Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: poetzproblem    25/05/2014    1 recensioni
Le sembra giusto. Non riesce a spiegarlo meglio di così, ma dopo tutto quello che hanno passato insieme nel loro passato, che spesso è stato tanto tumultuoso, sente non c'è proprio nessun altro con cui vorrebbe celebrare il proprio successo. Questo racconto fa parte della serie "Don't Blink", e si colloca dopo "She Will Be Next to Me".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Don't Blink Series'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui oppure qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e inviarla all'autrice.

NDA: Eterni ringraziamenti e abbracci telematici a Skywarrior108 perchè è la miglior beta del mondo.

Disclaimer: i personaggi di Glee non sono miei, mi piace solo giocarci...assolutamente senza trarne profitto.

* * *

Just A Little Bit Caught

by poetzproblem

 

I'm just a little bit caught in the middle

Life is a maze and love is a riddle

I don't know where to go

I can't do it alone, I've tried

And I don't know why

~The Show, Lenka

 

È una notte favolosa—la più favolosa della sua vita, più favolosa di qualsiasi altra notte che l'abbia preceduta. Lei, Rachel Barbra Berry, ora è veramente, ufficialmente, una star di Broadway. Okay, tecnicamente una performance come protagonista femminile non fa di lei una star, di per sé, ma è solo una questione di tempo prima che i giornali e le riviste le assegnino quell'ambito titolo. È ancora eccitata per la scarica di adrenalina datale dal suo primo spettacolo nei panni di Maria in West Side Story, e non ha certo bisogno di alcol per aumentare l'euforia, ma quasi tutto il cast è lì incastrato al Lillie's bar, per celebrare una prima di successo. In questa occasione storica, Rachel non ha intenzione di mostrare la sua solita disciplina.

Si sente come se avesse atteso questo momento per un'eternità, ed in un certo senso è così. Questo è il culmine di un sogno lungo una vita. Sta cercando di ignorare quel piccolo intoppo durante il suo ultimo anno di liceo, quando il suo sogno era stato momentaneamente eclissato da sciocche fantasie romantiche da scolaretta. È stata creata per esibirsi, e dopo cinque anni a New York, un'infinità di audizioni non superate durante i suoi anni alla NYADA, una miriade di registi dal cattivo carattere e dalla mentalità ristretta che difettavano di buon gusto, ed una monotona serie di spettacoli nel cast di Wicked, durante i quali aveva dovuto sopportare la spiacevole esperienza di cantare sullo sfondo, le è stata finalmente data la fama che tanto merita.

I suoi migliori amici (e Santana) stanno celebrando con lei, sono stati in prima fila per assistere al suo debutto. Se quando aveva sedici anni qualcuno le avesse detto che sarebbe stata felice di condividere il suo successo con persone come Kurt Hummel—che l'avrebbe pugnalata alle spalle per avere un suo assolo—per non parlare di Quinn Fabray e Santana Lopez—che l'avrebbero pugnalata e basta—avrebbe fatto un'espressione sprezzante e avrebbe insistito che un giorno avrebbe sbattuto loro in faccia il suo trionfo. Dentro di sé, naturalmente, perfino la sua sé stessa sedicenne aveva sognato questo momento—successo su un palco a Broadway, e l'amore e il sostegno di amici fantastici.

In questo momento, Rachel si sta facendo strada con ostinazione attraverso il bar affollato per comprare ai suddetti amici un altro giro di drink per ringraziarli per il loro amore e il loro supporto. Sa che non sempre ha reso loro la vita facile. Guarda sopra la propria spalla il piccolo tavolo nell'angolo che il suo gruppo ha occupato una volta entrato nel bar, e i suoi occhi inquadrano automaticamente Quinn, che sta ridendo per qualcosa che le ha detto Kurt. Rachel sente un piacevole calore nel petto—dev'essere per forza il bicchiere di vino che ha appena bevuto—mentre ripensa all'incrollabile certezza di Quinn che lei sarebbe riuscita a diventare una star. Anche nei momenti bui, quando Rachel si era sentita scoraggiata e tentata di abbandonare il suo sogno, Quinn non aveva mai cessato di credere in lei.

C'era stato un periodo in cui aveva creduto che Quinn Fabray sarebbe stata l'ultima persona che avrebbe potuto chiamare amica, ed ora è la sua migliore amica. Rachel non è esattamente sicura di quando Quinn abbia rubato quella posizione a Kurt, ma ora Quinn è diventata la prima persona che le viene in mente quando vuole raccontare a qualcuno le cose importanti che accadono nella sua vita. È la prima persona che Rachel ha chiamato, urlando come una pazza, quando le era stato offerto ufficialmente il ruolo di Maria, e Quinn era stata eccitata quasi quanto lei, e aveva insistito per portarla fuori a celebrare.

Questa sera, c'era un bouquet di rose gialle nel suo camerino—simbolo di vera amicizia—da parte di Quinn. Hanno fatto molta strada da quando erano al liceo.

Due braccia forti la afferrano da dietro e all'improvviso qualcuno la solleva in aria. Lei strilla di sorpresa, mentre una familiare voce tenorile canta al suo orecchio, "Tonight, tonight, it all began tonight."

Lo squittìo di Rachel diventa immediatamente una risata deliziata, e dà uno schiaffo alle mani che le stringono la vita.

"Brian, razza di scemo, mettimi giù."

"Ma sei così comoda da portare il giro," scherza lui, facendola dondolare avanti e indietro senza alcuno sforzo mentre danza avvicinandosi al bancone del bar.

Rachel strilla ancora, ridendo, aggrappandosi agli avambracci di lui mentre la folla dei loro colleghi si fa da parte per loro. Non ha paura che lui possa lasciarla cadere—è il coprotagonista maschile più coordinato con cui abbia mai avuto il piacere di lavorare da quando aveva ballato con Mike Chang al liceo—ma deve comunque fare uno sforzo per rilassarsi in modo da non fargli perdere l'equilibrio e far cadere entrambi.

Brian fa una scivolata drammatica fermandosi davanti al bancone del bar, depositando Rachel con delicatezza su uno sgabello vuoto di fronte a lui, prima di fare la scena di sbattere una mano sul banco dichiarando, "Due shot del tuo miglior whiskey, barista. Stiamo celebrando il nostro meraviglioso debutto che senza dubbio domani verrà celebrato con una scintillante recensione sul Times."

Un ruggito di esultanza erompe dai presenti, e Brian solleva le braccia e le agita come un monarca che chiede silenzio ai suoi sudditi. Rachel scuote la testa, guardandolo con ammirazione. Ha trentacinque anni, ma ne dimostra almeno dieci di meno, e la lista di ruoli che ha già interpretato è praticamente un catalogo dei musical preferiti di Rachel.

"Pensi davvero che saranno entusiasti?" chiede eccitata.

Lui si china su di lei, con gli occhi blu scintillanti di divertimento, e le sussurra, "O così, o ci arrostiranno vivi."

"Brian!" lo sgrida lei, dandogli una spinta scherzosa, ma lui le prende la mano stringendola fra le proprie.

"Oh, non essere così seria, tesoro," la rimprovera, portandosi la sua mano alle labbra e posandovi un bacio da gentiluomo prima di lasciarla andare.

"Goditi questa notte, circondata da persone dal meraviglioso talento, ottimo alcol e uomini splendidi," dice con un sorriso di apprezzamento. "A proposito, io reclamo quell'Adone laggiù," indica l'altra parte della stanza, e Rachel guarda in quella direzione per vedere un ragazzo carino con un maglione e calzoni color khaki, che chiacchiera con uno dei ballerini del cast.

"Sembra che possa pendere da entrambe le parti, quindi non osare guardarlo con i suoi irresistibili occhi da cerbiatta," la avverte.

Rachel ridacchia. Non sta cercando qualcuno che le scaldi il letto stanotte, o qualsiasi altra notte, a dire il vero. Tempo fa ha scoperto che non è fatta per questo genere di avventure o per le relazioni aperte. Potrà anche considerarsi una newyorchese sofisticata, ma in profondità è rimasta una ragazza all'antica, che spera di trovare la persona giusta che si infilerà senza problemi nei suoi spazi vuoti, rendendola completa. Distoglie lo sguardo dall'ignara preda di Brian, cercando un tavolo in ombra nell'angolo.

"È tutto tuo," lo rassicura.

"Hmm, spero di certo che lo sarà," riflette Brian, prendendo uno degli shot che il barista gli ha messo davanti e mandandolo giù con un sorso solo. Sbatte il bicchiere sul bancone e prende il secondo, inclinando la testa e inarcando un sopracciglio in direzione di Rachel.

"Cosa bevi, tesoro?"

Rachel fissa il bicchiere che lui ha in mano e aggrotta la fronte.

"Oh," sussurra, spalancando gli occhi, "da bere…sì. Dovrei comprare un giro per i miei amici."

Si alza a sedere sullo sgabello, allungando il collo nel tentativo di vedere i suoi amici che l'aspettano, ma ci sono troppe persone che le impediscono la vista.

"Gli offri da bere durante la tua grande notte? Sei adorabile," la prende scherzosamente in giro lui.

"Bè, mi hanno sostenuta con vari gradi di incoraggiamento mentre mi facevo strada verso la fama," lo informa mentre cerca di attirare l'attenzione del barista, "quindi comprargli da bere è il minimo che possa fare."

Brian ride dolcemente, posandole una mano sulla spalla.

"Che non ti facciano ubriacare troppo, dolcezza. Esibirsi con i postumi di una sbronza è il peggio del peggio."

All'improvviso le si presenta alla mente il ricordo di una sfortunata assemblea scolastica, per non menzionare la performance alla NYADA che aveva immediatamente seguito la notte di celebrazioni per il suo ventunesimo compleanno.

"Non dirlo a me," mormora con una smorfia.

"Perchè, Rachel Berry?" ansima lui, togliendole la mano dalla spalla e posandosela sul petto in uno scherzoso atto di indignazione. "Non avrei mai creduto che avessi un lato selvaggio che tieni segreto."

Le fa l'occhiolino, e butta giù il suo secondo shot prima di schioccare le dita in direzione del barista, che stava ignorando Rachel, facendo cenno che ne vuole altri due.

"Bugie e calunnie," nega Rachel con un sorriso prima di vedere il barista versare a Brian i suo i shot per poi sparire ancora. Ringhia a bassa voce e Brian ridacchia, prendendo i suoi drink e allontandosi dal bar.

"Divertiti stanotte, tesoro. Te lo meriti," le dice.

"Anche tu, Brian," risponde lei, guardandolo attraversare la stanza diretto verso il ragazzo col maglione. Voltandosi per fronteggiare il bancone, Rachel appoggia i palmi sul legno e dirige verso il barista la sua occhiataccia migliore. È certa che se Quinn l'avesse accompagnata, questa indifferenza non sarebbe stata un problema—o sarebbe andata bene anche Santana, ovviamente, ma Rachel vuole solo ordinare da bere, non tirare su una scenata rumorosa e spiacevole.

"Mi scusi, barista," ripete, aggrottando la fronte quando lui le rivolge un'occhiata distratta, prima di tornare alla sua conversazione con una ragazza bionda vestita in modo discinto.

"Ho detto mi scusi," grida Rachel, sbattendo i palmi delle mani sul ripiano. L'uomo finalmente si volta con aria esasperata e la raggiunge. Rachel gli sorride dolcemente.

"Vorrei un Cosmopolitan, un bicchiere di Zinfandel, un calice di Riesling, e una Corona con lime, per favore."

Il barista la guarda con aria sospettosa.

"Posso vedere un documento?"

"Dice sul serio?" sbuffa Rachel, "Le assicuro che ho passato i ventuno da un pezzo." L'espressione di lui non cambia, e Rachel fruga a malincuore nella stretta tasca dei suoi jeans firmati e tira fuori la patente per poi sbatterla sul banco.

"Ecco."

Lui ha l'audacia di ridere al vedere la foto (che non è affatto uno dei suoi scatti migliori) prima di restituirgliela.

"Arrivano," promette con un sorriso condiscendente. Rachel decide che non gli darà la mancia.

Quindici minuti dopo—dieci per i drink e altri cinque passati a implorare un vassoio con cui portarli—Rachel comincia a dirigersi con cautela al suo tavolo. Ha fatto a malapena sei passi che incontra Kurt, il quale sta addosso ad uno dei ballerini del suo show. Si ferma accanto a lui aggrottando la fronte.

"Kurt?"

"Rachel," squittisce lui con un ampio sorriso, "eccoti qua. Pensavamo di averti persa nel mare dei tuoi colleghi," spiega, allontandosi dal suo nuovo amico in modo che Rachel possa vedere un minimo di spazio tra loro due. "Lo sapevi che tutti membri del cast sono letteralmente più alti di te?"

"Non l'avevo notato," risponde lei dolcemente.

Kurt tende una mano verso il vassoio.

"Ecco, lascia che ti tolga questo," le dice, sollevando il Cosmopolitan e prendendone immediatamente un sorso. Rachel si affretta ad assestare la presa per controbilanciare l'improvvisa redistribuzione del peso.

"Hai mai incontrato Sean?" chiede Kurt, accarezzando l'ampia spalla del ragazzo in piedi accanto a lui.

Rachel alza gli occhi al cielo.

"Ogni giorno negli ultimi due mesi."

"Ciao, Rachel," la saluta Sean, agitando la mano.

Sarebbe più che felice di ricambiare se non avesse le mani occupate, ma visto che lo sono, decide di fare un sorriso amichevole e un cenno con la testa. Kurt spalanca gli occhi.

"Oh, naturalmente," esclama, "nello show," e qui Rachel finalmente si rende conto che forse Kurt ha bevuto un altro paio di drink mentre lei era impegnata al bar. Lui aggrotta la fronte e scuote la testa.

"Non posso credere che tu non ci abbia mai presentati prima di stasera."

"Pensavo stessi con quel tipo, Ben," risponde lei, con una smorfia confusa.

"È roba di due settimane fa," dice Kurt in tono noncurante, rivolgendole un'occhiata irritata prima di voltarsi verso Sean con un sorriso rassicurante. "Sono assolutamente single."

Rachel aggrotta la fronte—è quasi sicura che Kurt la settimana scorsa le abbia detto di aver preso il caffè con Ben. Vuole bene a Kurt—sul serio—ma è diventato un po' un playboy negli ultimi anni. New York è davvero un posto pieno di infinite opportunità. Sposta il vassoio che tiene tra le braccia, facendo tintinnare i bicchieri.

"Questo sta diventando pesante, quindi…"

Kurt le sorride.

"Oh, non devi far aspettare Quinn e Santana. Stavano diventando competitive quando le ho lasciate, a rivivere i loro giorni di gloria di lacchè agli ordini di Sue Sylvester," la informa, alzando gli occhi al cielo, "sai che queste discussioni non finiscono mai bene."

"Non torni al tavolo?" chiede lei, aggrottando la fronte.

Kurt guarda furtivamente Sean, avvicinandosi a Rachel e chinando la testa per parlare più piano che può ma per farsi comunque sentire al di sopra del clamore del bar.

"Rachel, ti adoro. Sei l'unica donna che amerò, ma Sean è così carino, ed è un ballerino. Dimmi che capisci."

Rachel sospira, "Divertiti, Kurt."

Lui le regala un sorriso da ragazzino.

"Grazie. Sono in debito con te per sempre," le dice, dandole un rapido bacio sulla guancia. "Sei stata davvero fantastica stasera."

"Adulatore," risponde lei, scuotendo la testa.

Kurt rivolge immediatamente tutta la sua attenzione a Sean, e Rachel ricomincia a farsi strada verso il tavolo. Schiva a sinistra e si gira a destra, ma è costretta a rallentare quando il suo sguardo trova finalmente Quinn…e non Santana. La sedia dove Santana era seduta ora è occupata da un'altra donna, e anche nella penombra del bar Rachel può vedere che ha una carnagione eburnea e perfetta, splendidi capelli rossi, ma che manca completamente del senso dello spazio personale. La stanza sembra diventare più stretta, e la pelle le formicola per il calore, abbastanza da farle provare un senso di nausea. Ovviamente ha tenuto in mano quei drink troppo a lungo.

La donna dai capelli rossi le è vagamente familiare, ma Rachel non riesce a ricordare dove l'abbia vista, e pensa che si tratti solo della familiarità della situazione. Quinn ha il potere di attirare donne di ogni tipo in quasi qualsiasi ambiente e questa non è la prima volta in cui il tempo che lei passa con Quinn è stato interrotto da un'ammiratrice troppo zelante.

Non che questa sera il suo tempo debba essere completamente dedicato all'amica, ma di certo la celebrazione della serata di apertura del suo spettacolo dovrebbe automaticamente renderla il centro dell'attenzione di Quinn—bè, dell'attenzione di tutti, ma Kurt ovviamente ha altre idee. E a quanto pare anche Santana. Rachel non ha intenzione di permettere a tutti i suoi amici di abbandonarla, così quando Quinn sorride a quella donna (sgualdrina) che si prende fin troppa confidenza, decide immediatamente che il sorriso è troppo teso, e che la sua amica ha per forza bisogno di essere salvata.

Rachel riprende a camminare e copre la distanza che la separa dal tavolo in meno di dieci passi, praticamente sbattendo il vassoio sul tavolo davanti alle due donne, costringendole ad alzare lo sguardo su di lei. Un'espressione sollevata—Rachel è assolutamente certa che sia sollievo—passa sul volto di Quinn.

"Rachel. Eccoti qua."

"Scusami," risponde lei, accomodandosi sulla sedia davanti a Quinn. "Continuavano a distrarmi."

Quinn apre la bocca, ma la rossa si china in avanti con un sorriso lascivo.

"Non preoccuparti, sono stata più che felice di tenerle compagnia mentre eri occupata."

Rachel concentra lo sguardo sulla donna, che da vicino non è poi così attraente. Certo, ha una bella pelle e dei bei capelli, ma il suo naso è un po' storto, i suoi denti non sono per nulla dritti, e deve avere almeno trent'anni.

"Non credo ci siamo mai incontrate," dice Rachel.

"Connie," risponde la donna con una certa arroganza, come se Rachel fosse tenuta a saperlo.

Rachel le rivolge uno dei suoi sorrisi falsi—è certa di essere migliorata a farli sembrare sinceri.

"Bè, è un piacere conoscerti, Bonnie, ma..."

"Connie," la interrompe l'altra aggrottando la fronte. "Connie Tremaine," aggiunge, con un'occhiataccia.

Rachel si blocca.

"T-Tremaine?" ripete debolmente, riconoscendo all'istante il cognome, è quello del produttore del suo show. All'improvviso ricorda che Robert Tremaine ha una figlia chiamata Constance, e si accorge del perché la donna le sembri così familiare. È quasi certa di aver visto Connie a teatro qualche settimana fa. La nausea ritorna a tutta forza.

Connie fa un sorriso derisorio.

"Sì. stavo giusto dicendo a Quinn, qui," dice, accarezzando con fare predatorio l'avambraccio della ragazza, "di quanto papà detesti le feste con il cast, ma quando ho sentito che tutti stavano uscendo per celebrare la prima, ho dovuto assolutamente passare per offrire le mie congratulazioni. Hai fatto un ottimo lavoro, Rachel," dice in tono falso. "E sono certa che correggerai quelle piccole imperfezioni in pochissimo tempo."

"Imperfezioni?" squittisce Rachel, offesa.

Connie fa un cenno con una mano perfettamente curata.

"Non preoccuparti. Quasi nessuno riesce a fare un'esibizione perfetta durante la serata di apertura."

"Credo che Rachel sia stata fantastica," dice Quinn con decisione, regalando a Rachel un dolce sorriso che la fa immediatamente sentire meglio.

"Bè, suppongo che in effetti quella di Rachel sia stata una delle performance più convincenti," ammette Connie stringendosi distrattamente nelle spalle, mentre sposta lo sguardo da Quinn al vassoio di bevande che Rachel ha posato sul tavolo.

"È una Corona con lime, quella?" chiede, già tendendo una mano verso la birra. "Ma quanto sei gentile. Devi essere una sensitiva," dice, spingendo la fetta di lime all'interno della bottiglia.

"A dire la verità è per," comincia Rachel, ma la bottiglia è già attaccata alle labbra di Connie, e Rachel sospira, "te, a quanto pare."

Quinn ridacchia mentre tende la mano per prendere il proprio calice di vino. Rachel aggrotta la fronte, non è del tutto sicura di come interpretare l'espressione di Quinn. Di certo sta solo assecondando Connie. Non è possibile che quella donna le piaccia davvero—giusto?

"Allora, Quinn mi stava dicendo che andavate a scuola insieme," rivela Connie, "a Lena, Ohio."

"Lima," la corregge automaticamente Rachel, dando uno sguardo di sfuggita a Quinn e chiedendosi per quanto tempo, esattamente, lei e Connie abbiano chiacchierato come vecchie amiche. O nuove amanti? Rachel prende il proprio drink e ne butta giù metà in un sorso solo.

"E siete ancora amiche? Sono impressionata. Non sento più neanche una delle persone che conoscevo al liceo," ammette Connie—e Rachel non può dire di essere sorpresa da quella confessione—prima di rivolgere la propria attenzione a Quinn, "anche se sono sicura che se fossero state splendide come te, avrei senz'altro fatto lo sforzo di tenermi in contatto."

Quinn arrossisce, e Rachel è sul punto di mordersi il labbro. Posando il proprio bicchiere, si costringe a sorridere.

"Bè, Connie, è stato davvero gentile che tu sia passata," mente. "Sono certa che vorrai congratularti anche con Brian. È là, dall'altra parte del bar," dice, guardando nella direzione in cui l'ha visto l'ultima volta. "Sono sicura che riuscirai a trovarlo."

"Oh, non ho fretta," la rassicura Connie in tono noncurante. "Allora, Quinn, sei un'attrice anche tu?"

Quinn ride, scuotendo la testa

"No. Ho recitato un po' quando ero al college, ma ho deciso di lasciare il palcoscenico a Rachel," spiega, sorridendo a Rachel con occhi color nocciola pieni di ammirazione. Rachel sente le proprie labbra ricambiare il sorriso.

Connie si avvicina ancor di più a Quinn, incontrando il suo sguardo con determinazione.

"Dove hai studiato? Qui a New York?"

"Yale, a dire il vero," le risponde Quinn prima di prendere un sorso di vino.

"Wow, bellezza e anche cervello. Sono ancora più impressionata," si complimenta Connie. "E cosa fai per vivere, Quinn?"

"Sono assistente editor alla HarperCollins."

"Bah, un noioso lavoro d'ufficio," commenta l'altra, mettendo il broncio. "È uno spreco che una donna come te se ne stia incatenata ad una scrivania."

"Quinn è molto brava in quello che fa," interviene Rachel, difendendola.

"Oh, sono sicura di sì," risponde Connie in tono insinuante, facendo scivolare di nuovo le unghie dipinte di nero sul braccio di Quinn. "Lo sai, se ti venisse di nuovo voglia di recitare, sono assolutamente certa di poter tirare un paio di fili per te."

Oh, ma per favore, pensa Rachel disgustata, è evidente che sta cercado di rimorchiarla. Di certo Quinn ha standard più alti di così. Però poi ricorda alcune delle donne con cui Quinn è uscita dopo che ha traslocato a New York, e il suo stomaco si stringe spiacevolmente. Tende di nuovo la mano per prendere il proprio bicchiere.

Quinn si lecca le labbra, e i suoi occhi cercano quelli di Rachel.

"È…allettante," ammette in tono educato, "ma mi sono innamorata della letteratura, quindi…"

"Incontrarsi e guardarsi fu tutt’uno, e non sì tosto si furon guardati che s’invaghivano l’uno dell’altro," cita Connie a voce bassa, prendendo la mano di Quinn nella propria. "E non sì tosto s’erano invaghiti, che non facevano che sospirare; e non sì tosto avevan sospirato, che a chiedersi l’un l’altro la ragione; e non sì tosto dettasi ciascuno la sua ragione, a cercarne il rimedio.¹ "

Se Rachel fosse una persona più generosa, ammetterebbe che la recitazione di Connie è stata impressionante, e che anche lei avrebbe potuto tranquillamente fare l'attrice, ma non è dell'umore per fare complimenti. La sua mano stringe il bicchiere mentre guarda Quinn che viene catturata dallo sguardo ipnotico di Connie—ipnotico come quello di un serpente.

"Okay, quello era…"

"Shakespeare," sussurra Quinn. "Sono…impressionata."

Grazie al cielo Connie lascia andare la mano di Quinn e prende la propria bottiglia di birra.

"Ho una laurea in lettere alla Columbia," si vanta con un sorriso superbo.

"Sapete," interviene Rachel, non è affatto disposta a rimanere lì un minuto di più e guardare quella donna affondare i suoi artigli dentro Quinn, "Mi sembra di aver visto qualcuno al bar che vorrei salutare."

Quinn aggrotta la fronte appoggiandosi allo schienale della propria sedia, mettendo un po' di distanza fra sé e Connie.

"Rach?"

"Se volete scusarmi," risponde lei digrignando i denti, facendo stridere la sedia contro il pavimento mentre si alza con decisione.

"Fai pure con comodo. Io farò compagnia a Quinn," promette Connie, spostandosi con sottigliezza per stare più vicina a Quinn.

Rachel stringe le labbra e si volta, ignorando l'espressione interrogativa dell'amica e il sorriso presuntuoso dell'altra mentre dice a bassa voce, "Scommetto di sì, razza di sgualdrina."

Si allontana dal tavolo a passo di carica, mentre cerca una familiare testa di capelli neri, e sospira di sollievo quando la vede.

"Santana," grida, praticamente abbracciandola mentre si fa strada tra lei e la donna con cui sta chiacchierando, una delle sue colleghe.

"Ti chiedo perdono, Pauline," dice con un sorriso di scusa, "ma devo rubarti Santana per un attimo."

"Fai pure," la incoraggia Pauline, sembra sollevata da quell'interruzione.

"Grazie."

Rachel non si ferma a riflettere mentre afferra Santana per il gomito e tira, trascinandola via da Pauline. Quando si volta, urta accidentalmente un altro membro del cast femminile.

"Oh, scusa Jessica," mormora distrattamente, manovrando Santana più vicina al muro, e lontano da orecchie indiscrete.

"Ehi," ringhia Santana, scuotendo il braccio con irritazione per liberarsi dalla mano di Rachel. "Dannazione, Berry. Bel modo di rovinarmi la serata."

"Cosa?" chiede, notando finalmente lo sguardo e la smorfia di disappunto di Santana. Guarda Pauline, che sembra molto più rilassata ora che sta chiacchierando con Jessica.

"Oh," sussurra, poi alza gli occhi al cielo, "sul serio, Santana. Non avresti ottenuto niente da Pauline Barrett. Ti ho già detto che è decisamente eterosessuale."

"Non si può mai sapere," obbietta Santana. "Certe donne possono diventare molto avventurose dopo qualche bicchiere."

Rachel aggrotta la fronte, incrociando le braccia sul petto.

"Innanzitutto è assolutamente inappropriato approfittarsi di una donna stordita dall'alcol, e sinceramente sono delusa che tu prenda in considerazione un comportamento del genere," la rimprovera, ignorando la sua risata sarcastica. "Secondo, Pauline ha un promesso sposo molto carino e molto mascolino."

"Una dannata vergogna, se vuoi la mia opinione," riflette Santana prima di prendere un sorso della sua Corona.

"Non la voglio," sbotta Rachel, guardando irritata la bottiglia e chiedendosi perché si sia presa il disturbo di comprare dei drink ai suoi amici se nessuno di loro è disposto ad aspettare che lei glieli porti.

"Che c'è di così importante, comunque?"

Rachel entra nello spazio personale di Santana, abbassando la voce.  

"Una vipera mangiadonne che non vuole accettare un no come risposta ci sta provando con Quinn, e ho bisogno che tu intervenga."

Santana la fissa con aria inespressiva per qualche istante prima di cercare con lo sguardo Quinn e Connie, che stanno ancora chiacchierando sedute al tavolo. Quindi si volta verso Rachel con un'espressione perplessa. "Ma sei seria?"

"Sì."

"No," sbotta Santana.

"Che vuoi dire con no?" chiede Rachel.

"Intendo no. Enne. O," pronuncia Santana con lentezza. "È una risposta comune usata per esprimere negazione. In altre parole, non succederà, hobbit."

"Ma…"

"Ascolta, Rachel," la interrompe Santana in tono tagliente, "vedo da qui che Quinn non sembra aver bisogno di essere salvata. Voglio dire, accidenti, Ginger Spice è sexy," aggiunge con un sorrisetto.

"È una predatrice," ringhia Rachel, rivolgendo un'occhiata irritata al tavolo. Connie sta di nuovo toccando il braccio di Quinn, e Rachel incoraggia silenziosamente la ragazza a respingere quella profferta. Quando non lo fa, Rachel si pianta le unghie nel bicipite. "Sono certa che Quinn sta semplicemente sopportando la sua attenzione per il mio bene."

Santana si volta bruscamente a guardarla.

"E come fai a saperlo?" chiede con cautela, sul suo viso c'è un'espressione stranamente pensosa.

Rachel sbuffa, pestando il piede in terra—solo un po', perché ormai queste cose non le fa più. Non spesso, comunque.

"Perché conosco Quinn, okay! Si sta solo comportando in modo educato," insiste, per nulla divertita al sentire Santana ridere nella propria bottiglia. "Quella rossa dalle mani lunghe è la figlia di Robert Tremaine," spiega, aggrottando la fronte.

Santana ingoia il suo sorso di birra, inarcando le sopracciglia.

"E perché dovrebbe fregarmene?"

Rachel fa un profondo respiro, contando silenziosamente fino a cinque prima di far uscire l'aria tra i denti, con un sibilo.

"Robert è il produttore del mio spettacolo, Santana," brontola, mentre comincia ad esaurire la pazienza.

"Sì, e tu hai già avuto la parte," le fa notare Santana con irritazione. "Continuo a non vedere il problema."

Rachel guarda di nuovo il tavolo. Connie sta ridendo, e Quinn sorride, e Rachel sta prendendo seriamente in considerazione i pro e i contro di prendere a pugni una persona—possibilmente Santana, il che in effetti non sarebbe una delle sue idee migliori.

"Ti prego, vieni ad incontrare Connie," implora. "Devi solo tirare fuori il solito spirito e posso garantirti che non andrai a casa da sola stasera."

Santana prende un sorso deliberato mentre studia Rachel, che si agita a disagio sotto il peso tangibile del suo sguardo cupo.

"E se Quinn è interessata a lei?"

"Non lo è," insiste Rachel. Pensa. Spera. Okay, non riesce nemmeno a indovinare. Quinn ha un gusto orribile in fatto di donne. A Rachel non è mai piaciuta nemmeno una di loro, e non ha mai sentito che una di loro potesse essere all'altezza di Quinn, ma c'è qualcosa in Connie Tremaine che la turba terribilmente, e si rifiuta di accettare che Quinn sia davvero attratta da qualcuno di così insistente ed arrogante.

"Ma se lo è," reitera Santana, "allora avrò bisogno di qualche altra forma di compensazione."

Rachel la osserva, guardinga.

"Che cosa vuoi?"

"Mi pagherai da bere per il resto della serata."

"Ti ho già pagato un drink, che avresti in mano se fossi restata seduta a quel tavolo," si lamenta Rachel, ma è sollevata dal fatto che Santana non le abbia chiesto qualcosa di peggio. Una volta le aveva fatto promettere di non parlare di Broadway o di non cantare canzoni da musical in sua presenza per un mese intero, in cambio del suo aiuto per cercare tra gli infiniti scaffali di The Strand un libro adatto da regalare a Quinn per il suo compleanno. Forse trecento dollari erano una cifra un po' esagerata per una rara edizione illustrata dell'Isola del Tesoro, ma l'espressione deliziata di Quinn quando l'aveva vista era valsa senz'altro tutti quei soldi.

"Ci stavi mettendo una vita. Mi annoiavo," dice Santana stringendosi nelle spalle.

Rachel scuote la testa.

"Ti giuro, hai il livello di attenzione di un bambino di due anni iperattivo."

Santana scoppia a ridere.

"Pronto? Ma ti sei vista?" chiede, indicando Rachel con un cenno. "Sono una fottuta sentinella se paragonata a te."

"Linguaggio," la ammonisce Rachel.

"Sul serio?" ride Santana. "Non posso dire 'fottuta' quando tu stai cercando di spingermi a prostituirmi?"

Rachel ansima, arrossendo intensamente.

"Io…non sto facendo questo," obbietta debolmente, aggrottando la fronte . "Vero?"

"Ay dios," borbotta Santana, scuotendo la testa, "presentami a quella rossa sexy prima che cambi idea."

Rachel è investita da un'ondata di sollievo, e sorride, tendendo la mano per stringere la spalla di Santana in un gesto di gratitudine.

"Grazie," mormora. Santana fa un sospiro drammatico, stringendosi nelle spalle, ma si volta e si dirige verso il tavolo, lasciando che Rachel si affretti a seguirla.

La conversazione che Connie e Quinn stanno avendo, qualunque essa sia, si interrompe bruscamente quando Santana prende una sedia e la fa scivolare vicino a Connie prima di accomodarcisi. Rachel reclama il proprio posto, offrendo a Quinn un sorriso di scusa.  

"Connie, non credo tu abbia ancora incontrato la nostra amica Santana."

Gli occhi di Connie scintillano di interesse mentre osservano con aria di apprezzamento Santana e il suo aderente miniabito scollato.

"No, penso di no."

Santana fa un sorriso seducente, tendendo la mano mentre ricambia la carezza di quello sguardo.

"Santana Lopez, ma non farti ingannare dal mio nome. Sono tutto fuorchè una santa, a differenza di Quinnie," dice, facendo un cenno in direzione dell'amica.

"Quinnie?" ripete Connie, divertita. "È carino."

"Vero?" chiede Santana dolcemente.

"No," brontola Quinn, incrociando le braccia sul petto e rivolgendo un'occhiataccia a Santana. Rachel aggrotta la fronte, sperando che Quinn sia irritata per colpa di quel nomignolo.

"Rachel, hai davvero un bel gruppo di amiche attraenti," mormora con soddisfazione Connie, guardando a malapena Rachel. "Dove le stavi nascondendo?"

Santana fa un sorriso malvagio.

"Bè, sai com'è fatta Rachel," interviene, "Lavoro, lavoro, lavoro. Non credo che conosca il significato della parola divertimento. Esattamente come Quinnie. Lo sapevi che era presidente del club della castità quando era al liceo?"

Connie ride, rivolgendo un'occhiata ad un'irritata Quinn. "Non l'avrei mai indovinato," dice.

"Oh, sì. Queste due sanno essere così noiose," dice Santana in tono noncurante, alzando gli occhi al cielo. "Io, d'altra parte, so come bilanciare lavoro e svago, se sai quello che voglio dire," continua in tono insinuante, avvicinandosi a Connie.

Rachel non riesce ad essere irritata dalle tattiche di Santana visto che in qualche modo è riuscita a catturare l'attenzione di Connie con il minimo sforzo. Personalmente, Rachel non capisce perché una donna dovrebbe preferire Santana a Quinn Fabray, ma è incredibilmente grata per quel bizzarro fenomeno, specialmente quando Connie volta la schiena a Quinn.

"E tu che lavoro fai, Santana?"

"Oh, in questo momento studio alla facoltà di medicina della Columbia. La migliore del mio corso," esagera Santana, tutta orgogliosa.

"Davvero?"

"Mmhmm. E sono particolarmente brava…con l'anatomia," bisbiglia Santana, facendo suonare la parola più un invito che la constatazione di un fatto. Connie si lecca il labbro inferiore. Rachel si sente sporca al solo guardarle.

"Lo sai, anch'io sono laureata alla Columbia."

"Praticamente siamo anime gemelle," dice Santana, soddisfatta. "Posso offrirti qualcosa da bere, Connie?"

"Mi piacerebbe." Connie si rivolge a Quinn con un sorriso. "Non ti dispiace se Santana ed io facciamo una bella chiacchierata sulla Columbia, vero, Quinnie?"

Quinn stringe immediaramente i denti, e Santana trattiene una risata. Un sorriso completamente falso appare sulle labbra di Quinn.

"Per nulla," dice loro, prendendo il proprio bicchiere di vino.

Santana sorride e si alza in piedi, tendendo una mano a Connie.

"Vogliamo andare?"

Connie permette a Santana di aiutarla ad alzarsi, prendendo la sua borsa prima di passare accanto all'altra ragazza, strusciando i loro corpi l'uno contro l'altro mentre esce. Santana si lecca le labbra e fissa senza vergogna il sedere della donna. Lancia a Rachel una breve occhiata, facendole l'occhiolino e rivolgendole un sorriso arrogante mentre segue Connie.

"A più tardi, stronze," dice.

Rachel le osserva mentre si allontanano, assicurandosi che siano fuori portata d'orecchio prima di rivolgersi a Quinn.

"Bè, è un sollievo," dice, aspettandosi che Quinn sia d'accordo con lei, ma le labbra della sua amica sono strette e sta ancora fissando il punto in cui Santana e Connie sono sparite. Non sembra particolarmente sollevata, ma non sembra nemmeno arrabbiata. Questo è uno dei casi, che si stanno facendo sempre più rari, in cui Rachel non riesce a capire cosa Quinn stia pensando, e anche se accade sempre meno spesso, Rachel ne rimane irritata ogni volta che succede.

"Vero?" insiste di nuovo.

"Hmm, credo di sì," risponde Quinn in tono mite.

Rachel ingoia la propria delusione, massaggiandosi distrattamente il petto nel tentativo di alleviare la spiecevole costrizione che sta provando.

"O-oh. Tu…volevi…? Io pensavo," balbetta, sempre più turbata al pensiero di aver rovinato la serata a Quinn, ma ancor più turbata dal fatto che la sua amica desiderasse davvero l'attenzione di quella donna, figlia di produttore o no.

"Va tutto bene, Rach. Comunque non era il mio tipo," mormora Quinn stringendosi nelle spalle. Esalando uno sbuffo, sembra scuotersi di dosso il suo strano stato d'animo, e sorride a Rachel. "E poi, dovevamo celebrare la tua grande serata. Non posso credere che Kurt e Santana ci abbiano abbandonate."

Alla vista del sorriso di Quinn, Rachel lascia andare il respiro che aveva trattenuto, permettendo al proprio disagio di dissolversi mentre si rilassa appoggiandosi allo schienale della sedia.

"Oh, va bene lo stesso," giustifica facilmente la scomparsa dei loro amici. Finchè Quinn non è arrabbiata con lei, Rachel è perfettamente soddisfatta. "Sono sicura che possiamo divertirci senza di loro."

"Proveremo a Santana che si sbaglia," decide Quinn annuendo.

"Proprio così," conferma Rachel. "Non siamo affatto noiose. Forse mi farò perfino un tatuaggio."

Quinn scoppia a ridere, "Sul serio?"

Bè, Rachel non era seria, ma l'ovvia incredulità dell'amica accende subito la sua natura competitiva. "Non pensi che lo farei?"

"A dire la verità no," ammette Quinn.

"Bè, allora dovrò mostrarti che ti sbagli."

Quinn inarca un sopracciglio e incurva le labbra in un sorriso familiare. "Vedremo."

"Vedremo," insiste Rachel con determinazione. Più ci pensa, più le sembra appropriato fare qualcosa di permanente per ricordare l'occasione della sua prima performance da protagonista su un palcoscenico di Broadway.

Quinn ride, sollevando il proprio calice quasi vuoto e regalando a Rachel un sorrido luminoso, mentre i suoi occhi scintillano d'orgoglio.

"A te, Rach."

Rachel arrossisce, sollevando il proprio bicchiere.

"A noi," la corregge, facendo tintinnare il calice contro quello di Quinn.

Quinn annuisce.

"A noi," ripete a bassa voce, prima di prendere un sorso.

Rachel sorride nel proprio bicchiere, grata di poter passare la serata con Quinn. Le sembra giusto. Non riesce a spiegarlo meglio di così, ma dopo tutto quello che hanno passato insieme nel loro passato, che spesso è stato tanto tumultuoso, sente non c'è proprio nessun altro con cui vorrebbe celebrare il proprio successo. E se il New York Times domani finirà col fare a pezzi la sua performance, Rachel sa esattamente su quale spalla andrà a piangere—ma non succederà. Ne è sicura. Ha un sesto senso per queste cose, dopotutto, e sente nel profondo della propria anima che stanotte è l'inizio di qualcosa di meraviglioso. È davvero una notte favolosa.

***

Note dell'autore: ¹Come vi piace, di William Shakespeare

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: poetzproblem