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Autore: Madhog    01/08/2008    2 recensioni
Due avversari decisi dal destino, due facce di una stessa medaglia, due ombre di un epoca tramontata. Una storia di uno scontro sulla scia dei ricordi, una storia di Shadow the Hedgehog e Metal Sonic. (Questa Fanfic è strettamente legata all'universo videoludico di Sonic e non ha nulla a che fare con l'anime)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shadow the Hedgehog
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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The Metal and the Shadow       THE METAL AND THE SHADOW




                                         

“Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli.”

- Hamlet, William Shakespear -






“Sei circondato, non hai alcuna possibilità di fuga, vieni fuori con le mani alzate!”

Un vasto numero di agenti di polizia e squadre Swat aveva circondato la biblioteca cittadina, pronti a fare fuoco,  pronti a raderla al suolo se necessario. Una cosa era certa, nessuno di loro avrebbe mai osato farvi irruzione, avevano sentito le storie…Storie di morte e di distruzione, di intere armate trucidate in pochi minuti e anche di pesanti robot da combattimento distrutti limbo per limbo e tante altre dicerie ormai entrate nel mito ma erano passati così tanti anni dall’ultimo avvistamento, dall’ultimo allarme, si pensava - si sperava - che fosse stato distrutto da un’immensa azione di forza del G.U.N. dentro un magazzino abbandonato da qualche parte…Ma non lo era, egli era tornato e tutte le più profonde paure dell’uomo con lui.

“Questo è l’ultimo avvertimento, vieni fuori co..” Le parole del capitano Sawyer si congelarono in gola, egli era uscito allo scoperto. Immediatamente tutte le bocche delle varie armi da fuoco puntarono nella sua direzione, lui era calmo, apparentemente privo di emozioni, come lo è sempre stato, nella sua mano sinistra stringeva un libro, una copia originale dei testi dell’Amleto di Shakespear, ne era rimasta una in tutto il paese e si trovava proprio in quella biblioteca, mise il libro dentro il suo compartimento metallico e diede un occhiata ai suoi molteplici oppositori, i suoi occhi rosso fuoco cominciarono a brillare, infine, fece la sua mossa.

Fu tutto finito in meno di un minuto, i corpi martoriati e insanguinati dei poliziotti erano riversi sulle loro macchine, sugli alberi circostanti, qualcuno persino sul tetto della biblioteca, erano tutti morti, tutti tranne il capitano Sawyer, lui sarebbe stato il testimone, lui avrebbe dato l’allarme e informato il G.U.N. e i vari mezzi d’informazione. Era esattamente ciò che l’essere voleva, che tutti sapessero, che tutti avessero nuovamente paura, ma, soprattutto, che un certo riccio di sua conoscenza sapesse.

Metal Sonic era tornato.





Stage one: G.U.N. Fortress


 
“Bersaglio colpito—punteggio finale: 100.000.000—riprovare?”

“A posto così, per ora” Disse l’agente speciale del G.U.N. all’A.I. del poligono di tiro.

“Salvataggio dati—completato—nuovo record”

Il tiratore scelto diede un occhiata al tabellone elettronico, chiaramente il suo punteggio superava di gran lunga quello degli altri, infatti era al primo posto seguito da…Quando rivide a chi corrispondeva il punteggio del secondo posto si fece cupo e triste di colpo. Lui non era tipo da lasciarsi andare a futili emozioni neanche nei momenti più critici, eppure era stato in grado di lasciarsi andare in più occasioni quando stava assieme a lei….

“Agente Shadow a rapporto dal comandante!” Urlò la voce nell’intercom e Shadow the Hedgehog, conosciuto anche come la forma di vita definitiva, interruppe i suoi pensieri e si diresse verso l’ufficio-bunker del comandante in capo del G.U.N.

“Volevi vedermi Todd?”

“Per te, io sono il comandante!”

“Certo, certo…Voleva vedermi comandante?” Rispose Shadow in tono sarcastico.

Dopo qualche minuto di pausa, Todd (o meglio il “comandante”), venne subito al punto:

“Metal Sonic è tornato.”

Seguì qualche altro minuto e il riccio nero domandò con molta calma

“Dove?”

“In una cittadina costruita sui resti della vecchia Emerald Town che venne rasa al suolo dai robot di Eggman 10 anni fa. Ironicamente è stata quasi distrutta anche questa, è rimasta in piedi soltanto la biblioteca, il perché solo Chaos lo sa.”

“Quali sono i miei ordini?” Chiese in tono di sfida.

“Trovalo e distruggilo una volta per tutte, ma recupera il suo cervello elettronico, ne potremo disporre come meglio crediamo.”

Shadow sapeva perfettamente cosa intendeva il capo del G.U.N. e lo disgustava profondamente. Tutta l’umanità lo disgustava, esseri stupidi e arroganti che commettono sempre gli stessi errori e non imparano mai dal passato, era per questo motivo, per questa presunzione che tanti erano morti inutilmente….Persone a lui care.

“Ricevuto.” Disse il riccio in tono freddo e fece per allontanarsi quando il suo superiore gli disse un ultima cosa:

“Sai, ti stavo osservando, prima, quando ti esercitavi al poligono, attraverso la camera a circuito chiuso e ho notato come sei rimasto a fissare il punteggio sul tabellone elettronico per diversi minuti. Stavi pensando a lei, vero? Lo sai, in un certo senso è buffo, tu sei l’essere supremo e definitivo mai concepito e nessuno può batterti, eppure, nonostante ciò, le persone a cui tieni muoiono perché non sei in grado di proteggerle, che sublime ironia!”

Lo avrebbe ucciso, avrebbe ucciso il bastardo seduta stante, se non avesse fatto la solenne promessa di proteggere l’umanità alla prima donna che abbia mai amato, quasi un secolo fa. Con riluttanza, Shadow  uscì dall’ufficio-bunker di Todd e si recò verso il suo armadietto personale. Lo aprì e prese una serie d’oggetti che gli sarebbero stati utili durante la missione: una Desert Eagle personalizzata e decorata con strisce rosse e nere, un orologio-comunicatore per ricevere ordini o richiedere informazioni all’HQ e un Chaos Emerald di colore rosso…rosso….Rouge. Nell’armadietto c’era anche qualcos’altro, che lo fece intristire, una foto molto personale di lui assieme ai suoi amici intimi ad un matrimonio, decise di portarsi anche quella. Infilò tutti gli oggetti nella sua borsa militare, tenne in mano la preziosa gemma e pronunciò solennemente:

“Chaos Control!”







Stage two: Fallen Angel Island



C’era rimasta qualche traccia dei funghi giganti che un tempo ricoprivano questo posto, i loro scheletri deperiti ed essiccati. Angel Island, un tempo maestosa e meravigliosa isola volante, dimora del Master Emerald e della un tempo fiera razza delle echidna, era ormai ridotta ad un’ombra di ciò che era: ogni forma di vita, vegetale ed animale si era spenta da molto tempo ormai, da quando cioè il Master Emerald fu distrutto dal governo perché ritenuto una minaccia per l’umanità e l’isola precipitò in mare senza più possibilità di rialzarsi in cielo, di essere considerata la cosa più vicina al paradiso su questo pianeta.

Alla vista di tale scenario, Metal Sonic non potette fare a meno di sentirsi profondamente malinconico, checché si dica, Metal Sonic non era solo una macchina per uccidere, priva di volontà e emozioni, bensì egli era stato capace di sviluppare una coscienza, di sviluppare una assidua curiosità per il mondo che lo circondava e un forte desiderio di conoscenza. Metal ricordava molto bene questo posto, tutti i dati al riguardo erano ancora nel suo database, per qualche motivo non li aveva cancellati contrariamente ad altri - quasi tutti riguardanti un certo riccio blu -  di conseguenza, sapeva perfettamente dove trovare l’ex locazione del Master Emerald, attivò il suo motore jet e vi si diresse. Quando vide lo stato pietoso di quello che doveva essere il trono della sacra gemma, fu come se il suo cuore, se ne avesse avuto uno, smise di battere per qualche secondo. L’intera area era un cimitero di guerra, c’erano scheletri e resti di robot un po’ dappertutto, il trono era in completa rovina, ricoperto di edere morte e di sangue essiccato, in quel momento Metal capì che qualcuno aveva cercato di proteggere il Master Emerald a costo della sua stessa vita. Il robot cominciò a controllare in giro, disperatamente alla ricerca di qualcosa, finchè…Non lo trovò.


Lo scheletro di Knuckles, un tempo fiero guardiano di Angel Island, era riverso in cima ad una montagna di detriti robotici, prima di morire si era portato molta gente con se, aveva strenuamente difeso il tesoro del suo popolo e tutto ciò in cui credeva fino alla fine, non si era mai piegato, mai. Aveva vissuto per perseguire uno scopo e, contrariamente a Metal Sonic, era morto per tale scopo. Una forte sensazione di tristezza, amarezza, frustrazione e rabbia attraversò il corpo artificiale di Metal Sonic, per ciò che era successo a Knuckles, per il ricordo di ciò che accadde più di 10 anni fa e per come l’umanità lo abbia così miseramente tradito per paura di ciò che non conosce e comprende; in quel momento Metal avrebbe voluto gridare se ne fosse stato capace.

Il corpo di Knuckles venne riposto delicatamente sul trono del Master Emerald in una posizione fiera e volitiva, come del resto egli era sempre stato, e per qualche minuto, Metal ripensò a quando il dr Eggman gli ordinò di rubare il Master Emerald e dovette combattere contro Knuckles e i suoi Chaotix e per la prima volta sperimentò cos’era la nostalgia. L’ex sosia di Sonic lasciò l’ultimo echidna a guardia del suo regno, come aveva sempre fatto e come sempre farà, con l’unica frase di commiato che gli venne in mente:

“Dormi, dolce principe.”







Stage three: Emerald Hill




Il Chaos Control fece comparire Shadow proprio al centro di ciò che un tempo era Emerald Town II, le case erano distrutte e qualcuna ancora in fiamme, non c’era più un anima viva nei dintorni, chi non era morto aveva lasciato il posto da tempo ormai. Intorno al riccio c’era solo desolazione e nessun indizio utile su dove Metal avrebbe colpito la prossima volta, Shadow decise allora di dirigersi verso l’unico edificio rimasto in piedi in tutta la zona, la biblioteca. Il riccio sapeva perfettamente che il suo bersaglio aveva acquisito una auto-coscienza, ma non riusciva a concepire l’idea che il robot avesse sviluppato interessi letterari, lo aveva sempre considerato come una macchina desiderosa di distruggere tutto ciò che era vivo, contrariamente a lui, tuttavia la regola del buon cacciatore impone di pensare come la propria vittima, di imparare a conoscere tutto di lei, punti di forza e debolezze ecc. Era importante, dunque, capire perché non aveva distrutto la biblioteca. All’interno era tutto in ordine, non un solo libro fuori posto, non un graffio o uno scaffale distrutto, sembrava quasi che Metal si fosse comportato come il proverbiale topo, poi qualcosa attirò la sua attenzione, mancava un libro all’appello, immediatamente Shadow si mise a consultare l’archivio dei libri per sapere cosa mancava e dopo 2,5 secondi di estenuante ricerca, lo trovò.

“HQ, qui agente Shadow dal luogo del delitto, mi servono tutte le informazioni possibili sull’Amleto di William Shakespear.”

“Amleto--William Shakespear--opera teatrale elisabettiana--famosa per un soliloquio del personaggio principale--unica copia rimasta del testo risiedente in biblioteca di Emerald Town II—non disponibili altre informazioni.” Rispose la voce robotica dall’orologio comunicatore.

“Dannazione! Effettuare una ricerca accurata su quel monologo.”
“Richiesta accettata—necessario 1 giorno”

“Aspetterò, passo e chiudo.”

La frustrazione era evidente nel volto dell’essere definitivo, ma non se ne sarebbe certo stato con le mani in mano, conosceva la locazione di una vecchia base di Eggman nelle vicinanze, forse avrebbe trovato qualcosa di interessante al suo interno.

“Chaos Control!”

La base era in pessimo stato, era abbandonata da tanti anni, c’erano addirittura resti di alcuni Badnik in mezzo alle ragnatele ma all’apparenza non c’era nulla di utile li intorno.

“Buonasera, è tanto che non ci vediamo, Shadow the Hedgehog.”

“Shadow fu colto di sorpresa e, credetemi, non era una cosa che capitava spesso, solamente un individuo era stato capace di tanta bravura…Shadow spalancò gli occhi quasi incredulamente quando si ritrovò faccia a faccia con Espio il camaleonte ninja.

“A quanto pare i mie poteri ninja funzionano ancora se sono stato capace di cogliere di sorpresa la forma di vita definitiva.” Disse Espio in tono arrogante.

“Solo fortuna. E così è qui che ti sei nascosto in tutti questi anni, nell’ultimo posto in cui chiunque avrebbe mai guardato!”

“Essere ricercato dal governo per crimini contro l’umanità aiuta a diventare più scaltri, non avevo certo intenzione di finire come Charmy e Vector.”

“Quanto tempo è passato Espio?”

“5 anni più o meno, se non sbaglio tu eri impegnato a combattere Eggman e il suo Death Egg nello spazio mentre il governo attaccava Angel Island, io e gli altri fummo sopraffatti ed arrestati da una schiacciante superiorità numerica, Knuckles semplicemente si rifiutò di arrendersi…”

“Tu riuscisti a scappare in seguito grazie ai tuoi poteri, ma non Charmy e Vector…” completò Shadow.

“Esattamente, è stato bello rivangare il passato ma ora veniamo alla ragione della tua venuta, Metal Sonic è stato qui, poco dopo gli eventi di Emerald Town II”

“Davvero, eh?”

“Abbiamo chiacchierato un po’, di me, di lui, di Angel Island…E di te, Shadow.”

“Ha parlato di me?”

“Si ricorda molto bene cosa accadde 12 anni or sono in quel magazzino abbandonato alla periferia di Station Square, come sono certo che lo ricorderai te.”

Un brivido di freddo attraversò la spina dorsale del riccio nel sentire tali parole e nel ricordare tali eventi. Il camaleonte proseguì:
“So che ancora ti incolpi per ciò che accadde allora, è anche questo il motivo per cui non hai lasciato G.U.N., non che te lo avrebbero permesso, ovviamente.”

“Zitto.”

“Non hai mollato a causa di lei!”

“STAI ZITTOOOO!”

Seguì un minuto di pausa, poi Shadow ricominciò a parlare:

“Sai dov’è andato o no?”

“Meglio, ha lasciato un messaggio per te prima di andarsene, sapeva che saresti venuto.”

Espio consegnò un foglio strappato nelle mani del riccio, era una pagina di un libro e c’era stampato sopra un monologo….Il monologo amletico. Dietro il foglio c’era una scritta che diceva:

“Incontriamoci nel luogo dell’inizio tra 2 giorni.”

“Il messaggio mi è stato dato 1 giorno fa, quindi hai 24 ore di tempo.” Ribadì espio.

“Il luogo dell’inizio? Che significa? E perché tu lo stai aiutando, siete stati nemici mortali!”

“Siamo stati grandi avversari, tra noi è nata una forma di rispetto reciproco, una cosa che tu puoi capire benissimo.”

Il pensiero di Shadow si concentrò per un attimo su un immagine agghiacciante, un immagine che aveva cercato di rimuovere…

Espio lo riportò alla realtà: “Voglio che tu capisca una cosa di Metal, non so come abbia fatto a risvegliarsi, ne come finirà questa storia, ma lui non si fermerà finchè non raggiungerà il suo obiettivo.”

“E quale sarebbe?”

Espio si avvicinò a Shadow, mettendo in mostra le innumerevoli cicatrici delle sue battaglie e l’ormai eterno biancore dei suoi occhi. Espio era cieco.

“Quale che sia, andrà fino alla fine, è il suo scopo!”

Shadow uscì dalla grotta pensieroso, diede un’ultima occhiata al foglio.

“La zona dell’inizio, mmmh..”

C’era una sola persona che poteva aiutarlo a capire, il riccio accese il comunicatore su un’altra frequenza.

“Qui Shadow, mi ricevi, passo?”

“Forte e chiaro.” Rispose una monotona voce robotica.

“Sto venendo li, ho bisogno di parlare con tu-sai-chi.”
“Affermativo, sarà pronto a riceverti.”

“Bene, passo e chiudo.”

Shadow sparì ordinando il Chaos Control.

Intanto, nella grotta un fiero camaleonte ninja aveva appena portato a termine la sua ultima missione, il messaggio era stato consegnato, ora avrebbe potuto riposare.

“Ci vediamo in un'altra vita, Knuckles, Charmy e Vector.”

Si tagliò le vene con le sue shuriken e aspettò.





Stage four: Death Egg




Metal fu sorpreso di ritrovare la carcassa dell’ un tempo famigerato Death Egg, terrore dei cieli e conquistatore di mondi, o almeno così sarebbe dovuto essere, se non fosse stato sconfitto definitivamente 5 anni fa da Shadow, quello fu l’ultimo tentativo di dominio mondiale da parte di Eggman. Le informazioni che Metal aveva al riguardo erano attendibili, poco dopo il suo risveglio - avvenuto 2 giorni fa - in quel laboratorio sotterraneo, si era intrufolato nel mainframe di G.U.N. attraverso un semplice laptop per ricevere dati sugli ultimi 5 anni. I suddetti dati parlavano si Sonic e di tutti gli altri -alcune cose, già le sapeva- degli avvenimenti di Angel Island e del tentativo del governo di possedere il Master Emerald per scopi militari, il rifiuto del suo guardiano e la successiva distruzione di esso assieme alla gemma. C’erano anche informazioni interessanti su questo maestoso velivolo e del luogo in cui precipitò, mezzo decennio fa. Dopo Angel Island, il prossimo luogo di visita di Metal sarebbe stato proprio quello del Death Egg. All’interno c’era poca luce ma i suoi sensori notturni funzionavano ancora bene, dopo aver camminato per diversi chilometri attraverso corridoi infiniti, Metal giunse nella stanza principale e fu li che ritrovò le sue origini, c’era il tavolo operatorio dove si risvegliò la prima volta - e le successive altre 30 volte – e c’era anche…Ancora una volta, Metal Sonic fu colto da un profondo senso di nostalgia e malinconia, unito stavolta anche da un forte stupore: davanti a lui, all’interno di grosse capsule di vetro e affogati nel liquido amniotico c’erano i suoi fratelli, la sua prima famiglia, Silver Sonic e Mecha Sonic. Il computer di bordo, diede la conferma a quella che in cuor suo era già una consapevolezza, non si sarebbero risvegliati mai, sarebbero rimasti li dentro, nelle loro tombe di vetro, a riposare per sempre, in pace e tranquillità. I suoi fratelli di circuiti, contrariamente a Metal, non hanno mai avuto la reale possibilità di ottenere una auto-coscienza, hanno vissuto solo e unicamente per uno scopo, uccidere Sonic, hanno fallito, certo, ma, proprio come Knuckles, sono morti nel perseguire lo scopo della loro nascita (benché non avessero scelta), in un certo senso, Metal li invidiava per questo, invidiava il fatto che loro hanno serenamente vissuto nello scopo delle loro esistenze senza avere avuto a che fare con la sofferenza che infligge una coscienza propria, senza aver visto ciò che Metal vide 12 anni fa e il trauma che ne seguì.
Il robot uscì dall’immenso relitto carico di tristezza, gli rimaneva una sola cosa da fare prima di incontrarsi con Shadow nel luogo prestabilito, un ultima cosa nel tentativo di liberarsi da questo tormento, c’era una persona che avrebbe dovuto incontrare. Si alzò in volo e sparì all’orizzonte.







Stage five: Prison Island




“Benvenuto a Prison Island, Shadow the hedgehog, ti stavamo aspettando.” Disse il direttore dell’isola.

“Piacere di rivederti E-123 Omega!” Rispose Shadow.

Prison Island, la famigerata prigione in cui fu rinchiuso Gerald Robotnik, creatore di Shadow, nonno di Ivo Robotnik e…Maria, il primo amore di Shadow, era anche il luogo dove Shadow aprì gli occhi su questo mondo per la prima volta. I ricordi riaffiorarono nella mente del riccio non appena mise piede dentro la struttura, poi si distrasse guardando il suo vecchio commilitone Omega, l’unico vero amico che Shadow aveva.

“Vieni, ti sta aspettando” Disse Omega

“Fammi strada.” Rispose Shadow.

Era incredibile pensare quanta strada aveva fatto Omega, è stato il primo ed unico robot ad avere ottenuto la carica di colonnello grazie alle sue imprese militari, nella lotta contro l’impero Eggman, le Black Arms, ecc. In seguito, come ricompensa per le sue gesta, divenne il responsabile dell’isola-prigione più fortificata del mondo. Il vero motivo per questa promozione era che il comandante del G.U.N. (Todd, per essere precisi), non vedeva di buon occhio l’idea di un robot dotato di auto-coscienza - come del resto non vedeva di buon occhio qualunque cosa esistente, era un paranoico sociopatico - così decise di relegarlo su questo pezzo di terra a comandare altri robot e ad annoiarsi, almeno finchè la prigione non ricevette la visita del suo più ambito ospite 5 anni fa. Omega condusse Shadow fino ad una sala completamente bianca originariamente adibita agli interrogatori e alle torture, lo fece accomodare su una sedia di plastica posta di fronte a un tavolo ed uscì dalla stanza assicurandolo che non sarà disturbato. Di fronte a lui, una porta si aprì, un uomo in catene si avvicinò al tavolo e si mise su una sedia di fronte a Shadow, i due erano faccia a faccia.

Cominciò la lunga chiacchierata:

“Fa piacere ricevere delle visite di tanto in tanto.” Disse l’uomo.

“Sono passati 5 anni, caro dottore..” Rispose Shadow.

Il dottor Ivo Julian Robotnik in arte Eggman, un tempo minaccia numero del pianeta ora semplice uomo in catene giaceva rilassato sulla sua sedia con i suoi soliti baffi ridicolmente grandi e l’inconfondibile fisico che non tradisce il suo soprannome.

“Vedo che Omega ti ha trattato piuttosto bene in tutto questo tempo, non è cambiato affatto, apparte per le catene, è ovvio.”

“Vedo che neanche te sei cambiato troppo, sei lo stesso riccio imbronciato e impaziente di quando ti conobbi la prima volta.”

“Basta con i convenevoli Eggman!”

“Ecco, impaziente, proprio come dicevo.”
“Lo sa perché sono qui, vero?”

“Dammi un indizio.” Rispose Eggman con un ghigno.

“Metal Sonic, è stato lei vero? Lei lo ha riattivato?”

“Complimenti, hai vinto un’auto sportiva, Whahahaha!” Eggman lo stava provocando, Shadow cambiò il tono di voce e si diede un contegno.

“Perché non mi racconti tutto, dall’inizio se possibile.”

“Che cosa puoi darmi in cambio?”

“La promessa di non strozzarti con i tuoi stessi baffi.”

Eggman ci pensò su un paio di secondi e poi accettò l’offerta.

“Tutto cominciò 10 anni fa, quando l’Eggman Empire era al suo culmine, avevo facilmente conquistato diverse regioni attraverso semplici ed efficaci azioni di forza del mio esercito di robot, G.U.N. faceva molta fatica a contenere il mio smisurato potere. Un giorno fui costretto a radere al suolo una noiosa cittadina ad Emerald Hill visto che i suoi abitanti si erano rifiutati di aderire al mio impero, poco più in la mi capitò di ritrovare un mio vecchio covo abbandonato, dei tempi in cui mi dilettavo con le mie prime creazioni, i Badnik…”

Naturalmente Shadow sapeva perfettamente di quale posto stava parlando.

“…Dato che fondamentalmente sono un romantico, mi decisi ad entrarci per ricordare un po’ i vecchi tempi, i tempi d’oro di quando affrontai quel fastidioso riccio blu per la prima volta. Indovina chi ci trovai all’interno?”

“Metal Sonic?”

“Si, il corpo di Metal Sonic ancora in buone condizioni e con il suo cervello ancora intatto, ma non solo lui…C’era anche qualcun altro, colui che lo aveva salvato da distruzione sicura 2 anni prima.”

“Chi?”

“Diciamo solo che aveva un suo codice d’onore.”

“Espio????!”

“Bingo!”

Seguì un momento di pausa, il riccio non poteva quasi crederci, era grazie ad Espio che Metal era scampato alla distruzione, ma come?

“12 anni fa, come ben sai, Metal Sonic sfuggì al mio controllo per qualche motivo e così decisi di richiedere nuovamente i sevizi del Team Chaotix per pedinare gli i suoi spostamenti e se possibile di recuperarlo, sai bene quanto me che avrebbero accettato qualunque lavoro pagato, è la loro politica del resto. L’unico membro dei Chaotix in grado di seguire i suoi movimenti senza farsi scoprire era Espio.
Il nostro comune amico fu molto bravo in questo e seguì Metal fino a quel magazzino abbandonato. Il resto della storia la conosci bene Shadow, tu e la tua amichetta eravate la.”

Shadow stava cominciando ad innervosirsi, ma non lo volle dare a vedere.

“Dopo i fatti di quel giorno persi la speranza di riabbracciare la mia più grande creazione, in compenso però ciò che accadde in quel fatidico giorno avrebbe decretato per sempre la fine della mia più grande spina nel fianco: Sonic the Hedgehog era morto!”

Lo ricordava, il riccio nero lo ricordava molto bene e per quanto possa sforzarsi non potrà mai dimenticare il giorno in cui il suo mondo crollò. Con estrema fatica chiese al dottore di proseguire la sua storia.

“Sfortunatamente per Espio e per i Chaotix, il governo scoprì che lavoravano per me e divennero ufficialmente dei ricercati, si divisero, Vector e Charmy si rifugiarono su Angel island e furono sapientemente nascosti da Knuckles, ma Espio decise di non seguirli, il suo codice d’onore gli impediva di abbandonare un incarico nel mezzo del suo svolgimento, così si nascose nella mia vecchia base con il corpo di Metal, in attesa…”

“Aspetta, come faceva a sapere che saresti venuto proprio da lui?”

“Ricordi quando ho detto che ero un romantico, nostalgico e tutto il resto? Ho mentito, la verità era che avevo ricevuto un segnale da quella grotta attraverso un vecchio computer, mi informava che la missione era compiuta.”

“Stai ancora giocando con me, Eggman?”

“Ora vengo al punto, un attimo di pazienza, recuperai il corpo di Metal e Espio si rifugiò anche lui ad Angel Island assieme agli altri. Sfortunatamente per me, le cose non andarono molto bene nei 3 anni che seguirono, grazie a delle nuove tecnologie sviluppate da Tails, G.U.N. fu in grado di contrastare la mia armata, fu allora che rispolverai una mia vecchia gloria a cui avevo sapientemente lavorato negli ultimi anni: il Death Egg, era tornato più in forma che mai! Poi arrivasti tu.”

“Utilizzai il potere dei 7 Chaos Emeralds e distrussi il tuo grosso giocattolo.” Concluse la frase per lui.

“Esatto, io fui arrestato e condotto qui, dove sono tuttora.”

Un minuto di tempo per riflettere su tutto questo, Espio mi lo aveva preso in giro, sapeva più di quanto non facesse credere, è probabile che abbia visto tutto ciò che successe in quel magazzino.

“Eh, se solo avessi avuto l’energia del Master Emerald a portata di mano non mi avresti sconfitto così facilmente, raggirare quel Knuckles per fregargli lo smeraldo da sotto il naso è sempre stata una delle mie attività preferite, ah quanti ricordi, a proposito come sta?”

A questo punto Shadow cominciò a sentirsi male, Eggman non sapeva cosa aveva fatto il governo a Knuckles, al Master Emerald e Angel Island proprio mentre combatteva contro di lui.

“Non lo sento da un po’ di anni, per quanto ne so sta ancora proteggendo il Master Emerald.” Mentì spudoratamente.

“E i Chaotix?”
“Ancora latitanti.” Mentì nuovamente.

La storia proseguì:

“Che ne fu di Metal Sonic? Come fosti in grado di riportarlo in vita?”

Eggman fece una smorfia di compiacimento nel rispondere: “In questo mi ha aiutato Omega.”

“Omega? Credevo che il suo scopo nella vita fosse la tua fine!”

“Cosa credi che sia adesso?”

Non aveva tutti i torti, era decisamente finito.

“Omega ed io abbiamo avuto moooolto tempo per appianare le nostre divergenze, in questo lasso di tempo fu molto gentile nel recuperare Metal da una camera di contenimento nel relitto del Death Egg e a far disporre un laboratorio nei sotterranei di Prison Island, così mi misi a lavoro e in meno di un mese lo riattivai, tuttavia Metal era molto depresso, non aveva uno scopo i cui vivere, gli avvenimenti di 12 anni fa gli avevano lasciato una cicatrice indelebile nella sua anima, se si può definire tale.”

“….”

“Vedo che sai perfettamente di cosa sto parlando. Un giorno decise di infiltrarsi nel mainframe di G.U.N. attraverso un piccolo laptop che avevo montato nel tempo libero, fu allora che qualcosa dentro di lui cambiò radicalmente, divenne tormentato e lunatico, incapace di decidere sul da farsi. Forse non lo sai Shadow, ma un robot, per quanto senziente e capace di provare emozioni, non può fare a meno di avere uno scopo, una ragione d’esistenza, un programma se vogliamo, Metal Sonic aveva uno scopo, uccidere Sonic. Anche quando sfuggì al mio controllo anni or sono, non poteva non seguire il suo programma e quando Sonic morì egli non avrebbe più avuto ragione d’essere, glie ne serviva una nuova…”

“Perché l’Amleto?”

Eggman sorrise nuovamente.

“Sono contento che me l’hai chiesto, Shakespear è sempre stato una delle mie letture preferite, in particolare l’Amleto, i tormenti esistenziali e il suo famoso dilemma espresso in quel magnifico soliloquio erano una cosa che mi affascinava profondamente, ne parlai con Metal perché la crisi che stava vivendo era molto simile a quella amletica, lui si rivelò interessato, cercò informazioni sul libro nel laptop e scoprì dove poter trovare l’ultima copia del testo originale rimasta al mondo, a Emerald Town II.”

“Così ha ucciso un sacco di civili e poliziotti solo per ottenere quel libro.”

“La colpa è loro, non avrebbero dovuto sparargli per primo non appena lo videro.”

“E questo tu come lo sai?” Chiese Shadow incuriosito.



“Perché mi sono fatto installare un microchip nel cervello con il quale posso comunicare con lui in continuazione, ho potuto sentire i suoi pensieri, le sue emozioni più profonde e radicate e, si, ho saputo anche di Angel island….E di Knuckles, quello fu davvero uno shock per lui, ma lo ha aiutato a diventare più forte, ha finalmente trovato uno scopo per cui esistere, ha risolto il suo dilemma amletico se vogliamo..”

“Cos’è che vuole allora?” Chiese il riccio visibilmente scosso.

“Vuole te, Shadow the Hedgehog.”

Shadow questo lo sapeva, lo ha sempre saputo in fondo. A questo punto Shadow domandò della cosa che più gli interessava sapere:

“Metal mi ha fatto recapitare questo messaggio: incontriamoci nel luogo dell’inizio, cosa significa?”

“Ha a che fare con i ricordi di Metal, in questo momento egli sta ripercorrendo i posti che nella sua mente hanno significato qualcosa, credo che dovresti chiederti, qual è il posto che più di tutti rappresenta un inizio di qualcosa, qualcosa di importante che ci ha colpito tutti in qualche modo.”

Shadow ci pensò su un attimo e poi capì.

“Grazie, dottore, ora so dove devo andare.”

Fece per voltarsi ed andarsene poi si voltò e chiese un ultima cosa:

“Perché ha voluto riportarlo in vita?”

“Per conquistare il mondo, no?”

Eggman rise di gusto ma durò poco, il suo sguardo si fece serio come non lo era mai stato prima d’ora e diede la vera risposta:

“Perchè non è solo la mia più geniale creazione. All’inizio era solo una macchina di morte che creai all’unico scopo di distruggere quel riccio blu, ma più lui si danneggiava e più io mi resi conto di stare in apprensione per la sua salute, quando mi tradì per la prima volta e divenne Metal Overlord fui molto fiero della sua genuina malvagità, quando poi sfuggì al mio controllo un'altra volta temetti di non rivederlo mai più. Lui è mio figlio, Shadow, ed io suo padre, l’unico che l’abbia mai compreso.”

Dopo quelle parole, la chiacchierata era ufficialmente conclusa. Shadow the Hedgehog, lasciò la stanza con un Eggman in lacrime e i suoi ricordi rivangarono per un momento la colonia spaziale ARK, Maria e il dr Gerald Robotnik, anche lui è stato come un padre per lui. Ben presto si rese conto, che lui e Metal Sonic erano molto più simili di quanto non credesse.

Omega si avvicinò al riccio e quest’ultimo gli fece una domanda guardando nella direzione della sala dove aveva lasciato Eggman.

“Quando avverrà l’esecuzione?”

“Domani all’alba. Posso assicurarti che non soffrirà.”






Stage six: Mystic Ruin




Metal Sonic era irrequieto, forse anche un po’ agitato, sicuramente un bel po’ agitato, erano passati tanti anni dall’ultima volta che lo vide, non sapeva come lo avrebbe accolto, lo immaginava però. Decise di farsi forza, era una cosa che sentiva di dover fare, glie lo doveva dopotutto ed era davvero il minimo che potesse fare per lui. Cautamente Metal si avvicinò alla porta d’ingresso dell’abitazione e vi bussò, fece poi qualche passo indietro per evitare di provocare uno shock al padrone di casa,  sarebbe del tutto lecito del resto. La porta si aprì e sulla soglia comparve la forma di vita nota nel database di Metal come Miles “Tails” Prower. Seguì un lungo minuto di silenzio nel quale Metal potette notare i cambiamenti fisici di quel ragazzo-volpe a due code, si era alzato di statura, il suo pelo era più liscio e le sue code anch’esse più lunghe. I due si osservarono a lungo, dopodichè la sguardo attonito e sgranato si tramutò in uno di puro e radicato odio e senza dire una parola richiuse violentemente la porta in faccia a Metal.

“Meglio di quanto sperassi, credevo che avrebbe tentato di uccidermi.” Rimuginò Metal.

La porta si spalancò nuovamente e Tails si presentò al suo ospite con un fucile laser taglia-diamante da lui appena inventato.

“Non so come tu abbia fatto a sopravvivere, ma ora la pagherai per tutto!”

Ed è a questo punto che Metal fece qualcosa di totalmente inaspettato, si inginocchiò per terra e ammise le sue colpe. Tails fu colto totalmente alla sprovvista da questa situazione, era l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato di vedere da parte sua.

“Per colpa mia Sonic è morto, mi dispiace.”

“Non pretenderai che possa perdonarti così su due piedi.”

“Naturalmente no. Ti chiedo soltanto di ascoltarmi per 5 minuti. Voglio dirti la verità su cosa accadde 12 anni fa.”

Ancora una volta, Tails era sorpreso e confuso al tempo stesso, ci pensò su un attimo, abbasso il fucile ed invitò Metal ad entrare, il ragazzo era sempre stato un ospite impeccabile. L’ambiente dentro casa era genuinamente casalingo e profumato, era ovvio che c’era un tocco femminile dietro, poi Metal notò una fotografia su comodino nel salotto, ritraeva Tails e quella che doveva essere la sua compagna, il database del robot la riconobbe come Amy Rose.

“Come puoi immaginare è stata molto dura anche per lei. Ricominciare, intendo.”

“Sembrate felici.”

“Lo siamo e preferirei che continuassimo ad esserlo, per cui dimmi quello che mi devi dire ed esci da questa casa prima del suo ritorno.”

E così, per la prima volta dalla sua nascita, Metal si confidò con qualcuno che non era il suo creatore…o dovrei dire suo padre. Dopo avere sentito questa storia, Tails non disse nulla, era semplicemente sotto-shock.

“Ora conosci la verità, mi dispiace davvero.”

Metal uscì dalla casa e fece per volare via, Tails gli gridò dietro:

“Ti perdono!”

Per Metal fu come ricevere la benedizione dal cielo, per la prima volta si sentì sollevato. Si alzò in volo e si diresse verso il luogo dell’appuntamento con Shadow.



Shadow the hedgehog si trovava ora nel cimitero della zona ad est delle Mystic Ruins, c’era arrivato tramite Chaos Control - e a conti fatti ha mancato Metal di poco - sentiva di dover fare anche lui un ultima cosa prima di raggiungere il suo avversario per lo scontro finale, doveva fare visita a due persone. Il riccio stava leggendo la scritta su una lapide in cima ad una collinetta, simbolicamente in cima.

“Qui giace Sonic the Hedgehog, amante di Chillydog ed eroe.”

Shadow non potette fare a meno di sorridere, era esattamente la frase che Sonic avrebbe voluto sulla sua lapide.

“Non hai mai preso niente sul serio in tutta la tua vita, eccetto quando…”

Shadow si ricordò di avere una foto dentro la sua borsa militare (che si è sempre portato a presso dall’inizio alla fine), la tirò fuori e la guardò intensamente, era la foto di lui e Rouge al matrimonio di Sonic ed Amy, un groppo alla gola quasi impedì a Shadow di respirare. Per la prima volta da quasi 12 anni, stava piangendo, piangendo per ciò che aveva perso, per tutto. Una mano familiare si posò sulla spalla del riccio nero che si voltò e smise di piangere nel disperato tentativo di darsi un contegno.

“Ciao Shadow, sono anni che non ci vediamo.”

“Ciao Amy, come state tu e Tails.”

“Viviamo…”

“Capisco.”

Amy Rose Prower posò delicatamente un mazzo di rose rosse sulla tomba del suo primo vero amore, come aveva sempre fatto in più d’un decennio, dai suoi occhi lucidi sgorgarono un po’ di lacrime, si pulì gli occhi e poi guardò Shadow, il quale fu colto alla sprovvista. Senza dire niente, Amy abbracciò teneramente Shadow, come una madre che consola un figlio e gli sussurrò all’orecchio:

“Non è stata colpa tua e tu lo sai.”

A quel punto, Shadow non ne potette più, scoppiò in lacrime e continuò per diversi minuti, tra un singhiozzo e l’altro pronunciò il nome di Sonic e di Rouge, la donna della sua vita che non aveva saputo proteggere ed ora era morta. Dopo qualche minuto, lui e Amy si salutarono, il riccio nero passò in rassegna un’altra lapide, quella di Rouge the Bat, morta 12 anni fa assieme a Sonic e allo stesso Shadow, o meglio a una parte di esso.
Era tempo di chiudere questa storia, Shadow si sarebbe dovuto incontrare con Metal nel luogo prestabilito, il luogo dell’inizio di tutto, ma proprio di tutto ciò che ha avuto significato ed importanza nella sua storia e in quella di tutti gli altri, tirò fuori lo smeraldo rosso e ordinò il Chaos Control.

In un attimo, arrivò in quel luogo.







Final Stage: Green Hill




La sconfinata Green Hill, dove tutto ha avuto inizio, era ancora bella e incontaminata come la prima volta che Sonic la mostrò al suo caro amico/rivale Shadow, gli disse che incontrò e sconfisse Eggman per la prima volta proprio in questa zona e di come avrebbe dato inizio a tutti gli eventi che lo avrebbero portato a diventare un icona e un esempio vivente e a conoscere tutti i suoi più cari amici e tutti i suoi più temuti nemici, tra cui Metal Sonic. Per qualche minuto, lo sguardo di Shadow si perse nell’osservare il meraviglioso paesaggio, i suoi loop, i suoi ponti in legno, l’assurda frammentazione a scacchi del colore delle colline…

“Bellissimo, non trovi?” Disse Metal Sonic, interrompendo il silenzio.

“Già, è difficile credere che abbia resistito per tutto questo tempo senza cambiare mai.” Rispose Shadow.

“Ciao Shadow, è da tanto che non ci si vede.”

“Ehi, questa battuta l’hai rubata a Sonic!”

“Sono pur sempre il suo doppio, no?”

“Shut up, faker!” Contrattaccò shadow.

I due risero di gusto per qualche secondo, poi si fecero seri.

“Sei pronto?”

“Pronto.”

Il vento si alzò e circondò i due guerrieri mentre si preparavano a combattere, i loro sguardi erano concentrati e fissi l’uno sull’altro, erano perfettamente immobili come statue, pronti tuttavia a muoversi alla velocità del suono in caso di bisogno, tali erano i due titani, ultimi rappresentanti d’un epoca d’oro tragicamente distrutta dall’idiozia umana.

Tutto si sarebbe deciso in una frazione di secondo.

Nei minuti, nei secondi che precedettero lo scontro entrambi ebbero un flashback che li riporto a quel fatidico giorno, in quel magazzino abbandonato vicino nella periferia di Station Square.

“HQ, mi ricevete, qui agenti Shadow e Rouge, abbiamo localizzato il soggetto all’interno di un magazzino abbandonato sul molo 7 del porto, ci prepariamo ad entrare, passo.”

“Affermativo, procedete come da ordine, sparate a vista, ripeto, sparate a vista.”

“Ricevuto, passo e chiudo.”

Shadow spense il suo orologio e si preparò a entrare, ma Rouge the Bat, aveva dei dubbi al riguardo:

“Senti Shadow, non credo che sia una buona idea, forse dovremo aspettare..”

“Li conosci gli ordini Rouge, dobbiamo eliminarlo prima che uccida altra gente, solo noi siamo in grado di farlo.”

“C’è un solo giorno della tua vita in cui hai mai pensato di non seguire un ordine?”

“Stando con te, no!”

“Razza di scemo!”

“E’ per questo che mi ami.”

I due si scambiarono un bacio e fecero irruzione nel magazzino.

C’era poca luce che filtrava dalle finestre inchiodate col legno, avrebbero dovuto accontentarsi della luce del portone da cui erano entrati, poi Shadow notò una sagoma nascosta nell’ombra che aveva la fisionomia di Metal Sonic, senza dare al bersaglio il tempo di reagire o pensare, il riccio nero fece esattamente ciò che gli fu ordinato di fare, sparò a vista:

“Chaos Spear!” Urlò Shadow, e colpì il bersaglio al torace, lo spear gli passò da parte a parte, era spacciato.

“Troppo facile.” Disse Shadow, ma poi Rouge gli fece notare qualcosa che non avrebbe mai scordato per il resto della sua vita…..Dei lamenti di dolore. I robot non provano dolore.

La figura si avvicinò verso i due agenti G.U.N. barcollando finchè non cadde in terra davanti a loro.

E allora poterono vederlo chiaramente:

Sonic the Hedgehog riverso in una pozza del suo stesso sangue con un grosso buco al centro dello sterno…Morto.







L’orrore si dipinse sulle facce di Shadow e di Rouge, totalmente incapaci di dire, fare qualunque cosa,  anche di respirare. Poi Rouge gridò con tutta la voce che aveva in corpo.

“SOOOOOOOOONIIIIIIIIIIIIC, NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!”

E cadde sulle sue ginocchia stremata, Shadow non era riuscito a fare una mossa. In seguito, il vero Metal Sonic sbucò fuori dalle tenebre in cui si stava nascondendo e si avvicinò piano al corpo di quello che un tempo era il suo più grande avversario, la sola ed unica ragione di vita che aveva. Questa era la successione degli eventi: Sonic aveva visto Metal Sonic correre verso il porto per sfuggire agli agenti G.U.N. e lo aveva seguito fino a quel magazzino, Shadow e Rouge avevano visto Sonic da lontano scambiandolo per il loro bersaglio e quindi lo hanno inseguito, è stato tutta uno stupido e mortale equivoco. Metal si accasciò shockato e incredulo vicino ai resti insanguinati di Sonic e a quel punto, qualcosa, nella sua mente elettronica scattò e si ruppe.

“Lo hai ucciso…” bisbigliò Metal in direzione di Shadow che era ancora immobile.

“TU LO HAI UCCISO!!!!!” Disse, gridando stavolta.

“DOVEVO ESSERE IO! DOVEVO ESSERE IO A UCCIDERLO!!! IO, IO….ORA TU LO SEGUIRAI!!!!!”

E Metal si lanciò contro Shadow guidato da una furia cieca!

“SHADOW!!!” Urlò disperata Rouge, ma Shadow era ancora fermo.

Tutto avvenne molto velocemente, Metal Sonic aveva affondato i suoi mortali artigli di metallo nello stomaco di Rouge che si era messa sulla sua traiettoria per salvare la vita a colui che amava, è morta per amore.

A quel punto Shadow si riprese: “ROOOOUUUGEEE!”

Metal era attonito mentre vedeva il sangue di quella donna colargli sul braccio fin dentro i suoi circuiti, dove sarebbe rimasto per sempre.

Shadow teneva in braccio il corpo senza vita della donna che amava, ancora una volta aveva fallito nel proteggere una persona a lui cara.

“NOOOOOOOOOOO!!!! NON DI NUOVO, NON DI NUOVOOOOOOO!!!!

E Shadow pianse, pianse e si disperò come mai in tutta la sua immortale esistenza mentre la stringeva forte tra le sue braccia.
Alla vista di ciò, Metal Sonic sentì un profondo vuoto dentro di se, profondo come la disperazione stessa, guardò nuovamente il suo braccio sporco di sangue e se lo infilò violentemente nello sterno più e più volte fino a uccidersi, il suo ultimo pensiero fu “Non ho niente per cui valga la pena vivere.”

In seguito, Shadow uscì dall’edificio portando fuori uno alla volta in braccio il corpo di Rouge e di Sonic, la sua faccia non tradì alcuna emozione. All’interno, una figura camaleontica che aveva visto tutto prelevò il corpo di Metal e lo portò via, in seguito G.U.N. fece radere al suolo il magazzino e si prese tutto il merito dell’operazione. Furono fatti maestosi funerali per i due eroi morti in combattimento e furono versate molte lacrime….Ma non da Shadow.  Ora sapete.

Fine Flashback.


Lo scontro cominciò, Shadow e Metal Sonic si lanciarono l’uno contro l’altro senza neanche cercare di schivarsi, come detto sarebbe stato deciso tutto da una mossa.

Ancora una volta, accadde tutto molto velocemente. I due sfidanti stavano eretti, uno di spalle all’altro, i loro colpi erano andati a segno. Shadow si accasciò a terra, si accorse di essere ferito a un fianco e faceva male, Metal d’altro canto era ancora in piedi e lo stava fissando, poi disse qualcosa:

“Bravo, hai vinto.”

Il corpo di Metal si spezzò in due e il busto superiore cadde all’indietro, era spacciato.

“Perché Metal, perché non mi hai usato tutta la tua forza?”

Dallo sguardo di Metal si sarebbe potuto dire che stava sorridendo, poi tirò fuori quell’unica copia rimasta del testo dell’Amleto dal suo sterno e rispose:

“Non volevo rovinare questo capolavoro, era l’ultimo del suo genere….Proprio come ora lo sei tu, Shadow.”

Con quelle parole, il riccio nero realizzò le reali intenzioni di Metal, il suo nuovo scopo nella vita se vogliamo, non era, come aveva fatto intendere Eggman, uccidere Shadow per vendetta ma bensì.. Avere un ultimo combattimento con l’unico altro riccio rimasto al mondo forte come Sonic.

“Metal, hai sempre voluto questo.”

Metal Sonic aprì il prezioso manoscritto all’ultima pagina e pronunciò le ultime parole dell’Amleto:

“Il resto è silenzio.”

Era morto, stavolta per sempre. In questi due giorni, Shadow aveva imparato a conoscerlo, a comprenderlo, in un certo senso anche ad ammirarlo, entrambi erano stati vittime dei loro passati e delle loro origini, erano così simili…

“Comunicazione per Shadow—ripeto—comunicazione per Shadow”

Shadow attivò il suo orologio per ricevere la chiamata.

“Ricerca sul soliloquio dell’Amleto completata come richiesto—secondo vari studi, il succo del dilemma amletico si basa su una scelta del protagonista di “non essere”, cioè di commettere semplicemente un suicidio e fuggire dalle ambasce della vita, o la possibilità di “essere”, cioè lottare fino alla fine, fino alla morte se necessario in un nome di un ideale…”

Shadow spense il comunicatore, aveva sentito abbastanza, diede un ultima occhiata al paesaggio di Green Hill, al tramonto era ancora più bello, poi guardò Metal riposare sereno in mezzo all’erba fiorita, sorrise e disse l’unica frase di commiato che gli venne in mente:


“Sayonara, Metal Sonic.”
  
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