~~“E’ colpa mia”
Silena non pensava ad altro da giorni.
Charlie era morto, e la colpa era sua, solo sua.
“Che sciocca sei stata, Silena” si diceva poi tra le lacrime “Hai abboccato alla trappola così facilmente come solo una bambina poteva fare”.
Non solo si sentiva in colpa, ma si vergognava.
Chissà cosa avrebbe detto Charlie se lo avesse saputo.
Si sarebbe arrabbiato? Si sarebbe mostrato comprensivo? L’avrebbe lasciata senza chiedere spiegazioni?
Silena non ne aveva idea e anche per questo non riusciva a smettere di piangere.

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Era morta.
Ne era certa.
Era delusa.
Qualche secondo prima aveva visto Charlie, e ora non c’era più.
Non sapeva dove fosse, così si guardò intorno, e in lontananza, dietro di lei, vide una figura che si avvicinava.
Sembrava lui.
Se fosse stata viva, il cuore avrebbe battuto talmente forte da non sentire più il suo stesso respiro, perché adesso ne era sicura: era lui.
Quando lui fu abbastanza vicino da sentirla, Silena mormorò “Charlie”, poi lui l’abbracciò forte.
“Mi sei mancata” disse lui.
Silena sciolse l’abbraccio e lo guardò negli occhi.
“Non mi odi?”
“Perché dovrei? Hai sbagliato, ma l’hai ammesso, hai rimediato. Sei morta da eroe”
“Non se sono così sicura”
“Se non fossi un’eroina non saresti all’ Elisio”
Silena sgranò gli occhi. “Quindi… Ora non mi lascerai più?”
“No, Silena. Staremo insieme per sempre"