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Autore: kirlia    25/05/2014    5 recensioni
Mike e il suo piccolo problema, un segreto che fa parte di lui da sempre... 
Per essere precisi, i segreti sono ben quattro: Svetlana, Vito, Chester e Manitoba.
Dal capitolo sedici: 
Non sapevo a cosa credere, e i miei sentimenti contrastanti per quei ragazzi non aiutavano di certo.
Di Cameron sapevo che era una persona affidabile, era il migliore amico di Mike e sapevo che lui
difficilmente lasciava che qualcuno gli fosse amico. Aveva sempre avuto paura della reazione della
gente al suo problema dissociativo d’identità.
Manitoba, d’altro canto, era sempre stato gentile e affettuoso con me. Sempre pronto a difendermi di
fronte agli altri abitanti di questa mente, sempre pronto a sostenermi.
Volergli bene era semplice come respirare.

Se vi state chiedendo se si tratti di una Zoke, sì. Ma in realtà la coppia principale sarà la Camlana, o 
forse... la Manlana? 
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Manitoba Smith, Mike, Svetlana, Zoey
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Manlana is the way!'
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25. … Finisce bene!


{Mike.

Finalmente la finale de La Vendetta dell’Isola era arrivata.
Quella mattina mi ero svegliato presto, l’ansia mi attanagliava dentro. Ce l’avrebbe fatta Cam a vincere? Lui aveva
una mente geniale, questo era vero, però… beh, Lightning era un avversario difficile da sconfiggere.
Sarebbe stata una sfida muscoli contro cervello, ma speravo proprio che Chris una volta tanto non li avrebbe messi
di fronte a una battaglia fisica.
Beh, ovviamente mi sbagliavo di grosso.
«Il Chrisseo? Mi sembra un po’ ingiusto mettere Cameron di fronte a questa situazione!» si lamentò Zoey al mio
fianco, riflettendo i miei pensieri.
Alcuni assistenti del programma ci avevano riportati tutti a Wawanakwa per assistere alla finale e, quando ci eravamo
ritrovati di fronte a quella fatiscente copia del Colosseo, non avevamo potuto trattenere il nostro sconforto. C’era
una speranza che il nostro piccolo amico sopravvivesse? Oppure dovevamo già condannarlo a una fine dolorosa?
Ah, zmettila… così mi preoccupi… commentò la vocina nervosa di Svetlana dentro la mia testa, e io mi ritrovai a
chiedermi se ancora provasse qualcosa per il ragazzo bolla o magari quella sua ansia fosse solo dovuta a un semplice
affetto amichevole.
Non ha speranze, il capibara, borbottò Manitoba al suo fianco, con le braccia incrociate e l’accenno di un broncio
sulle labbra.
Non fare il gelozo, Manny! ridacchiò la ballerina, prima di schioccargli un sonoro bacio sulle labbra.
Alzando gli occhi al cielo e stavo quasi per urlare loro “trovatevi una stanza!”, quando la ragazza dai capelli rossi
accanto a me mi prese per mano e mi trascinò dentro la struttura di legno e lamine d’acciaio.
Quel tocco era capace di cancellare tutto quello che succedeva nel mio inconscio, dimenticarlo per concentrarmi su
quella che era la vera realtà, sul mio presente. Anzi, lei era il mio presente.
Prendemmo posto in alto, nell’ultima gradinata, sperando di essere abbastanza lontani da eventuali problemi che
sarebbero potuti sorgere durante la gara. Tipo qualche mostro mutante, insomma.
«Sta’ tranquilla, sono certo che Cam se la caverà. Lui è in gamba!» cercai di rassicurarla e lei mi sorrise, ma il suo
sorriso non mi sembrava ancora convinto. In effetti, neanche io ero sereno e non vedevo l’ora che quella finale finisse.
D’altra parte, la fine di quell’avventura significava anche che tutti ce ne saremmo andati da lì per tornare nelle nostre
città, e non ero certo che l’idea mi piacesse. Io abitavo in un quartiere della periferia di Ottawa, mentre Zoey stava a
Toronto. Ci sarebbero stati più di 300 chilometri di distanza tra me e lei e speravo proprio di poterla andare a trovare
spesso… La paura che una relazione a distanza tra noi non avrebbe funzionato era davvero tanta.
Yo, ma lo sai che anche Anne sta nel nostro buco di città? si insinuò nel mio discorso mentale Vito, che sembrava
ancora non essersi arreso all’evidenza che tra lui e la truzza fosse finita. Dovevo ammettere che mi era dispiaciuto un
po’ il modo in cui quei due avevano rotto, anche se era inevitabile, ma non dovevo dargli speranze.
Smettila, Vito. E poi lei non ne vuole più sapere di te, o sbaglio? dissi, pentendomi all’istante per essere sembrato così
scortese. In realtà era che non mi andava proprio di parlare di Anne Maria quando stavo accanto alla mia ragazza. E non
mi piaceva nemmeno pensare alla distanza che ci avrebbe separato una volta che fossimo tornati a casa.
Scossi la testa cercando di togliermi quelle preoccupazioni dalla testa per dedicarmi alla gara. In quel momento, infatti,
le telecamere si erano accese rivelando che eravamo in onda e Chris McLean aveva fatto il suo ingresso nel Colosseo.
Quel giorno sembrava raggiante e io sapevo esattamente che cosa significava quell’espressione che aveva in volto:
doveva aver ideato una sfida particolarmente cruenta.
Subito un brivido freddo mi percorse e dovette essere notato da Zoey, perché riprese di nuovo la mia mano per rassicurarmi.
Io le sorrisi con dolcezza, per farle capire quanto le fossi grato.
Vedemmo i due contendenti farsi avanti nell’arena: Lightning sembrava raggiante e assolutamente sicuro della sua vittoria
imminente, mentre Cam… beh… lui sembrava Cam. Totalmente insicuro e, lo capivo dal suo sguardo, anche terrorizzato
dall’idea di affrontare un bestione come quello. Non che non lo capissi… anche io di fronte a un tipo palestrato avrei vacillato.
Non ero un tipo allenato.
Quezto non è vero! trillò la ragazza nella mia mente, smentendomi immediatamente.
Già, scemo, io faccio pesi tutto il giorno, rincarò la dose Vito.
E io mi arrampico su per le montagne, moscerino! concluse Manitoba Smith, quasi a volermi fare capire che in realtà solo
una minima parte delle coscienze di questo corpo non si davano all’atletica. Ah! Adesso ci mancava solo che anche Chester…
Io ero un soldato nella Grande Guerra, moccioso. Quindi ero di certo più in forma di te, ai miei tempi!
Ecco, perfetto, adesso tutti avevano detto la loro.
Trattenni l’istinto di mettermi la testa tra le mani, quasi a volerli comprimere nel mio cervello, solo per non far preoccupare
Zoey. A proposito di lei, mi ero appena accorto che mi fissava con sguardo curioso.
Le lanciai uno sguardo interrogativo, ma lei si limitò a scuotere la testa con fare divertito e a si concentrò di nuovo sulla gara.
Feci lo stesso e rimasi a bocca aperta quando vidi Cameron chiuso in un’armatura degna di Iron Man.

{Svetlana.

Cameron aveva trionfato.
Con ovvie difficoltà, certo, e diciamo pure che era stato proprio un colpo di fortuna che ce l’avesse fatta contro quel tipo
tutto muscoli e niente cervello. Però io ero sempre stata convinta che avesse una buona possibilità di vincere, grazie al suo
intelletto, e non mi ero sbagliata.
Ero molto orgogliosa di lui, davvero tanto… come amica, ovviamente.
E mi sarebbe piaciuto poter essere lì insieme a lui per fargli i miei più sinceri complimenti e per poterlo abbracciare. Avevo
avuto il permesso da Mike di potergli parlare, visto che a Vito era stata data la possibilità di vedere Anne Maria, ma avevo
deciso di non approfittare di questa occasione, per più di un motivo.
Innanzitutto non ero ancora certa di poterlo guardare in faccia con tranquillità – in fondo era passato ancora troppo poco
tempo da quando c’era stata quella rottura fra noi, e ci voleva tempo per guarire dalle proprie ferite. E poi non volevo che
si faceva delle false speranze: fra noi non poteva esserci altro che un rapporto di amicizia.
Inoltre, motivo più importante di tutti, non volevo che Manny potesse in qualche modo dubitare del mio completo amore per
lui. L’avevo visto, solo pochi giorni prima, mentre l’insinuazione di Vito si faceva strada dentro di lui, instillando un atroce
dubbio sulla vera natura dei miei sentimenti. Sapevo che per un attimo, anche solo per un istante, aveva creduto di essere
semplicemente la seconda scelta, e questo mi aveva spezzato il cuore. Non avrei mai voluto vederlo in una situazione del
genere, e questo non era proprio il momento per ricreare ancora in lui quella preoccupazione.
Ero stata piuttosto chiara con lui e con me stessa: io amavo solo lui.
Questo comunque non significava che non volessi in qualche modo congratularmi con Cam per la vittoria e dirgli addio come
anche all’altra personalità era stato consentito di fare.
Ecco perché ero scesa con un aggraziato salto all’indietro dalle parallele su cui mi stavo esercitando – era sempre un buon
modo per riflettere – e avevo lasciato la palestra con una particolare determinazione. Avevo avuto un’idea interessante per
trasmettere i miei pensieri a Cameron senza doverlo incontrare di persona e senza dover chiedere a Mike di parlare per me,
se non in minima parte.
Era necessario, infatti, che lui mi consentisse di usare il suo corpo solo per un po’. Non potevo aspettare che si facesse sera,
quindi avrei dovuto chiedergli il permesso di uscire… anche a costo di disturbarlo.
Chiusi gli occhi e mi misi in contatto con la coscienza del proprietario di quella mente: lo trovai seduto su un divanetto dello
yacht che lo stava riportando sulla terra ferma, in compagnia di Zoey. Oh, quanto mi dispiaceva spezzare quell’atmosfera
magnifica fra quei due… Erano così teneri insieme!
«Mike? Potrezti lasciarmi uscire per un po’, da?» chiesi a bassa voce, un po’ in imbarazzo per l’interruzione.
La risposta di lui arrivò dopo un attimo di teso silenzio.
Proprio adesso, Svet? Non puoi aspettare di tornare a Ottawa…? Sai, vorrei passare più tempo possibile con Zoey.
Il suo tono non era esattamente infastidito, né esasperato, ma sembrava comunque non gradire l’idea di sprecare dei minuti
preziosi insieme alla sua ragazza per concederli a me. Io battei un piede fasciato da una scarpetta a terra, come una bambina
viziata.
«Oh, ti prego! È davvero importante per me…» gemetti e sporsi il labbro, cercando in tutti i modi di convincerlo a cedere.
Lo sentii sospirare e spiegare alla sua ragazza che doveva assentarsi per un attimo, al che lei non sembrò preoccupata e
gli disse che si sarebbero rivisti di lì a poco. Wow, doveva proprio essere innamorata di Mike per accettare di così buon
grado i nostri “cambiamenti”.
Il ragazzo si rivolse ancora una volta a me.
Mi raccomando, non spaventare Zoey e trattala bene… Ci tengo molto a lei.
Io ridacchiai leggermente e alzai il pollice in sua direzione nel segno di un “okay”.
«Zta’ pure tranquillo!»
Poi mi lasciò prendere il controllo.

Aprii gli occhi sulla realtà con un grosso sospiro, proprio come al solito, e mi accorsi immediatamente di quanto mi fosse
mancato il mondo esterno: lì l’aria era davvero aria e la luce illuminava davvero tutto ciò che c’era intorno a me. Dentro la
mente che era la mia casa si stava bene, certo, ma in realtà era tutta un’invenzione nata dalla fantasia di Mike.
Sfiorai la stoffa ruvida del sofà e sospirai di piacere. Quelle erano sensazioni vere, sensazioni che potevo provare solo una
volta ogni tanto…
Persa in quei pensieri, quasi non mi accorsi dello sguardo intimidito e decisamente curioso della ragazza dai codini rossi
accanto a me, che mi fissava. Io battei le lunghe ciglia un paio di volte prima di metterla a fuoco davvero e sorriderle gentilmente.
«Uh, sei… Svetlana, giusto?» chiese, probabilmente spinta dal mio comportamento amichevole.
Chissà, magari per un attimo aveva avuto paura che spuntasse Vito, o Manitoba. Sì, ero a conoscenza del fatto che ci avesse
provato con lei e… no, non mi andava bene. Però ci ero passata sopra perché sapevo che ogni tanto si divertiva a comportarsi
così per farmi ingelosire e non volevo che pensasse di esserci riuscito. Ero orgogliosa, io!
Comunque tutto ciò non influiva assolutamente sull’idea che mi ero fatta della nuova ragazza di Mike.
«Da, e tu sei Zoey? Mike mi ha tanto parlato di te, zono felice di conoscerti!» esordii, per poi sporgermi a stringerla in un
abbraccio entusiasta. Forse un po’ troppo, perché la sentii irrigidirsi e decisi di allontanarmi con un sorrisetto di scuse.
La vidi rilassarsi immediatamente, probabilmente quando si rese davvero conto di cosa avevo appena detto.
«Mike ti ha parlato di me?» mi chiese con un leggero rossore sulle guance.
Mi sentii improvvisamente pervadere da una strana sensazione: era come se stessi spettegolando con un’amica su storie di
ragazzi, ed era una cosa che non avevo mai fatto in vita mia! Cioè, Mike non aveva mai avuto una conoscenza femminile
con cui rapportarmi, prima di adesso.
Ridacchiando le risposi.
«Oh, da! In effetti parla di te di continuo!»
Ed era vero! Tutti avevamo visto le nuvole dei sogni di Mike popolarsi del viso di quella ragazza che ora mi ritrovavo di fronte
e tutti eravamo stati testimoni di quanto lui avesse lottato per lei. Inoltre, ero la confidente ufficiale del padrone di quella
mente e lui si dilettava nel raccontarmi continuamente di quanto lei fosse fantastica… e io lo sopportavo solo per avere la
possibilità di parlare a mia volta del mio avventuriero preferito.
Lei si era fissata meglio il fiore tra i capelli, quasi a voler evitare una risposta imbarazzata, poi tornò a guardarmi.
«Beh? Sei qui per qualche motivo o…?» mi chiese, ricordandomi improvvisamente che non ero lì per fare conoscenza con
Zoey – anche se mi avrebbe fatto piacere conoscerla meglio in seguito.
«Sì! Anzi, sai, dovrei proprio… per caso hai carta e penna?»

Era vero, avevo promesso a Mike di non rubargli molto tempo.
Ma la verità era che non riuscivo a mettere giù due parole che avessero un minimo senso compiuto insieme!
Già, avevo deciso di scrivere a Cameron una lettera. Mi sembrava il modo giusto di parlare con lui senza doverlo vedere in
prima persona e… beh, credevo che non sarebbe stato difficile cimentarmi in un’impresa del genere.
Era stato dopo che Zoey mi aveva consegnato un foglio e una penna che mi ero resa conto di non sapere davvero cosa scrivere.
Non potevo semplicemente dire “Ciao Cam, sono contenta per la tua vittoria!” o “Ehi Cameron, tanti auguri!”, insomma, non
era esattamente da me.
Inoltre non era proprio l’idea che avevo avuto in origine: volevo qualcosa che non fosse romantico, eppure che fosse allo stesso
tempo pieno di quel sentimento amichevole che avrei per sempre provato per lui. Sì, mi rendevo conto che non sapevo nemmeno
spiegare cosa volessi ottenere davvero da quella lettera.
Nel frattempo la nave si avvicinava sempre più alla sua destinazione e il mio tempo si stava esaurendo sempre più velocemente…
Perché non riuscivo a scrivere nulla?!
Presi di nuovo la penna in mano e ne poggiai la punta su un nuovo foglio, decisa a scrivere qualcosa, qualsiasi cosa.

Carissimo…

No, non andava bene. Era troppo affettuoso, decisamente troppo!
Accartocciai il foglio e lo buttai nel cestino, dove rimbalzò tra altre palline di carta che avevo sprecato nell’ultimo quarto d’ora.
Sbuffai esasperata, passando una mano fra i corti capelli castani di Mike, e stavo proprio per arrendermi all’idea che non avrei
scritto una parola, quando una voce si fece spazio nella mia mente.
Sheila, va tutto bene?
Manny! Mi ero quasi dimenticata di aver lasciato il subconscio senza dirgli nulla, senza avvisarlo delle mie intenzioni.
Probabilmente in quel momento si stava chiedendo cosa stessi facendo fuori, visto che non stavo aiutando Mike in una sfida
di atletica o qualcosa del genere.
Adesso mi sentivo vagamente in colpa, anche se sapevo di non stare facendo nulla di male.
Beh, io… oh, Manny! Non so nemmeno io cosa zto facendo. Volevo zcrivere una lettera a Cameron, ma la verità è che non
riesco a mettere giù niente di sensato.

Tutti quei pensieri che stavo trattenendo erano sgorgati improvvisamente e avevano investito il mio avventuriero come una
valanga. E io mi ero subito mordicchiata il labbro, chiedendomi se avessi dovuto pentirmi di quella scelta.
Magari avrebbe pensato che lui per me non conta niente.
Magari avrebbe avuto di nuovo quei dubbi…
Il silenzio tra noi si protrasse per alcuni minuti, e stavo quasi per tornare dentro la mente di Mike per parlare a quattr’occhi
con lui, quando finalmente mi giunse una risposta.
Devi soltanto seguire il tuo istinto, Svet. Lui ti guiderà nella direzione giusta.
La sua voce sembrava decisa, per nulla titubante e intrisa di preoccupazione come me l’ero immaginata. Certo, sentivo una
punta di gelosia nelle sue parole, quasi impercepibile, ma per il resto sembrava tranquillo e totalmente pieno di fiducia nei
miei confronti.
Aveva accettato ciò che c’era stato tra me e il ragazzo bolla, e probabilmente quello avrebbe chiuso tutta la faccenda. Stava
bene anche a lui.
Sospirai, ancora non del tutto convinta, e lui aggiunse alcune parole che riuscirono finalmente a farmi fare chiarezza sulle
mie intenzioni.
Tu hai un gran cuore, Sheila. Lascia che sia lui a parlare per te.
Le mie labbra – anzi, quelle di Mike – si piegarono improvvisamente in un sorriso.
Aveva ragione! Non dovevo concentrarmi troppo: fino a quel momento avevo lasciato che fosse la mia testa a decidere,
preoccupandosi solo di quello che avrebbe potuto ferire Cameron o meno. Invece avrei lasciato che fosse il cuore a parlare
per me.
Presi la penna e cominciai a scrivere.

{Cameron.

Non mi sarei mai aspettato la vittoria!
Non che avessi poca fiducia nelle mie capacità, ma diciamo che ero già pronto a rientrare nella tanto amata bolla dove avevo
vissuto per sedici anni. In fondo si stava anche bene, lì dentro.
Però dovevo ammettere che l’esperienza di Wawanakwa mi aveva cambiato, e in meglio! Ero riuscito a sconfiggere molte delle
mie fobie e avevo fatto cose che non avevo mai nemmeno pensato di poter fare. Insomma, quest’isola mi aveva cresciuto, da
molti punti di vista…
I miei occhi avevano scrutato Mike mille volte, durante quella sfida, alla ricerca di un baluginio, di qualcosa che mi indicasse
che anche qualcun altro, qualcuno che era parte del mio migliore amico e allo stesso tempo ne era completamente distaccata,
stesse svegliando su di me.
Sì, era vero: non mi ero ancora dimenticato di Svetlana.
Era chiaro, ormai, che lei non avesse più intenzione, né modo di vedermi, visto che Mike aveva vietato i contatti tra noi  per
non distruggere la relazione con Zoey. Ma allo stesso tempo, sembrava che lei si fosse completamente dimenticata di me.
Dovevo ammettere che il suo comportamento mi aveva ferito.
Lei era stata così importante, per me. Era stata la prima ragazza con cui ero davvero entrato in confidenza, e i sentimenti che
provavo per lei erano molto più profondi di quelli amichevoli che mi sarei aspettato. Eppure l’avevo rinnegata per Mike, per
non fargli un torto, e lei non aveva avuto più il coraggio di parlare con me.
E lo sapevo, sì, che adesso c’era qualcosa tra lei e Manitoba. E per quanto fossi felice per lei, non potevo negare di odiare quel
cowboy. Era un’emozione giustificabile, no?
«Cameron, la tua aura sembra decisamente grigia… su cosa stai rimuginando?» una voce pacata e gentile interruppe il silenzio
e tutti i miei pensieri, facendomi sobbalzare.
Mi voltai di scatto verso la persona in questione, che mi guardava nel suo solito modo misterioso e leggermente inquietante.
Ma sapevo che non c’era nulla da temere con lei.
«Dawn! Mi hai sorpreso» dissi solamente, passandomi una mano sulla nuca e ridacchiando, un po’ nervoso per la sua presenza.
Riusciva a mettermi in soggezione, con quelle sue strane occhiate.
Restai in silenzio, aspettandomi che mi dicesse qualcosa, ma lei non disse altro e continuò a fissarmi come carica di aspettativa.
Solo dopo qualche minuto mi resi conto che non avevo ancora risposto alla sua domanda.
«Oh, ti chiedevi a cosa pensavo? Beh, nulla di importante…» sussurrai, per poi darle le spalle e appoggiarmi alla ringhiera dello
yacht. L’aria era frizzante e mi concentrai sulle onde che la nave formava al suo passaggio.
La spuma marina creava un scia, un segno che sembrava scomparire solo dopo molto tempo… proprio come non mi sarei
dimenticato facilmente di lei.
«Era importante, non la dimenticherai in fretta.»
Dawn si era avvicinata, sfiorando i tubi d’acciaio della ringhiera con le sottili dita chiare, e sembrava quasi fluttuasse. Quella
ragazza aveva qualcosa di etereo e magico… qualcosa di decisamente strano. In più, aveva appena letto i miei pensieri!
Rabbrividii, ma cercai di non darlo a vedere, e mi limitai a drizzarmi meglio gli occhiali sul naso, senza guardarla.
«C-come fai a saperlo?» la mia voce tremò, rivelando che ero stato davvero colpito da quella sua affermazione. Era sempre
così: quando si trattava di Svetlana, non riuscivo a riflettere in modo sensato e a comportarmi in modo sensato.
La ragazza sospirò, lasciando che la brezza solleticasse i suoi lunghi capelli biondi, poi fissò lo sguardo sul mio e disse
semplicemente cinque parole.
«Lo leggo nei tuoi occhi.»
Io restai a guardarla senza sapere cosa dire.
Dovevo lasciarmi andare e confidarmi con qualcuno su tutto ciò che stavo provando? Dovevo restare zitto e sorridere
semplicemente per la vittoria che mi ero appena conquistato, lasciando che la gloria e la fama che avrebbero seguito
seppellissero tutti i miei sentimenti per la ballerina intrappolata nella mente del mio migliore amico?
Era così difficile, così ingiusto, anche.
Mentre ero ancora lì, a bocca aperta senza sapere cosa dire, qualcuno arrivò dietro di noi e interruppe quello scambio che,
mi accorsi solo in quel momento, era davvero confidenziale.
Ci voltammo entrambi verso il nuovo arrivato, che non era altri che Mike.
Dovetti reprimere un brivido che mi era corso lungo la schiena proprio in quel momento, mentre lui ci guardava in modo
interrogativo alternativamente, come se stesse valutando la situazione.
«Ehi… ho interrotto qualcosa, ragazzi?»  chiese allora, vagamente imbarazzato.
Io scossi la testa con vigore, come a voler negare l’intera conversazione che avevo avuto con Raggio di Luna, e mi avvicinai
a lui con fare amichevole.
«Certo che no, Mike. Dovevi dirmi qualcosa?»
Lui allora si infilò una mano nella tasca dei jeans, per poi tirarne fuori un foglio di carta stropicciato e ornato da una
calligrafia elegante e piena di riccioli. Uhm, decisamente non era la sua scrittura, ma avevo una vaga idea di chi fosse
l’autrice di quella cosa.
«Beh, non sono esattamente io a doverti dire qualcosa» commentò, prima di porgermi il foglietto, che si rivelò essere una lettera.
Il mio cuore perse un battito. Svet.
Mi aveva scritto una lettera.


Caro Cameron,
come stai? Sono certa che a quest’ora starai festeggiando la vittoria circondato da tutti i tuoi amici!
Ti ho scritto questa lettera proprio per questo, per farti i miei più sinceri complimenti. Non avrei potuto sperare in
un vincitore migliore di te, per questa competizione. Ti meriti proprio la vittoria.
Sai, Cam? Sembra che Mike mi abbia perdonata per… beh, quello che è successo tra di noi. Mi ha persino detto che
avrei potuto parlare con te, se lo avessi desiderato.
Io ho preferito, però, mandarti questa lettera. Forse non ho più il coraggio di guardarti negli occhi, non so, o forse
semplicemente credo che sia meglio così per entrambi.
Non dovrei dirtelo, lo so, ma sono felice adesso. Manitoba mi tratta davvero come una regina, è sempre qui accanto
a me e mi riempie di attenzioni; non avrei potuto desiderare di meglio!
Già, probabilmente questo ti ferirà.
Sono un’idiota a raccontarti della mia felicità, ma dovevo farlo, dovevo scriverti per salutarti definitivamente. Era il
mio cuore a desiderarlo, e mi sono decisa a dargli ascolto, per una volta.
Prima di lasciarti, però, devo dirti una cosa, è molto importante per me.
Cam… un giorno sono sicura che troverai qualcuno che ti apprezzerà molto più di quanto io avrei mai potuto fare.
Sarà una ragazza dolce, comprensiva, amante dell’arte e della letteratura. Sarà buona con te e ti farà sentire il ragazzo
più fortunato della terra.
Potrà essere al tuo fianco ventiquattro ore su ventiquattro e sarà bellissima, così bella che chiunque ti invidierà per
averla conquistata. Cam, so quanto mi volevi bene, quanto hai cercato di proteggermi con tutte le tue forze, e sai
anche tu quanto ti ho voluto bene. Sei stato il primo a farmi sentire unica, a farmi capire che io non sono solo una
scheggia nel subconscio di un ragazzo che ha avuto tanti problemi nella sua esistenza. Non lo dimenticherò.
Sai che per me sei e resterai sempre una persona importante.
Sarai un amico su cui io e Mike potremo contare sempre, ne sono certa.
Spero solo che, quando ripenserai a me, se mai lo farai, riuscirai a sorridere come io sto facendo adesso, lasciando
che ricordi che abbiamo condiviso siano motivo di serenità.

Un abbraccio,
Svet.



Angolo di Kirlia: 
Ed eccoci all'ultimo capitolo. Come potete vedere, la fic non è ancora completa in quanto manca l'epilogo *tutti si 
lamentano del vizio di Kirlia di allungare le storie all'infinito* ç_ç
Ma tranquilli: l'ho già scritto, quindi non dovrete attendere all'infinito, come è successo con questo. 
Mi scuso profondamente per il ritardo, come al solito, ma capitemi, è un periodo difficile e pieno di impegni per me, non
riesco a stare dietro a tutto! :( 
Forse questo capitolo non vi sarà sembrato fantastico - lo ammetto, non è un granché - ma l'epilogo secondo me vi
piacerà da morire *_* 
Che dire? In questo pezzo ho voluto dedicarmi alla "conclusione" definitiva della Camlana, perché mi sembrava che fosse
rimasta un po' in aria, così, senza una vera e propria conclusione che secondo me ci voleva. Perché sì, perché anche se
Cam non sta simpatico a nessuno doveva avere il suo spazio, in quanto uno dei personaggi principali della prima parte
della storia. E io ci tengo a fare le cose per bene XD 
Vabbè, per oggi non ho altro da dire tranne... controllate in questi  giorni! Vi ritroverete finalmente l'epilogo *_* 
E... grazie per le recensioni, siete sempre così tenerelli! Vi adoro <3 Anche nella nuova storia, Beauty and the Freak, ho
avuto moltissimi commenti positivi e ne sono stata strafelice! 

Un bacione a tutti, 
Kirlia <3
   
 
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