uccidere, ma la mia missione era quella di proteggerti, quindi per una volta ti ho seguito. Forse anche perché ero curiosa di sapere che fine avrebbe fatto lei, piena di lealtà e rispetto verso qualcosa che si era spezzato già da tempo.

Chissà se poi sei andato a trovare i tuoi genitori, io non te l’ho più chiesto e tu non ne hai più parlato… forse perché so già la risposta… stupido codardo che non sei altro.

Anche un’altra volta ti sei fatto prendere da quel senso di lealtà che ti distingue da tutti noi, per il rampollo dei Lovelace e per la sparizione della sua dolce e affettuosa governante Roberta, nome in codice “Mastino” una fottuta macchina di morte delle più toste.

Però quella volta sei rimasto solo, nessuno voleva aiutarti e dopo che hai vagato senza trovare uno straccio d’informazione da dove partire sei venuto da me a chiedere aiuto, forse sapevi che avrei ceduto un’altra volta.
Mi riprometto sempre di non farlo, ma alla fine cedo sempre.

Ti ho sempre salvato il culo, in un modo o nell'altro, non perché mi stessi simpatico, non perché mi facesse comodo, non per circostanza solo perché tu sei sempre stato sincero con me, è vero la verità talvolta offende, ma alla fine preferisco la sincerità a un’ infima bugia, di bugie ne ho vissute fin troppe.

Ora sono quasi due anni che ti sei unito a noi e ne è passata di acqua sotto i ponti, al momento sei dalla parte opposta della barca in cui sono io, ormai devi aver finito di pulire, potrei andarmene, finire questa sigaretta e andarmene e invece ti aspetto per qualcosa che va oltre i normali perché.

So che tra un po’ spunterai dalla poppa con due lattine di birra gelata, pensi sempre troppo agli altri, dovresti essere un po’ più menefreghista in questo schifo di mondo.

Butto il mozzicone nell'acqua, una leggera brezza arriva dall'oceano, è veramente una bella serata e pensare che ne ho sprecata una parte bevendo whisky con Eda, giocando a poker.

Fisso per un momento il cielo, non c’è neanche una nuvola, la tua voce mi desta da ciò sto pensando << Belle vero? >> mi dici avvicinandoti
<< Cosa? >> dico appoggiando le braccia alla balaustra
<< Le stelle… non le stavi guardando? >> rispondi porgendomi una lattina di birra, faccio cenno di sì con la testa, non posso dirti a cosa stavo pensando.

Mi sorridi, apri la tua birra, mi sussurri “Alla salute”, alzi la lattina e cominci a bere, io faccio la stessa cosa, solo che la bevo tutta in un sorso, c’è qualcosa che mi sfugge, perché mi sento così nervosa, in fondo è sempre Rock, ti guardo di sottecchi mentre finisci la birra con il secondo sorso << Revy >> mi dici
<< Che c’è? >>
<< Mi chiedevo… No niente >>
<< E no Rock, adesso mi dici che c’è, se no finisci come questa lattina>> e la stringo fino a romperla completamente.

<< Pensavo dicessi che mi sparavi un colpo >> rispondi
<< Se preferisci >> dico io.

Ti sposti dalla balaustra, prendi una sigaretta dal taschino della camicia e dici mentre l’accendi:<< Come mai hai deciso di venire qui, non avevi detto che saresti andata alla Chiesa della Violenza? >>
Incrocio le braccia, è una domanda trabocchetto penso, no è solo semplice curiosità, sì è semplice curiosità << Mi andava e basta >> rispondo, è vago abbastanza, ma è pur sempre una risposta.

Rock non dice niente, mi guarda, fa un ultimo tiro e poi mi porge la sigaretta e mi sorride, è diverso questa sera, ha un alone di serietà e distacco che è solito solo quando sta macchinando qualcosa, mi piacerebbe chiederglielo, ma non lo faccio, prendo la sigaretta e faccio un tiro: << Domani c’è un “lavoro” da fare è bene che vada e dovresti fare la stessa cosa anche tu, notte >> lo saluto e lo sorpasso, gli sfioro la spalla accidentalmente, sento un brivido, lo imputo alla brezza.

Sto facendo un altro passo quando sento una mano che mi afferra il polso, la cosa mi fa veramente imbestialire, mi giro di scatto per chiedergli cosa cazzo sta facendo, non faccio in tempo ormai la sua bocca è sulla mia.

La stessa brezza di prima ci avvolge, ho ancora gli occhi spalancati per la sorpresa, li chiudo.

Ormai, sento il suo sapore pervadere la mia bocca, birra e tabacco, mi piace ancora di più. Allenta la presa sul mio polso e si avvicina sempre di più, la sua lingua mi bagna le labbra e poi va a cercare la mia.

Rispondo al bacio, la mia lingua si insinua nella sua bocca, ora sono io che sento la sua sorpresa, la cosa mi diverte.

Non so quanto tempo possa essere durato, un attimo, un’ora, il resto della notte, so soltanto che il ricordo di quel bacio sarebbe stato portato via con il sorgere del sole, perché questo gli ho chiesto prima che se ne andasse.








Commenti Finali

Hola ragazzi! Questa FF l’ho scritta così di getto, sono una grande fan della storia ( sia fumetto che serie TV) e il rapporto tra Rock e Revy mi ha sempre attirato molto, fatto di sguardi, di attimi e di dialoghi pieni di significato.

Spero vi piaccia, mi sono soffermata molto su cosa pensa e fa Revy, Rock appare solo alla fine è vero.

Due chiarimenti per chi non segue la serie:
la Sorellona è il soprannome che dà Revy a Balalaika;
la Chiesa della Violenza è dove risiede Eda

Volevo ringraziare chi ha commentato e sono contenta che vi sia piaciuta

Ok il finale è più triste di quello che avevo preventivato all'inizio però mi è venuto così.

   
 
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