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Autore: Bbpeki    25/05/2014    0 recensioni
Sono passati anni dal break up dei My Chemical Romance. Eppure una lieve speranza esiste ancora nei cuori dei fan. E se quella speranza bruciasse e fosse alimentata?
Leggete e fatevi vive nelle recensioni
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.    

 

Finalmente sto per dare l’ultima risposta dell’ultima domanda dell’ultimo maledettissimo esame!

Risposi e mi congedarono, sentendomi finalmente libera! Riprovai la sensazione di star comminando a chilometri sopra il mondo! E pensare che mancavano sette (anzi sei, perché il biglietto era prenotato con un giorno di anticipo) insignificanti giorni al Grande Giorno. 

***

Furono sei giorni di preparativi, lacrime e preoccupazione. Tutti, a turno, furono sull’orlo di un collasso nervoso. 

La notte della partenza non dormii, ovviamente, ma la passai parlottando con Francesca, la mia migliore amica, finché non esaurii i soldi. Allora passai il resto della notte leggiucchiando uno di pochi libri che avevo deciso di non portare. 

La mattina mi “alzai” alle 6, il mio volo era alle 10:30 (Quindi se fossimo arrivati in anticipo l’aereo sarebbe arrivato alle 11:30 e se fossimo arrivati in ritardo alle 10:30 precise sarebbe stato in volo, secondo la filosofia della sfiga).

Non feci colazione, avevo lo stomaco chiuso e se avessi mangiato qualcosa mi sarebbe scattata una fame nervosa. E non ci tenevo a sfondarmi di biscotti per poi vomitarli nel momento meno opportuno. 

Quelle poche ore mi parvero un eternità, vagavo per casa come un’anima in pena.

Alla fine arrivammo all’aeroporto in anticipo di 10 minuti. 

Mi voltai emozionata e spaventa verso la mia famiglia e Francesca, abbracciai tutti e promisi che sarei tornata presto.

Presi un respiro profondo. Ero completamente sola, era ora di comportarmi da vera donna.

Dopo aver quasi preso l’aereo sbagliato per due volte (maledetti facchini incapaci di dare informazioni esatte!) riuscii ha salire sul mio. 

Con un sospiro mi lascia cadere sul mio posto, per fortuna vicino al finestrino. Ero esausta, tra la notte insonne e lo stress emotivo/psicologico dell’ultimo periodo non avevo più energie. 

Dopo il decollo mi misi le mie adorate cuffie e mi addormentai sulle note di Cancer.

Mi svegliai che mancavano ancora due ore (e coi Metallica che pulsavano nelle orecchie), le passai leggendo e guardando fuori dal finestrino.

Dopo esser scesa controllai l’indirizzo dell’hotel a cui avevo prenotato e mi ci diressi con lo stomaco ancora sull’aereo e il cuore che batteva fortissimo. 

Dopo che mi fui persa cinque volte trovai il mio maledettissimo hotel. Mi diedero la chiave della camera e mi potei finalmente sedere sul letto comodo, ero di nuovo esausta. 

Feci una doccia veloce e mi raggomitolai tra le lenzuola, dopo aver risposto a tutti i messaggi di mia madre e mio padre. 

Mi stesi meglio, sembrava un sogno: I MyChem erano tornati (ma senza far trapelare nulla) e io avrei assistito alla loro prima nuova live. Sorridendo misi la sveglia alle 4… Sì, sono pazza, ma voglio essere davanti! Vederli bene! 

Cercando di non pensare all’indomani (o avrei fatto un’altra notte in bianco) mi addormentai.

 

***

 

All’alba ero pronta. Alzarsi era stata un impresa titanica ma dopo una doccia fredda ero sveglia…più o meno.

Lasciai l’hotel e cercai un bar aperto (trainando la mia valigia, per fortuna non troppo grande), non trovandolo (ovviamente, visto che erano le 4:30 del mattino!). 

Tenendo i riflessi pronti (perché era pur sempre una grande città americana di buonissimo mattino) ma non incontrai nessuno tranne un cane spelacchiato e una donna con gli abiti stropicciati e il trucco sbavato.

Riuscii, per qualche miracolo, ad arrivare al luogo del concerto. Diedi la mia roba a un tizio praticamente in coma mi diressi verso l’entrata.

Erano le 5:00, ma davanti all’ingresso mi accorsi che c’era almeno una trentina di persone accampate davanti. Mi misi in coda pensando, per confortarmi, che ero una buona corritrice. Mi sedetti dietro una tenda nera da cui veniva un lieve russare.

Per tenermi in sveglia (visto che non mi ero neanche presa uno schifo di caffè) tirai fuori il libro che mi ero portata e iniziai a leggere, era Carte in tavola di Agatha Christie. 

“Caffè?” Mi chiese una voce femminile dopo il mio millesimo sbadiglio. Mi voltai, una ragazza coi capelli tinti di nero con le punte rosso fuoco (fighissimi!) mi porgeva una tazza di caffè.

“Grazie” Dissi un po’ sorpresa prendendo la tazza. Scosse le spalle

“Figurati, stavi cascando dal sonno e oggi abbiamo bisogno di forze” Disse con un sorriso che ricambiai cominciando a sorseggiare il caffè, non era così disgustoso. 

“Allora, abbiamo ancora secoli di attesa davanti quindi ti va di parlare un po’?” Mi chiese con un sorriso aperto. Tipico feeling tra Killjoys 

“Okay, tanto non abbiamo molto da fare” 

Si chiamava Jessica ed era simpatica. Passammo un bel po’ di tempo a parlare, poi si aggiunsero anche altre ragazze nelle vicinanze. Mi sentivo un po’ strana: da una parte ero felice di poter parlare con qualcuno di Loro (i MCR). Ma in un certo senso quelle ragazze sarebbero potuti diventare ostacoli nella mia corsa verso il palco… conclusi che avrei fatto meglio a non pensarci e divertirmi.

Quando arrivò l’or(d)a di pranzo lottammo per tenere i nostri posti, poi (dopo varie crisi isteriche da parte di fan arrivate dalla…Polinesia credo…) ci sistemammo per mangiare.

Verso il calare della sera diventammo tutti più inquieti e distaccati.

Arrivarono le 7, i cancelli si sarebbero aperti alle 8.

Ora ero così nervosa che credevo che i miei succhi gastrici stessero corrodendo il mio stomaco.

Alle 7:58 non volava una mosca stavamo tutti guardando i cancelli, spaventando i bigliettai: probabilmente credevano che sarebbero morti nella nostra furia.

Preparai il biglietto, ero pronta allo scatto della mia vita.

Finalmente i cancelli si aprirono, corsi in avanti urtando chiunque. Arrivai finalmente al bigliettaio che, tremante di paura sotto il mio sguardo da psicopatica, mi strappò il biglietto. Allora iniziò la vera corsa.

Corsi più veloce che potevo spintonando e venendo spintonata da chiunque. Entrai nel salone o quel che era e corsi come una lepre. Arrivai, per qualche grazia divina, in seconda fila con davanti a me solo una ragazza neanche troppo alta, che culo! 

La sala si riempì, la temperatura andò alle stelle. 

Il palco era in ombra, riuscivo a malapena a distinguere i profili degli strumenti e dei tecnici che si muovevano sul palco. 

Ogni minuto era un secolo e il mio stomaco si stava attorcigliando sempre di più, sentivo il cuore battermi in gola. 

Dopo anni e anni, credo, vedemmo, nell’ombra, delle figure familiari armeggiare con gli strumenti. Trattenni il fiato. Non ci credo! Sono proprio davanti a Ray! Ahh non vedo l’ora di vederlo scatenarsi con la sua chitarra! Cercavo di non guardare Gerard o sarei svenuta seduta stante! 

Finalmente udimmo al voce del Dr. Death uscire dagli altoparlanti. Unimmo le nostre voci in un unico grido. E poi arrivò, quella frase che dava il via a tutto:

KILLJOYS, MAKE SOME NOISE!!” E allora i Killjoys urlarono con tutta la loro voce. 

La ragazza di fronte a me si era un po’ spostata (non si sà bene come e sinceramente non ce ne frega) e ne avevo approfittato: ero in prima fila!! 

Urlavo ogni parola e sentivo la gola scorticarsi poco poco ma non mi importava che domani non sarei riuscita a parlare, volevo solo vivere ogni istante. Non credo di aver sentito il mio cuore battere così forte, potrei giurare che andava a ritmo con la canzone. Non ci potevo credere, erano lì, davanti a me! Avevo davanti Ray Toro che si stava scatenando in un assolo fantastico e la voce di di Gerard Way che mi ammattiva l’udito e il cervello. Sentivo la mia stasa cassa toracica vibrare come un amplificatore quando si alza troppo il volume

La canzone finì, ero sudata marcia ed eravamo solo al primo brano. 

Gerard prese il microfono, dovetti guardarlo. Dio, fu come ricevere un pugno di consapevolezza, la consapevolezza che lui era lì, vivo e reale. Aveva i capelli neri sparati in tutte le direzioni, jeans neri strettissimi, i suoi amati anfibi lucidi lunghi fino al ginocchio. Sopra, una giacca di pelle con sotto una canottiera/maglietta, nera. Tutto nero! Tranne la sua pelle, era davvero bianchissima e spiccava in mezzo a quel colore scuro. Intorno agli occhi un po’ di matita. Quindi dovetti trattenere gli ormoni e cercare di mantenere un po’ di dignità e non fissarlo sbavado come una psicopatica (è la seconda volta che mi do della psicopatica da sola…forse dovrei vedere uno psicologo)

“SALVE A TUTTI!! NOI SIAMO I MY CHEMICAL…”  Puntò il microfono verso di noi

“ROMANCE!!!” Urlammo in coro. Ci sorrise.

“Allora? Siete pronti a ripartire?!” Altro urlo

“Bene! Perché non abbiamo intenzione di fermarci!” Urlo di gioia.

“Spero che vi sia piaciuto il concorso che abbiamo indetto, ma ne parleremo dopo. ORA! Alzate le braccia al cielo!” Alzammo le braccia al cielo sentendo i colpi di cannone mente le luci diventavano rosse, non ci voleva una fangirl per capire quale fosse la prossima canzone! Poi Gerardo cominciò a  chiamare sua madre, una delle cose più fighe e inquietanti che abbia mai visto, cominciavo anche a spaventarmi quando fece il suo fantastico sorriso da psicopatico made-Way spalancando gli occhi. 

Iniziò ha cantare e…beh la sua voce mi riempiva la mente e i sensi. Con NA NA NA ero troppo occupata a dimenarmi e a cantare per percepire a fondo queste sensazioni. Ma ora sentivo la sua voce graffiante, chiara ma allo stesso tempo sporca di dolore e, in questa canzone, un pizzico di follia. Mi arrivava dritta nell’anima, accoltellandomi l’anima con le sue parole piene di significati. Se sentirlo nelle live su YouTube era emozionante averlo davanti era…una bomba atomica. E io mi sentivo un reattore nucleare carico di energia, sarei andata avanti tutta la vita ascoltando la sua voce.  

 

Alla fine di Mama ero, se possibile, ancora più fradicia di sudore e forse anche un po’ lessata. Grazie, fiamme, che spuntate sempre al momento giusto!

Ma non feci in tempo a riprendere fiato che…Gerard si distese sul palco, nella penombra…

Oh per St. Jimmy! So benissimo che canzone è, ricordo anche la prima volta che l’ho sentita! La vidi in una live (su YouTube, ovviamente) all’Hurricane Festival del 2011!! Gerard si era disteso come ora! Oddio… No! 

Gerard prese a sfiorarsi sensualmente (troppo! Era semplicemente illegale!) e a giocherellare con il bordo della maglia…causando una sovrapproduzione e di ormoni tra la folla (e sul palco, molto probabilmente, uffa non vedo Frankie). Dopo pochi secondi, si alzò e cominciò ha cantare… Indovinato? DESTROYA, esatto. Allora il mio animo di slasher tornò alla vita. Cominciai ha osservare Frank. Si muoveva come un indemoniato ma era tutto normale, però notai che lanciava, ogni tanto, delle occhiate “particolari”  a Gerard, quelle che urlano ho una voglia fottuta di scoparti!! E non sembrava che Gerard ne fosse infastidito (ovviamente si era accorto che Frankie lo guardava come se volesse fotterlo li sul palco), anzi. Ad un certo punto (più precisamente mentre stava gemendo sul microfono) Gerard si avvicinò al chitarrista nano e gli gemette nell’orecchio e…oh! Dio Gee! Dove stanno andando quelle manaccie! E per finire, quando si allontanò leccò in modo osceno l’orecchio di Frank.

Ma per pietà divina verso i nostri ormoni anche DESTROYA finì.

 

Ero fradicia neanche stessi facendo la doccia, felice che credevo di star per volare e spiaccicata contro quelle maledette sbarre di ferro da un esercito di fan. Cercavo di respirare mentre loro facevano una “pausa” per bere. Dio! Siamo solo alla terza canzone e già sto per svenire!

EVERYBODY!” Urla “Come state? Perché io ho voglia di fare un vecchio nostro classico, because…I’M NOT OKAY!!” Urla da parte della folla. Partirono le prime note di chitarra, Ray muoveva il suo fungo di capelli a tempo. Poi Gerard cantò. 

Ho sempre amato I’m Not Okay  la voce di Gee è ancora più incazzata del solito e mi ha aiutato moto ascoltarla durate i primi anni di liceo. I’m not okay è un po’ come casa, la conoscono tutti e quando la senti ti vengono in mente i bei vecchi tempi… 

Si avvicina il trust me, arriva il turno di Frank, ruba il microfono a Gee e

“TRUST ME” Mi sento realizzata! Ma Oh per la our Lady of Sorrows!, FRANK! Il mosto puccettoso chitarrista ha appena ricambiato il favore di prima leccando, o meglio: scopando con la lingua, l’orecchio della nostra sassy divah!  Questi due sta’ notte scopano, sicuro come la morte! 

Gerard continua a cantare ma sembra “distratto” da un certo chitarrista che ha deciso di accoppiarsi con la sua chitarra…mentre la suona… guardandolo come prima…Gerard, Frank vi giuro che se scopate sul paco nessuno si scandalizza, anzi, c’è gente (io) che aspetta questo momento da anni! 

Purtroppo anche I’m Not Okay finisce e le luci calano fino a spegnersi, sento grida di disapprovazione. 

Poi, nel buio, una nota di pianoforte. Una semplice nota che mi fa accapponare la pelle, mi fa venire gli occhi lucidi e battere forte il cuore. Una singola nota che che può cambiare completamente il mio umore, da triste a…euforica! Tutti sanno che canzone è. È Lei l’unica e sola. L’inno dei dannati, il nostro Inno

When I was…a young boy, my father took me into the city…to see a marching band…“  Cantammo tutti insieme, i My Chemical Romance, noi…sembrava che il mondo, l’universo, cantasse! Non c’era una persona che non urlasse, perché è il nostro inno, il nostro ritorno. La Black Parade era tornata, è l’Universo doveva saperlo! Pelle accapponata nonostante il caldo quasi insopportabile e il sorriso più bello della mia vita sulle labbra. La musica, le parole mi entravano in testa, mi facevano vibrare la cassa toracica così forte da scuotermi anche il cuore. La mia anima cantava non più la mia voce e sì, in quel momento mi sono sentita invincibile, inarrestabile, completa, con la consapevolezza che se il mondo fosse caduto noi saremo andati avanti, se foosi morta in quel momento la mia memoria sarebbe andata avanti.

Cantai così forte che credo di essermi strappata una corda vocale e di aver sputato sangue ma non mi importa. La Parade è stato l’apice, Dopo questo, posso morire in pace. Per tutta la durata della canzone tenni la mano destra sul cuore, per me non è una canzone, è l’inno della mia vita

“BECAUSE WE ARE THE BLACK PARADE AND WE’LL NEVER EVER CAN DIE AND WE ALWAYS KEEP RUNNING!!”  Urlò Gerard dopo il gong. 

Ma non era finita, no. Stava arrivando, sentivo le prime note. Era lei, la prima canzone che ho sentito dei MCR, la prima volta che ho sentito le parole di Gee (anche se erano nella cover di Glee): SING. 

Credo che stanotte dormirò bene, mi sto muovendo e sto cantando come mai in vita mia. La potenza delle emozioni che mi stanno pervadendo è devastante e la cosa mi piace dannatamente tanto, mi annoto mentalmente di andare a ogni singola live che faranno.
E poi sopraggiunge, dopo un crescendo di emozione, la frase che mi ha dato un calcio in culo più di una volta e mi ha fatto correre avanti quando credevo che sarei morta, che mi sarei fermata…

“KEEP RUNIN’ ” 

No-comment…..il mio cervello è morto per sovraccarico di emozioni troppo forti per essere elaborate. Sono euforica, non sto pensando a niente. Il mondo non esiste, esiste solo la bolla di pura emozione in cui sono inglobata. Ho un sorriso ebete in faccia ma al momento non mi importa. 

Sento delle note dure di chitarra, dure e familiari che mi scaldano il sangue. No, davvero? SING è la prima loro canzone che ho sentito, ma Dead!, invece, è la la prima volta che ho sentito la voce di Gerard e le chitarre di di Ray e Frank, e…loro insomma! Non me le possono mettere vicine! 

Quanto amo questa canzone! E cattiva, amara, ironica e divertente. E l’assolo di Ray…credevo di morire! Era meraviglioso vederlo lì, davanti ai miei occhi. Ero a bocca aperta.  E poi, ci ha fatto un sorrisone! Era felicissimo di essere lì, si capiva. 

Mentre Frank…ogni scusa per spalmarsi addosso a Gerard! E nessuna scusa per buttasi a caso (i contro membri della band) sul pavimento! Però Dio come suonava! Ci metteva tutta la sua passione, si trovava nel suo ambiente, lo si notava dai sorririsi-uccidi-fangirl che rivolgeva alla folla. Erano di nuovo insieme, più forti che mai, ciò che non ci ha ucciso ci ha fortificato

Dopo Dead! il palco torna in buio, vedo vagamente la sagoma di Ray prendere una chitarra acustica, che succede? 

Torna la luce, Ray è seduto su uno sgabello con la chitarra, acustica, in mano. Suona le prime note. È Disenchanted, la canzone che mi ha fatto capire che non potevo vivere senza di loro. La voce di Gerard è dolce, confortevole e non mi va di macchiarla con le mie grida insulse quindi sto in silenzio, chiudo gli occhi e mi faccio cullare. Triste ma dolce, disincantata, appunto. Mi calma sempre, non so perché ma ha questo  effetto su di me. Nei periodi bui o stressanti la ascoltavo sempre prima di andare a dormire.

Solo quando la musica cessa li riapro, il palco è di nuovo  al buio. 

Poi si accende un cono di luce al centro del palco e le note malinconiche di Cancer si spandono nell’aria calda e pesante. Adoro Cancer, è non è triste, è più che triste. È così amara e disperata ma accetta anche la morte quindi rimane una sorta di rabbia triste e composta, come quando si parte per un lunghissimo viaggio e bisogna salutare il luoghi familiari. Semplicemente stupenda, ma tutti sappiamo che è l’inizio della fine. Non voglio andarmene, vorrei stare spiaccicata tra questa sbarra di metallo e la calca sudaticcia alle mie spalle per l’eternità! Ma purtroppo il tempo è crudele.

Alla fine Gee (con fare molto divoso) cerca, abbastanza inutilmente, farci stare un po’ in silenzio e canta l’ultimo “you” prolungandolo. Sono io o ci vuole far soffrire ricordandoci la live a New Mexico? Perché ha fatto gli stessi movimenti! Ovviamente ci spelliamo le mani a furia di applaudire. Ma sta arrivando il colpo di grazia

Now I know…” Famous Last Words…l-lei…sento la rabbia, l’amarezza e la paura di questa canzone scorrermi nelle vene come eroina e provocarmi effetti analoghi

‘Cause I see you lying next to me, with words I thought I’d never speak…awake and unafraid…asleep or deeaad!” Siamo tutti impazziti, Gerard è a quattro zampe sul pavimento e canta che quasi gli scoppia un polmone, troppe sigarette. Ray fa l’assolo di chitarra più figo dell’ultimo decennio. Frank si sta rotolando per terra come se avesse la convulsioni, suonando come se il destino dell’Universo dipendesse da quello…o come se stesse scopando…dipende…

“I’m not afraid to keep on living, l’m not afraid walk this word alone, honey if you stay I’ll be forgiven, nothing you could say can stop me going home” Credo che ogni Killjoys dovrebbe tatuarsela da qualche parte, io personalmente, se avessi il coraggio, mi tatuerei tutto il testo sulla schiena, tanto ce le ho già incise nell’anima quelle parole.

Ma purtroppo ogni cosa bella è destinata a finire… 

“Siete pronti per un ultima canzone?!” Un urlo. Sì! C’è ancora una canzone! 

“Questa canzone vi ha ha lasciati tristi e soli, colpa nostra, ma ora è tornata per farvi urlare!! Questa canzone si chiama…Helena”  No, non possono mettere questa canzone! Perché  è la canzone con cui hanno chiuso e fa ancora fottutamente male, nonostante tutto. Ed essendo io masochista è anche la mia preferita…

Long ago…”  È potente, forte, colpisce esattamente dove fa più male. La voce di Gearad è intrisa di odio e rancore. Soffre, soffre come Billie Joe quando canta Wake Me Up When September Endes, con la differenza che Helena è dura, Gerard accusa sua nonna di averlo lasciato solo, e quasi la odia per questo.

Questa canzone è nera di odio e rossa di passione, è una pugnalata al cuore in una notte senza luna. 

Purtroppo inizia a sfumare e alla fine finisce, con un trionfo chitarra e batteria 

“LADIES AND FUCKING GENTLEMAN!! WE ARE MY CHEMICAL ROMANCE!!! GRAZIE A TUTTI! VI AMIAMO TUTTI!!”  Gerard si asciugò il sudore e ci sorrise (facendo morire qualcuno, io, d’infarto). 

Il buio tornò sul palco. 

Avevo bisogno di aria, sentivo la gambe molli come budino e lo stomaco tornava a esibirsi come contorsionista. La bocca arida e le mani fredde, Jesus mi sembrava di essere tornata a qualche settimana prima, quando dovevo dare l’orale. Nel nervosismo presi, ovviamente, a torturare la collana di Doctor Who

Il momento fatidico si avvicinava…Dio se ero nervosa.

Sul palco, intanto, alcuni tecnici stavano sistemando una…una boccia su palco…?D’accordo, sono i MCR non ci si dovrebbe stupire più di nulla, no?

Dopo un’eternità le luci si riaccesero, avevano tolto tutti gli strumenti e al centro c’era la suddetta boccia, piena di bigliettini. 

“Ladies and gentleman! È ora della verità! Chi verrà con noi in tour?” Disse Gerard entrando sul palco seguito da Frank, Ray, Mikey e Bob. 

“Chi avrà questa possibilità? ” Continuò tra le nostre grida. Si mise l’indice sulle labbra per intimare silenzio che faticò a scendere ma che, alla fine, calò. 

“Grazie. Dunque! Su ogni vostro biglietto c’erano delle cifre ripetute su i due lati, una ve l’hanno strappata all’entrata, l’altra c’è la dovreste avere voi. Bene, in questa boccia ci sono tutti i vostri biglietti strappati, coi numeri. Ora pescheremo un biglietto a caso e la persona che avrà lo stesso numero sarà il vincitore o la vincitrice” Sorrise sadicamente mentre si avvicinava con lentezza alla boccia. Intanto litigavo coi miei jeans per far uscire il mio biglietto. Era vero, sul mio c’era scritto 254996. La mano di Gerard affondava lentamente nel mare di carta, frugando come se desse cercando qualcosa, stronzate voleva solo vederci in preda all’ansia. Un’attesa straziante tirò fuori un pezzo di carta, trattenni il fiato. Gli altri componenti lo lessero, silenziosamente, sopra le spalle di Gerard. 

“E il vincitore è il numero:…2” Okay, stai calma, è solo il tuo primo numero non è possibile che sia il tuo biglietto “…5” Mantieni la calma non è il tuo non è il tuo “…4” Non è possibile “…9” È uno scherzo “…9” Ora dirà un altro numero e mi metterò a piangere “….6!” 

…..Come?!

 

 

N.d

Hello! Spero che non sia così orrendo! 

Ora ho un paio di precisazioni: dunque, in questa ff nessuno è sposato e non ci sono bambini. Perdonatemi, ma mi sentirei un po’ in colpa, visto che è una Frerard. 

Bob c’è perché…don’t know è venuto fuori da solo! (lol) 

Ringrazio le brave persone che hanno messo sta’ cosa tra preferite/ricordate e ringrazio ancora di più  Rage_ che ha recensito *distribuisce muffin*

Detto questo vi lascio in pace e se mi lasciate una recensioncina non morite di cancro.

Al prossimo capitolo

Bbpek

  
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